(f.f.) è incerto se questa pianta sia una specie distinta o una sottospecie. È, comunque, pianta esclusiva delle Alpi Apuane ed è molto bella a vedersi.
Merita di essere ammirata e fotografata e, naturalmente, deve essere rispettata.
IL GENERE RHINANTHUS
Famiglia Scrophulariaceae (per alcuni autori famiglia Orobanchaceae).
Rhinanthus L. fu classificato da Linneo nel 1753.
Il nome generico Rhinanthus deriva da due parole greche: ρίς, ρινός (= naso) e άνθος (= fiore) in riferimento alla protuberanza, che somiglia a un naso, che caratterizza il fiore.
Viene usato anche il sinonimo Alectorolophus che deriva dalle due parole greche: άλέκτωρ, -ορος (= gallo) e λόφος (= cresta) a significare quindi cresta di gallo. Sono le foglie opposte, sessili e dentate che somigliano a creste di gallo a giustificare anche il nome comune delle specie di questo genere.
Il genere comprende circa una quarantina di piccole piante erbacee annuali dai fiori gialli con calice a 4 lobi, foglie opposte e racemi terminali. Una ventina di queste specie sono presenti anche in Italia per lo più nelle zone alpine. Se consideriamo anche sottospecie, forme, varietà e cultivar il numero delle entità riconducibili al genere Rhinanthus supera i 200.Vegeta in Europa, nord America e Asia settentrionale.
Le specie di questo genere sono emiparassite, cioè ostacolano lo sviluppo di altre specie vegetali pur senza essere vere e proprie parassite.
Il genere Rhinanthus è considerato il più polimorfico tra le dicotiledoni e questo fatto continua a porre problemi per la corretta classificazione delle specie del genere, tanto più che alcune specie presentano polimorfismo stagionale con ecotipi diversi a seconda del periodo della fioritura.
RHINANTHUS APUANUS
Rhinanthus[1] apuanus Soldano[2]
Classificata da Soldano nel 1982.
Rhinanthus mediterraneus (Sternek) Adamovič subsp. apuanus (Soldano) Bechi & Garbari
Classificato da Bechi e Garbari nel 1996.
Conosciuta anche come: Rhinanthus pumilus subsp. apuanus (Soldano) L. Sáez
Conosciuta volgarmente come: cresta di gallo apuana.
Il nome specifico apuanus è voce medioevale derivante da Apuānī, termine usato da Tito Livio in riferimento alla popolazione ligure abitante la zona delle odierne Alpi Apuane. Il termine, a sua volta, deriva da *Apua, probabile centro localizzato in zona, a sua volta derivante dalla radice prelatina *ap- . Naturalmente il nome si riferisce all’areale di distribuzione della specie o sottospecie in considerazione.
Così riporta il botanico apuano Pietro Pellegrini[3]:
1108. – Rhinanthus minor – Ehrh. [Rhinanthus minor L. p.p.; Rhinanthus mediterraneus (Sternek) Adamovic subsp. Apuanus (Soldano) Bechi & Garbari p.p.]
= Alectorolophus parviflorus – Wallr.
(luoghi in cui è stata osservata:) nei luoghi erbosi lungo il Frigido, sopra la Rocca, a Turano, presso la ferrovia tra Porta e Massa, a Codupino e a Candia, a Nazzano e nei pressi di Avenza, tra Canaparola e Fosdinovo, tra Montignoso e Porta, alla base orientale del M. di Pasta, al Mirteto e in loc. Falce, ai Saracini e a Poggiolo. Ad Aulla, a Tresana, a Moncigoli e a Fivizzano, a Filattiera, a Zeri.
Fiorisce da giugno ad agosto. Pianta annua.
Pellegrini riporta anche Rhinanthus Crista-galli L. (=Rhinanthus alectorophus Bert.) [oggi: Rhinanthus alectorophus (Scop.) Pollich s.l.] conosciuta come cresta di gallo comune.
In zona è presente anche Rhinanthus minor L. conosciuto come cresta di gallo minore.
La nostra specie fa parte del gruppo riferibile al Rhinanthus mediterraneus con tutte le difficoltà classificatorie ad esso legate, quindi potrebbe essere specie distinta come sosteneva Soldano oppure sottospecie come sostengono Bechi & Garbari. Di certo è il fatto che le popolazioni apuane sono ben distinte per caratteri morfologici che riguardano sia la forma che il colore del fiore.
LA PIANTA
Classificazione: Superdivisione: Spermatophyta; Divisione: Magnoliophyta (Angiospermae); Classe: Magnoliopsida; Sottoclasse: Asteridae; Ordine: Scrophulariales; Famiglia Scrophulariaceae; Genere Rhinanthus; Specie: Rhinanthus apuanus.
Forma biologica: Terofita scaposa (simbolo T scap ). Le Terofite sono piante erbacee annauli che superano la stagione avversa sotto forma di seme. Scaposa (simbolo Scap): pianta dotata di asse fiorale eretto e spesso senza foglie.
Descrizione: pianta erbacea con foglie opposte, ovate o lanceolate. I fiori sono raccolti in infiorescenze allungate al termine dei rami. Il fiore è interamente giallo e questo lo differenza da altre specie in cui il “naso” è violaceo. Il frutto è una capsula.
Antesi:.giugno-agosto
Tipo corologico: endemismo delle Alpi Apuane e dell’Appennino lucchese.
Habitat: vegeta su terreni calcarei o acidi senza particolari esigenze. Si trova da 300 metri fino a 1700.
Conservazione: la specie è compresa nella LRT (Lista Rossa Toscana) delle specie vegetali protette come Rhinanthus apuanus Soldano.
Altre foto relative a questa specie, presenti su questo sito possono essere consultate qui
Attenzione: le applicazioni farmaceutiche e gli usi alimentari eventualmente indicati sono a puro scopo informativo. Decliniamo pertanto ogni responsabilità sul loro uso a scopo alimentare, curativo e/o estetico.
note
1 Pur con qualche eccezione se il nome del genere termina con –us esso è da considerarsi maschile per cui richiede analogo genere di specie per cui dire Rhinanthus apuanum è da considerarsi errato.
2 Adriano Soldano (Isola della Gorgona, Livorno 1944 viv) è un importante botanico autore di numerose pubblicazioni, tra cui uno studio monumentale sull’erbario di Ulisse Aldrovandi. Ricordiamo, tra l’altro, l’articolo: Le segnalazioni botaniche nel territorio apuano risalenti al XVI secolo, in Acta Apuana, anno III, 2004, Pacini Editore, Pisa 2005 (disponibile anche on-line).
3 Pietro Pellegrini “Flora della Provincia di Apuania ossia Rassegna delle piante fanerogame indigene, inselvatichite, avventizie esotiche e di quelle largamente coltivate nel territorio di Apuania e delle crittogame vascolari e cellulari, con la indicazione dei luoghi di raccolta”, Stab. Tip. Ditta E. Medici, Massa, 1942. Il testo è stato ristampato in copia anastatica nel maggio 2009 dalla Società Editrice Apuana di Carrara per conto della Fondazione Cassa di Risparmio di Carrara. Pag. 226.