CESPICA ALPINA
(Erigeron alpinus)
LO SPAZIO DI FABIO - rubrica curata da Fabio Frigeri
26 gennaio 2011

(f.f.) questa piccola pianta con il fiore roseo-violetto simile a una margheritina prospera nelle zone più alte delle Apuane. Non è considerata pianta protetta.

IL GENERE ERIGERON

Famiglia Asteracae

Erigeron L. fu classificato da Linneo nel 1753.

Il nome generico Erigeron deriva dal latino Ērĭgĕrōn , ontis-ontos (= erigerone, senecione) a sua volta derivato dal termine greco ήριγέρων, formato dai termini ήρι (= presto) γέρων (= vecchio). Esso era usato per denominare essenzialmente il senecione o calderugia (Senecio vulgaris), anch’esso un’asteracea, così chiamato per la peluria dei suoi fiori simile a canizie.

Il nome è poi passato a denominare questo genere di Asteracee forse a causa del periodo piuttosto breve della fioritura o per il pappo degli acheni che diventa grigio.

Questo genere comprende quasi 400 specie a distribuzione cosmopolita, ma prevalentemente nord-americana. Esso comprende piante erbacee annuali, biennali e perenni che vivono prevalentemente in montagna. Esse hanno fusto eretto e infiorescenze a capolino, a volte solitari e terminali e a volte riuniti in grappoli o pannocchie. I capolini presentano ligule bianche, azzurre o porporine.

Una decina di specie sono presenti in Italia.

ERIGERON ALPINUS

Cespica alpina (Erigeron alpinus)

Erigeron alpinus L.

Classificata da Linneo nel 1753.

Conosciuta volgarmente come: erìgero, céspica alpina.

Il nome specifico alpinus deriva dal latino alpīnus, a, um (= delle Alpi) a indicare i luoghi in cui la pianta prospera.

La pianta è simile alla margherita ed è molto variabile sia per le dimensioni che per la peluria che la protegge dal freddo. Tende a formare densi tappeti ad alta quota tanto è vero che trova uso nei giardini rocciosi.

Sono conosciuti numerose sottospecie, varietà, cultivar e ibridi.

Così riporta il botanico apuano Pietro Pellegrini[1]:

748. – Erigeron alpinus L.

(luoghi in cui è stata osservata:) Indicato nelle Alpi Apuane alla Tambura (P. Sav.), al Sagro, al Cavallo, alla Piastra Marina (Bert.), sopra il Forno e nella valle delle Rose, nelle pendici orientali del M. garneronee in località Orto di Donna, nell’Appennino di Lunigiana al M. Orsaio (Ross.) e a Pracchioa di Pontremoli.

Fiorisce da luglio a ottobre. Pianta erbacea perenne.

Pellegrini cita altre specie dello stesso genere: Erigeron acris L. [Erigeron acer L.]; Erigeron canadensis L. [Conyza canadensis (L.) Cronq.]; Erigeron karwinskyanus D.C.; Erigeron linifolius W.[Conyza bonariensis (L.) Cronq.].

LA PIANTA

Classificazione: Superdivisione: Spermatophyta; Divisione: Magnoliophyta (Angiospermae); Classe: Magnoliopsida; Sottoclasse: Asteridae; Ordine: Asterales; Famiglia: Asteraceae; Genere: Erigeron; Specie: Erigeron alpinus.

Forma biologica: Emicriptofita scaposa (simbolo: H scap). Emicriptofita (simbolo H): pianta erbacea biennale o perenne con gemme svernanti a livello del suolo che sono protette dalla lettiera o dalla neve. Scaposa (simbolo Scap): pianta dotata di asse fiorale eretto e spesso senza foglie.

Descrizione: pianta erbacea perenne alta 6-10 cm, ma può raggiungere anche i 40 cm. Il fusto ascendente è peloso e in genere è ramificato, le foglie basali, lunghe 3-5 cm, sono spatolate e quelle cauline sono sessili e lineari. Ogni ramo porta un capolino dal diametro di 15 mm. I fiori centrali sono tubulosi e gialli mentre quelli periferici sono ligulati e disposti in più serie, il loro colore è roseo o violetto. Il frutto è un achenio sormontato da un pappo molto peloso.

Antesi: luglio – settembre.

Tipo corologico: zone montagnose dell’Europa meridionale, ma presente anche in Asia e nell’Europa centrale. In Italia si trova nelle zone montane, ma è assente al sud.

Habitat: vegeta su pascoli e praterie montani dai 1600 fino ai 2700 metri preferibilmente su terreno siliceo, ma vegeta anche su calcare.

Conservazione: la specie non è compresa nella LRT (Lista Rossa Toscana) delle specie vegetali protette dove è presente la congenere Erigeron gaudinii Brugger.

Altre foto relative a questa specie, presenti su questo sito possono essere consultate qui


Attenzione: le applicazioni farmaceutiche e gli usi alimentari eventualmente indicati sono a puro scopo informativo. Decliniamo pertanto ogni responsabilità sul loro uso a scopo alimentare, curativo e/o estetico.



note

1 Pietro Pellegrini Flora della Provincia di Apuania ossia Rassegna delle piante fanerogame indigene, inselvatichite, avventizie esotiche e di quelle largamente coltivate nel territorio di Apuania e delle crittogame vascolari e cellulari, con la indicazione dei luoghi di raccolta, Stab. Tip. Ditta E. Medici, Massa, 1942. Il testo è stato ristampato in copia anastatica nel maggio 2009 dalla Società Editrice Apuana di Carrara per conto della Fondazione Cassa di Risparmio di Carrara. Pag. 157.