(f.f.) il tulipano montano, spontaneo sulle nostre montagne, è pianta molto bella con il colore giallo intenso dei suoi fiori. Non è facile a vedersi, ma
non è nemmeno raro: è comunque pianta protetta che non deve assolutamente essere disturbata. Uno spettacolo unico sono i pendii del monte Croce ricoperti da giunchiglie tra cui
sbocciano i primi tulipani gialli.
Parlano d’amore
i tuli tuli tuli tulipan[1]
IL GENERE TULIPA
Famiglia Liliaceae
Tulipa L. Classificato da Linneo nel 1753.
Il nome del genere Tulipa deriva dalla latinizzazione del francese obsoleto tulipan (oggi tulipe). A sua volta questo deriva dal turco tülbend (=
turbante) per una certa somiglianza del fiore a questo copricapo, in realtà la pianta fu importata in Turchia dalla vicina Persia e forse il nome deriva dal persiano tholypem.
Il genere comprende circa un centinaio di specie distinte con numerose varietà e innumerevoli cultivar. È un genere molto polimorfico e solo una accurata analisi cromosomica può chiarire la situazione sistematica dei vari gruppi.
Le piante hanno steli rigidi, eretti con foglie lineari o lanceolate che inguainano lo scapo. I fiori sono terminali e solitari con sei tepali e sono molto apprezzati per la bellezza dei loro colori.
Amano terreni sabbiosi, ricchi di humus e ben soleggiati e si propagano facilmente tramite bulbetti secondari.
Il tulipano è molto usato per decorare giardini e come fiore reciso e i numerosi cultivar originano da specie diverse del genere.
Storia europea del tulipano
Questa pianta fu introdotta in Europa, come pianta ornamentale, nel seconda metà del XVI secolo dall’ambasciatore austriaco a Costantinopoli. In Turchia la pianta era molto apprezzata e i coltivatori avevano prodotto numerose varietà, ma già i persiani da centinaia d’anni la coltivavano a fini ornamentali.
A Vienna il tulipano fu molto apprezzato e si diffuse nei giardini di corte e in quelli botanici stimolando la creatività dei coltivatori a creare nuove varietà con colori e dimensioni variabili. La pianta si diffuse in tutta Europa e in particolare nei Pesi Bassi dove trovò condizioni ideali per la sua coltivazione.
All’inizio del XVII secolo i tulipani diventarono oggetto di speculazione e vennero quotati in Borsa[2]. E questo diede origine a quella che è forse la prima bolla speculativa della storia economica tra il 1634 e 1637. Nei Paesi Passi i bulbi raggiunsero prezzi assurdi e alcuni vendettero case e altre proprietà per acquistare futures sull’intenzione di piantare questi fiori e sulla produzione di nuove varietà. Nel 1637 il mercato crollò provocando la rovina sia dei grossi mercanti che di ingenui speculatori della classe media. La follia per i tulipani ovviamente andò scemando, ma non la passione per il fiore e la coltivazione è ancora oggi un’attività redditizia dell’Olanda che è spesso identificata anche con questo fiore.
Una leggenda persiana parla di una fanciulla che andò alla ricerca del suo innamorato, ma, nel deserto, le pietre la ferirono e il sangue insieme alle lacrime della fanciulla furono trasformati nel rosso tulipano.
In Persia il tulipano era il simbolo dell’amore perfetto e ancora oggi questo fiore è scambiato come dichiarazione e come pegno d’amore. Comunque per altre tradizioni culturali esso
simboleggia l’incostanza in amore.
Alcune specie sono spontanee in Italia come: Tulipa oculis-solis (che può essere presente nei campi coltivati a grano) e Tulipa sylvestris.
TULIPA SYLVESTRIS
Tulipa sylvestris L.
Classificata da Linneo nel 1753.
Alcuni botanici considerano le due sottospecie:
Tulipa sylvestris L. subsp australis (Link) Pamp.(= Tulipa australis Link)
Tulipa sylvestris L. subsp sylvestris L (= Tulipa sylvestris L.)
Conosciuto volgarmente come: tulipano montano, tulipano dei campi.
Il nome specifico sylvestris deriva dal latino silvestĕr, -tris (= che vive nei boschi, selvatico) e l’epiteto australis dal latino austrālis (= meridionale) composto da austĕr (= vento del sud, austro) + -alis (suffisso aggettivante).
Permangono incertezze nella classificazione tra i botanici, alcuni le considerano come specie distinte, altri come sottospecie.
Entrambe sono specie presenti in tutta Italia anche se sempre piuttosto rare e a rischio.
Il Tulipa sylvestris è presente dal piano fino agli 800 metri (era abbastanza presente nei terreni coltivati in cui la pratica della dissodazione favoriva il distacco dei bulbilli e la diffusione vegetativa. Le moderne tecniche agricole ostacolano oggi questo tipo di propagazione e rendono meno diffusa la pianta). Ha boccioli reclinati, foglie generalmente 3 inserite in basso, fiori più grandi, tepali ovali-lanceolati e tra loro diversi: quelli esterni rivolti all’indietro con sfumature verdastre o rossastre, gli interni più larghi e a tinta unita.
Il Tulipa australis è specie di montagna che cresce oltre gli 800 metri. Ha boccioli eretti, foglie generalmente 2 inserite più in alto, fiori più piccoli, tepali ellittico-acuminati circa delle stesse dimensioni, gli esterni rosso violacei sul dorso.
Così riporta il botanico apuano Pietro Pellegrini[3], che non conosceva la presenza del Tulipa sylvestris:
1431. – Tulipa Clusiana – D.C.
(luoghi in cui è stata osservato:) a Massa presso la Rinchiostra (Ross.), rari esemplari tra i grani ai Saracini. In Pozzi nel territorio di Carrara (Bolzon).
Volg. Lancetta, tromboncini. Fiorisce in aprile e maggio. Pianta perenne erbacea.
1432. – Tulipa Oculus-solis – St. Am. [Tulipa oculus-solis St. Amans]
(luoghi in cui è stata osservato:) A Moncigoli presso Fivizzano lungo la strada per Soliera.
Volg. Tulipano. Fiorisce da marzo ad aprile. Pianta perenne erbacea.
1433. – Tulipa Oculus-solis – St. Am γ – praecox (Ten.) [Tulipa praecox Ten.]
(luoghi in cui è stata osservato:) il Prof. Bolzon riferisce di averlo raccolto presso la loc. Montia sopra la casa Tenderini a Carrara. Fiorisce in marzo e aprile. Pianta perenne erbacea.
LA PIANTA
Classificazione: Superdivisione: Spermatophyta; Divisione: Magnoliophyta (Angiospermae); Classe: Liliopsida; Sottoclasse: Liliidae; Ordine: Liliales; Famiglia: Liliaceae; Genere: Tulipa; Specie: Tulipa sylvestris subsp australis ovvero Tulipa australis.
Forma biologica: Geofita bulbosa (simbolo: G bulb). Geofita (simbolo G): pianta erbacea perenne che porta le gemme in posizione sotterranea (in bulbi, rizomi, tuberi) e durante la stagione avversa non presenta organi aerei. Bulbosa (simbolo bulb): pianta che presenta un organo sotterraneo di riserva, detto bulbo, dal quale ogni anno nascono fusti, foglie e fiori.
Descrizione: la pianta perenne che raggiunge i 30 cm di altezza con uno scapo flessuoso liscio che porta generalmente 2 foglie allungate e acute. Ogni stelo porta un
unico fiore o raramente due di alcuni cm di diametro, formato da 6 tepali lunghi fino a 7 cm di color giallo intenso, gli esterni con sfumature purpuree all’esterno. Il frutto è una
capsula. Dai bulbi piriformi si formano bulbilli laterali che permettono di riprodurre vegetativamente la pianta.
Antesi: maggio-giugno
Tipo corologico: diffuso nella regione mediterranea. In Italia è presente sulle Alpi, Appennino e Apuane, ma è sempre raro e limitato a poche zone.
Habitat: pendii rocciosi, pascoli e radure oltre gli 800 metri
Conservazione: la specie è classificata, in Toscana e anche in Italia, come VU cioè vulnerabile e quindi deve essere particolarmente rispettata.
Altre foto relative a questa specie, presenti su questo sito possono essere consultate qui
Attenzione: le applicazioni farmaceutiche e gli usi alimentari eventualmente indicati sono a puro scopo informativo. Decliniamo pertanto ogni responsabilità sul loro uso a scopo alimentare, curativo e/o estetico.
note
1 Versi di una canzonetta italiana dal titolo Tulipan del 1938 di Riccardo Morbelli (testo) e Maria Grever (musica), cantata dal Trio Lescano. In questa canzone questo fiore era considerato simbolo di Amore. La canzone era un adattamento di Tu-li-Tulip Time cantata dal gruppo statunitense Andrew Sisters.
2 La prima Borsa è considerata il Palazzo a Bruges della famiglia di origine veneta van der Burse (Della Borsa) in cui già nel XV secolo si contrattavano merci, monete e titoli.
3 Pietro Pellegrini “Flora della Provincia di Apuania ossia Rassegna delle piante fanerogame indigene, inselvatichite, avventizie esotiche e di quelle largamente coltivate nel territorio di Apuania e delle crittogame vascolari e cellulari, con la indicazione dei luoghi di raccolta”, Stab. Tip. Ditta E. Medici, Massa, 1942. Il testo è stato ristampato in copia anastatica nel maggio 2009 dalla Società Editrice Apuana di Carrara per conto della Fondazione Cassa di Risparmio di Carrara. Pag. 187-188.