(f.f.) l’asfodelo è una pianta molto diffusa nei pascoli delle Apuane anche ad alte quote. La sua infiorescenza è molto bella. Tende a diventare pianta infestante poiché è molto resistente agli incendi. È conosciuta dall’antichità ed è simbolo del mondo ultraterreno.
Gli asfòdeli le rosse
teste movean tra l'onde
di quelle spighe bionde.[1]
IL GENERE ASPHODELUS
Famiglia Liliaceae
Asphodelus L fu classificato da Linneo nel 1753.
Il nome generico Asphodelus deriva dal latino asphŏdĕlus, i a sua volta derivato dal termine greco άσφόδελος (= asfodelo). Il termine dovrebbe essere di origine mediterranea ed esistono diverse ipotesi sul suo significato (pianta che non può essere rimpiazzata per la sua bellezza oppure pianta che non viene ridotta in cenere dagli incendi).
Asphodelus è un genere di piante erbacee perenni conosciute volgarmente col nome asfodelo, esse sono originarie dell’Europa, ma si sono diffuse in tutto il mondo. Se ne conoscono un centinaio di specie alcune delle quali sono spontanee in Italia.
Hanno strette foglie radicali appuntite e uno stelo allungato che porta una bella infiorescenza di fiori bianchi o gialli. Possono superare l’altezza di un metro.
In natura possono comportarsi da piante infestanti sia perchè non sono mangiate dal bestiame sia perchè resistono bene agli incendi.
Sono usate come piante ornamentali nei giardini, hanno proprietà medicamentose e le loro radici sono commestibili.
Nella mitologia greca l’asfodelo è il fiore dei morti e “il prato degli asfodeli” o “prato asfòdelo” è, nell’Ade, il luogo fiorito di asfodeli dove vagano le anime dei trapassati che in vita non furono né buoni, né cattivi.
κατ άσφόδελος λειμώνα[2](= per il prato degli asfodeli)
Ricordiamo che l’Ade era diviso in tre parti: il Tartaro destinato agli empi, i Prati di Asfodelo per coloro che in vita non furono né buoni né cattivi e i Campi Elisi per i buoni.
ASPHODELUS ALBUS
Asphodelus albus Miller
Classificato da Miller[3] nel 1768
Conosciuta anche come: Asphodelus macrocarpus Parl.[4] subsp. macrocarpus
Conosciuta volgarmente come: asfodelo[5], asfodelo bianco, asfodelo montano, porraccio
Il nome specifico albus deriva dal latino albus, a, um (= bianco) in riferimento al colore dei fiori.
Invece il nome macrocarpus deriva dai termini greci μακρός (= grande) e καρπειον (= frutto) in riferimento alla dimensione dei frutti.
Le radici tuberose sono eduli poiché ricche di amido ed erano consumate specialmente in periodo di carestia, inoltre esse sono medicamentose, infatti gli sono riconosciute proprietà diuretiche, emollienti e ricostituenti.
Nell’antichità era usata come ricostituente, afrodisiaco e come contravveleno, in particolare contro i morsi si scorpioni e serpenti.
LA PIANTA
Classificazione: Superdivisione: Spermatophyta; Divisione: Magnoliophyta (Angiospermae); Classe: Liliopsida; Sottoclasse: Liliidae; Ordine: Liliales; Famiglia: Liliaceae; Genere: Asphodelus; Specie: Asphodelus albus
Forma biologica: Geofita Rizomatosa (simbolo G Rhiz). Geofita (simbolo G): pianta erbacea perenne con gemme in posizione sotterranea. Durante la stagione avversa non presenta organi aerei. Rizomatosa (simbolo Rhiz): il fusto sotterraneo è detto rizoma e da esso, ogni anno, si dipartono le radici ed i fusti aerei.
Descrizione: pianta erbacea perenne alta 80-120 cm. Ha un rizoma tuberoso-fascicolato e un robusto fusto cilindrico eretto privo di foglie e di ramificazioni. Le foglie sono tutte basali, lineari, paralleliformi e appuntite, verdi o glauche e larghe fino a 7 cm e lunghe da 30 a 70 cm. L’infiorescenza si trova all’apice del fusto, essa è formata da numerosi fiori bianchi o biancastri dal diametro di 4 cm raccolti in racemi. Il singolo fiore possiede 6 tepali carnosi con nervatura centrale verde o bruna e 6 stami con antere arancio. I frutti sono capsule ovoidi contenenti numerosi semi nerastri.
Antesi: maggio-giugno.
Tipo corologico: vegeta sulle montagne della regione mediterranea e nella zona subalpina. In Italia è presente in tutto il territorio nazionale eccetto le isole maggiori.
Habitat: prati e pascoli da 300 a 1700 metri.
Conservazione: la specie non è compresa nella LRT (Lista Rossa Toscana) delle specie vegetali protette dove sono comunque presenti le congeneri Asphodelus aestivus L. e Asphodelus microcarpus Viv.
Altre foto relative a questa specie, presenti su questo sito possono essere consultate qui
Attenzione: le applicazioni farmaceutiche e gli usi alimentari eventualmente indicati sono a puro scopo informativo. Decliniamo pertanto ogni responsabilità sul loro uso a scopo alimentare, curativo e/o estetico.
note
1 Giovanni Pascoli, Poesie varie 1912-13, Primo ciclo.
2 Omero, Odissea, canto XI vv 539.
3 Philip Miller (1691-1771) botanico scozzese a lungo fu direttore del Giardino Botanico di Chelsea dove coltivò rare piante esotiche.
4 Il nome fu stabilito, nel 1857, da Filippo Parlatore (1816-1877) medico e botanico italiano di origine siciliana. Dopo esser stato in Francia e in Svizzera si stabilì a Firenze dove fu direttore del Giardino dei Semplici e del Museo di Storia naturale. Inoltre fondò il Giornale Botanico Italiano e L’Erbario Centrale Italiano.
5 La pronuncia è asfodèlo, ma non è errato anche asfòdelo.