CORBEZZOLO
(Arbutus unedo)
LO SPAZIO DI FABIO - rubrica curata da Fabio Frigeri
24 gennaio 2011

(f.f.) il corbezzolo è pianta tipica della macchia mediterranea e quindi è presente sulle zone periferiche delle Alpi Apuane che maggiormente risentono del clima mediterraneo. La pianta è bellissima e presenta contemporaneamente fiori e frutti.

O tu che, quando a un alito del cielo

i pruni e i bronchi aprono il boccio tutti,

tu no, già porti, dalla neve e il gelo

salvi, i tuoi frutti[1]

IL GENERE ARBUTUS

 

Corbezzolo (Arbutus unedo)

Famiglia Ericaceae

Arbutus L. fu classificato da Linneo nel 1753.

Il nome generico Arbutus deriva dal sostantivo femminile latino arbŭtus, i che denominava la pianta del corbezzolo, mentre il termine neutro arbŭtum, i veniva usato per il frutto di questa pianta.

Il genere Arbutus comprende una quindicina di specie mediterranee, dell’Europa occidentale e dell’America settentrionale. Le specie europee e quelle americane presentano sostanziali differenze cromosomiche che fanno pensare a una separazione molto lontana nel tempo.

Sono piante sempreverdi arbustive o arboree con foglie semplici e coriacee. I fiori hanno corolla urceolata e sono raccolti in grappoli mentre il frutto è una bacca.

Arbutus unedo è l’unica specie presente in Italia.

ARBUTUS UNEDO

Arbutus unedo L.

Classificata da Linneo nel 1753.

Conosciuta volgarmente come: àlbatro, àrbuto, arbutella (numerosissimi sono poi i nomi usati nelle diverse regioni italiane[2].

Il nome specifico unedo deriva dal sostantivo maschile latino ŭnēdo, ōnis usato per denominare sia la pianta che il frutto del corbezzolo.

Alcuni sostengono che derivi da “ŭnum ĕdo” (= ne mangio uno) nel senso che nonostante l’aspetto invitante il gusto insipido del frutto fa sì che non se ne mangi più di uno.

Dal nome greco del corbezzolo κόμαρος derivano alcuni nomi dialettali della pianta. Invece corbezzolo è di incerta derivazione, alcuni lo derivano da corruzione volgare del latino arbŭtus mentre per altri deriva da un ipotetico corbiceus da corbus (= corvo) poiché questi animali ne mangiano volentieri i frutti.

Il corbezzolo è un arbusto che può presentarsi come piccolo albero a crescita piuttosto lenta ed è tipico della macchia mediterranea. Il fusto tende a contorcersi e ha corteccia grigio-rossastra. La pianta si rigenera facilmente e quindi resiste bene agli incendi

Le foglie contengono sostanze ad azione antisettica, anti-infiammatoria, astringente e diuretica. I frutti sono ricchi di sostanze anti-ossidanti e sono anch’essi astringenti.

Con le foglie e i frutti si producono quindi tisane e infusi indicate in particolare per affezioni delle vie genito-urinarie e gastro-intestinali e dell’apparato epato-biliare.

I frutti sono commestibili, ma consumati i gran quantità possono provocare disturbi intestinali. Essi, pur contenendo una buona quantità di zuccheri, risultano piuttosto insipidi e non sono graditi a tutti. Sono comunque usati per preparare marmellate o per aromatizzare grappe, fatti fermentare in acqua e vino producono il “vino” di corbezzolo.

Molto rinomato è il miele di corbezzolo, scuro, amaro e balsamico che viene prodotto in ridotta quantità poiché la pianta fiorisce nel tardo autunno e in inverno.

Con il verde delle foglie, il bianco dei fiori e il rosso dei frutti questa pianta evocava la bandiera nazionale e nel Risorgimento divenne il simbolo dell’unità nazionale e, in seguito, fu molto usata per decorare i Parchi della Rimembranza dedicati ai caduti della Prima Guerra Mondiale.

La pianta è usata come elemento decorativo di giardini per il fogliame denso e lucido, per il rosso dei frutti e la bellezza dei fiori e quindi esistono in commercio diverse varietà coltivate.

Così riporta il botanico apuano Pietro Pellegrini[3]:

951. – Arbutus unedo – L.

(luoghi in cui è stata osservata:) Comune nei boschi a Montignoso, M. Pepe, a Canal Magro, sopra la Rocca e ai Tecchioni, a Ischignano e al Colletto, a S. Carlo Pò e a Pariana, fra Altagnana e Antona, al M. Brugiana, nei boschi sopra al Mirteto e lungo il canale della Foce, a Pianamaggio, a M. Oliva e a Codupino, nel M. di Pasta e anche alle macchie alla Marina di Massa in loc. “Mure dei Frati” e a S. Giuseppe Vecchio. In territorio di Carrara è frequente nei colli nei dintorni della città e nei boschi da Fontia a S. Lucia, a Noceto, fra Gragnana e M. Bastione e fra Bedizzano e Codena.

Volg. Albatro, corbezzolo, marmolotto, rossello. Fiorisce da ottobre a dicembre. Pianta legnosa.

LA PIANTA

Classificazione: Superdivisione: Spermatophyta; Divisione: Magnoliophyta (Angiospermae); Classe: Magnoliopsida; Sottoclasse: Dilleniidae; Ordine: Ericales; Famiglia: Ericaceae; Genere: Arbutus; Specie: Arbutus unedo

Forma biologica: Fanerofita cespugliosa (simbolo: P caesp). Fanerofita (simbolo: P) è una pianta perenne e legnosa con gemme svernanti poste a più di 30 cm dal suolo. Cespugliosa o cespitosa (simbolo: caesp) significa che il portamento è cespuglioso.

Descrizione: arbusto sempreverde o piccolo albero a lenta crescita che raggiunge i 10 metri di altezza. La corteccia è bruno-rossastra e tende a squamarsi in scaglie longitudinali e sottili. Le foglie sono brevemente picciolate e alterne, la lamina è lanceolata e seghettata, la pagina superiore è verde intenso e lucida mentre quella inferiore è più chiaro e opaca. I fiori sono lunghi 5-7 mm e riuniti in grappoli terminali penduli con la corolla a forma di orcio di color bianco crema e col margine diviso in 5 piccoli lobi. Il frutto è una bacca globosa di 1-2 cm di diametro di aspetto granuloso-tubercolato e rossa a maturità e contenente numerosi semi.

Antesi: ottobre – dicembre. La fioritura avviene insieme alla maturazione dei frutti.

Tipo corologico: vegeta nel bacino del Mediterraneo e in Irlanda. In Italia è assente in Piemonte, Val d’Aosta, Lombardia e Trentino-Alto Adige.

Habitat: pianta tipica della macchia mediterranea. Ama suoli ben drenati e luoghi assolati o almeno esposti al sole. Vegeta dal mare fino a 600 metri di quota. Sulle Apuane si trova nelle zone periferiche e prossime alla costa.

Conservazione: la specie non è compresa nella LRT (Lista Rossa Toscana) delle specie vegetali protette, ma è invece pianta protetta in altre regioni italiane.

Altre foto relative a questa specie, presenti su questo sito possono essere consultate qui

 

Attenzione: le applicazioni farmaceutiche e gli usi alimentari eventualmente indicati sono a puro scopo informativo. Decliniamo pertanto ogni responsabilità sul loro uso a scopo alimentare, curativo e/o estetico.



note

1 Inizio dell’ode “Al corbezzolo” di Giovanni Pascoli (1855-1912), tratta da “Odi e Inni” (1906-1913).

2 A Carrara il frutto è chiamato marmot’l.

3 Pietro Pellegrini “Flora della Provincia di Apuania ossia Rassegna delle piante fanerogame indigene, inselvatichite, avventizie esotiche e di quelle largamente coltivate nel territorio di Apuania e delle crittogame vascolari e cellulari, con la indicazione dei luoghi di raccolta”, Stab. Tip. Ditta E. Medici, Massa, 1942. Il testo è stato ristampato in copia anastatica nel maggio 2009 dalla Società Editrice Apuana di Carrara per conto della Fondazione Cassa di Risparmio di Carrara. Pag. 196.