FERRATA DEL MONTE FORATO
LO SPAZIO DI FABIO - rubrica curata da Fabio Frigeri
17 settembre 2010

(f.f.) la via ferrata del Monte Forato si stacca dal sentiero 110 proveniente dalla Foce di Petrosciana e diretto alla Foce di Valli. Essa percorre la cresta Sud-Est del monte terminando presso la cima meridionale del monte stesso (1223 metri). Non è difficile, ma non è nemmeno banale: richiede esperienza e attenzione, ma  poi ripaga con panorami veramente molto belli.

FERRATA DEL MONTE FORATO (SENTIERO RENATO SALVATORI)

Il sentiero è di competenza del Cai sezione Forte dei Marmi che ne cura la manutenzione e la segnalazione.Foce di Petrosciana La ferrata fu costruita dalla sezione del Cai di Forte dei Marmi e fu intitolata all’ingegner Renato Salvatori, vice presidente della sezione stessa. Salvatori fu progettista della ristrutturazione del rifugio Forte dei Marmi nel periodo 1963-1966 e, a lungo, fu animatore entusiasta delle attività sezionali.
L’intero sentiero che parte dalla Foce di Petrosciana  è dedicato a Salvatori, come si evince da una targa marmorea posta proprio alla Foce con la scritta: “Sentiero Ing. Renato Salvatori”. Il primissimo tratto è comune con il sentiero 110 (Foce di Petrosciana – Monte Forato – Cresta Pulita – Foce di Valli).
I lavori per attrezzare la via durarono da settembre a dicembre 1977 e l’inaugurazione ufficiale ci fu il 24 maggio 1978. La ferrata subì in seguito lavori di ristrutturazione e il 24 maggio 1998 fu apposta la targa commemorativa all’inizio del tratto attrezzato per ricordare i venti anni dall’inaugurazione.

Tragitto

Foce di Petrosciana (961m) [raccordo sentieri 6 e 131] – raccordo sentiero 110 - via ferrata - Vetta sud monte Forato (1229m) [raccordo sentieri 12 e 110]
Il primissimo tratto è comune con il sentiero 110. Dalla vetta sud in pochi minuti si scende per raccordarsi con il sentiero 110 e con il successivo sentiero 12.

Informazioni sulla zona di partenza

La Foce di Petrosciana è valico importantissimo posto a 961 metri  tra l’alta Versilia e la Garfagnana usato sin da tempi remoti, insieme a quello del Cipollaio (l’antica via di collegamento è quello che oggi è il sentiero 6). Un tratto della Ferrata Salvatori.Da qua sarebbe dovuta passare una carrozzabile solo progettata e non realizzata poiché fu preferito realizzare la strada fino ad Arni, per accedere ai bacini marmiferi e fu trasformata la vecchia linea ferroviaria per il Cipollaio in carrozzabile. Per questo motivo la zona è rimasta incontaminata e mantiene l’aspetto che hanno conosciuto i viandanti dei secoli passati.
Di conseguenza è possibile pervenire alla Foce di Petrosciana solo tramite sentieri.

Le possibilità sono moltissime come è evidente consultando la cartina dei sentieri: alla Foce di Petrosciana si perviene dalla Foce di Mosceta, dalla Foce di Valli, dalla Foce delle Porchette, dall’Alpe della Grotta e dal Colle delle Baldorie con una miriade di itinerari utilizzando i molti sentieri presenti in loco.
Segnaliamo i percorsi più brevi nei quali il punto di partenza è raggiungibile con l’auto:

  • il sentiero 6 da Stazzema
  • il sentiero 5 A dalle Scalette, sempre in zona Stazzema
  • il sentiero 8 da Cardoso, che si raccorda con il 6 presso la Fonte Moscoso
  • il sentiero 6 da Fornovolasco 
  • Il sentiero 8 da Palagnana che si raccorda con il 109  

Questi itinerari richiedono circa 1h 30’ o poco di più di cammino.

La foce di Petrosciana è molto panoramica sul gruppo del Monte Procinto da una parte e sul Monte Croce dall’altra, sull’Appennino e sulla cresta  della Pania Secca e sulla costa.
È presente quella che sembra la base per una maestà ormai perduta, molte indicazioni per sentieri e croci commemorative.

Descrizione del percorso

Difficoltà: EEA (escursionisti esperti attrezzati). Quindi sentiero difficile: teniamo presente che percorrere una ferrata non è mai banale, serve preparazione fisica, assenza di vertigini e dimestichezza con l’attrezzatura che si usa. Il terreno apuano è sempre infido e gli appigli a volte possono tradire. Consigliamo di percorrere questo itinerario con l’aiuto di qualcuno che già lo conosca e, comunque, mai da soli.
Il dislivello è 268 metri, lo sviluppo totale del percorso è circa 1250 metri dei quali 330 sono attrezzati con cavo metallico ancorato alla roccia con paletti di ferro. Una scala metallica di 5 metri permette di superare un tratto verticale iniziale piuttosto esposto.
La roccia della cresta è calcare cavernoso soggetto a erosione per l’azione del sole e della neve.
Il tratto attrezzato termina  prima della vetta cui si perviene poi con normale percorso.

Stato del sentiero: le segnalazioni per la via ferrata sono buone, lo stato della stessa è accettabile anche se il filo d’acciaio in qualche tratto non è più in stato ottimale anche se dà ancora la massima sicurezza. Il tratto non attrezzato è ben evidente e in ottimo stato. Carenti le indicazioni sulla vetta riguardo il percorso da seguire per portarsi sul sentiero 110.

Tempi:
Foce di Petrosciana – bivio ferrata/110: 25’
Bivio – inizio ferrata: 5’ (totale 30’) naturalmente va aggiunto il tempo necessario per indossare l’attrezzatura (circa 15’)
Primo tratto attrezzato: 30’ (totale 1h)
Tratto non attrezzato e secondo tratto attrezzato: 10’ (totale 1h 10’)
Tratto finale alla vetta: 12’ (totale 1h 22’, con le soste per indossare gli imbraghi circa 1h 40’)

 Il percorso:

Seconda parte della Ferrata.Dalla Foce di Petrosciana passa il sentiero 6 (Stazzema- Fornovolasco) mentre a destra in basso c’è il sentiero 131 per Casa del Monte, Foce di Valli e il Forato, in alto invece c’è il sentiero 110 alternativo per il Forato e Foce di Valli con l’indicazione anche della ferrata: è questo il sentiero dedicato all’ingegner Renato Salvatori che noi seguiamo in decisa salita. Il percorso è molto panoramico, per una semplice cresta rocciosa, e a 12’ un breve tratto di cavo agevola la salita. A 25’ siamo al bivio: a destra continua il sentiero 110 mentre a sinistra ci sono i segni blu che indicano la ferrata. Indossiamo gli imbraghi e i caschi e a 44’ siamo pronti e riprendiamo il cammino e in 5’ siamo all’attacco della via ferrata. Il primo tratto si sviluppa per un piccolo torrione in cui la via è verticale e richiede un minimo di sforzo fisico per salire le paretine che ci portano a un ballatoio da cui seguiamo una scala di circa 5 metri (01h 09’). Seguono ancora alcune paretine più dolci e arriviamo alla cresta molto panoramica e piuttosto semplice, considerando che siamo assicurati, che prosegue con qualche saliscendi. A 01h 22’ finisce il primo tratto attrezzato cui segue un tratto semplice e dopo 4’ inizia il secondo tratto della ferrata con una breve e semplice salita, che finisce in 7’ a 01h 33’. Adesso  il sentiero si sviluppa in parte in cresta e in parte nel bosco fino ad arrivare a 01h 44’ alla vetta sud del monte, la più alta, dalla quale si gode di ottima vista sull’arco del monte Forato, sulla vetta nord  e sulle Panie. Sostiamo in contemplazione per 15’ e poi scendiamo di fronte a noi fino ad arrivare (02h 12’) a un incavo dal quale salgono tracce per l’arco del monte, noi seguiamo il sentiero 110 che porta all’arco dal quale saliamo alla vetta nord alla quale arriviamo a  02h 25’. Qua c’è una bella croce e si gode un panorama splendido sulle Panie e sulla cresta per Foce di Valli (costa Pulita), sull’Appennino, sul Croce, sul Procinto, Nona e Matanna sui paesi sottostanti e sulla costa.
Dalla vetta Nord, scendendo con il 12 per la Casa del Monte e poi seguendo il 131 è possibile tornare alla Foce di Petrosciana in 01h 10’. 

Aspetti di rilievo del sentiero

Monte Forato
In passato chiamato anche Penna o Pania Forata si trova interamente nel comune di Stazzema. È una vetta rocciosa con due punte (1229 e 1209 metri) caratterizzata da un grande arco naturale aperto tra le due cime che gli dà il nome e che, da sempre, ha attirato scienziati, escursionisti e curiosi. Inoltre esso ha stimolato la fantasia popolare nella creazione di storie e di leggende sull’origine del foro stesso. Il foro è largo 32 metri e alto 26 e lo spessore minimo dell’arco roccioso è otto metri. Attraverso di esso si vedono i tre paesi di Cardoso, Volegno e Pruno oltre al resto del panorama che arriva al mare. Il foro è stato causato da fenomeni erosivi sulla roccia calcarea, per quanto le leggende popolari lo facciano derivare da una lotta titanica tra l’eremita San Pellegrino ed il Diavolo tentatore. Il monte può essere raggiunto con diversi sentieri. Il 12 da Cardoso per Fornovolasco arriva al foro (passo del monte Forato). Il 110 da Petrosciana per la Foce di Valli e lungo di esso si inserisce la ferrata che arriva alla vetta più alta; il 131 sempre da Petrosciana si inserisce poi sul 12. L’arco roccioso del foro è percorribile facilmente se non si soffre di vertigini. La grande croce è situata sulla vetta minore (settentrionale) e da essa si gode una vista superba sulle Panie, Appennini, Monte Croce e gruppo del Procinto e sulla sottostante Cresta Pulita. Questa croce fu eretta il 31 agosto 1913 nel XVI centenario Costantiniano e fu restaurata nel settembre 1995. Alla vetta maggiore (meridionale) si può arrivare in pochi minuti anche percorrendo il sentiero che dall’intaglio, presso il foro, sale alla fine della ferrata, lo stesso sentiero preso nell’altra direzione porta all’arco sommitale, questi sentieri si staccano dal 110. Il versante della montagna verso la Versilia è prevalentemente roccioso mentre quello garfagnino è più tranquillo e boscoso. Sotto la cima settentrionale ci sono resti di trincee e di fortificazioni costruite dai tedeschi durante la seconda guerra mondiale. Esse facevano parte del sistema difensivo conosciuto come linea gotica.

Deviazioni e possibilità di escursioni

Sono moltissime le escursioni possibili connettendosi ad altri sentieri, ma considerando la fatica e l’impegno della ferrata consigliamo gli anelli seguenti (partendo dalla zona di Stazzema):

  • Anello con il 12 e 131 passando per la Casa del Monte per circa 7 ore comprese le soste
  • Anello con il 110 per un tempo di poco inferiore, ma il sentiero è un po’ più impegnativo 

Partendo da Cardoso l’anello viene chiuso con il sentiero 12 in circa 6 ore, con alcuni tratti di discesa ripidi e degradati.

Commento

Percorrere una ferrata non è mai banale e richiede preparazione fisica e dimestichezza con l’attrezzatura. Non fatela mai da soli e se la percorrete per la prima volta fatevi guidare da qualcuno che già la conosce.
Evitate il periodo invernale.

I panorami sono estremamente interessanti e variati, la cresta sud-est è “divertente” oltre a essere anch’essa molto panoramica e non mancano interessanti fioriture.

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