(f.f.) la tussilagine è una pianta a fioritura precoce nel tardo inverno con il fiore che somiglia a una margherita dal bel colore giallo intenso. È molto diffusa sulle nostre montagne e anche al piano. Non è pianta protetta.
IL GENERE TUSSILAGO
Famiglia Asteraceae
Tussilago L. fu classificato da Linneo nel 1753.
Il nome generico tussilago è voce dotta latina: tussĭlāgo, -ĭnis che denominava questa pianta, a sua volta derivata da tussis, -is (= tosse). Infatti alla pianta erano attribuite proprietà espettoranti.
Il genere comprende pochissime specie e solo la Tussilago farfara è presente in Italia. Esistono inoltre incertezze nella classificazione per cui alcune specie del genere vengono classificate in altri generi delle Asteracee.
Sono piante erbacee perenni comuni nei luoghi umidi e argillosi con rizomi striscianti, scapi eretti rossicci e coperti da scaglie submembranose, le foglie sono picciolate e radicali e i fiori sono infiorescenze gialle.
TUSSILAGO FARFARA
Tussilago farfara L.
Classificata da Linneo nel 1753.
Conosciuta volgarmente come: farfaro, tossilaggine (tussilaggine)
Il nome specifico farfara deriva dal latino farfăra o farfărum o farfĕrum che era un altro modo per denominare questa pianta presso i latini che la usavano come pianta officinale. Esso era di probabile origine etrusca e permane in alcuni dialetti, come in Toscana e in Emilia.
I fiori hanno sapore e odore amarognolo dovuto alla presenza di tussilagina.
Il farfaro è una pianta officinale molto usata per curare la tosse. Inoltre gli vengono riconosciute proprietà
astringenti, emollienti, espettoranti e lenitive. Il decotto è usato contro affezioni della pelle. Le foglie fresche sono usate in insalata.
Così riporta il botanico apuano Pietro Pellegrini[1]:
739. – Tussilago farfara – L.
(luoghi in cui è stata osservata:) Nei luoghi argillosi del letto del Frigido presso la foce, al Ponte Vecchio, alla base delle colline di Codupino e di Candia, lungo il torrente Ricortola, alla Marina di Massa. A Carrara presso Fossola, lungo il Carrione a Pontecimato e nel piano di Avenza. Fra Fosdinovo e Ceserano, a Moncigolii e Soliera, a Fivizzano, a Pain di Molino nella valle del Lucido, ad Aulla presso l’iutificio e a Pallerone, nei colli di Podenzana in loc. Bagno e tra Terrarossa e Tresana, tra il ponte sulla Magra e Mulazzo, a Scorcetoli, presso la stazione ferroviaria di Filattiera, nei dintorni di Pontremoli in più luoghi lungo la Magra e lungo il Verde.
Volg. Farfaro, farfugio, farfaruggine.
Fiorisce da febbraio a marzo. Pianta erbacea perenne.
LA PIANTA
Classificazione: Superdivisione: Spermatophyta; Divisione: Magnoliophyta (Angiospermae); Classe: Magnoliopsida; Sottoclasse: Asteridae; Ordine: Asterales; Famiglia Asteraceae (Compositae); Sottofamiglia Tubuliferae; Genere Tussilago; Specie: Tussilago farfara.
Forma biologica: Geofita rizomatosa (simbolo: G rhiz). Geofita (simbolo G): pianta erbacea perenne che porta le gemme in posizione sotterranea (in bulbi, rizomi, tuberi) e durante la stagione avversa non presenta organi aerei. Rizomatosa (simbolo rhiz.): il fusto è un rizoma che ogni anno emette radici e fusti avventizi aerei.
Descrizione: pianta erbacea perenne alta fino a 30 cm che tende a formare estese colonie. Dal rizoma orizzontale si formano fusticini biancastri non ramificati coperte da foglioline squamiformi verde-arrossato. Ogni fusticino porta all’apice un capolino giallo vivo dal diametro di 2-3 cm. Esso è formato da fiori maschili tubulosi al centro e femminili, ligulati, in periferia. Essi si chiudono di notte, il fusticino inclinato verso terra si raddrizza mentre si allunga per fruttificare. Le foglie basali compaiono dopo che il fiore è appassito, hanno picciolo lungo e lamina ovale larga fino a 7 cm e sono verde-glauco nella pagina superiore e bianco-cotonose in quella inferiore. Il frutto è un achenio con pappo peloso.
Antesi: febbraio – aprile.
Tipo corologico: pianta euro-asiatica e nord-africana, introdotta poi in America del Nord. In Italia è presente in tutto il territorio nazionale.
Habitat: terreno fresco e umido dal piano fino a 2000 metri
Conservazione: la specie non è compresa nella LRT (Lista Rossa Toscana) delle specie vegetali protette.
Altre foto relative a questa specie, presenti su questo sito possono essere consultate qui
Attenzione: le applicazioni farmaceutiche e gli usi alimentari eventualmente indicati sono a puro scopo informativo. Decliniamo pertanto ogni responsabilità sul loro uso a scopo alimentare, curativo e/o estetico.
note
1 Pietro Pellegrini “Flora della Provincia di Apuania ossia Rassegna delle piante fanerogame indigene, inselvatichite, avventizie esotiche e di quelle largamente coltivate nel territorio di Apuania e delle crittogame vascolari e cellulari, con la indicazione dei luoghi di raccolta”, Stab. Tip. Ditta E. Medici, Massa, 1942. Il testo è stato ristampato in copia anastatica nel maggio 2009 dalla Società Editrice Apuana di Carrara per conto della Fondazione Cassa di Risparmio di Carrara. Pag. 154.