(f.f.) nuovissimo sentiero che percorre un tracciato molto affascinante ricco di storia. In particolare esso segue la via di lizza del Balzone scavata in parte nella montagna con panorami mozzafiato.
SENTIERO 196
Il sentiero è di competenza del Cai sezione di Carrara che ne cura la manutenzione. È un sentiero di recente attivazione inaugurato nel 2012.
Tragitto
Ponte sul Lucido (440m) – Canalonga – Lizza del Balzone – marmifera per Pianza (1000m) - Innesto sent 183 (1075m).
Informazioni sulla zona di partenza
Da Monzone si prosegue per Vinca per circa 6 km. L’ultimo tratto è incanalato in una valle selvaggia per poi inerpicarsi verso il borgo con 12 ripidi tornanti. Prima dell’inizio di questi tornanti, sulla destra, c’è un ponte sul torrente Lucido (ramo di Vinca) presso il quale inizia il sentiero.
Se volessimo invece percorrerlo in discesa (opzione peraltro sconsigliabile) dobbiamo utilizzare altri sentieri per arrivare al raccordo col sentiero 183.
In questo caso dobbiamo percorrere la strada per Campocecina partendo da Carrara e arrivare al Piazzale
dell’Uccelliera o ad Acquasparta dove termina la strada.
Da qua si utilizza l’estesa rete di sentieri della zona. Per esempio dal Piazzale di Acquasparta il 171 fino a Case Cardeto e poi il 184 per Case Respettolo poco distanti
dall’innesto in questione (richiesta circa 1h 15’). Altrimenti il 182 dal piazzale dell’Uccelliera per il Rifugio Carrara e il 183 per Case Respettolo (richieste circa 1h 45’).
Descrizione del percorso
Il sentiero è stato recuperato utilizzando un percorso usato dai cavatori di Monzone (tratto alto) per recarsi al lavoro e la marmifera della Canalonga con la via di Lizza del Balzone (tratto basso) usate per trasportare a valle il marmo.
Difficoltà: EE (difficile). Le difficoltà sono relative alla via di lizza con tratti degradati e con notevole esposizione. Comunque tratti di corda metallica aiutano dove c’è maggior degrado e maggior ripidità, inoltre dove c’è esposizione la sede della strada è abbastanza ampia. Da evitarsi con ghiaccio e neve.
Stato del sentiero: segnato molto bene con indicazioni molto chiare dove ci sono possibili deviazioni. Alcuni tratti della via di lizza sono piuttosto degradati e coperti da vegetazione, ma la stessa è stata in parte tagliata per permettere la progressione.
Tempi: salita 02h 45’ (sconsigliamo di percorrerlo in discesa).
Il percorso
Sintesi: dal Ponte sul Lucido si entra nella Canalonga seguendo la marmifera. Parte di essa si sviluppa nel bosco per poi uscire nel tratto finale, molto panoramico, che è inciso nel Balzone (due tratti sono attrezzati con corda metallica). Poi si recupera la marmifera per Pianza che si lascia quasi subito per salire verso destra nel bosco e per balze fino a incrociare il sentiero 183.
Attraversiamo il ponte e seguiamo il sentiero ben segnato che conduce alla valle della Canalonga e alla via di Lizza del Balzone.
In questa valle, fino a metà del secolo scorso, era operativa l’impressionante teleferica del Balzone che superando un dislivello di 700 metri portava il marmo dalle cave del
Sagro e del Borla a Monzone, prima
dell’apertura della strada Carrara-Campocecina.
Il primo tratto è uno stradello in salita che ci porta in pochi minuti all’ingresso della valle della Canalonga: a sinistra essa è delimitata dalle pendici del Puntone della Piastra
e a destra dalla Torre di Monzone, mentre in testa alla valle abbiamo il Balzone dove iniziava la
teleferica.
Salendo,il panorama alle nostre spalle si apre sulle propaggini del Pizzo d’Uccello, su cui è
possibile vedere il sentiero 39 per Aiola.
La salita diventa progressivamente più ripida e iniziamo a scorgere, sulla destra in alto, la terrazza panoramica posta di fronte al Balzone (Belvedere o Balzonetto).
Trascuriamo le deviazioni a destra e costeggiamo, mantenendolo sempre a destra, il canale sassoso che percorre la Canalonga, chiamato il Fosso.
A 01h 06’ saliamo a sinistra, per un breve tratto di facili roccette, la via di lizza diventa progressivamente più degradata e a 01h 23’ troviamo giganteschi cavi, ormai
arrugginiti, nell’alveo sassoso del canale.
Percorriamo poi un lungo tratto boscoso, nel quale individuiamo segni della via di lizza, tra cui, a 01h 34’, un masso con fori per i piri di legno e l’incisione lasciata dai cavi
metallici usati per trasportare il marmo a valle.
La ripidità aumenta e il greto del canale rimane sempre più in basso.
A 01h 37’ curviamo verso destra a superare un canale secondario.
A 01h 46’ superiamo un brevissimo tratto in cui la via di lizza è franata, aiutandoci con le mani, poi continuiamo nel bosco tra sfasciumi.
A 1h 54’ siamo fuori dal bosco, nei pressi della parete del Balzone e possiamo vedere bene il tratto della via di lizza intagliato nella parete e la terrazza panoramica posta di
fronte alla stazione di partenza della teleferica, che si trova su un picco alla nostra destra.
Il primo tratto richiede di aiutarsi con le mani perchè la via di lizza è nuovamente franata, ma non c’è esposizione, comunque un cavo metallico aiuta nella progressione.
Questa cavo continua anche nel tratto successivo, molto ripido, addossato alla parte montuosa, poiché a destra è cresciuta della vegetazione, infatti il fondo in questo tratto è
piuttosto sconnesso.
A 02h 05’ finisce la corda metallica e subito dopo c’è un interessantissimo “forte”, cioè un masso di marmo nel quale sono presenti molti fori per piri di legno e incisioni lasciate
dalla corde metalliche.
Ora la via si allarga ad almeno tre metri e la progressione è agevole, nonostante lo strapiombo a destra.
Il panorama è molto affascinante sulla valle della Canalonga e sul Balzonetto di fronte a noi, c’è ancora vegetazione sulla via di lizza, sulla parte verso lo strapiombo, e
diminuisce solo salendo. Nel tratto finale ci sono, sulla parete di sinistra, molti fori per i piri della lizzatura e segni molto evidenti lasciati dalla corde d’acciaio durante la
discesa dei blocchi di marmo.
A 02h 26’ la via curva decisamente verso sinistra per percorrere il tratto finale, molto ripido, con un orrido canale a destra.
Adesso c’è più vegetazione, ma si sale sempre agevolmente e può aiutare un cavo metallico, per quanto piuttosto vecchio e arrugginito che, comunque, poco dopo è sostituito da una
nuova corda metallica.
A 02h 37’ finisce la corda metallica e subito dopo, a circa 940 metri, anche la parte più impegnativa del percorso.
La via prosegue verso sinistra, diretta alla zona di Pianza e alle cave del Sagro e del Monte Borla.
Il percorso si sviluppa tra vegetazione di giovani alberi che sta occupando la sede dell’antica marmifera e a 02h 45’ siamo presso i resti di un ponte, ormai distrutto, e subito
dopo c’è il cartello con l’indicazione che il 196 prosegue a destra, scendendo nell’alveo del canale.
Invece la marmifera prosegue verso la zona delle cave del Sagro e si immette nel sentiero 39.
Noi adesso scendiamo un tratto scalinato che ci porta all’alveo del canale il Fosso e ci portiamo al lato opposto del canale stesso e saliamo, a fiancheggiare, da parte opposta, il
ponte descritto in precedenza, destinato alla zona del Belvedere.
A 02h 05’ siamo a un bivio: il sentiero 196 sale verso sinistra, seguendo un vecchio tracciato usato dagli abitanti di Monzone per andare a lavorare alle cave del Borla e del Sagro.
Invece sulla destra si stacca una traccia che in 10’ porta al panoramico Belvedere sulla Canalonga e sulla marmifera del Balzone (la deviazione è consigliata).
Proseguiamo sul sentiero principale e in pochi minuti siamo presso dei ruderi con una bella vasca marmorea e una lapide con incisa la data 1928.
Il sentiero sale sopra i ruderi e a sinistra in alto ne scorgiamo altri addossati alla roccia e il percorso si fa abbastanza ampio, evidente e ben segnato .anche con i pipistrelli
gialli dei gruppi speleo, essendo la zona che percorriamo ricca di grotte naturali.
Segue una salita più ripida nella faggeta fino a una zona a balze, presso la quale si trova una palina indicatrice, a 02h 25’, in alto sulla sinistra ci sono altri ruderi.
Il sentiero è adesso una ben evidente mulattiera che si sviluppa con saliscendi, avendo sulla destra una bella vista sulla zona del Pizzo d’Uccello e Vinca.
A 02h 45’ il sentiero si innesta nel 183: a destra questo sentiero va a Casa Respettolo che non è molto distante, mentre a sinistra sale verso Foce dei Pozzi e da qua al Rifugio
Carrara (servono circa 01h 30’).
Aspetti di rilievo del sentiero
Canalonga
È un vallone che si diparte verso ovest da quello principale di Vinca ed è percorso da un torrente detto Il Fosso che nasce dalle pendici del Sagro e sbocca nel Lucido di Vinca
all’imbocco del vallone stesso. È delimitato dalle aspre pareti della Torre di Monzone e dagli ultimi contrafforti del Puntone della Piastra mentre il Balzone ne forma la testata. È
percorso nella parte bassa da una marmifera che si trasforma ben presto in un’erta via di lizza intagliata nella parete del Balzone, che serviva per trasportare i marmi verso la
zona di Monzone. Per circa 50 anni, nel secolo scorso, essa fu percorsa dall’imponente teleferica del Balzone.
Il Balzone
Il Balzone (1042 metri nel punto più alto) è un dirupo che scende a strapiombo per oltre 400 metri nella valle della Canalonga e ne costituisce la testata. Esso è un contrafforte
nord del monte Sagro. Dal Balzone partiva una via di lizza che terminava presso un ponte di sul torrente Lucido. Nel punto più alto della Rupe c’era la stazione di partenza della
Teleferica omonima. Ci si arriva facilmente seguendo una marmifera che si stacca dal sentiero 39 oppure seguendo una deviazione del 174 presso le cave del Borla (c’è da dire però
che l’imponente ravaneto formato dalle cave del Borla sta profondamente modificando l’antica rete di sentieri). È ancora presente una grossa costruzione, in buon stato di
conservazione, che era sede dei motori di alimentazione della teleferica e gli scivoli in cemento armato della teleferica stessa. Poco distante ci sono ruderi di abitazioni (le case
dei Monzonari) usate dai cavatori durante il periodo di lavoro per evitare di tornare a casa ogni giorno.
Via di lizza del Balzone
Operativa dal 1887 fu fatta costruire dalla ditta Walton per portare a valle il marmo delle cave del Sagro e del Borla. Essa partiva sotto il Balzone ed era diretta allo
sbocco della valle di Canalonga tra Monzone e Vinca. Il tratto dalle cave è molto tranquillo ed era percorso da trattrici, la vera via di lizza, conosciuta come via di lizza del
Balzone, inizia da quota 940 metri. Oggi è possibile arrivare facilmente all’inizio della via con una deviazione del sentiero 39. Il percorso è di circa 2,5 Km.
(la salita è descritta sopra quella che segue è la descrizione della discesa)
La via di lizza scende a destra, per un orrido canale compreso tra il Balzone e la rupe panoramica, questo tratto è attrezzato con corda metallica. Segue il tratto intagliato
direttamente nel monte, molto esposto, ma piuttosto largo, pulito e con fori per i piri della lizzatura e segni molto evidenti lasciati dalla corde d’acciaio durante la discesa dei
blocchi di marmo. Di particolare rilievo è un bel forte (base di marmo nella quale sono presenti diversi fori per i piri, necessari nelle zone a ripidità elevata). Segue un
tratto con un po’ di vegetazione e un altro in cui la vegetazione è invece molto sviluppata verso il tratto esposto e un tratto in cui la via è franata e occorre aiutarsi con le
mani, ma qua non c’è esposizione. Comunque dal 2011 questo tratto è attrezzato con corda metallica essendo la via di lizza diventata parte del sentiero 196. Poi la via curva a
sinistra entrando nel bosco. Scende per sfasciumi e poi, superato un canale secondario, si porta a destra sempre nel bosco con discesa molto ripida fino a trovarsi nel greto del
canale principale con molte corde giganti di acciaio. Il dislivello diminuisce e il tratto finale è allo scoperto e con una curva decisa a destra si dirige verso il ponte di
putrelle sul Lucido presso l’inizio del tratto a tornanti della strada per Vinca.
Teleferica del Balzone
Dalla rupe del Balzone partiva una via di lizza diretta allo sbocco della valle della Canalonga tra Monzone e Vinca, ma essa era pericolosa e costò la vita a diversi cavatori ed era
insufficiente per il trasporto del marmo a valle. La produzione, infatti, superava le 15000 tonnellate annue. Per questi motivi nel 1907 fu costruita, dalla ditta Walton, una
funicolare aerea a campata unica per il trasporto del marmo proveniente dalle cave del Borla e del Sagro, che portava fino a 6 tonnellate. In seguito con lavori effettuati nel
periodo 1924-1927 fu costruita la vera e propria teleferica che arrivò a trasportare fino a 30 tonnellate e, oltre al marmo, anche autocarri. La stazione di partenza era posta a
1042 metri e quella di arrivo a 414 con un dislivello di 628 metri e una lunghezza complessiva di 1600. Essa usava un sistema “va e vieni” con due linee distinte di trasporto, una
in salita e una in discesa: per esempio mentre scendevano 20 tonnellate ne potevano salire 5. Esistevano poi complessi sistemi di contrappesi e messa in tensione delle corde di 60
mm e lungo la linea c’erano tre supporti-cavalletto a portico. La teleferica fu progressivamente abbandonata con la costruzione della carrozzabile Carrara-Campocecina che
permetteva di portare il marmo a valle più rapidamente e con costi inferiori, anche se nel versante carrarese. La teleferica smise definitivamente l’attività nel 1957 e fu
completamente smantellata. Di essa rimane lo scivolo di cemento armato e una costruzione vicina che forniva la necessaria energia e reperti minori nella valle della Canalonga. In
alcune fotografie si vedono scendere, oltre al marmo, anche i cavatori. È possibile visitare Il museo del Lavoro nella valle del Lucido che si trova nella stazione
ferroviaria di Monzone (Fivizzano) e ammirare le fotografie di Ilario Bessi della teleferica oltre a un modello della stessa.
Terrazza panoramica del Balzone (Belvedere o Balzonetto)
Di fronte al Balzone si trova un parapetto aereo (995 metri) su una rocca a strapiombo che è parte dei contrafforti della Torre di Monzone. Qua arrivavano alcuni cavi della
struttura della teleferica e ci sono i ruderi di alcuni edifici di servizio. A questo luogo si può facilmente pervenire seguendo un sentiero che si diparte dal sentiero 196 poco
dopo aver superato la via di Lizza del Balzone. Da questo piazzale si gode una veduta splendida su tutta la valle sottostante compreso il borgo di Vinca e sul Pizzo d’Uccello.
Deviazioni e possibilità di escursioni
Il sentiero permette di fare diverse escursioni connettendosi ad altri sentieri. Diamo qualche suggerimento (escludiamo decisamente il percorso andata-ritorno):
Itinerari relativi al sentiero CAI 196 presenti sul sito:
Commento
Il sentiero è molto interessante come testimonianza delle antiche tecniche di trasporto del marmo e per la bellezza dei panorami. Consigliamo sia la visita alla stazione
di partenza della teleferica che quella al Belvedere panoramico.
Naturalmente serve come sempre prudenza e si sconsiglia di percorrerlo con neve, ghiaccio e pioggia.