(f.f.) il fiordaliso di Trionfetti è una delle molte centauree apuane che allietano con la loro fioritura le nostre montagne. Essa è abbastanza diffusa, non è protetta, ma merita il nostro rispetto.
GENERE CENTAUREA
Famiglia Asteraceae.
Centaurea L. classificata da Linneo nel 1753.
Altre notizie sul genere Centaurea si trovano sull’articolo dedicato alla Centaurea montis-Borlae, pubblicato in questa rubrica.
Il nome generico dovrebbe essere pronunciato centaurèa, anche se è accettata la forma centàurea meno corretta. Esso deriva dal latino centaurēum usato per nominare queste piante. Il termine latino a sua volta deriva dal greco Κένταυρος (= centauro, mostro mitologico metà uomo e metà cavallo) e dall’aggettivo derivato Κενταύρειος (= centaureo, centaurico). Infatti Κείρων (= Chirone), considerato il più saggio e il più sapiente dei centauri, guarì molti eroi, anche con l’uso della centaurea, pianta amarissima e medicamentosa. Altre leggende dicono invece che egli stesso usò la pianta per curarsi.
In realtà le piante di questo genere non hanno reali proprietà medicamentose, se non un blando effetto digestivo, per cui anche l’attività medicamentoso deve essere considerata mitologica.
Il genere comprende oltre 600 specie erbacee perenni, annuali o biennali che vegetano nelle zone temperate dell’emisfero boreale, in particolare nella zona mediterranea e in Asia sud-occidentale. Esse sono caratterizzate da capolini di fiori, solitari o riuniti in pannocchie, con i colori che variano dal bianco al giallo al rosso e al blu. I fiori sono tutti tubulari e quelli della periferia, per lo più sterili, si aprono in ampi lobi. L’involucro dell’infiorescenza è formato da brattee che ricordano il carciofo e possono essere anche spinose. I frutti sono acheni.
Esistono difficoltà classificatorie nel genere a causa di polimorfismi. Molte specie europee sono endemiche e a rischio di estinzione.
CENTAUREA TRIUMFETTII
Centaurea triumfettii All.
Classificata da Carlo Allioni[1] nel 1773.
Conosciuta anche come: Centaurea axillaris Willdt.
Conosciuta volgarmente come: fiordaliso di Trionfetti, fiordaliso montano.
Il nome specifico triumfettii intende onorare Giovanni Battista Trionfetti (1656-1708), medico e botanico italiano, nato a Bologna. Egli fu direttore del giardino botanico di Roma.
A questa pianta sono riconosciute proprietà medicinali come astringente, diuretica, espettorante, purgante e tonica.
Esistono incertezze nella classificazione di Centaurea montana e di Centaurea triumfetti tanto che alcuni autori le accomunano.
Comunque Centaurea triumfetti raggiunge altezze minori (20-70 cm), ha fiori mediamente più piccoli (3,5-6 cm), vegeta in luoghi più bassi e più aridi e le squame hanno più ciglia più lunghe.
Invece Centaurea montana raggiunge altezze maggiori (20-80 cm), ha fiori più grandi (4,5-7 cm), vegeta in luoghi più alti e umidi e le squame hanno meno ciglia e più corte.
Così riporta il botanico apuano Pietro Pellegrini[2] (probabilmente egli considera insieme le due specie sopra citate):
838. – Centaurea montana – L.
= Centaurea axillaris – Willd.
= Centaurea seusana – Chaix.
= Centaurea lugdunensis – Jord.
(luoghi in cui è stata osservata:) Al Monte Orsaio, alla Predia sopra Fivizzano (parl.) e nelle Alpi Apuane al Sagro, al Cavallo, alla Tambura, al Piano di Santo sopra il Forno, a Porneta e alla foce di Antona, tra il M. Brugiana e Caglieglia (Bert.), tra il M: Carchio e l’Altissimo, sopra il paese di Vinca e tra il Sagro e la Foce di Vinca, a Sassalbo sopra Fivizzano, a Meira, a Montefiore, alla Foce dei Carpinelli sopra Casola, nei monti di Bagnone a Mochignano e a Collesino, nei prati di Camporaghena sopra Comano, tra Codiponte e Mezzana, tra Equi e Ugliancaldo.
Fiorisce in giugno e luglio. Pianta perenne erbacea.
Pellegrini cita altre specie dello stesso genere: Centaurea alba L. [Centaurea alba L. subsp. deusta (Ten.) Nyman]; Centaurea amara L. [Centaurea bracteata Scop.]; Centaurea aplopepa Moretti [Centaurea arrigonii Greuter]; Centaurea calcitrapa L.; Centaurea cyanus L.; Centaurea jacea L.; Centaurea maculosa Lam.; Centaurea nervosa Willd.; Centaurea nigrescens Willd.; Centaurea paniculata Lam. [Centaurea panicultata L.]; Centaurea rupestris L. [Centaurea arachnoidea Viv.]; Centaurea scabiosa L. [Centaurea scabiosa L. subsp. scabiosa]; Centaurea solstitialis L.; Centaurea transalpina Schleich.
LA PIANTA
Classificazione: Superdivisione: Spermatophyta; Divisione: Magnoliophyta (Angiospermae); Classe: Magnoliopsida; Sottoclasse: Asteridae; Ordine: Asterales; Famiglia Asteraceae (Compositae); Sottofamiglia Tubuliferae; Genere Centaurea; Specie: Centaurea triumfettii
Forma biologica: Emicriptofita scaposa (simbolo: H scap). Emicriptofita (simbolo H): pianta erbacea biennale o perenne con gemme svernanti a livello del suolo che sono protette dalla lettiera o dalla neve. Scaposa (simbolo Scap): pianta dotata di asse fiorale eretto e spesso senza foglie.
Descrizione: pianta erbacea perenne alta da 30 a 40 cm, ma può arrivare anche a 80 cm. Ha fusto eretto originante da un breve rizoma orizzontale e porta all’apice, generalmente, una sola infiorescenza. Esso è di colore verde grigiastro con peli biancastri. Le foglie sono lanceolate, strette e lunghe. Il capolino è abbastanza grande raggiungendo circa 50 mm di diametro con involucro cilindrico ovato con squame con appendici nerastre. I fiori periferici sono azzurro-violetto mentre quelli centrali sono rosa porporino. Il frutto è un achenio con pappo.
Antesi: maggio - agosto
Tipo corologico: pianta delle regioni montane europee e caucasiche. Presente in tutta Italia eccetto la Sardegna.
Habitat: prati, boscaglie, luoghi ombrosi dai 300 fino a 1700.
Conservazione: la specie non è compresa nella LRT (Lista Rossa Toscana) delle specie vegetali dove sono presenti molte piante conspecifiche.
Altre foto relative a questa specie, presenti su questo sito possono essere consultate qui
Attenzione: le applicazioni farmaceutiche e gli usi alimentari eventualmente indicati sono a puro scopo informativo. Decliniamo pertanto ogni responsabilità sul loro uso a scopo alimentare, curativo e/o estetico.
note
1 Carlo Allioni (1728-1804) fu medico e botanico piemontese. Diresse l’Orto Botanico di Torino e introdusse in Italia la calssificazione binomia di Linneo. In particolare scrisse “Flora pedemontana“ sulle piante del regno sabaudo.
2 Pietro Pellegrini “Flora della Provincia di Apuania ossia Rassegna delle piante fanerogame indigene, inselvatichite, avventizie esotiche e di quelle largamente coltivate nel territorio di Apuania e delle crittogame vascolari e cellulari, con la indicazione dei luoghi di raccolta”, Stab. Tip. Ditta E. Medici, Massa, 1942. Il testo è stato ristampato in copia anastatica nel maggio 2009 dalla Società Editrice Apuana di Carrara per conto della Fondazione Cassa di Risparmio di Carrara. Pag. 176.