DATA ESCURSIONE: 25/03/2012 [IXLK]https://www.facebook.com/Escursioni.Apuane/photos/a.1985769234777600/1992969117390945/?type=3&theater[FXLK][TYLK]
29/06/2020
ATTENZIONE : Il sentiero 168 è stato chiuso dal CAI di Massa per impraticabilità, quindi se ne sconsiglia caldamente la percorrenza
Superato Forno, e trascurata la deviazione a sinistra, in salita, per la zona del Vergheto, la strada prosegue costeggiando il Canal Secco, tra edifici che testimoniano un’intensa attività estrattiva ormai passata.
Poco prima che la strada finisca ci fermiamo presso uno spiazzo protetto da un muro di cemento con indicazioni dei sentieri 36, 167 e 168.
Superiamo la sbarra posta recentemente a chiudere la zona delle cave e in 5’ troviamo la biforcazione che dà il nome alla zona (Biforco).
A destra sale il canal Cerignano con a fianco la marmifera, che costituisce il sentiero 36 per le Vettoline e il Passo della Focolaccia, mentre a sinistra c’è il Canal Fondone.
I due canali, in realtà sassosi e secchi, si fondono nel canal Secco tributario del Frigido.
Prendiamo a sinistra la marmifera, subito molto ripida, dalla quale, più in alto, hanno origine i sentieri 167 e 168.
La zona è ampiamente sfruttata per l’estrazione del marmo, con numerose cave attive e in espansione che stanno velocemente mutando la conformazione della zona.
A 14’ vediamo sulla destra un vecchio edificio di cava e a 19’ siamo presso la cosiddetta Cava Romana, posta a circa 500 metri.
La vecchia Cava Romana è abbandonata, ma fino a qualche anno fa era possibile entrare, mediante un cunicolo nel marmo, e visitarla: salendo un poco il sentiero 167 essa si presenta come un’enorme voragine.
Questo cunicolo è stato ostruito forse per impedire che incauti escursionisti si avventurino per la cava stessa.
Il nome, rimasto alla nuova cava che sta coltivando intensamente la zona, a monte della vecchia cava, non ha comunque nulla a che fare con i romani, poichè l’attività estrattiva a Forno è iniziata nel 1800.
Sulla destra c’è l’ingresso della nuova cava, mentre a sinistra inizia il sentiero 168 del Canal Fondone per la Foce Rasori.
Qua c’è il bivio tra i sentieri 167 e 168: il primo, che coincide inizialmente con la via di lizza degli Alberghi, è diretto a Case Carpano e al Passo della Focolaccia salendo verso destra.
Noi invece seguiamo il 168 per la Foce Rasori, sulla sinistra, che attraversa, ben segnato, il canale e si porta sulla vecchia via di cava, molto ripida, tra sfasciumi di marmo con qualche tratto ancora asfaltato.
Questa strada si sta progressivamente deteriorando.
A 34’ siamo presso un primo piazzale della cava del Fondone ormai abbandonata, proseguiamo l’aspra salita e a 43’ siamo presso alcuni edifici della cava stessa.
Saliamo, per sfasciumi, in un tratto degradato della marmifera per poi recuperarla integra più in alto.
A 57’ finisce la via di cava, entriamo nel canal Fondone che percorriamo su massi, seguendo sempre i segni.
Poi segue un tratto molto ripido e scalinato che porta alla parte opposta del canale.
A 01h 23’ attraversiamo nuovamente il canal Fondone, su una roccetta liscia, da fare con attenzione e con l’ausilio di una vecchia corda.
Qua sono presenti indicazioni per una fonte, che si trova a destra presso una lapide dedicata al geologo Bruno Vitaloni.
Adesso siamo nuovamente sulla destra del canale e lo seguiamo per un breve tratto tra qualche arbusto, per poi prendere decisamente a sinistra, con ripida salita nel bosco su fondo terroso e scivoloso con la pioggia.
A 01h 43’ siamo in un tratto aperto e ameno, ma subito dopo segue la salita.
A 01h 51’ siamo su un crinale erboso, ricco di ginestroni in fiore, mentre in alto comincia a vedersi la zona di Foce Rasori.
Poco dopo, a 01h 59’, siamo a una piazzola panoramica sulle cave di Fondone e, in basso, Biforco e sulla zona del Rasori.
A 02h 09’ il sentiero si sposta verso destra, riprendendo a salire ripido, e a 02h 27’ siamo presso la testata del canale, dove proseguiamo su rocce fino ad arrivare a 02h 42’ presso alcune pozze di acqua freschissima dove è possibile rinfrescarsi.
Continuiamo a salire tra eriche, poi troviamo una deviazione a destra per una vicina capanna di pastori dal tetto verde e la zona del Carmeneto.
Il panorama si apre, progressivamente, sulla Forbice e sulla Cima Questa e il Torrione Figari, con il suo masso sommitale e, da parte opposta, sul monte Rasori e sul Sagro.
A 03h 05’ superiamo un breve tratto di roccia liscia e un po’ esposta e poi segue la salita sul ripido versante erboso, alle pendici della Forbice.
Più avanti abbiamo un traverso tranquillo cui segue un secondo tratto di roccia liscia da fare con
A 03h 48’ siamo presso uno spiazzo sassoso da cui il sentiero prosegue nel paleo.
A 03h 56’ c’è una deviazione segnata verso destra per la Cima Questa e la Forbice.
Noi proseguiamo per il sentiero 168 e a 04h 06’ siamo alla panoramica piazzola degli elicotteri, poco sopra Foce Rasori: questo è uno dei luoghi più panoramici delle Apuane. La vista è splendida sulla costa, sul Sagro, sulle cave di Forno, dalle quali proveniamo, sul Cavallo, sulla Tambura, sul Sella e il Monte Altissimo e, naturalmente, sul Grondilice, la Forbice, la Punta Questa e il Torrione Figari.
Verso destra il sentiero 186 porta alla Finestra Grondilice e al Rifugio Orto di Donna. Facciamo una breve sosta e a 04h 20’ riprendiamo il cammino e scendiamo alla vicinissima Foce Rasori, da cui scende il sentiero 37/173 per la Capanna Garnerone e la Foce di Giovo.
La foce è un valico erboso che mette in comunicazione la valle di Vinca con la zona di Massa.
Adesso seguiamo il sentiero 37/173 per la Foce di Navola, entrando nel bosco in lieve salita: questo bosco, formato da pini e abeti, è abbastanza degradato e nei tratti più aperti permette delle belle viste sul Pizzo d’Uccello.
A 04h 30’ inizia un tratto attrezzato con cavo d’acciaio per favorire la progressione, specialmente in caso di ghiaccio, quindi saliamo ancora nel bosco e poi iniziamo a scendere: a sinistra si può salire alla vetta del monte Rasori senza un itinerario preciso.
A 04h 42’ siamo a Foce di Navola, con il suo caratteristico intaglio nella roccia, il sentiero 173 prosegue per Foce di Vinca, noi invece seguiamo il 37 per il canale Regollo e i Mozziconi che scende verso la sinistra della foce.
La Foce è panoramica sul Sagro e sul vicino Poggio di Navola, con la sua caratteristica parete calcarea verticale.
Dopo una sosta di 6’ a 04h 48’ iniziamo a scendere.
Il sentiero è una traccia ben evidente nel paleo, con qualche segno.
Scendendo passiamo sopra qualche roccetta e a 05h 26’ inizia la zona dei ruderi (case di Navola), usati in passato dai numerosi pastori che lavoravano in zona: ora la discesa si fa un po’ meno aspra.
A 05h 46’ siamo ai ruderi del Rifugio Giovanni Pisano, del Cai di Pisa, caratterizzato da vecchie putrelle arrugginite, e dopo qualche minuto (05 50’) siamo a un pianoro con alberi di alto fusto e una capanna usata dal pastore Evaristo.
Di fronte vediamo il monte Sagro, la macchia bianca del ravaneto che scende dalla cave delle Bore, la casa al Riccio (o dei Macchinari) che si trova sul sentiero 38 da Foce Luccica per Foce di Vinca e una via di lizza, la cui prosecuzione andremo a percorrere lungo il canal Rególlo (sulla cartine indicato Regolo), nel quale la forza dell’acqua ha scavato alcune caratteristiche marmitte.
Adesso scendiamo per un ripido costone roccioso con scarsa vegetazione, da fare con cautela per la presenza continua di acqua, arriviamo nel canale e, presso un grosso masso, saliamo a recuperare la via di lizza.
A 06h 11’, in un tratto dove la stessa è ceduta, ci sono anche alcuni vecchi cavi d’acciaio ormai arrugginiti.
Scendiamo per la via di lizza, avendo a sinistra il canale, e a 06h 18’ dobbiamo deviare a sinistra, attraversando il canale stesso, poiché il ponte che esisteva qua (ponte Barsanti 713m) è ormai distrutto e le putrelle si vedono più avanti nell’alveo del canale.
Scendiamo sulle rocce, evitando le pozze d’acqua, e a 06h 26’ siamo presso un antico poggio di caricamento dei camion che in passato arrivavano fino qua, inoltre ci sono strutture di una vecchia teleferica che veniva dal monte.
Continuiamo a scendere con il canale sulla destra e a 06h 43’, subito dopo un tratto in cui la via di lizza è ceduta, sempre a destra vediamo i resti di un ponte: infatti qua c’era la confluenza di una via di lizza, proveniente dalla zona dell’attuale casa dei Pisani posta lungo il sentiero 38.
Subito dopo ci sono alcuni vecchi blocchi di marmo abbandonati.
Proseguendo troviamo, su un masso a destra, una struttura arrugginita destinata a una teleferica, intanto di fronte il panorama si apre progressivamente sulla zona di Forno.
A 06h 55’ siamo presso i ruderi di un ponte di cemento (quota 513m), che aggiriamo a sinistra e ci troviamo nuovamente con il canale dalla stessa parte.
Segue poi un tratto degradato della via di lizza e una discesina con un masso che fa chinare la testa e un tratto di vecchia corda metallica che agevola la progressione.
Più avanti un tratto della via di lizza è franato e va fatto con attenzione, contando poco su vecchie corde metalliche arrugginite.
A 07h 12’ arriviamo alla fine del sentiero 168, in località Mozziconi, presso una curva a U della strada che da Forno arriva presso il Vergheto.
Ci fermiamo qualche minuto e a 07h 21’ iniziamo a scendere avendo sulla destra le cave di pietra di Forno.
Percorriamo alcuni tornanti con bella vista sul Cavallo e a 07h 45’, poco prima di un gruppo di case, scendiamo sulla sinistra, per una scorciatoia, che ci evita un tratto della strada.
A 07h 44’ superiamo il Ponte San Marco e siamo alle Case Carpano e Rubbia dove lavora lo scultore Marco Alberti.
Proseguiamo lungo la via sfaltata fatta in auto stamane costeggiando il canal Secco e qualche vecchio edificio legato all’attività estrattiva e a 08h 08’ siamo all’auto dove chiudiamo l’anello.
Da Massa si segue via Bassa Tambura in direzione Forno, a 4 Km si incontra Canevara, a 6,5 Km un bivio: a sinistra la strada si dirige a Forno mentre a destra continua per Gronda e Resceto.
Dopo un chilometro raggiungiamo Forno che si sviluppa lungo il torrente e la strada.
Superiamo il Pizzo del Cotonificio che si trova di fronte alla ex-Filanda che oggi ospita un Centro di Accoglienza del Parco delle Apuane.
Proseguiamo e lasciamo a sinistra un ramo della strada che sale al Vergheto e continuiamo per la strada che diventa adesso strada marmifera con numerose curve tra edifici abbandonati sempre con il canal Secco sulla destra.
A 10 km arriviamo a Biforco presso uno spiazzo cementato.
Questo itinerario è lungo e faticoso per il dislivello notevole, la salita è continua e anche la discesa non dà tregua.
Qualche tratto impegnativo in salita giustifica la classificazione di EE: infatti ci sono alcuni brevi tratti su roccia da fare con attenzione e piede sicuro.
I panorami sono interessanti sulla zona del monte Grondilice e del monte Sagro.
Di interesse per l’archelogia industriale è poi la cava del Fondone ormai abbandonata e la via di cava del canale Regollo.
Il percorso è consigliato nella buona stagione evitando sia il ghiaccio invernale che la calura estiva.
È consigliabile portare una buona riserva di acqua.
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