(f.f.) il sentiero unisce due borghi della montagna massese, Forno e le Casette. Qualche tratto è panoramico e sono possibili interessanti deviazioni come la visita al David di Kobra alla Cima di Gioia.
SENTIERO 169
Il sentiero è di competenza del Cai sezione Massa.
Tragitto
Casette (378 m) - Cava Lavagnina - [raccordo per la Cima di Gioia] - Croce di Gioia (787 m) - Colle dei Prunetti (720 m) [raccordo sentiero 38] - Fontana Antica (616 m) - Forno (196 m)
Informazioni sulla zona di partenza
Partenza dalle Casette
Da Massa si segue via Bassa Tambura in direzione Forno, a 4 Km si incontra Canevara e poco dopo una strada si arrampica a sinistra con evidenti indicazioni per Caglieglia e Casette.
Si segue la strada per altri 4 km e si arriva al paese situato su un pendio soleggiato.
Partenza da Forno
Da Massa si segue via Bassa Tambura in direzione Forno, a 4 Km si incontra Canevara, più avanti si trascura una strada che sale a sinistra in direzione Casette. A 6,5 Km un bivio: a
sinistra la strada si dirige a Forno mentre a destra continua per Gronda e Resceto. Dopo un chilometro raggiungiamo Forno che si sviluppa lungo il torrente e la strada. Poco prima
del borgo sulla sinistra, presso una vecchia chiesa, si trova il parcheggio intitolato a Ciro Siciliano.
Descrizione del percorso
Difficoltà: EE. (qualche tratto richiede attenzione). Il sentiero non è difficile a parte qualche tratto che giustifica la classificazione. Alcuni tratti
prima della cava sono in parte franati e poi il ravaneto richiede attenzione per quanto in buona parte scalinato. Seguono alcuni tratti stretti e la Cresta del Tamburone. La discesa
nel bosco ha qualche tratto ripido, ma non presenta difficoltà. Con neve e ghiaccio, ma anche dopo le piogge, le difficoltà aumentano.
Stato del sentiero: è ben segnato e la parte finale, dal Colle dei Prunetti, è stata recuperata ed è agibile anche se in qualche punto servirebbe qualche
indicazione in più, specialmente se si percorre il sentiero partendo da Forno.
Tempi: andata: 4 ore;
ritorno: 4 ore 30'
Il percorso
Sintesi: il sentiero entra nel borgo di Casette che ben presto lascia per entrare nel bosco seguendo una mulattiera usata, in passato, dai cavatori.
Sale poi per l'aspro ravaneto della Lavagnina e percorre la Cresta del Tamburone fino al Colle dei Prunetti. Da qua scende nel bosco, passando presso alcune case, fino alla mulattiera
che porta a Forno nei pressi della chiesa.
Il sentiero inizia da un ampio spiazzo parcheggio, presso una curva, verso sinistra, della strada asfaltata che passa per la parte bassa del borgo e poi prosegue per le cave. Qua
c'è anche la fermata dell'autobus e sono presenti le necessarie indicazioni.
Saliamo la scalinata che ci porta nel borgo dove dobbiamo subito deviare a sinistra seguendo i segni ben evidenti e delle frecce bianche.
A 5' il nostro sentiero prosegue sulla sinistra diretto alla strada asfaltata, invece sulla destra (indicazioni sbiadite di 169 bis su un palo) si va alla parte alta del borgo da
cui la traccia prosegue per innestarsi poi nel sentiero 169 in due punti diversi. [C'è da dire che la zona delle Casette è stata sede, negli ultimi anni, di diverse gare di corsa di
montagna per cui sono stati attrezzati e messi in sicurezza vecchi sentieri oggi fruibili facilmente dagli escursionisti.]
Poi arriviamo a un lavatoio con una sorta di parco giochi. C'è poi una fontana dove conviene rifornirsi di acqua poiché lungo il sentiero non ci sono fonti.
Saliamo ancora tra le case e a 14' siamo sulla strada asfaltata (località il Colletto): il sentiero sale davanti a noi passando per il bosco del Mancarello. In passato esso era una
mulattiera che permetteva di raggiungere le cave della Lavagnina anche con i muli.
All'inizio ci sono scalini di cemento che poi diventano di roccia dopo 5' c'è una deviazione verso destra che trascuriamo e saliamo per ripidi tornanti piuttosto stretti, dietro a
noi ci sono le Casette, Caglieglia e la zona di Antona.
A 32' una freccia rossa molto evidente ci dice di proseguire verso destra, intanto i tornanti si fanno più lunghi e meno ripidi. Da destra si innesta una traccia non segnata (il
sentiero di cui abbiamo parlato sopra).
A 40' arriviamo nei pressi di cisterna per la captazione delle acque, qua la traccia di prima prosegue fino alla cisterna e poi continua come tratto attrezzato per la corsa in
montagna.
Continuiamo sulla sinistra aggirando le pendici del modesto monte Tamburone con bel panorama sulle Casette e Caglieglia.
Poco dopo troviamo sulla destra una scarica di sassi e il sentiero segue per un tratto boscoso, essenzialmente lecci. Nella stagione adatta questo tratto del sentiero è molto ricco
di orchidee.
A 54' cambiamo versante e il panorama cambia: vediamo, verso sinistra, la Brugiana con la sua croce sommitale e ci avviciniamo alla cava della Lavagnina.
Il sentiero adesso sale su roccia marmorea, supera alcuni tornanti sempre su marmo e a 01h 02' c'è un breve tratto da fare con attenzione perché in parte è franato.
A questo segue un tratto breve attrezzato con corda metallica. Subito dopo inizia il ravaneto della Lavagnina che va salito con attenzione, esso è scalinato in buona parte, ma un
breve tratto è su ghiaino insidioso, inoltre con il sole è micidiale.
A 01h 13' lasciamo il ravaneto e seguiamo sulla destra alcuni tornanti che portano a 01h 18' alla casina rossa (ca' di Erà) dove è presente una grossa indicazione del Cai. Questa
era una costruzione usata in passato per alloggiare i motori per l'attività delle cave, ma oggi è ridotta a ricovero di pecore e capre.
Lasciata la costruzione saliamo a sinistra un pendio per tornanti esposti al sole, a 01h 31' passiamo per una pinetina che ci porta a una costruzione in muratura (captazione per
l'acqua) dopo la quale il panorama si apre sulle Apuane dal Grondilice al Sella e sulle Casette e Caglieglia.
Il sentiero prosegue a sinistra per breve tratto cementato e poi sentiero normale e piuttosto stretto (da fare con attenzione) e ci porta alla cresta del Tamburone (o di Venedreta).
Essa è confine tra il bacino del Carrione (Comune di Carrara) e il bacino del Frigido (Comune di Massa). Il percorso è divertente, per lo più su facili rocce, panoramico su
Colonnata, Cima d'Uomo, Monte Maggiore e Sagro da una parte e sulle Casette e poi Forno dall'altra. Dalla parte di Colonnata poi la visuale arriva al mare e al Golfo della
Spezia.
A 01h 43' sulla sinistra c'è una traccia (presso l'innesto è presente un ometto) che porta alla vicina Cima di Gioia. Qua, nel maggio 2017, lo street artist brasiliano Eduardo Kobra
ha dipinto la testa del David di Michelangelo su un vecchio taglio di cava in posizione panoramica sulla costa e sulle Cave di Gioia. La testa del David è alta 10 m e larga 11 ed è
dipinta in bianco nero e strisce e triangoli colorati, con tecnica mista.
Tre minuti dopo da destra sale un'altra traccia, con la parte finale dotata di protezione, che arriva dalle Casette e sistemata per le corse in montagna. Oggi è utilizzabile anche
per accedere al sito del David.
A 01h 48' arriviamo presso una croce bianca (Croce di Gioia 787 m) con a fianco un poteau (strumento usato per far scorrere il filo elicoidale usato per tagliare il marmo e per far
cambiare direzione al filo stesso: è un'asta metallica su cui è inserita una puleggia). Da qua si gode una bella vista su Colonnata e le cave che la sovrastano e sulla Cima d'Omo,
inoltre sul monte Sagro e il monte Maggiore, e poi fino al mare e al golfo della Spezia. Di fronte a noi ben visibile la zona del Vergheto. Continuiamo, volendo è possibile seguire
i segni blu che portano alla modesta vetta del Tamburone (811 m) e poi fanno recuperare il sentiero principale.
Noi seguiamo il sentiero principale che si sviluppa nel versante carrarese, verso sinistra, per poi recuperare la cresta. Poi ci spostiamo nuovamente sulla sinistra, in discesa, su
rocce o fondo erboso e poi iniziano gli alberi. Serve un minimo di attenzione sulle rocce quando sono scivolose.
A 02h 08' siamo nuovamente su tratto aperto che ci porta in pochi minuti a una sella dove in basso, a destra, scorgiamo Forno e a 02h 26' arriviamo al Colle dei Prunetti dove c'è un
bivio. Su un masso sono presenti tutte le necessarie indicazioni. Il sentiero 169 si dirige, a destra, in discesa per Forno, invece sulla sinistra è indicato un sentiero di raccordo
per il 38 (Colonnata - Vinca) diretto al Pianello e da qua al Vergheto.
Prendiamo quindi verso destra ricordando che la traccia è stata risegnata di recente ed è perfettamente percorribile. Saliamo qualche metro e poi entriamo nel bosco che percorriamo
in discesa. Dopo pochi minuti scendiamo un brevissimo canalino e proseguiamo nel castagneto.
A 02h 46' siamo vicino alla strada asfaltata, qua il sentiero prosegue presso un serbatoio di cemento da cui parte un grosso tubo per la raccolta delle acque piovane. Il sentiero
scende molto ripido nel bosco per poi addolcirsi e procedere a tornantini.
A 02h 58' siamo presso una fonte denominata Fontana Antica, poco dopo sulla destra c'è una proprietà recintata e a 03h 10' siamo presso una curva della strada, con abitazione sulla
sinistra e zona recintata a destra. Uno stradello cementato scende a destra. Ci sono le indicazioni del sentiero, ma bisogna fare attenzione, infatti lo stesso scende subito verso
sinistra percorsi pochi metri sullo stradello cementato. Inizialmente è molto ripido poi diventa scalinato sempre nel castagneto.
A 03h 18' siamo a uno spiazzo panoramico con un rudere, il sentiero prosegue verso destra, sempre scalinato tra proprietà. Proseguiamo nel bosco e più avanti troviamo orti e recinti
per gli animali e a 03h 57' siamo sulla mulattiera (sempre sentiero 169) che da Forno porta alla strada per il Vergheto. C'è un rudere e una casa parzialmente recuperata panoramica
sulla Filanda.
Ricordiamo che la Filanda (o Cotonificio) è una struttura industriale risalente alla fine dell'Ottocento che diede lavoro a molte donne e ragazzi e portò un incremento demografico
di Forno. Con la guerra la struttura fu notevolmente danneggiata e abbandonata. Fu in parte restaurata negli anni '80 del secolo scorso e oggi è sede di un Museo di Archeologia
industriale. A fianco della filanda c'è una guglia rocciosa detta Pizzo Acuto o Pizzo del Cotonificio interessante per gli scalatori. Scendiamo adesso verso Forno e ben presto
abbiamo sulla sinistra una rete di contenimento a protezione dalle frane.
A 04h siamo su cementato mentre una traccia protetta da staccionata scende verso sinistra. Sulla destra ci sono le case alte di Forno e scorgiamo in basso il Frigido e la mole delle
Case Operaie (tipiche case a ringhiera) poste dalla parte opposta del Frigido, costruite per le lavoratrici della Filanda.
A 04h 08' siamo alla Piazza Martiri della Libertà dove il sentiero 169 termina. C'è una bella fontana con citazione di Eraclito (Dalla terra nasce l'acqua dall'acqua nasce l'anima).
Non distante si trova la parrocchiale di San Pietro (XIV secolo) con murale dedicato alla predicazione di Cristo.
Aspetti di rilievo del sentiero
Le Casette
Anche Le Casette. È una frazione montana di Massa, situata a 378 metri, raggiungibile dal centro seguendo Via Bassa Tambura in direzione Forno e poi con deviazione dopo
Canevara.
Il borgo si trova su un pendio soleggiato alle falde della Rocchetta, della Cima di Gioia e del Tamburone. La strada per le Casette poi prosegue per le Cave del Piastrone, quelle
della Lavagnina e quelle di Gioia. Probabilmente il borgo è nato come alpeggio di Forno. Nel 1500 il territorio era pascolo e bosco a confine tra le comunità di Forno e del Mirteto,
qua sorsero casolari sparsi da cui il toponimo. Lo sviluppo si ebbe a iniziare dalla seconda metà del 1700 con l'apertura di manifatture per la produzione di cappelli. Poi ci fu
l'apertura di cave, sin dalla fine del XVII secolo, ma molto attive solo nel XIX secolo e questo richiamò maestranze dalla Versilia e dalla Garfagnana.
Nella parte alta del borgo, la più vecchia, si trova la Chiesa intitolata a San Lorenzo (XVIII secolo).
Nel 1943 alle Casette nacque la Divisione Apuana al comando di Dante Isoppi.
Dal 2003 nel paese si tiene la Festa del Ciorchiello prima di Pasqua. Il ciorchiello è una ciambella con uvetta, pinoli, anice buccia di limone che veniva preparata prima della
Domenica delle Palme e portata a benedire in chiesa. I dolci poi erano scambiati tra parenti e amici in segno di pace e solidarietà.
Negli ultimi anni poi si sono tenute, nei monti attorno al paese, diverse gare di corsa in montagna per cui sono stati sistemati vecchi sentieri.
Dalle Casette inizia il sentiero 169, esso passa dalle cave della Lavagnina e arriva a Forno, con possibile deviazione per il Vergheto. Il Sentiero del Bizzarro è diretto anch’esso
a Forno e inizia dalle scuole. Inoltre ci sono altre tracce più o meno segnate, tra cui il sentiero della Novelleta che scende a Forno staccandosi dal 169.
Dalle cave scendevano poi vie di lizza che confluivano a Poggio Piastrone, sulla Via Bassa Tambura, che sono quasi del tutto scomparse.
Cava della Lavagnina
È situata a monte delle Casette di Massa, a cui è unita da una mulattiera, oggi sentiero 169. Esso percorre un ravaneto fino a una costruzione conosciuta oggi come la casina rossa
(ca’ d’Erà). Essa era usata in passato per alloggiare i motori per il taglio del marmo, ma oggi è riparo di pecore e capre. Nel bacino marmifero delle Casette esiste, comunque, una
cava omonima che è attiva.
David di Cima di Gioia
La testa del David, alta 10 m e larga 11, è dipinta su un vecchio taglio di cava in posizione panoramica sulla costa, sulle cave circostanti e sulle Apuane settentrionali e
centrali.
È stata dipinta, dal 15 al 19 maggio 2017, dallo street artist brasiliano Eduardo Kobra (San Paolo 1976) e inaugurata il 23 luglio.
È una rivisitazione della testa del David di Michelangelo in bianco nero e strisce e triangoli colorati, eseguita con tecnica mista.
Sul piazzale di marmo presso il murale, protetto da una staccionata di legno, c'è anche la base di una colonna e due massi, uno con foro per piro.
Il murale si trova su quello che resta della Cima di Gioia, in passato alta 860 m, mentre oggi il piazzale sopra il murale è alto 839 m, quindi la Cima di Gioia è stata abbassata di
almeno 20 metri.
Il sito è a confine tra i comuni di Massa e di Carrara. Il piazzale sopra l'opera è provvisto di staccionata di legno, è dotato di panche di marmo e rustici tavoli sempre di
marmo.
L'autore dell'opera, attivo dal 1987, è conosciuto in tutto il mondo per i suoi murales presenti in molte città come New York e altre metropoli americane. Argomenti dei suoi lavori
sono la lotta contro l'inquinamento, il riscaldamento globale, la deforestazione e la guerra.
Per visitare l'opera si può salire per marmifera dalle Casette oppure dalla strada per Colonnata. Inoltre con il sentiero 169 con breve deviazione dalla Cresta del Tamburone.
Croce di Gioia
È una croce bianca, posta 787 m, lungo la Cresta del Tamburone, percorsa dal sentiero 169. Vicino alla croce c'è un poteau (strumento usato per far scorrere il filo elicoidale,
usato per tagliare il marmo, e per far cambiare direzione al filo stesso: è un'asta metallica su cui è inserita una puleggia). Da qua si gode bella vista su Colonnata e le cave che
la sovrastano, sulla Cima d'Omo, inoltre sul monte Sagro e il monte Maggiore, e poi fino al mare e al golfo della Spezia. Di fronte è ben visibile la zona del Pianello e del
Vergheto. Da qua una traccia blu porta alla vetta del Monte Tamburone (811 m).
Venedreta
Anche Venedretta o Vendreta. Il toponimo significa terra di fiume. Si trova alle pendici nord-est della Cima di Gioia. La zona è percorsa dal Canale del Vento che, nei pressi di
Colonnata, è conosciuto come Canale di Venedreta. La panoramica Cresta del Tamburone è chiamata anche Cresta di Venedreta.
Colle dei Prunetti
Presumibilmente è più corretto dei Pruneti. È situato a quota 720 metri sul sentiero 169 da Casette per Forno. Qua si stacca un sentiero di raccordo per il 38 (Colonnata - Vinca)
che passa per il castagneto del Pianello. Si trova sulla cresta divisoria tra il bacino del Carrione (Carrara) e il bacino del Frigido (Massa) poco distante dal castagneto del
Pianello.
Forno
È una paese a monte del comune di Massa, posto a quota 212 metri. Esso si è sviluppato tra le pendici del Monte Tamburone e il letto del fiume Frigido, per cui è piuttosto allungato
ed è attraversato dalla strada per le cave. Esso è formato da case a molti piani addossate alla roccia, in particolare due casoni, alla sinistra del fiume, erano le case delle
operaie della Filanda. Esso è compreso tra la valle di Colonnata a ovest, quella di Vinca a nord ed è circondato dalle Apuane: dal Grondilice fino alla Tambura e oltre. Anticamente
era denominato Rocca Frigida per le fredde acque del fiume Frigido che qua ha le sue sorgenti, presso la Filanda, e per la presenza di una Rocca, oggi di incerta ubicazione.
Il paese si sviluppò nel XIII secolo per la lavorazione del ferro che continuò fino al XVI secolo. Essa terminò con l’esaurimento del legname che era necessario per alimentare i
forni di fusione del metallo, tra l’altro da questi forni il borgo prese la denominazione attuale. Quindi il paese si riconvertì all’agricoltura e alla pastorizia. In seguito
prosperò la fabbricazione dei cappelli di feltro e, nella prima metà del 1800, furono aperte le prime cave di marmo, ma lo sviluppo demografico del paese si ebbe con l’apertura
della Filanda. Forno è tragicamente noto anche per la rappresaglia nazi-fascista del 13 giugno 1944 che fece 68 vittime e che è ricordata da un monumento all’ingresso del
paese.
Questo paese è importante come punto di partenza per numerose escursioni, da esso partono il sentiero 169 per le Casette, il 161 per Resceto e, salendo di poco, in località Mozziconi, il 37 per il canal Regollo. Da Biforco, nella zona delle cave, partono il 167 per gli
Alberghi, il 168 per canal Fondone e Foce Rasóri e il 36 per Foce della Vettolina e il Passo della Focolaccia. Inoltre, vicino alla Filanda, inizia il nuovo sentiero 154 per le
Guadine. Ci sono poi anche il sentiero del Bizzarro per le Casette e un sentiero non numerato per Pian dei Santi.
Eccidio di Forno
Il 9 giugno 1944 i partigiani della formazione Luigi Mulargia, ritenendo imminente lo sbarco alleato e il ritiro dei tedeschi, occuparono Forno proclamando la "Libera Repubblica di
Forno". Il 13 giugno, festa di San Antonio da Padova, patrono di Forno, reparti tedeschi della 135ª Brigata da Fortezza insieme a italiani della X Mas, tutti di stanza alla Spezia,
occuparono il paese.
Esso fu accerchiato dai vari punti di accesso con collaborazione di guide locali. Particolarmente efferati furono i militari della Repubblica di Salò.
Il borgo fu rastrellato casa per casa e nei combattimenti morirono 8 partigiani tra cui il comandante Marcello Garosi (forse suicida). I maschi, considerati collaboratori dei
partigiani, furono fucilati presso la chiesa di Sant'Anna fuori dal borgo. Tra di loro anche il maresciallo Ciro Siciliano, comandante della locale stazione dei carabinieri, che
aveva cercato di intercedere per la popolazione civile. Altre vittime furono bruciate nella caserma e uccise durante i rastrellamenti. In totale le vittime, compresi i partigiani,
furono 68. Inoltre 51 giovani furono deportati in Germania, dove alcuni perirono. Già allora l'operazione fu vista con preoccupazione dal CLN locale per il rischio concreto di
rappresaglie.
Comunque nel paese di Forno i partigiani vennero accolti anche in seguito, tanto più che tra loro vi erano molti fornesi.
Un monumento di marmo, non distante dal luogo delle fucilazioni, ricorda le vittime dell'eccidio. L'ossario delle vittime si trova nel cimitero locale.
Deviazioni e possibilità di escursioni
Sono possibili diverse escursioni percorrendo in tutto, o in parte, il sentiero 169. Ne indichiamo alcune.
Anello Forno-Casette.
Si parte da Forno, dal Parcheggio Ciro Siciliano e con il Sentiero del Bizzarro si arriva alle casette. Qua si segue interamente il 169 per tornare al punto di partenza,
segue poi un breve tratto su strada. Servono circa cinque ore.
Casette-Foce Luccica-Casa Pisani. Si parte dalle Casette e si segue il 169 fino al Colle dei Prunetti. Poi si segue il raccordo per il 38 e poi quest'ultimo.
Si arriva alle Case del Vergheto e poi a Foce Luccica e a Casa Pisani. Poi si torna indietro seguendo lo stesso itinerario. Servono circa 7 ore. Volendo si può proseguire anche fino
alla Foce di Vinca e oltre.
Casette-David di Cima di Gioia. Dalle Casette si segue il 169 fino alla Cava Lavagnina e 5' prima della Croce di Gioia si trova la breve deviazione per il
murale. Si torna poi indietro con lo stesso itinerario, servono circa 3h 30'.
Itinerari relativi al sentiero CAI 169
Commento
Il sentiero 169 unisce Casette e Forno, nel Comune di Massa. Esso offre qualche panorama interessante sulle Apuane settentrionali, sulla costa e sulle montagne circostanti. È possibile, con breve deviazione visitare il murale del David di Kobra sulla Cima di Gioia. Interessanti sono le escursioni verso la zona del Vergheto. Qualche tratto del sentiero richiede attenzione, ma per il resto non presenta grandi difficoltà. È sconsigliato con neve e ghiaccio e richiede prudenza con fondo scivoloso dopo le piogge.