DATA ESCURSIONE: 22/08/2010 [IXLK]https://www.facebook.com/Escursioni.Apuane/photos/a.1985769234777600/1992969090724281/?type=3&theater[FXLK][TYLK]
[ILK]Sentiero161.html[FLK]Qui[TLK]un approfondimento sul sentiero 161.
Lasciamo l’auto allo spiazzo in fondo al paese dove a sinistra abbiamo la deviazione per la zona Pianello-Vergheto, mentre di fronte la strada (che faremo a piedi al ritorno) continua per Biforco.
Il sentiero 161, recentemente segnato, parte pochi metri più in basso.
Dobbiamo superare una sbarra perchè sono in corso lavori di sistemazione della zona.
Dopo un breve tratto in discesa in 5’ arriviamo al greto del Canal Secco (punto più basso dell’escursione con 251m) che attraversiamo, come dice il nome esso è praticamente sempre senza acqua.
Ora iniziamo a salire per la valle di Celia seguendo i resti di una via di lizza che serviva le varie cave aperte in zona.
Inizialmente il fondo è formato da sassi piuttosto grandi poi il sentiero si restringe (10’) e diventa ben percorribile.
Costeggiamo un ravaneto, mentre la vegetazione aumenta e dietro a noi c’è il gruppo del Sagro.
A 35’ c’è un bivio, prendiamo a destra seguendo i ben evidenti segni, superiamo una vecchia tubatura di cemento e a 40’ siamo al bivio per Celia Caldìa.
Curviamo a sinistra per una breve visita a questo gruppo di case poste in posizione molto soleggiata, molto interessanti i terrazzamenti per viti, ulivi e ortaggi.
Ancora oggi qualcuno frequenta questo piccolo borgo anche se molte case sono ormai in malora.
A 01h 01’ siamo nuovamente sul sentiero che, adesso, è nuovamente una chiara via di lizza che continua tra terrazzamenti ormai invasi dalla vegetazione.
A 01h 07’ troviamo nel bosco alcune cariche di marmo pronte per essere trasportate a valle: qua si trovava anticamente un poggio caricatore.
Poco avanti il sentiero sale per zona terrazzata con un bivio per una casa di Celia Freddìa (ca 530m) sulla destra.
Salendo il bosco diventa castagneto ed è un po’ degradato, a 01h 20’ troviamo anche una minuscola fonte indicata e ben visibile, ma praticamente a secco.
Poco dopo usciamo all’aperto e costeggiamo a mezza costa il monte (01h 23’) con qualche tratto un po’ esposto e da fare con attenzione per circa 5’.
Poi la progressione diventa più semplice e a 01h 47’ siamo a un bel punto panoramico sul monte Sagro e su Forno e dopo meno di 10’ il panorama si apre fino al monte Cavallo.
Siamo praticamente alla base della cresta est della Cima della Croce (monte della Mandriola) a circa 610m e sulla destra c’è un riparo in pietre.
Ora il sentiero scende leggermente, supera un assaggio di cava e a 02h 03’ saliamo alla via di cava.
Lasciamo a sinistra un’altra via che scende a una sella (601m) con tentativo di cava cui arrivava una marmifera da Canal Cerignano.
Saliamo con panorama sulle cave di Biforco e poi sulle Apuane fino al Cavallo.
A 02h 10’ siamo presso un cava abbandonata, qua il sentiero sale fino a una costa alberata poi entra nel bosco mantenendosi a mezza costa e dopo scende (02h 27’) offrendo anche un bel panorama sulle case Carpano.
A 02h 33’ lasciamo il 161, che continua a destra, e scendiamo sulla via di cava che è il sentiero 36 anch’esso segnato molto bene.
La via di cava sale ripida e, a 02h 30’, c’è sulla destra una fonte di acqua freschissima.
Noi seguiamo adesso la marmifera in salita, molto panoramica sul Grondilice e poi sulle Apuane, dal Sagro fino alla Tambura e al Sella.
Inoltre godiamo di interessanti scorci della valle di Canal Cerignano e sulla zona di case Carpano.
Superiamo un tratto sul quale il fondo è di marmo con a sinistra una barriera di blocchi che funziona da guard-rail.
A 02h 48’ inizia una cava abbandonata dalla quale si diparte, verso sinistra, un’altra marmifera più dirupata, ben segnata e facile a percorrersi, che porta ad altri tentativi di cava superiori.
A 03h 03’ un breve tratto in salita richiede l’ausilio di una corda per progredire più facilmente. Continuiamo a salire fino a lasciare la marmifera per un piccolo sentiero a 03h 09’.
In parte il sentiero ora si sviluppa in un boschetto dove sono presenti muretti a secco che sostengono vecchi piazzali con blocchi di marmo.
Poco dopo il sentiero scende con un breve tratto addossato alla montagna da fare con attenzione perchè c’è una certa esposizione e, a 03h 26’, mentre i segni mandano decisamente in alto, tracce di sentiero non segnato si dirigono a sinistra.
Noi continuiamo la traccia segnata tra il paleo, oggi molto rigoglioso, proprio sotto la Foce della Vettolina che ci porta a 03h 45’ a un bivio: a sinistra il sentiero 36 attraverso una serie di ruderi (case della Vettolina) va a innestarsi sulla Lizza Silvia (sentiero 166bis rinominato 166A), invece noi giriamo sulla destra e in 3’ siamo alla Foce della Vettolina.
Qua sostiamo un ventina di minuti e poi scendiamo per la stessa strada a 04h 08’ .
A 04h 23’ riprendiamo la salita della zona esposta e in 10’ siamo all’inizio della zona di cava che attraversiamo e scendiamo fino alla fonte dove arriviamo a 05h 00’.
Adesso continuiamo per il sentiero 36 che coincide con la via di cava che si sviluppa con diversi tornanti.
Il primo tratto è molto ripido e degradato.
A 05h 15’ troviamo il cartello della cava Bore-Puntello e la strada inizia a essere meno degradata e più avanti diventa progressivamente anche meno ripida.
A 05h 31’ troviamo la sbarra della cava e in 2’ siamo sulla marmifera che costeggia Canal Cerignano (circa 482m) che ci rimane a sinistra.
La discesa è ancora abbastanza ripida, ma non a tornanti ed è esposta al sole.
A 05h 43’ sulla destra c’è la deviazione per la cava romana e a 05h 53’ siamo a Biforco, importante nodo di sentieri.
Adesso proseguiamo in discesa per la strada asfaltata costeggiando il Canal Secco che si forma dal Canal Fondone e dal Canal Cerignano.
Lungo il percorso ci sono alcuni vecchi edifici legati all’attività estrattiva, arriviamo all’auto a 06h 15’.
Da Massa si segue via Bassa Tambura in direzione Forno, a 4 Km si incontra Canevara, a 6,5 Km un bivio: a sinistra la strada si dirige a Forno mentre a destra continua per Gronda e Resceto.
Dopo un chilometro raggiungiamo Forno che si sviluppa lungo il torrente e la strada.
Superiamo il Pizzo del Cotonificio che si trova di fronte alla ex-Filanda che oggi ospita un Centro di Accoglienza del Parco delle Apuane.
Proseguiamo fino al bivio dove parcheggiamo: a sinistra un ramo della strada sale al Vergheto mentre di fronte la strada si dirige a Biforco.
Questo è un itinerario esplorativo poco frequentato e di recente sistemato.
Offre alcuni interessanti spunti: le case di Celia Caldìa poste in splendida posizione, ma ormai in abbandono quasi completo, testimoniano della durezza della vita del passato.
Innumerevoli poi le testimonianze dell’escavazione del marmo con cave abbandonate e altre in attività, vie di lizza e marmifere che hanno completamente sconvolto questa zona apuana.
Interessanti poi sono i panorami sulle montagne apuane dal monte Sagro fino al monte Cavallo.
Il sentiero è classificato come EE per la presenza di tre brevi tratti un po’ esposti, quindi si consiglia solo a persone esperte e deve essere percorso senza neve e ghiaccio, inoltre è sconsigliato anche con il caldo estivo perchè il tratto delle marmifere è veramente micidiale e senza alcun riparo.
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