28 Luglio 2010
Chissà quanta gente, insieme a noi, per decenni ha percorso il sentiero 185, nel tratto che dalla Gabellaccia porta ad Acquasparta, senza sapere che, una cinquantina di metri prima di arrivare al bivio per il Cardeto, tra gli alberi, sopra un cucuzzolo sulla destra del sentiero, se ne stava nascosto un cippo marmoreo dedicato alla Resistenza, totalmente abbandonato.
Io lo venni a sapere, in modo casuale, da un collega di lavoro che possiede una casetta ad Acquasparta, il quale mi disse che, proprio da quel punto, un tempo, prima che gli abeti gli crescessero intorno, riusciva a vedere “’l monument al partigian”, che stava laggiù, presso il bivio, proprio a pochi metri dal sentiero 185.
Rimasi alquanto perplesso perché quel sentiero lo avevo percorso decine e decine di volte, in ogni stagione, senza mai aver notato alcun “monumento” o qualsivoglia lapide, che, inoltre, non poteva neanche essere tanto piccolo, se era visibile da così lontano.
Ne parlai con altri amici escursionisti, ottenendo anche da loro sguardi interrogativi: nessuno ne sapeva niente.
E così mi decisi ad andare a controllare di persona, presi la macchina, ci caricai su mia moglie e la sua macchina fotografica e mi diressi verso Campocecina fermandomi, pochi chilometri dopo aver passato la Gabellaccia, nello spiazzo sulla destra della carreggiata proprio sotto il cartello che indica “BIVIO CARDETO”.
A sinistra, dall’altra parte della strada sale, ben evidente, una traccia-bretella, che, dopo pochi tornantini, incontra il tratto in comune 40/185, che noi seguimmo per qualche decina di metri a sinistra, per poi inerpicarci, sempre a sinistra , su per il poggione, tra le felci e gli abeti ritrovandoci, in un batter d’occhio, davanti al Cippo.
Si trattava di un blocco di marmo quasi completamente annerito dal tempo e dall’incuria, alto poco meno di 2 metri, a forma di grossolana piramide tronca a base triangolare, che riportava incisioni a mano su tutte e tre le sue facciate. Cercammo di dargli una rapida ripulita che ci permettesse di leggere ciò che c’era scritto e scattammo qualche foto.
Sulla facciata a nord leggemmo:
NON CEDERE
9 Settembre 1943 (data della creazione del CLN , Comitato di Liberazione Nazionale - ndr)
sopra la scritta un profilo di montagne ed un cielo stellato.
La facciata est riportava:
DIVISIONE APUANA
B.ta GARIBALDI
“G. MENCONI”
G.pi PATRIOTI APUANI
B.ta “LUNENSE”
9 SETTEMBRE 1951
infine la facciata sud-ovest:
IL SANGUE VERSATO
SUI MONTI RIDONA
LIBERTA’ ED ONORE
AL POPOLO ITALIANO.
Una volta tornati a casa decidemmo di vedere se il cippo fosse già stato censito dalla Federazione Regionale Toscana delle Associazioni Antifasciste e della Resistenza e scoprimmo che non c’era traccia della sua esistenza neanche presso di loro, per cui inviammo una mail descrittiva delle sue condizioni con tanto di foto allegate e coordinate gps.
Il tutto venne immediatamente pubblicato sul loro sito (monumento_della_divisione_apuana)
e ci fu, inoltre, assicurato che sarebbe stata messa al corrente anche l’ANPI di Carrara.
Tutto questo accadde il 04 Settembre 2009.
Da quel giorno abbiamo rifatto quel sentiero molte volte, ogni volta risalendo il poggione tra le felci e gli abeti con la speranza di vedere che qualcosa si era mosso. Niente di niente.
Niente di niente fino alla nostra ultima passeggiata da quelle parti in data 28 Luglio 2010.
Partiti dalla Gabellaccia, siamo arrivati nei pressi del luogo in questione e abbiamo subito notato che era stata fatta una bella pulizia del cucuzzolo. Addirittura, attaccata ad un faggio, tra due strisce di nastro bianco-rosso, era stata messa una targhetta in legno con una freccia che indicava la presenza del Cippo, ed una debole traccia a lato dell’albero conduceva al blocco di marmo che, nei limiti del possibile, era stato anche ripulito.
Finalmente qualcosa si era mosso.
A noi non interessa sapere se questo sia dovuto alla nostra segnalazione oppure ad un programma di recupero di questo tipo di monumenti oppure semplicemente perché qualcuno, magari dei privati, conoscendone l’esistenza e consideratone lo stato si sia deciso ad intervenire: tutto questo non ha importanza. L’importante è che adesso, percorrendo il 185 chi cammina per le nostre montagne sappia che, al Bivio Cardeto, esiste un Cippo marmoreo, vecchio almeno di quasi 60 anni e dimenticato per decenni, dedicato a chi, proprio su questi monti, ha dato la propria vita per la nostra attuale libertà.
aggiornamento al 21/06/2011.
Come si può notare dall'ultima foto relativa a questo argomento, l'idiota di turno, maschio o femmina che sia, è arrivato anche al Cippo del Bivio Cardeto. Questa volta addirittura si chiama in causa il Creatore e dopo il "Dio c'è" dei cartelli stradali di qualche decennio fa, è arrivato il "Dio è fonte di vita" dei blocchi di marmo apuani. In verità la stessa scritta è da poco comparsa anche su una parete di Casa Martignoni, sul Monte Borla, con l'ulteriore aggiunta delle parole "Apuane patrimonio di tutti". Quale sia la correlazione tra i due argomenti probabilmente rimarrà un segreto confinato esclusivamente nei meandri del cervello, se mai ne fosse dotato, dell'autore. Noi possiamo soltanto prendere atto che, per chi ci crede, il Buon Dio sarà senz'altro fonte di vita, ma anche che, purtroppo, non si preoccupa granchè di intervenire sul quoziente di intelligenza di certi individui ai quali quella vita generosamente elargisce.
Nella sezione "Tracce GPS" del sito, selezionando nel menù a tendina "Castelpoggio-Cippo Resistenza Bivio Cardeto (Anello della Gabellaccia)" è disponibile per il download la traccia GPS che consente di raggiungere il Cippo partendo da Castelpoggio o dalla Gabellaccia.
[gv-28/07/2010]