(f.f.) il verbasco è pianta comune nella regione apuana dal piano fino alla montagna. È particolarmente bella durante la fioritura che si prolunga per molto tempo.
Si beccano, s'amano, pascono,
in mezzo a quel pieno di cose
e di silenzio, dove il verbasco
fa tra le rose
G.Pascoli[1]
IL GENERE VERBASCUM
Famiglia Scrophulariaceae
Verbascum L. fu classificato da Linneo nel 1753.
Il nome generico Verbascum deriva dal latino verbascum, i (= verbasco) la cui origine è incerta. Alcuni autori trovano un collegamento con barbascum e quindi con barba, ae (= barba) in riferimento alla ricchezza di peli della pianta. Invece il nome greco della pianta era φλόμος riconducibile a una radice preindoeuropea che significa brillare in relazione all'uso della pianta come stoppino delle lucerne.
Verbascum è un genere di piante erbacee biennali o perenni e, raramente, annuali alte fino a 3 metri. A volte si presentano come piccoli arbusti. Sono originarie di Europa e Asia, ma trovano la loro massima diversificazione nella regione mediterranea. Si sono ben naturalizzate in America e Australia.
Queste piante formano inizialmente una densa rosetta di foglie a livello del terreno e poi da essa si alza un alto stelo fiorifero diritto e non ramificato con foglie alterne e sessili. Nelle piante biennali la rosetta si forma il primo anno e lo stelo fiorifero l'anno seguente. Le foglie sono spesso densamente pelose per quanto esistano anche specie glabre. I fiori hanno cinque petali simmetrici spesso gialli con antere arancio, ma possono essere anche di colore arancio, rosso-mattone, porpora, blu e violetto. Essi sono raccolti in spighe dense più o meno ramificate. Il frutto è una capsula contenente numerosi semi.
Queste piante sono apprezzate nei giardini per la loro fioritura prolungata anche nei terreni secchi. Esistono numerosi ibridi e cultivar con fiori di colore particolare.
Alle piante di questo genere sono riconosciute proprietà medicamentose contro malattie respiratorie e in particolare contro l'asma, inoltre foglie e fiori sono usati come antinfiammatorio, diuretico e sedativo.
Tra le piante del genere Verbascum presenti nel nostro paese ricordiamo: Verbascum thapsus (tasso barbasso) alto fino a 85 centimetri con fiori gialli; Verbascum blattaria alto fino a 120 centimetri con fiori gialli e vistosi stami rossi e Verbascum phoeniceum alto 1 metro con fiori viola.
VERBASCUM THAPSUS
Verbascum thapsus L.
Classificata da Linneo nel 1753.
Conosciuta volgarmente come: verbasco, tasso barbasso, barbarasso, candela regia.
Il nome specifico thapsus deriva dal greco ϑάψος (= tapso: pianta non ben identificata che tinge di giallo) presente nella penisola siciliana di Θαψος (oggi Magnisi in provincia di Siracusa). Ricordiamo che esiste un genere Thapsia appartenente alla famiglia delle Umbelliferae ritenuto originario della stessa penisola.
Il Verbascum thapsus è una pianta erbacea biennale alta da 50 fino a 200 centimetri con aspetto piuttosto variabile in particolare nella forma delle foglie. Il primo anno la radice produce una rosetta basale di foglie lunghe fino a 45 centimetri molto tomentose che sopravvive all'inverno e nel secondo anno da essa si alza un fusto eretto, peloso e robusto coperto da foglie ancora molto tomentose e lanceolate.
I fiori gialli presentano cinque petali e cinque stami con antere color arancio e sono raccolti in lunghe spighe che possono occupare buona parte della lunghezza del fusto. I cinque stami sono di due tipi, i tre superiori sono più corti e coperti da lunga peluria bianca o giallastra mentre i due inferiori sono glabri e hanno antere più grandi. I fiori vivono un solo giorno e vengono sostituiti da nuovi fiori. Dopo la fioritura il fusto secca e diventa marrone scuro e resiste all'inverno e anche oltre. Il frutto è una capsula contenente numerosi semi tossici che possono mantenere il loro potere germinativo anche per centinaia di anni.
È di origine euroasiatica e africana, ma è naturalizzata in tutto il mondo e raramente diventa pianta infestante. È in grado di crescere in una grande varietà di habitat grazie alla sua grande variabilità genetica.
A questa pianta sono riconosciute proprietà medicamentose come analgesico, antisettico, diuretico ed espettorante. Viene usata per la sua azione antinfiammatoria e fluidificante sulle secrezioni a livello delle vie respiratorie. Con le foglie si fanno decotti per piaghe e ferite e cataplasmi per curare foruncoli ed emorroidi.
Il verbasco è coltivato come pianta ornamentale e con i suoi fiori le api producono un ottimo miele. I semi, che sono tossici, erano ampiamente usati per prendere pesci. Dai fiori si produceva un colorante giallo usato come tintura per i capelli. Gli steli secchi immersi nel grasso venivano usati come torce.
Attualmente esistono tre sottospecie riconosciute: Verbascum thapsus subsp. thapsus che è quella più diffusa; Verbascum thapsus subsp. crassifolium (detto anche montanum) presente nella regione mediterraneae in Austria fino a 200 metri e Verbascum thapsus subsp. giganteum endemico della Spagna. La sottospecie thapsus è la più diffusa, presenta foglie basali sessili, corolla concava con lobi arrotondati e stami inferiori con peduncolo glabro. La subspecie montanum ha foglie basali peduncolate, corolla spianata con lobi ovati e stami inferiori con peduncolo villoso, in Italia è presente al nord, in Toscana e in Campania, essa è presente anche sulle Alpi Apuane. La subspecie giganteum è presente solo in Spagna, presenta tutti gli stami molto villosi e biancastri
Così riporta il botanico apuano Pietro Pellegrini[2]:
1052. – Verbascum thapsus – L. [Verbascum thapsus L. subsp. thapsus]
(luoghi in cui è stata osservata:) nella valle del Frigido tra Canevara e il Forno presso Massa (Bert.), a Canal Magro ai Sei Ponti, sopra la Serra dietro M. Pepe e nell'alveo del Canale di Montignoso. Tra Aulla e Albiano presso le loc. Isola e Madonna degli Angeli, a Filattiera presso lo scalo ferroviario, tra Gragnola e Monzone.
Volg. Barabasco, guaragnasco, tasso barbasso. Fiorisce da giugno a novembre. Pianta bienne.
Pellegrini cita altre specie dello stesso genere: Verbascum blattaria L.; Verbascum densiflorum Bert.; Verbascum flaccosum Waldst.[Verbascum pulverulentum Vill.]; Verbascum lychnitis L.; Verbascum montanum Schrad. [Verbascum thapsus L. subsp. crassifolium (Lam. et DC.) Murb.]; Verbascum nigrum L. [Verbascum nigrum L. subsp. nigrum]; Verbascum phlomoides L.; Verbascum sinuatum L.; Verbascum thapsiforme Schrad. [Verbascum densiflorum Bert.].
LA PIANTA
Classificazione: Superdivisione: Spermatophyta; Divisione: Magnoliophyta (Angiospermae); Classe: Magnoliopsida; Sottoclasse: Asteridae; Ordine: Scrophulariales; Famiglia: Scrophulariaceae; Genere: Verbascum; Specie: Verbascum thapsus
Forma biologica: Emicriptofita biennale (simbolo: H bienn). Emicriptofita (simbolo H): pianta erbacea biennale o perennante con gemme svernanti a livello del suolo che sono protette dalla lettiera o dalla neve.
Descrizione: pianta erbacea biennale di aspetto variabile. Il primo anno si forma una rosetta basale di foglie grandi, obovate, molli, seghettate e tomentose che sopravvive all'inverno e nel secondo anno dalla rosetta si erge un fusto eretto e alto fino a 2 metri coperto da foglie tomentose oblunghe e lanceolate e acute all'apice. I fiori sono raccolti in spighe, hanno cinque lacinie lanceolate di colore giallo pallido con 5 stami ben evidenti con antere color arancio, i due inferiori sono glabri mentre quelli superiori sono bianchi e vellutati per la presenza di peluria. Il frutto è una capsula contenente numerosi semi.
Antesi: maggio - settembre.
Tipo corologico: euro-caucasica. Presente anche in Africa Settentrionale e in Asia. Naturalizzata in Australia, Nuova Zelanda e Americhe. Presente in tutte le regioni italiane.
Habitat: bordi delle strade, terreni incolti anche aridi e sassosi, dal piano fino a 1700 metri e più raramente fino a 2200.
Conservazione: la specie non è compresa nella LRT (Lista Rossa Toscana) delle specie vegetali protette.
Altre foto relative a questa specie, presenti su questo sito possono essere consultate qui
Attenzione: le applicazioni farmaceutiche e gli usi alimentari eventualmente indicati sono a puro scopo informativo. Decliniamo pertanto ogni responsabilità sul loro uso a scopo alimentare, curativo e/o estetico.
note
1 I versi sono tratti da La figlia maggiore in “I canti di Castelvecchio” (1903) di Giovanni Pascoli (1855-1912) . Il poeta fu docente al Liceo Classico di Massa e aveva casa a Castelvecchio di Barga, dove è sepolto, ai piedi delle nostre montagne. In diverse sue poesie descrisse la bellezza delle Alpi Apuane.
2 Pietro Pellegrini “Flora della Provincia di Apuania ossia Rassegna delle piante fanerogame
indigene, inselvatichite, avventizie esotiche e di quelle largamente coltivate nel territorio di Apuania e delle crittogame vascolari e cellulari, con la indicazione dei luoghi di
raccolta”, Stab. Tip. Ditta E. Medici, Massa, 1942. Il testo è stato ristampato in copia anastatica nel maggio 2009 dalla Società Editrice Apuana di Carrara per conto della
Fondazione Cassa di Risparmio di Carrara. Pag. 215.