PRIMULA ODOROSA
(Primula veris)
LO SPAZIO DI FABIO - rubrica curata da Fabio Frigeri


24 luglio 2013

(f.f.) È pianta molto comune ed è soggetta a limiti di raccolta dalla legislazione regionale, per cui l'invito al massimo rispetto.

pale primroses that die unmarried[1]

IL GENERE PRIMULA

Famiglia Primulaceae

Primula L. fu classificato da Linneo nel 1753.

Il nome del genere deriva dal latino medioevale primula (veris) (= primissima della primavera) poiché essa, con la sua fioritura, annuncia l’arrivo della primavera. Prīmŭlus, a, um significa primissimo e vēr, vēris significa primavera.

È un genere di piante erbacee annuali o perenni originarie delle zone temperate dell’emisfero boreale e comprendente almeno 500 specie alcune presenti in Italia. Il genere è poi diviso in numerose sezioni (la specie di questa scheda appartiene alla sezione Vernales caratterizzata da foglie membranacee, rugose e fiori peduncolati). Esse hanno foglie basali a rosetta, intere o lobate, e fiori bianchi, gialli, rosa, rossi o violetti con corolla imbutiforme con cinque lobi. I fiori possono essere solitari o raccolti in ombrelli e spuntano all’inizio della primavera.

Alcune specie hanno proprietà farmacologiche e dai fiori si ricava un tè aromatico e non eccitante. Esistono diversi ibridi e cultivar rinomati per il colore dei fiori.

Essendo uno dei primi fiori a sbocciare dopo l'inverno la primula è considerata simbolo della primavera e del rinnovamento, inoltre è considerata simbolo della prima giovinezza e augurio di buona fortuna.

In Europa alle primule è attribuita la proprietà di mettere in contatto gli uomini con il mondo delle fate, ma c’era un problema: per poterlo fare era necessario cogliere il numero giusto di fiori, altrimenti era certa la rovina del malcapitato. Questo dovrebbe essere monito per i moderni visitatori dei boschi: non cogliere il fiore per evitare la malasorte.

Ricordiamo le tre specie molto presenti anche sui nostri monti:

  • Primula vulgaris Hudson (Primula acaulis (L.) Hill): detta primula comune, alta al massimo 15 cm, il caule spesso manca e i fiori sono inseriti direttamente sulla rosetta. I fiori sono giallo-pallido con una macchia interna più gialla, fiorisce da febbraio a marzo.

  • Primula auricula L.: detta orecchia d'orso, alta 5-30 cm, con foglie spesse e carnose a forma tondeggiante. L'infiorescenza contiene numerosi fiori giallo-oro, fiorisce da aprile a luglio.

  • Primula veris L. (Primula officinalis (L.) Hill): detta primula odorosa, è alta 25-30 cm con gli scapi fioriferi che portano da 5 a 15 fiori giallo carico, fiorisce da aprile a giugnoPrimula veris (Primula odorosa)

PRIMULA VERIS

Primula veris L.

Classificata da Carl Nilsson Linnaeus nel 1753.

Conosciuta anche come: Primula officinalis (L.) Hill

Conosciuta volgarmente come: primula, primula odorosa, primavera odorosa

Il nome specifico veris deriva dal nome latino vēr, vēris (= primavera) a rafforzare il nome del genere. Inoltre questa specie ha fioritura tipicamente primaverile, mentre la Primula vulgaris, per esempio, fiorisce già in inverno.

La Primula veris è una pianta erbacea perenne provvista di rizoma obliquo o quasi orizzontale, lungo da 2 a 3 cm. Il fusto è eretto, cilindrico è alto da 10 a 25 centimetri ed è privo di foglie. Esso non ha ramificazioni ed è in posizione ascellare rispetto alla rosetta basale. Le foglie sono solo basali raccolte in rosetta e hanno un lungo picciolo (3-8 cm). Hanno lamina ovata con margine dentato irregolarmente e superficie rugosa, sono verde scuro sulla pagina superiore e più chiare in quella inferiore e sono pubescenti. I fiori sono raccolti in ombrelle di 5-15 esemplari, hanno un breve peduncolo e sono spesso reclinati. I 5 lobi sono saldati insieme a formare un tubo corollino lungo fino a 1 cm, sono giallo-dorati con macchia aranciata alla fauce. Il frutto è una capsula deiscente contenente numerosi semi, esso matura tra luglio e agosto.

Le foglie giovani possono essere consumate crude o cotte e aggiunte a minestre e con i fiori è possibile preparare insalate. Con fiori e foglie seccati è possibile preparare tisane calmanti.

Alla pianta erano riconosciute proprietà medicamentose come analgesiche, antinfiammatorie, antireumatiche, espettorante e fluidificanti. Per questo era conosciuta anche come Primula officinalis, ma oggi le sue proprietà terapeutiche sono state ridimensionate..

È pianta rustica e molto decorativa per cui è usata nei giardini in zone di mezz'ombra e non teme il freddo per cui non serve ripararla in inverno.

Questa specie, insieme a Primula eliator e a Primula vulgaris, presenta il fenomeno dell'eterostilia. Questo fenomeno consiste nella presenza di esemplari in cui i filamenti staminali e gli stili hanno diversi rapporti di lunghezza. Sono fiori brevistili quelli in cui lo stame è ben visibile all'apice del tubo corollino mentre lo stilo è lungo la metà. Sono invece longistili quelli che hanno stami corti e stilo allungato con stigma visibile all'esterno. Questo fenomeno, già studiato da Darwin, favorisce l'impollinazione entomofila e ostacola l'autoimpollinazione, favorendo quindi il rafforzamento genetico della specie.

La letteratura botanica riporta molte varietà e sottospecie di Primula veris con ampio uso di sinonimi per lo stesso taxon. Inoltre sono presenti anche numerosi ibridi e cultivar.

Secondo alcuni autori in Italia sono presenti quattro sottospecie spontanee: Primula veris L. subsp. canescens (Opiz) Hayek; Primula veris L. subsp. columnae (Ten.) Lüdi; Primula veris L. subsp. suaveolens (Bertol.) Guterm. & Ehrend.; Primula veris L. subsp. Veris. In generale la tendenza è a escludere la presenza della prima e considerare la seconda e la terza come un'unica sottospecie, tra l'altro essa è quella presente sulle Alpi Apuane. La terza è piuttosto rara è presente solo sulle Alpi.

Così riporta il botanico apuano Pietro Pellegrini[2]:

966 – Primula suaveolens - Bert. [Primula veris L. subsp, columnae (Ten.) Maire et Petitm.]

= Primula officinalis - (L.) Jacq. γ - suaveolens (Bert.)

(luoghi in cui è stata osservata:) comune alle sorgenti del Frigido, presso Massa, tra il Forno e le Guadine al Piano di Santo e tra Gronda e Resceto, nella valle di Antona nel fosso delle Madielle, tra il Carchio e il Campaccio di Pariana, alla Tambura, al Sagro e tra il Sagro e Vinca, al Solco di Equi. Indicata anche al M. Orsaio in Lunigiana (Cal.) e a Fosdinovo (Bert.).

Fiorisce in maggio e giugno. Pianta erbacea perenne.

Pellegrini cita anche: Primula auricula L. [Primula auricula L. subsp. ciliata (Moretti) Lüdi]; Primula villosa - Wulf. - ε - apennina (Wid.) [Primula apennina Widmer]; Primula vulgaris Huds. [Primula acaulis (L.) L. subsp. acaulis]; Primula vulgaris – Huds. - α - calychanta (Ces.) [Primula acaulis (L.) L. subsp. acaulis]; Primula vulgaris Huds. - β - rubra (Ces. P. et G.) [Primula acaulis (L.) L. subsp. rubra (Sm.) Greuter et Burdet]

LA PIANTA

Classificazione: Superdivisione: Spermatophyta; Divisione: Magnoliophyta (Angiospermae); Classe: Magniopsida; Sottoclasse: Dilleniidae; Ordine: Primulales; Famiglia: Primulaceae; Genere: Primula; Specie: Primula veris

Forma biologica: Emicriptofita rosulate (simbolo: H ros). Emicriptofita (simbolo H): pianta erbacea biennale o perenne con gemme svernanti a livello del suolo che sono protette dalla lettiera o dalla neve. Le Rosulate (simbolo: ros) hanno le foglie disposte a formare una rosetta basale.

Descrizione: pianta erbacea perenne provvista di rizoma, è alta da 10 a 25 centimetri. Il fusto è cilindrico, privo di foglie e ascellare rispetto alla rosetta basale. Le foglie sono raccolte in una rosetta basale, sono pubescenti hanno picciolo lungo fino a 8 centimetri. Sono ovate con bordo dentato in maniera irregolare e superficie rugosa. I fiori sono raccolti in infiorescenza a ombrella contenente fino a 15 fiori sono profumati, peduncolati e leggermente inclinati. I cinque lobi sono saldati insieme a formare un tubo corollino lungo fino a 1 cm e sono giallo-dorato con macchia aranciata alla fauce. Il frutto è una capsula deiscente contenente numerosi semi.

Antesi: aprile - giugno.

Tipo corologico: euro-asiatica. In Italia è presente al nord e al centro ed è assente nelle isole maggiori, in Molise, Puglia, Basilicata e Calabria.

Habitat: cespuglieti, prati, boschi di conifere e querce dal paino fino a 2300 metri. Preferibilmente su terreno calcareo di media umidità.

Conservazione: la specie non è compresa nella LRT (Lista Rossa Toscana) delle specie vegetali protette, come vale per altre regioni italiane. L’elenco comprende invece sia la Primula auricula L. subsp. auricula che la Primula auricula L. subsp. balbisii Lehm. che sono classificate entrambe come LR (lower risk) cioè a minor rischio, ma non devono essere assolutamente colte. Comunque esiste, in Toscana, il limite della raccolta, per tutte le specie di Primula, a non più di 10 steli.

Altre foto relative a questa specie, presenti su questo sito possono essere consultate qui

 

Attenzione: le applicazioni farmaceutiche e gli usi alimentari eventualmente indicati sono a puro scopo informativo. Decliniamo pertanto ogni responsabilità sul loro uso a scopo alimentare, curativo e/o estetico.



note

1 "Pallide primule che muoiono nubili!", la citazione è tratta dalla scena quarta del quarto atto di “The Winter’s tale” di William Shakespeare. Essa si riferisce al fatto che la pianta fiorisce in un periodo in cui ci sono pochi insetti impollinatori per cui molti fiori non vengono impollinati.

2 Pietro Pellegrini “Flora della Provincia di Apuania ossia Rassegna delle piante fanerogame indigene, inselvatichite, avventizie esotiche e di quelle largamente coltivate nel territorio di Apuania e delle crittogame vascolari e cellulari, con la indicazione dei luoghi di raccolta”, Stab. Tip. Ditta E. Medici, Massa, 1942. Il testo è stato ristampato in copia anastatica nel maggio 2009 dalla Società Editrice Apuana di Carrara per conto della Fondazione Cassa di Risparmio di Carrara. Pag. 199.

 

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