(f.f.) questo epilobio è pianta molto diffusa sulle nostre montagne e può formare vaste colonie negli ambienti aridi prossimi alle cave di marmo. Il fiore è molto bello con il suo colore roseo-porporino. Non è pianta protetta.
IL GENERE EPILOBIUM
Famiglia Onagraceae
Epilobium L. fu classificato da Linneo nel 1753.
Il nome generico Epilobium deriva dalle parole greche: έπι (= sopra), λοβός (= lobo, baccello) e ίον (= viola ). Quindi, secondo la spiegazione che dà lo stesso Linneo: viola sopra il baccello, infatti il frutto ha questo colore.
Nonostante la spiegazione data da Linneo oggi alcuni sostengono che il nome derivi da έπι e da λόβίον (inteso come diminutivo di λοβός) in riferimento alla posizione dei petali posti sopra l’ovario. A me sembra una derivazione fantasiosa e propendo per quella data in precedenza.
Il genere Epilobium è formato da piante erbacee perenni con circa 200 specie distinte, esse prosperano nelle zone fredde e temperate di entrambi gli emisferi. Queste piante hanno foglie alterne od opposte, intere o dentate. I fiori sono ascellari, solitari o disposti in infiorescenze, essi hanno 4 petali, 8 stami e il colore varia dal roseo al porporino, ma possono essere anche gialli. I petali sono quasi sempre bilobati dando l’impressione che siano in realtà 8. Il frutto è una capsula allungata simile a un baccello e i semi sono piumosi.
I giovani germogli di alcune specie vengono mangiati in insalata e le foglie dell’Epilobium angustifolium danno un infuso che può essere bevuto come una sorta di tè.
In Italia sono presenti una decina di specie in particolare l’Epilobium angustifolium e l’Epilobium dodonaei.
EPILOBIUM DODONAEI
Epilobium dodonaei Vill.
Classificato da Domenique Villars[1] nel 1779.
Conosciuta volgarmente come: epilobio, epilobio a foglie di rosmarino, ramerino di fiume, garofanino di Dodonaeus
Il nome specifico dodonaei deriva dal cognome del botanico olandese Rembert Dodoens[2], latinizzato in Rembertus Dodonaeus.
Questa pianta viene utilizzata nei giardini rocciosi ed è pianta mellifera.
Così riporta il botanico apuano Pietro Pellegrini[3]:
534. – Epilobium angustissimum – Web. [Epilobium dodonaei Vill.]
= Epilobium angustifolium – Lam.
= Chamaenerion palustre – Scop.
= Epilobium rosmarinifolium – Haenkle
= Epilobium ddonaei – Vill.
(luoghi in cui è stata osservata:) Frequente in Lunigiana ad Aulla e lungo l’Aulella, e tra Terrarossa e Villafranca, a Podenzana, a Tresana e Mulazzo, tra Villafranca e Bagnone, a Pontremoli ai Groppi Neri (Bert.) e nel letto dalla Magra da Valdantena a Albiano, nella valle del Lucido fra Gragnola e Equi, sopra canevara e nell’alveo del Frigido presso la foce. A Carrara fra Castelpoggio e Fosdinovo, alle cave di Colonnata, in loc. Belgia e al M. d’Arma.
Fiorisce in luglio e agosto. Pianta erbacea perenne.
Pellegrini cita altre specie dello stesso genere: Epilobium alsinaefolium Vill. [Epilobium alsinifolium Vill.]; Epilobium hirsutum L.; Epilobium lanceolatum Sebast. Et Mauri; Epilobium montanum L.; Epilobium parviflorum Schreber; Epilobium tetragonum L. [Epilobium tetragonum L. subsp. tetragonum].
LA PIANTA
Classificazione: Superdivisione: Spermatophyta; Divisione: Magnoliophyta (Angiospermae); Classe: Magnoliopsida; Sottoclasse: Rosidae; Ordine: Myrtales; Famiglia: Onograceae; Genere: Epilobium; Specie: Epilobium dodonaei
Forma biologica: Emicriptofita scaposa (simbolo: H scap). Emicriptofita (simbolo H): pianta erbacea biennale o perenne con gemme svernanti a livello del suolo che sono protette dalla lettiera o dalla neve. Scaposa (simbolo Scap): pianta dotata di asse fiorale eretto e spesso senza foglie.
Alcuni autori la classificano invece: Camefita fruticosa (simbolo: Ch frut). Camefita (simbolo Ch): piante perenni e legnose alla base, con gemme svernanti poste ad un'altezza dal suolo tra i 2 ed i 30 cm. Fruticose (simbolo: frut): hanno un aspetto arbustivo.
Descrizione: pianta erbacea perenne alta da 30 a 150 cm. Il fusto è eretto, ricco di foglie e di rami e pubescente. Le foglie sono verdi, alterne, sessili, leggermente dentellate e sono lunghe circa 4 cm, sono appuntite e rigide. I fiori sono raccolti in racemi all’apice del fusto, sono lungamente peduncolati e raggiungono i 3 cm di diametro. Essi sono formati da 4 petali lanceolati e 4 tepali lineari il cui colore è rosato o violetto e presentano 8 stami ben evidenti. Il frutto è una capsula allungata, violetta, con numerosi semi provvisti di peli.
Antesi: giugno – settembre.
Tipo corologico: specie delle montagne dell’Europa centrale e meridionale fino all’Anatolia e al Caucaso. In Italia è assente solo in Sardegna, Campania e Puglia.
Habitat: vegeta preferibilmente in ambienti aridi e calcarei come ghiaioni, pietraie, alvei di fiumi. È presente da bassa quota fino a 1500 metri. Sulle Apuane si trova spesso nei siti di escavazione del marmo e nei ravaneti.
Conservazione: la specie non è compresa nella LRT (Lista Rossa Toscana) delle specie vegetali protette dove sono presenti invece le congeneri: Epilobium alsinifolium Vill.; Epilobium anagallidifolium Lam.; Epilobium palustre L.; Epilobium roseum L.; Epilobium tetragonum L. subsp. lamyi (Schultz) Nyman.
Altre foto relative a questa specie, presenti su questo sito possono essere consultate qui
Attenzione: le applicazioni farmaceutiche e gli usi alimentari eventualmente indicati sono a puro scopo informativo. Decliniamo pertanto ogni responsabilità sul loro uso a scopo alimentare, curativo e/o estetico.
note
1 Domenique Villars (1745-1814) fu medico e botanico francese, fu direttore del giardino botanico di Grenoble e, in particolare, studiò le piante del Delfinato.
2 Rembert Dodoens (1517-1585) fu medico e botanico olandese. Egli visse e lavorò in diverse nazioni europee, fu professore a Leuven (Lovanio) nelle Fiandre, fu medico di corte a Vienna e poi professore a Leiden (Leida) sempre in Olanda. Il suo interesse per la botanica fu prevalentemente medico. La sua opera principale è un erbario illustrato dal titolo Cruydeboeck che fu a lungo usato da medici e botanici. Linneo gli dedicò anche il genere Dodonaea delle Sapindaceae.
3 Pietro Pellegrini “Flora della Provincia di Apuania ossia Rassegna delle piante fanerogame indigene, inselvatichite, avventizie esotiche e di quelle largamente coltivate nel territorio di Apuania e delle crittogame vascolari e cellulari, con la indicazione dei luoghi di raccolta”, Stab. Tip. Ditta E. Medici, Massa, 1942. Il testo è stato ristampato in copia anastatica nel maggio 2009 dalla Società Editrice Apuana di Carrara per conto della Fondazione Cassa di Risparmio di Carrara. Pag. 116.