(f.f.) la Corydalis cava è presente sulle Apuane anche se non è molto diffusa, non è protetta come altre congeneri molto più rare da noi.
IL GENERE CORYDALIS
Famiglia Fumariaceae
Corydalis DC. fu classificato da Augustin Pyrame de Candolle[1] nel 1805.
Il nome generico Corydalis deriva dal greco κορυδαλλίς (= allodola, in particolare allodola col ciuffo: Alauda cristata) a sua volta derivato da κόρυς (= elmo, testa). Questo per la forma del fiore che somiglia al ciuffo piumato di questo uccello. Per altri autori, invece, la derivazione dipenderebbe dallo sperone del fiore che ricorda il dito posteriore dell'allodola.
Il genere Corydalis è costituito da piante erbacee annuali, biennali o perenni di piccole dimensioni, non raggiungendo mediamente i 50 centimetri di altezza, solo raramente 1 metro. Esso comprende circa 300 specie diffuse nelle regioni temperate europee, asiatiche e dell'America settentrionale. Spesso queste piante sono dotate di bulbo o di rizoma, hanno portamento eretto o prostrato e sono, in genere, glabre. Le foglie sono divise in lacinie dentate e i fiori bianchi, gialli o rosei sono raccolti in infiorescenze e sono caratterizzati dal petalo superiore trasformato in sperone, inoltre il fiore è protetto da una brattea intera o dentata. Il frutto è una capsula contenente molti semi dotati di arillo.
Nei fusti sotterranei sono contenute sostanze usate come sedativo, diuretico e nella terapia della sifilide e del morbo di Parkinson.
In Italia sono presenti una decina di specie tra cui ricordiamo Corydalis alba, Corydalis capnoides, Corydalis cava, Corydalis intermedia, Corydalis lutea, Corydalis pumila e Coridalis lutea.
Alcune specie sono usate nei giardini rocciosi come decorazione.
CORYDALIS CAVA
Corydalis cava (L.) Schweigger et Körte
Classificata dai botanici Heinrich Friedrich Franz Körte[2] e da August Friedrich Schweigger[3] nel 1811.
Conosciuta volgarmente come: colombina cava, colombina maggiore, coridalide cava.
Il nome specifico deriva dall'aggettivo latino căvus, a, um (= cavo, incavato) avendo un bulbo cavo che caratterizza la specie.
Piccola pianta erbacea perenne dotata di bulbo. Presenta un fusto semplice poco foglioso con un racemo terminale di fiori in genere rosacei, più raramente bianchi o violetti.
Nella medicina popolare, specialmente nel nord Europa, sono state riconosciute a questa pianta proprietà analgesiche, antibatteriche, narcotiche, miorilassanti e vasocostrittrici. In realtà la pianta deve essere considerata tossica per quanto le siano riconosciute ufficialmente proprietà contro miastenie e morbo di Parkinson.
Sulle Alpi Apuane è presente nella parte centro-settentrionale anche se non è molto diffusa e vegeta nelle faggete da circa 900 metri fino a 1500.
Sulle nostre montagne sono presenti anche Corydalis solida (L.) Clairv. (colombina solida) e Corydalis pumila (Host) Rchb (colombina minore) molto rare e limitate a pochissime stazioni, la prima in Val Serenaia e alle pendici del monte Cavallo e la seconda alle pendici del Corchia.
Così riporta il botanico apuano Pietro Pellegrini[4]:
61. – Corydalis tuberosa – D.C. [Corydalis cava (L.) Schweigger et Koerte subsp. cava]
= Corydalis bulbosa –Pers.
= Corydalis cava - Schweigg et Koert.
(luoghi in cui è stata osservata:) nelle faggete di Acqua Sparta in territorio di Carrara (Bolzon).
Fiorisce in maggio e giugno. Pianta erbacea perenne.
Pellegrini cita un'altra specie dello stesso genere: Corydalis ochroleuca Koch.
LA PIANTA
Classificazione: Superdivisione: Spermatophyta; Divisione: Magnoliophyta (Angiospermae); Classe: Magnoliopsida; Sottoclasse: Magnoliidae; Ordine: Papaverales; Famiglia: Fumariaceae; Genere: Corydalis; Specie: Corydalis cava
Forma biologica: Geofita bulbosa (simbolo: G bulb). Geofita (simbolo G): pianta erbacea perenne che porta le gemme in posizione sotterranea (in bulbi, rizomi, tuberi) e durante la stagione avversa non presenta organi aerei. Bulbosa (simbolo bulb): pianta che presenta un organo sotterraneo di riserva, detto bulbo, dal quale ogni anno nascono fusti, foglie e fiori.
Descrizione: Pianta erbacea perenne lattiginosa dotata di bulbo precocemente cavo. È alta da 10 a 35 centimetri. Il fusto è eretto, glabro e poco foglioso, le foglie sono verde scuro e più volte pennatosette. L'infiorescenza è composta da un racemo terminale con da 5 a 20 fiori roseo-porporini, ma a volte anche bianchi. I fiori presentano una corolla lunga 2- 2,5 cm formata da 4 petali saldati tra loro uno dei quali si prolunga all'indietro a formare una sorta di sperone, inoltre il fiore è avvolto da una lunga brattea. Il frutto è una capsula contenente numerosi semi.
Antesi: marzo - maggio.
Tipo corologico: europeo-caucasico. Dall'Europa settentrionale, centrale e meridionale fino al Caucaso, alla Turchia e all'Iran. In Italia è presente in tutte le regioni eccetto le isole maggiori.
Habitat: boschi radi di latifoglie, margine di boschi, siepi in terreni calcarei o silicei ricchi di nutrimento.
Vegeta dal piano fino a 1000 metri che raggiungono 1700 in Appennino.
Conservazione: la specie è non compresa nella LRT (Lista Rossa Toscana) delle specie vegetali protette dove è presente la congenere Corydalis pumila.
Altre foto relative a questa specie, presenti su questo sito possono essere consultate qui
Attenzione: le applicazioni farmaceutiche e gli usi alimentari eventualmente indicati sono a puro scopo informativo. Decliniamo pertanto ogni responsabilità sul loro uso a scopo alimentare, curativo e/o estetico.
note
1 Augustin Pyrame de Candolle (1778-1841) fu botanico e micologo svizzero. Svolse comunque la sua attività scientifica tra la Francia e Ginevra, dove era nato e dove diresse il locale Orto Botanico. Le sue idee sulla lotta tra gli esseri viventi influenzarono Charles Darwin.
2 Heinrich Friedrich Franz Körte (1782 - 1845) fu un botanico e agronomo tedesco. Fu particolarmente interessato allo studio della flora della Germania meridionale. Fu professore universitario e direttore dell'Accademia reale prussiana di Agricoltura a Möglin.
3 August Friedrich Schweigger (1783 - 1821) fu naturalista tedesco professore all'Università di Könisberg dove fondò il locale Orto Botanico. Effettuò diversi viaggi di studio in Europa e fu assassinato ad Agrigento.
4 Pietro Pellegrini “Flora della Provincia di Apuania ossia Rassegna delle piante fanerogame indigene, inselvatichite, avventizie esotiche e di quelle largamente coltivate nel territorio di Apuania e delle crittogame vascolari e cellulari, con la indicazione dei luoghi di raccolta”, Stab. Tip. Ditta E. Medici, Massa, 1942. Il testo è stato ristampato in copia anastatica nel maggio 2009 dalla Società Editrice Apuana di Carrara per conto della Fondazione Cassa di Risparmio di Carrara. Pag. 27.