MUFLONE
(Ovis musimon)
LO SPAZIO DI FABIO - rubrica curata da Fabio Frigeri
22 novembre 2008

(f.f.) Questo animale è ormai facilmente osservabile sulle Apuane Meridionali in cui si è ambientato benissimo anche per la mancanza di predatori naturali. Vive in tutta la zona che gravita attorno alla Pania della Croce dai boschi alle balze rocciose e si sta rapidamente diffondendo.

MUFLONE

Il muflone è un robusto ed agile mammifero (Superordine: Ungulati; Ordine: Artiodattili; Sottordine: Ruminanti; Famiglia: Bovidi; Sottofamiglia: Capridi; Tribù: Caprini).Muflone fotografato nei pressi di Mosceta.

Al genere ovis appartengono diverse specie di pecore. Ed il muflone, diffuso dal Pakistan all’Europa è la sottospecie: Ovis [orientalis] musimon, Gmelin 1774 anche se la situazione sistematica del genere è piuttosto controversa.

Quello che è certo è che il muflone è, a tutti gli effetti, una pecora selvatica di origine orientale in grado di ibridarsi con le comuni pecore perdendo alcune delle sue caratteristiche genetiche. Dall’altra parte la pecora domestica (ovis aries) è considerata essere derivata dall’ ovis orientalis circa 9000 anni fa.

Sicuramente la specie ha origine asiatica e fu introdotta nelle principali isole mediterranee (Cipro, Corsica, Sardegna) in epoca storica come pecora domestica in seguito rinselvatichita. La popolazione sarda, considerata impropriamente autoctona, è, come detto, di antica introduzione, forse dall’Africa Settentrionale. Le altre popolazioni italiane derivano tutte dal muflone sardo e sono sempre popolazioni estranee all’ambiente in cui si trovano e quindi sono naturalizzate.

Il muflone, animale erbivoro, si è adattato a molti habitat, dalle foreste di conifere ai boschi di latifoglie, raggiungendo anche altitudini di 1500 m. Le femmine ed i piccoli vivono tutto l'anno in grossi greggi, mentre i maschi formano gruppi separati e meno numerosi, di solito composti da animali coetanei, oppure vivono isolati, soprattutto se anziani.

Non ama la neve che comporta spostamenti a meno che non l’animale non sia foraggiato. Il suo terreno ideale è l’altopiano con grandi spazi aperti con rilievi modesti coperti di vegetazione erbacea e boschiva che abbandona se disturbato per terreni rocciosi e scoscesi, rimane comunque un animale corridore più che arrampicatore.

È alto al garrese circa 70 cm, ha mantello di colore fulvo-rossastro ed il maschio ha corna molto voluminose ed elegantemente arcuate. Il maschio pesa dai 30 ai 40 chili, la femmina intorno ai 20. Vive dai 12 ai 15 anni.

La specie era in costante diminuzione per la caccia indiscriminata di cui è stata oggetto, oggi è protetta ed è stata introdotta con successo in diverse zone del paese.

Il muflone apuano

Come si evince da quanto detto precedentemente il muflone è una specie alloctona che tuttavia si è adattata a meraviglia all'ambiente apuano, tanto da poter essere osservato piuttosto comunemente.

L’origine della presenza di questo animale è dovuta ad immissione a fini venatori e, con l’istituzione del Parco delle Apuane nel 1985, la popolazione si è consolidata.

Inizialmente, nel 1981, furono introdotti 6 capi nel territorio del comune di Stazzema (provenienti dal vicino Parco dell’Orecchiella) e, l’anno dopo, altri dieci.

Nel 2004 un monitoraggio ha stimato la presenza di oltre 1600 capi. La popolazione ha come baricentro la Pania della Croce concentrandosi essenzialmente nel triangolo Pania Secca, Pania della Croce e Monte Corchia, ma è in espansione verso nord e verso sud.

In Toscana è stato introdotto anche nelle isole dell’arcipelago, nelle Foreste Casentinesi e nell’Oasi Faunistica del Belvedere a Firenze.

SENTIERI DEL MUFLONE

Muflone maschio alle pendici della Pania della Croce presso Foce di Valli (fotografato dal sentiero 131)Nel 2007 alcuni sentieri Cai sono stati attrezzati dal Parco delle Alpi Apuane con cartelli informativi su fauna, flora e contesto geologico del territorio seguendo le orme del muflone, presenza ormai abbastanza comune in questi itinerari.

Hanno collaborato il comando Guardiaparco e le sezioni Cai locali con la sponsorizzazione della Banca di Credito Cooperativo della Versilia e della Lunigiana.

I percorsi partono dal fondovalle e salgono in quota passando per diversi ambienti e permettendo l’osservazione della ricca flora e fauna apuane

Gli itinerari partono da Pruno e Levigliani nel comune di Stazzema per arrivare alla Foce di Mosceta, da Piglionico, nel comune di Molazzana e da Fornovolasco, nel comune di Vergemoli, per la Foce di Valli.

Altre foto relative a questa specie, presenti su questo sito possono essere consultate qui.