(MS-Comano) LAGASTRELLO (1165m)-FOCE BRANCIOLA (1676m)-M.BOCCO (1790)-FOCE BRANCIOLA-CIMA CANUTI (1743m)-M.MALPASSO (1715m)-PASSO SASSEDA (1479m)-LAGO SQUINCIO (1239m)-PASSO LAGASTRELLO (1203m)-LAGASTRELLO
ATTENZIONE!!!
Si raccomanda di informarsi sulla percorribilità e sullo stato dei sentieri contattando gli Enti preposti, prima di intraprendere l'escursione.

Località di partenza:

LAGASTRELLO (1165m)

Località di arrivo:

LAGASTRELLO (1165m)

Dislivello mt.:

770

Tempo totale:

6h 45'

Difficoltà

E

Punti di appoggio:

Passo del Lagastrello

Rifornimento acqua:

No

Tratti ferrata:

No

Sequenza sentieri:

110/00; 00; 703/00; 703/C; strada

Immagini del percorso (34)
Descrizione itinerario
(DATA ESCURSIONE: 02/08/2015)

Superata la zona di Linari, dove nel medioevo sorgeva un importante Hospitale a servizio dei viandanti, la strada segue rettilinea per poco meno di un chilometro fino a una decisa curva a U dove ci fermiamo.
Qua inizia il sentiero 110 (anche 00) diretto alla Foce Branciola. Esso risale la valle del Taverone di Tavernelle, questo ruscello costituisce confine tra Comano e Licciana Nardi e, in passato, tra la Toscana (Licciana) e gli stati estensi (Comano).
Sulla destra c'è spazio per parcheggiare, proprio di fronte a una abitazione, il sentiero inizia dalla parte alta della curva presso un cartello di Pratospilla.
Iniziamo dall'indicazione del sentiero per Foce Branciola da cui entriamo nella faggeta di fronte. I segni sono presenti, ma sono stinti e insufficienti, ma la traccia del sentiero è piuttosto evidente. Dopo qualche albero siamo in una radura erbosa dove la traccia è evidente.
A 7' troviamo una indicazione del sentiero 110, che viene considerato come alternativa allo 00/GEA di crinale che faremo più avanti e porta al Lago Squincio e al Lago Paduli.
Saliamo nel bosco con una certa ripidità e a 11' dobbiamo tenerci sulla sinistra (traccia evidente, ma segni carenti), qualche minuto più avanti sul sentiero cominciamo a trovare ciottoli di arenaria residuo di antiche morene glaciali.
A 28' percorriamo un tratto di falsopiano avendo in basso un ramo del torrente Taverone. Il sentiero prosegue a mezzacosta e a 34' superiamo un canalino roccioso, dopo il quale si scorge a sinistra la vetta del monte Giogo sulla cui vetta si scorgono le strutture della vecchia base Nato, ormai abbandonata.
Dopo un paio di minuti abbandoniamo la traccia per salire versa destra per ripida costa rocciosa, ma poi il sentiero la lascia per spostarsi verso sinistra, superiamo un altro canalino mentre la faggeta si fa sempre più folta.
A 54' superiamo un modesto ruscello che scende dall'alto poi il sentiero prosegue più ripido sviluppandosi per tornanti.
A 01h 17' usciamo dal bosco e ci troviamo davanti la cresta Malpasso-Canuti. Il sentiero è adesso una traccia incisa nel paleo abbastanza evidente. In un paio di minuti il panorama si apre sul monte Giogo dietro il quale si vede la catena delle Alpi Apuane, oggi purtroppo poco visibile per foschia e nubi.
Continuando il panorama si apre sul monte Bocco, verso cui siamo diretti, e sulla cresta Canuti-Malpasso che percorreremo più avanti.
Arriviamo a 01h 43' alla conca da cui inizia la breve ripida salita alla Foce Branciola.
A 01h 50' siamo alla Foce che è un'ampia sella erbosa con due cippi di confine, infatti qua si incontravano tre stati preunitari: Modena (Comano), Parma (Monchio) e Toscana (Licciana).
A destra si sale alla cresta Canuti-Malpasso che faremo tra breve dopo essere saliti al monte Bocco, a sinistra si sale alla vetta del Bocco mentre una traccia a mezzacosta evita di salire al Bocco e proseguire verso Bragalata e Sillara.
Seguiamo verso il Bocco salendo con regolarità mentre dietro il panorama si apre su Canuti-Malpasso, sulla conca di Prato Spilla in cui in inverno si sviluppano le piste da sci (si vede la stazione della seggiovia che, tra l'altro è in funzione a uso degli escursionisti), sul crinale verso il Bragalata e su monte Alto, Casarola, Alpe di Succiso e Nuda verso la zona del Cerreto, peraltro immersa nelle nuvole.
Si vede pure il Lago Paduli, il Giogo e le Apuane. Saliamo e a 02h 16' siamo in vetta al Bocco dove è presente un ometto piuttosto alto costruito con la locale arenaria. Questo è il punto più alto dell'escursione.
La vetta è molto panoramica e scorgiamo in basso il Magra e la piana di Villafranca. Ricordiamo che al monte arriva anche il sentiero 112 da Tavernelle, lungo e faticoso.
Dopo 15' di pausa a 02h 31' torniamo indietro e a 02h 45' siamo nuovamente alla Foce Branciola. Adesso seguiamo il sentiero verso il crinale Canuti-Malpasso. Questo tratto è un saliscendi su terreno erboso e roccioso con alcune vette, alcune delle quali hanno anche un nome.
Il percorso è molto panoramico e va affrontato con la dovuta prudenza per la presenza di tratti su arenaria con un minimo di esposizione.
In pochi minuti siamo alla base della salita che ci porta alla cresta e a 03h 02' siamo alla vetta del monte Pitturina (1738m) poi scendiamo nell'erba e a 03h 15' siamo a una sella da cui risaliamo superando anche un tratto di facili roccette.
A 03h 23' un palo segna una vetta segue una cresta rocciosa in falsopiano e poi risaliamo fino a 03h 34' quando troviamo un'altra vetta che un cartello indica Canuti ovest (1738m).
Scendiamo per paleo a una selletta dove arriviamo a 03h 42' da cui scorgiamo a destra il Giogo e a sinistra il lago Verde dominato dal monte Torricella.
Adesso saliamo alla vetta della Cima Canuti (1743m) dove arriviamo a 03h 55'. Da questa vetta scendiamo e a 04h 03' siamo alla Sella Canuti (1698m).
Qua a sinistra scende il sentiero 703/A diretto al Lago Paro e all'innesto con il sentiero 705 per Prato Spilla. Saliamo nuovamente per versante erboso fino ad arrivare a 04h 08' alla vetta erbosa del monte Malpasso (1715m). In passato il monte era chiamato Paitesi, nome usato anche per la dorsale, invece il Malpasso era la vicina sella luogo di transito di contrabbandieri e viandanti tra la Lunigiana e il parmense infatti il crinale era confine tra la Toscana e gli Stati Estensi e il ducato di Parma. Continuiamo a scendere lievemente per la cresta e più avanti troviamo alcune roccette.
A 04h 32' arriviamo all'inizio di un boschetto di faggi contorti da cui il sentiero scende ripido a sinistra.
Ci fermiamo per alimentarci in posizione panoramica verso il lago Linari e le montagne circostanti.
A 04h 46' riprendiamo il cammino, il sentiero scende ripido nella faggeta, la traccia è evidente, ma i segni sono pochi e stinti.
Qualche tratto si sviluppa su piastroni di arenaria e scendiamo aiutandoci con gli alberi. A 05h 04' il bosco si apre in una radura poi ancora bosco mentre il percorso si addolcisce e a 05h 12' arriviamo a Passo Sasseda o del Belvedere.
Una traccia porta a una modesta vetta (punta Belvedere o Sasseda, alta 1512 metri, panoramica sulla valle dell'Enza), il passo è attraversato dal sentiero 703, esso scende a sinistra per il lago Scuro, il lago Verdarolo e Prato Spilla, mentre a destra scende per il Lago Squincio e Rigoso.
Il sentiero 00 va quindi a coincidere con il 703 fino al lago Squincio. Scendiamo nel bosco per il 703, la discesa e ripida, ma agevole su un tappeto di foglie e i segni sono evidenti. Più avanti il percorso diventa meno ripido e si articola in ampi tornanti.
A 05h 47' il sentiero diventa un ampio stradello in prossimità del lago Squincio. Ancora qualche minuto e lasciamo il sentiero principale per portarci sulla destra al lago che dista una decina di metri. Esso è sovrastato dal Belvedere e dalla prima parte della cresta Malpasso-Canuti.
Una traccia lo costeggia, ma noi percorriamo la parte interna priva di acqua a causa della gran siccità di questo periodo: poca è l'acqua e prosperano gli equiseti nella parte umida.
Questo lago è storico confine tra Emilia e Toscana (e in passato confine di stato tra Parma e Toscana e poi tra Parma e Stati Estensi), è di origine glaciale e fu sbarrato per ricavarne elettricità, oggi è ridotto a un cerchio di circa 200 metri di diametro e sta diventando una torbiera.
Ci fermiamo qualche minuto presso il lago poi proseguiamo e dopo pochi metri siamo a una radura con indicazione dei sentieri: il 703 scende a sinistra per Rigoso. Ancora qualche metro e ci sono altre indicazioni: il sentiero 703C scende a recuperare la strada mentre il sentiero 00 continua a destra costeggiando il bosco per sbucare poi al passo del Lagastrello.
Noi scendiamo con il 703/C nel bosco e percorsi alcuni tornanti a 06h 10' siamo sulla strada presso il cartello stradale di Comano e della Comunità Montana della Lunigiana. Andando a sinistra la strada (e il sentiero) arrivano al ponte panoramico sul lago artificiale Paduli (Lagastrello).
Dopo il ponte iniziano i sentieri 659 e 659/A per il Rifugio Sarzana presso il monte Acuto.
Noi continuiamo la strada a destra in leggera salita costeggiando il lago dall'alto, ogni tanto una traccia scende alle rive del lago.
A 06h 25' superiamo un tratto dove la strada è parzialmente chiusa a causa di un recente smottamento. Dopo 5' siamo presso il bar ristorante
La Baracca continuiamo e a 06h 35' siamo al Passo del Lagastrello a sinistra una strada asfaltata (provinciale 25) porta a Comano e qua sale anche il sentiero 00 per il Passo del Giogo e la Sella del monte Acuto il quale proviene da destra dall'altro lato della strada, oppure, con percorso alternativo, si dirige al sentiero 110.
Scendiamo e in breve chiudiamo l'anello a 06h 45'.
Viste su mappa: Come arrivare e Itinerario
Partendo da Aulla bisogna seguire per circa 700 metri la SS62 per Villafranca e Pontremoli, poi si devia a destra per la SP74 Massese per Licciana Nardi (9 km) e poi si continua arrivando a Tavernelle (15,2 km) e ai ruderi dell'antico Hospitale di Linari (26,4 km).
Si prosegue per circa 1 km, dopo un lungo rettilineo si arriva a una decisa curva (27,3 km) da cui inizia il sentiero 110. Il passo del Lagastrello è poco più avanti (27,9 km)
Note
Questo anello permette di percorrere interamente la cresta Canuti-Malpasso (quella che si vede dalla diga del Lagastrello). Inoltre porta alla vetta del monte Bocco.
Se le condizioni meteo lo permettono si godono panorami molto interessanti sulle Apuane e sulla catena Appenninica.
Il percorso non è difficile, ma alcuni tratti della cresta richiedono attenzione poiché si sviluppano su roccette a differenza dei soliti sentieri appenninici erbosi.
Traccia GPS