ESCURSIONE DEL 26/07/2009 - REV. IN DATA 19/07/2020 [IXLK]https://www.facebook.com/Escursioni.Apuane/photos/a.1985769234777600/1993022037385653/?type=3&theater[FXLK][TYLK]
[ILK]MonteFreddone.html[FLK]Qui[TLK]un approfondimento sul Monte Freddone.
L'escursione inizia dal Passo di Croce, ripiano erboso che, dai Torrioni del Corchia, cala verso il Passo dei Fordazzani. Qua si gode di uno splendido panorama sulle Apuane settentrionali: Sagro, Tambura e Sella e sulle più vicine Apuane Centrali: Altissimo, Monte dei Ronchi, Macina, Fiocca, Sumbra, e Freddone. Inoltre la visuale comprende tutta la costa dalla Spezia fino alla Versilia e alle isole dell'arcipelago.
Qua c'è una marginetta con lapide dedicata a Fortunato Cocci, morto nel 1984, e altre lapidi. Questa marginetta fu fatta costruire come voto da un pastore qualche secolo fa. Dalla maestaina, come localmente la chiamano, c'è una bella vista sul crinale del Monte Alto con dietro le Apuane Meridionali.
A livello della marginetta, alla fine della strada asfaltata, una palina indica il sentiero 10/141 per il Passo dei Fordazzani (dove i due sentieri si separano: il 141 va alle Cervaiole e il 10 a Ponte dei Merletti con deviazione per Campanìce). Qua troviamo una sorpresa antipatica in vigore da quest'anno: per sostare nel tratto a monte (fino al bivio con il sentiero 129) è necessario sborsare 3 euro (da metà giugno a fine ottobre). Rimandiamo alla delibera del Comune di Stazzema (disponibile in rete) che parla comunque di una tariffa di 5 euro e che a noi non pare convincente nelle motivazioni. Qua iniziamo a prendere i tempi.
Salendo, sulla sinistra, si trova subito un monumento in marmo del 2000 dedicato agli ideatori della strada per Fociomboli, denominata Versiliana Carducci. Questi erano due frati professori di Terrinca: Cesare Coppedè (1880-1964), a lungo direttore dell'Osservatorio Ximeniano di Firenze, e Gustavo Cocci (morto 1977). Il primo si interessò del tratto fino al Passo, il secondo di quello successivo per Fociomboli. Questa strada doveva consentire agli abitanti di Terrinca di lavorare nelle cave del Retrocorchia o di svolgere l’attività silvo-pastorale negli alpeggi di Puntato, Campanice e Pian di Lago.
Oggi la strada, lunga circa 1600 m, consente ai turisti di godere un panorama incomparabile. Il tratto dal Passo per Fociomboli è in parte asfaltato e in parte sterrato e permette il transito delle automobili. La strada può essere considerata prolungamento del sentiero 11 anche se il Cai di Lucca ha cominciato a segnare il sentiero solo da Fociomboli. In questa zona sono ben visibili il Monte Freddone e il Paglino verso i quali siamo diretti. Dopo il monumento c'è possibilità di parcheggiare l'auto (oggi a pagamento, come già detto).
La strada si biforca subito, dopo 1' dal monumento: a destra sale per la Cava dei Tavolini con una sbarra che impedisce il transito alle auto. C'è anche una traccia di sentiero (con segni rossi) che sale a destra della sbarra e va a recuperare la marmifera più in alto.
Questa marmifera permette di portarsi all'innesto del sentiero per il Pirosetto, poi prosegue per la Cava dei Tavolini superando tre gallerie in ambiente molto panoramico. Ricordiamo che, dal 2016, la terza galleria ha un cancello che, se chiuso, impedisce il transito agli escursionisti. Pare che comunque nei giorni festivi sia sempre aperto per gli escursionisti.
Noi prendiamo sulla sinistra in basso diretti a Fociomboli. Il percorso corrisponde, come già detto, a una strada marmifera diretta al Retrocorchia e la percorreremo fino a Fociomboli. Il panorama sulle Apuane è splendido finché la vegetazione lo permette. Sulla destra ci sono le pareti del Corchia (versante ovest), frequentate dagli arrampicatori, che costeggeremo fino a Fociomboli. Dopo una iniziale discesina si prende a salire.
A 9', sulla sinistra, in posizione panoramica, si trova la marginetta della famiglia Cocci, risalente al 1724. Essa fu distrutta durante la guerra e ricostruita nel 1980, è intitolata a San Rocco e dentro c'è una lapide della famiglia. Più avanti si vedono bene i Torrioni del Passo di Croce, anch'essi amati dagli arrampicatori e che fanno parte del complesso del Monte Corchia.
A 17' la marmifera diventa uno sterrato. Il percorso è per buona parte all’ombra. Lungo il percorso, nella giusta stagione, ci sono belle fioriture: viole, valeriana e arabetta che forma estese macchie colorate di bianco. Adesso ci sono molti esemplari di Heracleum spondhylium (spondilio o panace), un'ombrellifera di grosse dimensioni.
Saliamo e a 26', presso una curva, incrociamo da sinistra il sentiero 129 proveniente da Ponte dei Merletti e da Campanice. Segue un tratto più ripido per sfasciumi interdetto al transito delle auto lungo il quale prospera, nella giusta stagione, la Gentianopsis ciliata con i suoi bei fiori blu-violetto. In questa stagione ci sono molti esemplari di Aquilegia Bertolonii, endemismo protetto, tra gli sfasciumi di marmo sulla destra.
A 35' arriviamo a Fociomboli, questo è un valico tra la quota 1461 del Corchia (3 pilastri separati da due canalini rocciosi) e il Freddone, in testata del Canale delle Fredde. Qua scende il sentiero 11 per il Puntato e Col di Favilla che passa dal Padule di Fociomboli ricco di belle e rare fioriture, come l’Eriophorum latifolium (erioforo, pennacchio), caratterizzato dall’infiorescenza bianco-cotonosa e molto spettacolare, esso fiorisce a giugno-luglio.
Il sentiero 129 prosegue verso a destra seguendo per un po' la marmifera e poi entra nel bosco diretto a Mosceta. Proprio sulla sinistra della palina dei sentieri di Fociomboli una evidente traccia sale al crinale che porta alla vetta del Monte Paglino. Ricordiamo che localmente il termine Paglino era usato per indicare il Freddone e adesso denomina questa vetta a sud del Freddone stesso, a metà strada tra il Freddone e Fociomboli (anche se nelle cartine il nome non è ancora stabilizzato). Dopo esser saliti sul Freddone saliremo anche sul Paglino tagliando sulla via del ritorno, come diremo più avanti.
Adesso scendiamo per il sentiero 11 e ben presto siamo a una marginetta sulla sinistra con immagine sacra e lapide commemorativa. A destra della stessa sale la traccia per la vetta del Freddone, essa presenta segni blu che non si vedono bene con l'erba alta. Comunque la traccia è abbastanza evidente: sale qualche metro poi si dirige a destra tra il paleo mantenendosi inizialmente piuttosto bassa. Sulla destra vediamo la Pania della Croce col Pizzo delle Saette ed in basso il Padule di Fociomboli, dietro il monte Corchia. A sinistra c'è il crinale che sale al Paglino.
A 45' iniziamo a percorrere un lungo tratto tra felci, facendo attenzione a mantenerci sulla traccia, in ogni modo il riferimento è un traliccio dell'elettricità che tra poco andremo a costeggiare. Dopo dieci minuti siamo tra alberi e abbiamo il traliccio a circa 10 m sotto sulla destra. Proseguiamo e a 57' siamo in uno spiazzo panoramico sul Pizzo delle Saette, sul Padule e sulla zona del Puntato. Poco dopo c'è un altro punto panoramico da cui entriamo nel bosco. Proseguiamo in discesa e a 01h 03' affrontiamo una breve ripida salita, inizialmente su facili rocce.
Alla fine della salita prendiamo a sinistra (evitare tracce che portano in basso a destra). Adesso il sentiero sale più ripido, sempre nel bosco dove prospera la bella Cephalanthera rubra, un'orchidea con bei fiori rossi. A 01h 16' scorgiamo sulla sinistra in alto, una sorta di dolmen naturale, in genere popolato da capre che aggiriamo a mezza costa sulla destra.
A 01h 17' siamo alla base di una propaggine del Freddone, qua la traccia prosegue verso destra su paleo con segni sugli alberi. Passiamo anche su qualche roccetta con la dovuta attenzione e in 6' siamo alla base di un tratto di ripida salita su roccia non difficile.
A 01h 29' finiamo la salita arrivando a un punto panoramico anche su Isola Santa, il suo lago e Capanne di Careggine. Segue un tratto aperto con qualche roccia e dopo 5' entriamo il bosco sulla sinistra. Dopo un paio di minuti i segni ci fanno salire verso sinistra. Iniziamo così la ripida salita che ci porterà alla vetta. Il primo tratto a zigzag è nel bosco, ma dopo 5' siamo all'aperto e ci dirigiamo verso un albero solitario che abbiamo di fronte. Poi proseguiamo su roccia, sfasciumi e paleo per tratto evidente e ben segnato. Poi ci spostiamo un po' verso sinistra per ammirare un altro pseudo dolmen che si erge da un bastione roccioso, che comunque è possibile ammirare anche più in alto presso la vetta del Freddone. Ad esso perviene una evidente traccia.
Poi recuperiamo la traccia segnata e a 02h 02' siamo in vetta al Freddone dove si trova una croce metallica. Il luogo è estremamente panoramico specialmente sul Sumbra e sul Fiocca, ma la vista si allarga alle Apuane settentrionali e centrali. Di fronte abbiamo l'antecima nord del monte facilmente raggiungile con tracce di sentiero.
Dopo una decina di minuti torniamo indietro a 02h 12'. Scendiamo per il sentiero percorso in salita, a 02h 33' siamo alla fine della ripida discesa, fatta in salita. Dopo 5' c'è la ripida discesina per il canale che porta nel tratto erboso e richiede altri 5'. A 02h 49' siamo nel bosco e a 03h siamo all'inizio dell'altro tratto di discesa ripida. Proseguiamo fino al tratto di felci.
A 03h 22' usciamo dal tratto di felci e lasciamo la traccia per salire a destra in direzione del traliccio dell'elettricità (che è quello più alto rispetto a quello che abbiamo costeggiato per salire al Freddone). Lo raggiungiamo a 03h 29'. [Chi non volesse salire al Paglino può proseguire verso Fociomboli e Passo di Croce dove arriverà in circa 40'.]
Siamo su un crinale panoramico, a destra, sulla Pania della Croce e il Pizzo delle Saette, sull'Appennino e, in basso sul Padule di Fociomboli. Invece a sinistra abbiamo il Picco di Falcovaia, mangiato dalle cave, il Monte dei Ronchi, l'Altissimo, la cresta del Macina, Fiocca e Sella e dietro il Sagro e il mare. Dietro di noi, infine, abbiamo il Corchia con i tre pilastri di quota 1461.
Saliamo seguendo la traccia e a 03h 33' siamo alla base del primo tratto di salita più ripida. Intravediamo a destra la chiesa di Col di Favilla mentre a sinistra si vede la chiesetta di Campanice. Dopo 5' affrontiamo un tratto di salita più ripida e subito abbiamo di fronte una roccia che possiamo facilmente aggirare sulla sinistra o scavalcare. Saliamo tra rocce e paleo seguendo la traccia e alcuni sassi posti verticalmente a indicare il percorso migliore. Importante è salire verso sinistra e non spostarsi a destra.
A 03h 47' siamo nella parte alta pianeggiante ed entriamo nel bosco mantenendoci paralleli al crinale a sinistra che porta all'antecima e poi alla cima del Paglino (non evidente), ma vicinissima. Importante è non spostarsi a destra in discesa nel bosco. Ben presto abbiamo la vetta a sinistra e la aggiriamo scendendo un poco tra alberi, senza una traccia precisa, andando verso sinistra. E a 03h 54' siamo al Dolmen.
[È possibile anche seguire il crinale alto, costeggiare l'antecima e pervenire alla vetta. Poi si scende seguendo il crinale mantenendosi sulla destra per sicurezza, in breve si scorge il sito del Dolmen, anche se adesso la vegetazione un po' lo nasconde.]
Il Dolmen si trova a 1361 m di quota sul crinale che scende dalla vetta del Paglino. È alto 1.50 metri (più alto nel lato verso l'Altissimo), la pietra verticale è lunga 3.30 m ed è 1.85 nel punto più largo ed è spessa 40 cm. La pietra verticale è disposta in direzione N-S e la perpendicolare alla direzione è allineata con la vetta del Monte Altissimo (questo è stato da noi verificato).
Rimandiamo a un articolo del prof. Enrico Calzolari (1938-2020), liberamente disponibile in rete per ulteriori informazioni. [Calzolari sosteneva che la presenza di minerali nella zona del Freddone portò le popolazioni del tempo a osservare i fenomeni equinoziali in zona. Per cui fu costruita questa struttura fatta in modo che negli equinozi il tramonto avvenisse presso la vetta dell'Altissimo e i raggi solari penetrassero nella camera del monumento. Inoltre sosteneva che lo stesso avesse la forma del Tau, simbolo religioso di vita e resurrezione. Quindi il Dolmen del Paglino sarebbe una struttura di osservazione astronomica con forte valenza religiosa. Ricordiamo che il termine "dolmen" è riferito a monumenti neolitici consistenti in pietre verticali sormontate da una orizzontale. Essi erano, in origine, monumenti funebri costruiti tra i 5000 e 2000 anni prima di Cristo che col tempo assunsero una valenza religiosa.]
La costruzione è affascinante posta in posizione panoramica, ma impervia e poco frequentata. Esso fu riscoperto casualmente solo pochi anni fa ed è sicuramente opera umana carica di profondi valori simbolici e religiosi. Invitiamo gli escursionisti a rispettare il sito lasciandolo come lo hanno trovato. Noi stiamo un po' a fotografare e ci spostiamo anche sul lato verso ovest passando sulla destra del monumento.
A 04h 04' torniamo indietro. Saliamo seguendo il ripido crinale evitando di sporgerci verso destra ed aiutandoci con le rocce, e in 3 minuti siamo in vetta al Monte Paglino. Da qua scendiamo alla traccia che si trova a sinistra e che avevamo seguito pocanzi. Seguiamo il percorso dell'andata e a 04h 29' siamo al traliccio. Scendiamo sul crinale seguendo la traccia, passiamo tra betulle e in 5' siamo a Fociomboli dove sostiamo fino a 04h 48'. Riprendiamo il cammino e a 05h 28' siamo nuovamente al Passo di Croce dove concludiamo l'escursione.
Da Seravezza si prosegue sulla strada provinciale per Castelnuovo Garfagnana (strada del Cipollaio), si lascia sulla destra il bivio per Ponte Stazzemese, si superano le deviazioni per Retignano e per Levigliani sulla destra e per Terrinca sulla sinistra (13,5 km da Seravezza).
Dopo un altro km, sulla destra, si stacca un’ampia strada per il passo che con 5 km di ampi tornanti porta al passo di Croce.
Questo itinerario permette di salire sia al Freddone che al Paglino e di ammirare il Dolmen del Paglino. Volendo è possibile salire al solo Freddone. L'itinerario non è difficile e il dislivello è limitato. Il sentiero blu per il Freddone si sviluppa all'inizio per versante erboso e ricco di vegetazione. Qualche tratto richiede un minimo di attenzione su rocce. Il panorama dalla vetta del Freddone è notevole come notevole è poi il Dolmen del Paglino. Con neve e ghiaccio le difficoltà aumentano.
Un appunto da fare è che con la sistemazione della strada sterrata per Fociomboli il primo tratto del sentiero 11 è ormai frequentatissimo, almeno nella buona stagione, da automobili che vanno a parcheggiare a Fociomboli, unicamente perchè non è possibile continuare fino alla Foce di Mosceta.
Da rilevare, inoltre, la spettacolarità del panorama da Passo di Croce.
La traccia GPS si riferisce alla sola parte Passo di croce- Passo di Fociomboli- Monte Freddone.
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