(f.f.) Le Alpi Apuane sono da secoli sfruttate per ricavarne il marmo. A Carrara già in epoca romana, invece nel comune di Massa l’attività estrattiva iniziò con notevole ritardo, anche rispetto alla vicina zona di Seravezza. Infatti nel XVII secolo aprirono alcune cave, ma solo nella prima metà del 1800 iniziò uno sfruttamento massiccio dei
vari bacini marmiferi massesi, favorito anche dall’arrivo di imprenditori stranieri. Uno dei problemi che furono affrontati fu il trasporto a valle del marmo faticosamente strappato
alla montagna e questo fu particolarmente evidente a Massa dove i bacini marmiferi raggiungevano quote elevatissime, oltre i 1600 metri. Le vie di discesa del marmo erano le vie di lizza, il marmo era assicurato a slitte di marmo (le lizze) che venivano fatte scivolare sui piani
inclinati delle vie di lizza mediante travi di legno (i parati) resi scivolosi con sapone. Il carico scendeva mollando o trattenendo robuste corde di canapa avvolte attorno a
sostegni in legno di castagno (i piri) infilati in fori scavati nella montagna mentre i parati venivano continuamente rimossi da dietro e posti nuovamente di fronte alla carica. Il
lavoro era estremamente faticoso e pericoloso ed ogni anno molti cavatori rimanevano schiacciati. Furono sperimentati anche sistemi di lizzatura meccanica con risultati non sempre
soddisfacenti e furono aperte anche ferrovie marmifere, come quella famosissima di Carrara. Con gli anni sessanta del XX secolo le vie di lizza vennero definitivamente sostituite
dalle strade di arroccamento e dal trasporto mediante autocarri e le cave che non poterono essere raggiunte furono destinate all’abbandono poiché non redditizie. Nella zona di
Massa, dove le cave erano molto alte, questo permise la conservazione di intere vie di lizza situate in zone particolarmente disagevoli. Esse oggi rimangono come testimonianza
storica di notevole interesse culturale e turistico, ma la loro posizione è obiettivamente ostacolo insormontabile ad uno sfruttamento turistico di massa. È troppo faticoso
raggiungerle e percorrerle ed è troppo costoso restaurarle e rendere facilmente fruibili. Quindi rimangono a disposizione degli escursionisti e degli studiosi ai quali si richiede,
comunque, buon allenamento ed esperienza, in certi casi come per scalare una vetta. L’argomento di questa scheda è la via di lizza delle Gruzze.
CAVA DELLE GRUZZE
Il toponimo Gruzze è di incerta origine, esiste, sempre a Massa, in località Casette, il Filone della Gruzza. Inoltre un monte la Gruzza (937 metri) e poi le Gruzze di Suvero e
le Gruzze di Veppo si trovano nel comune di Rocchetta di Vara (SP) ed un’altra località Gruzza presso le Figarole nel comune di Ameglia (SP).
La cava si trova a circa 1550 metri di quota addossata alla cresta sud-ovest dell’Alto di Sella. Il termine Cruze, usando nelle cartine IGM ed in alcune guide, è da intendersi come italianizzazione di un termine dialettale che secondo noi è preferibile usare. Inoltre, poi, si è diffuso il termine Cave Cruze per denominare tutte le diverse cave di questa zona dell’Alto di Sella. In realtà la vera cava delle Gruzze è di limitate dimensioni e si trova, in salita, poco prima del cisternone metallico ben visibile anche da lontano, per esempio dal rifugio Conti ai Campaniletti o dalla vicina Finestra Vandelli.
La cava fu dismessa per la difficoltà di portare a valle il marmo. Nel 1931-32 fu poi costruito un sistema di lizzatura meccanica (vedi via di Lizza delle Gruzze) che non riuscì a rivitalizzare più di tanto l’attività estrattiva. La crisi economica e la guerra portarono all’abbandono completo delle cave dell’Alto di Sella.
CANALE DELLE GRUZZE
Si intende con questo nome la parte orientale del canale dei Campaniletti, dove scendeva una variante più antica della via di Lizza delle Gruzze che superava lo sperone della Selvarella sulla destra, rispetto al piano inclinato che fu poi costruito a sinistra. La via di lizza è oggi percorsa in parte dal sentiero 164 per il rifugio Conti ai Campaniletti. Esiste anche un antico toponimo: Sotto le Brave, in cui per Brave si intende la Cresta dell’Alto di Sella, quindi Gruzze e Sotto le Brave sono da intendersi come sinonimi.
I Campaniletti sono la zona in cui si trova il rifugio Conti.
La Selvarella è un bosco sotto la cresta dell’Alto di Sella presso il quale passa la via di lizza e dove esiste un antico edificio di servizio delle cave stesse (la casa della
Selvarella).
VIA DI LIZZA DELLE GRUZZE
Detta anche via di Lizza di Niloli. In essa distinguiamo:
il primo tratto della via che costeggia la cresta sud-ovest dell’Alto di Sella nella quale essa è stata praticamente incisa
il piano inclinato che scende a sinistra
la via di lizza che scende a destra.
Il punto più alto è costituita dalle cave della Focetta dell’Acqua Fredda a 1600 metri, la lunghezza della via è circa 2890 metri ed il dislivello 1105.
Il primo tratto taglia il versante sud-ovest dell’Alto di Sella per poi scendere alla Selvarella (1300 metri), questo è il tratto più spettacolare ed in certe parti molto ben conservato.
Da qua si diparte, a destra, il ramo antico della via di lizza lungo il canale delle Gruzze ad aggirare lo sperone della Selvarella fino ad incontrare il piano inclinato a quota 970 metri circa nei pressi di una fonte, il tratto, in pessimo stato di conservazione, è oggi percorso dal sentiero 164.
Invece il piano inclinato si sviluppa a sinistra dello Sperone ed era servito da un sistema di lizzatura meccanica “va e vieni” i cui motori erano nella casa della Selvarella. In certi tratti la pendenza supera anche il 70% ed il percorso segue il canale della Neve ed è in cattivo stato di conservazione a parte brevi tratti.
La via poi raccoglieva un tratto di via di lizza proveniente dalle cave Bagnoli (sotto la confluenza del tratto di destra) per poi scendere e superare il Canale della Neve sullo splendido Ponte del Pisciarotto e continuare, in cattivo stato di conservazione, con innesti di altre vie di lizza fino al paese di Resceto. Il materiale metallico dell’impianto è stato completamente asportato anche se qualche putrella arrugginita si trova ancora dispersa lungo il tragitto.
Per alcuni toponimi e per i sentieri si rimanda alla cartina IGM ed alla descrizione degli itinerari in EA.
Per chi volesse saperne di più sui sistemi di discesa del marmo e sulle vie di lizza nella zona del comune di Massa consiglio un bellissimo testo, purtroppo di difficile
reperibilità:
BRADLEY, Frederick; MEDDA, Enrico “Le strade dimenticate. Vie di lizza e discesa del marmo nelle alte valli massesi”, Polistampa, Massa, 1995.
ITINERARI RELATIVI A LE GRUZZE: