PARNASSIA
(Parnassia palustris)
LO SPAZIO DI FABIO - rubrica curata da Fabio Frigeri
1 ottobre 2010

(f.f.) percorrendo il sentiero non numerato che porta dal sentiero 5 alla cintura del Procinto, alla base della parete umida del monte Nona, c’è una grande abbondanza di Parnassia la cui fioritura aggiunge bellezza all’ambiente aspro che l’escursionista percorre. La pianta prospera anche in altre zone apuane, ma non è molto diffusa, è protetta e va assolutamente rispettata.

IL GENERE PARNASSIA

Famiglia Saxifragaceae (per altri autori Parnassiaceae)

Parnassia L. fu classificato da Linneo nel 1753.

Il nome del genere, Parnassia, deriva dal latino Parnās(s)ŏs (anche Parnās(s)us) derivante, a sua volta, dal greco Παρνασός o Παρνασσός. Il Parnaso o Parnasso è un monte della Focide, sulle cui pendici si trova Delfi, sacro ad Apollo e alle muse e quindi luogo considerato sede della bellezza e della grazia. Di conseguenza il nome del genere è riferito sia alla bellezza della pianta (in particolare del fiore) sia al suo habitat montano, infatti secondo il medico e botanico greco Dioscoride il monte Parnaso era il luogo di origine di questa pianta.Parnassia (Parnassia palustris)

Il genere comprende oltre cinquanta specie erbacee perenni con rizoma che vegetano nell’emisfero boreale in ambienti umidi in ecosistemi artici, alpini e temperati. Hanno foglie basali intere con lungo picciolo. I fiori hanno cinque stami e 4 pistilli, i petali hanno nervature ben visibili e colore da bianco a giallo pallido. Almeno una trentina di specie sono confinate alla Cina e alla regione himalayana.

In Italia è spontanea la sola Parnassia palustris.

PARNASSIA PALUSTRIS

Parnassia palustris L.

Classificata da Linneo nel 1753.

Conosciuta volgarmente come: parnassia, gramigna di Parnasso.

Il nome specifico palustris deriva dal latino pălustĕr, -tris, -tre (= palustre, di palude) in relazione all’habitat acquitrinoso e in genere umido che queste piante amano.

Alla pianta sono state attribuite proprietà medicinali come astringente, antidiarroica, diuretica, sedativa, tonica e vulneraria.

Così riporta il botanico apuano Pietro Pellegrini[1]:

168. – Parnassia palustrisL.

(luoghi in cui è stata osservata:) In Lunigiana al M. Cornoviglio (Bert.), sopra Pracchiola nel Pontremolese al luogo detto Gamberello (Bert.), nelle Alpi Apuane alla Tambura e al Sagro (Bert.), in luoghi acquitrinosi presso la cima della Brugiana in loc. Prade, fra il Carchio e la reg. Campaccio e tra Aiola e Vinca.

Fiorisce da luglio a settembre. Pianta perenne erbacea.

LA PIANTA

Classificazione: Superdivisione: Spermatophyta; Divisione: Magnoliophyta (Angiospermae); Classe: Magnoliopsida; Sottoclasse: Rosidae; Ordine: Rosales; Famiglia: Saxifragaceae; Genere Parnassia; Specie: Parnassia palustris.

In altre classificazioni: Ordine: Celastrales; Famiglia: Parnassiceae; Genere Parnassia; Specie: Parnassia palustris.

Forma biologica: Emicriptofita scaposa (simbolo: H scap). Emicriptofita (simbolo H): pianta erbacea biennale o perenne con gemme svernanti a livello del suolo che sono protette dalla lettiera o dalla neve. Scaposa (simbolo Scap): pianta dotata di asse fiorale eretto e spesso senza foglie.

Descrizione: pianta erbacea perenne e sempreverde con corto rizoma e alta fino a 40 cm I piccoli fusti sono eretti e portano un fiore di diametro 2-3 cm con 5 petali bianchi ellittici, con nervature trasparenti e ben evidenti, con 5 stami, 5 squame nettarifere e 4 stigmi sessili. Le foglie basali sono cuoriformi e lungamente picciolate e il fusto porta un’unica foglia sessile che lo abbraccia. Il frutto è una capsula.

Antesi:.giugno-settembre.

Tipo corologico:.presente nelle zone fredde e freddo-temperate dell’Eurasia. In Italia ben presente nelle Alpi e più rara nell’Appennino settentrionale e centrale e sulle Alpi Apuane.

Habitat: luoghi umidi erbosi o ghiaiosi, torbiere, dai 300 ai 2000 metri.

Conservazione: la specie è compresa nella LRT (Lista Rossa Toscana) delle specie vegetali protette.

Altre foto relative a questa specie, presenti su questo sito possono essere consultate qui

Attenzione: le applicazioni farmaceutiche e gli usi alimentari eventualmente indicati sono a puro scopo informativo. Decliniamo pertanto ogni responsabilità sul loro uso a scopo alimentare, curativo e/o estetico.



note

1 Pietro Pellegrini “Flora della Provincia di Apuania ossia Rassegna delle piante fanerogame indigene, inselvatichite, avventizie esotiche e di quelle largamente coltivate nel territorio di Apuania e delle crittogame vascolari e cellulari, con la indicazione dei luoghi di raccolta”, Stab. Tip. Ditta E. Medici, Massa, 1942. Il testo è stato ristampato in copia anastatica nel maggio 2009 dalla Società Editrice Apuana di Carrara per conto della Fondazione Cassa di Risparmio di Carrara. Pag. 46