(f.f.) questa pianta è molto bella al momento della fioritura che è molto precoce e quando si copre di frutti rossi commestibili. Si trova qua e là sulle Alpi Apuane e un bel esemplare vegeta alla Foce delle Porchette. Non è pianta protetta.
IL GENERE CORNUS
Famiglia Cornaceae
Cornus L fu classificato da Linneo nel 1753.
Il nome generico Cornus deriva dal latino cornus, i (= corniolo) a sua volta originato dalla radice indoeuropea kar (= duro) poiché il legno del corniolo, la specie che dà nome al genere, è particolarmente duro e robusto.
Il genere Cornus comprende una cinquantina di specie arbustive o arboree per lo più decidue alte da meno di un metro a circa 6, solo poche specie sono sempreverdi. Queste piante sono rustiche e resistono bene al freddo. Esse sono originarie delle zone temperate dell’Europa, dell’Asia fino al Giappone e del Nord America.
Alcune specie sono molto apprezzate come piante decorative per i molti fiori colorati presenti sulla pianta prima della fogliazione come il Cornus florida (America centro-settentrionale) e il Cornus kousa (Giappone).
Le foglie sono semplici, senza dentellature e con evidenti venature. I fiori hanno 4 petali e sono raccolti in infiorescenze, ma, nelle specie più ornamentali, prevalgono vistose brattee biancastre. Il frutto è una drupa colorata e vistosa spesso, ma non sempre, edule. Il legno è apprezzato per costruire oggetti di artigianato.
In Italia sono spontanee Cornus mas e Cornus sanguinea, ma nei giardini sono presenti anche specie esotiche.
CORNUS MAS
Cornus mas L.
Classificata da Linneo nel 1753.
Conosciuta volgarmente come: corniello, corniolo, corniolo maschio [la pronuncia corretta è còrniolo anche se viene accettato corniòlo].
Il nome specifico mas deriva dal latino mās, măris (= maschio, maschile). Infatti i latini distinguevano il Cornus mas (corniolo maschio) dal legno duro dal Cornus femina (corniolo femmina o sanguinello) il cui legno è meno duro.
È una pianta rustica e molto resistente con una bella fioritura gialla che precede la fogliazione. I fiori sono leggermente profumati di miele e sono molto graditi alle api che con essi producono un miele che è molto apprezzato.
Il frutto è una drupa ovoidale carnosa di colore rosso che a maturazione completa (ottobre) diventa rosso scuro, esso si chiama còrniola o corniòla e contiene un unico nocciolo molto duro.
I frutti, ricchi di vitamina C, servono per preparare marmellate, succhi di frutta e bevande oltre che per aromatizzare liquori come le grappe e per preparare alcuni distillati. Essi possono essere consumati anche crudi, ma sono piuttosto allappanti. In alcuni paesi europei le corniole sono conservate in salamoia come le olive oppure sotto spirito come le ciliege.
Inoltre alla pianta sono riconosciute proprietà medicamentose, il decotto della corteccia ha azione antipiretica ed è attivo contro le emorroidi, l’infuso dei frutti cura colite e diarrea e affezioni del cavo orale.
Molto rinomato è il legno durissimo usato nell’antichità per fabbricare lance, giavellotti, frecce e raggi delle ruote dei carri. Attualmente è usato per fabbricare pipe, bastoni da passeggio e oggetti vari di tornitura.
Secondo le leggende il Cavallo di Troia fu costruito usando legno di corniolo ricavato da un boschetto sacro ad Apollo Karneios[1] e il giavellotto usato da Romolo per delimitare i confini di Roma era fabbricato con legno di corniolo.
Non è difficile distinguere questa pianta dal Cornus sanguinea che ha fiori bianchi successivi alla fogliazione e posti all’apice dei rametti. Inoltre i suoi rami sono rossastri in autunno-inverno e sono penduli e i frutti sono simili a quelli del sambuco e sono nerastri e amari.
Così riporta il botanico apuano Pietro Pellegrini[2]:
681. – Cornus mas – L.
= Cornus mascula - L.
(luoghi in cui è stata osservata:) Nei luoghi sassosi a Pontemoli fra Montelungo e la Cisa, fra Vignola e Guinadi nella valle del Verde, a Molinello, a Gravagna e Cavezzana, a Zeri al bosco di Rossano e ad Arzelato, fra Caprio e Serravalle, fra Zeri e Mulazzo, a Tresana, fra Fivizzano e Sassalbo, nei monti di Licciana, a Gragnola e Monzone, fra Codiponte e Equi e lungo la Magra fra Terrarossa e Villafranca.
Volg. Corniolo, corgnolo. Fiorisce da febbraio ad aprile. Pianta legnosa
Pellegrini cita un’altra specie dello stesso genere: Cornus sanguinea L. [Cornus sanguinea L. subsp. sanguinea]
LA PIANTA
Classificazione: Superdivisione: Spermatophyta; Divisione: Magnoliophyta (Angiospermae); Classe: Magnoliopsida; Sottoclasse: Rosidae; Ordine: Cornales; Famiglia: Cornaceae; Genere: Cornum; Specie: Cornus mas
Forma biologica: fanerofita arborea (P scap). Fanerofita (simbolo: P) è una pianta perenne e legnosa con gemme svernanti poste a più di 30 cm dal suolo. Scaposa (simbolo Scap): pianta dotata di asse fiorale eretto e spesso senza foglie.
La pianta può avere anche forma biologica di: Fanerofita cespugliosa (simbolo: P caesp). Cespugliosa o cespitosa (simbolo: caesp) significa che il portamento è cespuglioso.
Descrizione: arbusto o piccolo albero caducifoglio che può raggiungere gli 8 metri di altezza. Il tronco è eretto, è molto ramificato in alto e ha corteccia grigia con crepature rossastre che si desquama. Le foglie sono opposte, ellittico-acuminate con nervature ben evidenti. La fioritura precede la fogliazione, i fiori sono piccoli (3-5 mm), gialli, hanno quattro petali e sono raccolti in infiorescenze ascellari a ombrello. Il frutto è una drupa ovale pendula e picciolata, rossa e lucida, lunga circa 15 mm che matura da agosto a ottobre.
Antesi: febbraio - aprile
Tipo corologico: Europa meridionale e centro-orientale, Caucaso e Asia Minore. In Italia è presente in tutte le regioni eccetto le isole maggiori, ma predilige le regioni settentrionali.
Habitat: ama i terreni calcarei, umidi e ombrosi, vegeta negli arbusteti e a margine di boschi di latifoglie. Dal piano fino a 1500 metri.
Conservazione: la specie non è compresa nella LRT (Lista Rossa Toscana) delle specie vegetali protette.
Altre foto possono essere consultate qui
Attenzione: le applicazioni farmaceutiche e gli usi alimentari eventualmente indicati sono a puro scopo informativo. Decliniamo pertanto ogni responsabilità sul loro uso a scopo alimentare, curativo e/o estetico.
note
1 Per espiare l’atto sacrilego che aveva che aveva causato l’ira di Apollo i greci istituirono le kerneia, feste in onore del dio che duravano 9 giorni.
2 Pietro Pellegrini “Flora della Provincia di Apuania ossia Rassegna delle piante fanerogame indigene, inselvatichite, avventizie esotiche e di quelle largamente coltivate nel territorio di Apuania e delle crittogame vascolari e cellulari, con la indicazione dei luoghi di raccolta”, Stab. Tip. Ditta E. Medici, Massa, 1942. Il testo è stato ristampato in copia anastatica nel maggio 2009 dalla Società Editrice Apuana di Carrara per conto della Fondazione Cassa di Risparmio di Carrara. Pag. 143.