DATA ESCURSIONE: 31/03/2013 [IXLK]https://www.facebook.com/Escursioni.Apuane/photos/a.1985769234777600/1992968664057657/?type=3&theater[FXLK][TYLK]
Prima del paese di Forno, sulla destra, presso una chiesa isolata, c’è un parcheggio intitolato a Ciro Siciliano, maresciallo dei carabinieri e comandante della stazione di Forno ucciso nella strage nazi-fascista del 13 giugno 1944 che straziò questo paese della montagna massese.
Qua c'è una fontana. Noi scendiamo sulla strada già percorsa per arrivare al parcheggio e troviamo sulla destra un monumento marmoreo alle vittime della strage e in 5' siamo all'inizio del sentiero del Bizzarro, indicato con un cartello del Cai e ben evidente.
Sulla destra scorre il Frigido di Forno e ci sono le pendici terrazzate del monte Girello con qualche abitazione.
Il sentiero del Bizzarro unisce Forno con Casette in ambiente decisamente mediterraneo con eriche, corbezzoli, cisti, lecci ed è una bella mulattiera lastricata.
In passato era usata dai contadini che andavano a coltivare le piane terrazzate della zona delle Casette e attraversava un bosco che di notte era pieno di rumori paurosi che terrorizzavano i viandanti, da cui il nome di Bizzarro.
Il bosco ora non c'è più e la mulattiera fu poi usata dai cavatori diretti alle cave delle Casette.
L'inizio del sentiero è protetto da una ringhiera metallica e sale scalinato sul cemento e poi su sassi.
Poi continua a salire come mulattiera con salita piuttosto costante, dietro noi scorgiamo i monti Rasori e Grondilice mentre sulla sinistra il panorama si apre sulla zona del monte Sella, del Macina, del Pelato, se le nuvole non ostacolano la visibilità come oggi, questi monti dominano la valle di Renara.
A 14' incontriamo un pilone dell'elettricità cui segue un altro tratto con ringhiera di protezione che in parte è franato e ci sono un paio di metri da fare con prudenza, ma senza difficoltà, tutto il percorso è accompagnato dal rumore delle acque che scorrono in fondo alla valle.
Poco dopo i rovi si sono spinti sulla mulattiera per qualche metro, dopo iniziano a dominare le eriche.
A 26' c'è un altro breve tratto di parapetto e a 31' una fonte secca costruita nel 2006.
Continuiamo a salire e a 40' dietro a noi iniziamo a scorgere anche il monte Cavallo e di fronte, in lontananza, abbiamo Caglieglia con la sua chiesa e dietro, ma su altro versante, la zona del monte di Antona, cosparsa di borghi, tra cui si nota appunto Antona, e abitazioni sparse.
Subito dopo scendiamo per qualche minuto per poi risalire, abbiamo sempre di fronte Caglieglia e a 50' arriviamo a un piazzale panoramico (Piazzale del Bizzarro) dove la visuale spazia sulla valle di Renara e del Frigido e sul monte di Antona e su Caglieglia, Fornello e Casette con le sue cave (Gioia e Lavagnina).
Adesso seguiamo uno stradello cementato sulla destra che costeggia alcune abitazioni periferiche delle Casette e a 58' passiamo presso una Cappella privata da cui scendiamo alla strada asfaltata, presso l'edificio giallo della Scuola elementare con monumento di marmo ai Caduti in Guerra.
Seguiamo la strada su cui sono frecce blu di una corsa podistica, a 01h 03' lasciamo le frecce blu che salgono a destra per il borgo e continuiamo per la strada su cui ci sono alcune indicazioni di sentiero e le stazioni della Via Crucis.
Anche seguendo le frecce blu avremmo raggiunto il sentiero, ma preferiamo la strada.
A 01h 07' siamo presso uno slargo-parcheggio dove c'è anche la fermata dell'autobus.
Qua inizia il sentiero 169: Cava della Lavagnina-Vergheto-Forno.
Esso entra nel borgo dove dobbiamo subito deviare a sinistra seguendo segni rossi e recuperando le frecce blu.
In pochi minuti arriviamo a un lavatoio e a una sorta di parco giochi.
A 01h 13' c'è una fontana dove conviene rifornirsi di acqua poiché lungo il sentiero non ci sono fonti.
Saliamo ancora tra le case e a 01h 21' torniamo sulla strada asfaltata (località il Colletto): le frecce blu curvano a sinistra in discesa invece il nostro sentiero sale davanti a noi, deviando verso destra troveremmo altre indicazioni di sentiero che salgono verso il luogo dove siamo diretti, ma teniamo presente che tutta la zona ha subito i nefasti effetti delle recenti alluvioni per cui è bene seguire il sentiero ufficiale.
Adesso seguiamo il sentiero nel bosco del Mancarello, esso fu costruito per raggiungere le cave della Lavagnina anche con i muli. Esso inizia con scalini di cemento che diventano poi di roccia.
Incontriamo alcuni volontari del Cai che stanno ripulendo il sentiero, dopo 5' c'è una deviazione verso destra che trascuriamo e saliamo per ripidi tornanti piuttosto stretti, dietro a noi Casette, Caglieglia e la zona di Antona.
A 01h 31' troviamo lungo il sentiero alberi tagliati, ma la progressione è semplice, i segni impediscono di sbagliarsi e a 01h 39' una freccia rossa molto evidente ci dice di proseguire verso destra, intanto i tornanti si fanno più lunghi e meno ripidi.
A 01h 47' arriviamo nei pressi di una cisterna per la captazione delle acque.
Continuiamo sulla sinistra aggirando le pendici del modesto monte Tamburone con bel panorama su Casette e Caglieglia.
Poco dopo troviamo sulla destra una scarica di sassi e il sentiero segue per un tratto boscoso, essenzialmente lecci.
Nella stagione adatta questo tratto del sentiero è molto ricco di orchidee.
A 02h 01' cambiamo versante e il panorama cambia: vediamo la Brugiana con la sua croce sommitale verso sinistra e ci avviciniamo alla cava della Lavagnina.
Il sentiero adesso sale su roccia marmorea, supera alcuni tornanti sempre su marmo e a 02h 09' c'è un breve tratto da fare con attenzione perché in parte è franato.
A questo segue un tratto breve attrezzato con corda metallica.
Subito dopo inizia il ravaneto della Lavagnina che va salito con attenzione, esso è scalinato in buona parte, ma un breve tratto è su ghiaino insidioso, col sole è micidiale.
A 02h 20' lasciamo il ravaneto e seguiamo sulla destra alcuni tornanti che portano a 02h 25' alla casina rossa (ca' di Erà), dove è presente una grossa indicazione del Cai.
Questa era una costruzione usata in passato per alloggiare i motori per l'attività delle cave, ma oggi è ridotto a ricovero di pecore e capre.
Lasciata la costruzione saliamo a sinistra un pendio per tornanti esposti al sole, a 02h 38' passiamo per una pinetina che ci porta a una costruzione in muratura (captazione per l'acqua), dopo la quale il panorama si apre sulle Apuane, dal Grondilice al Sella e su Casette e Caglieglia.
Il sentiero prosegue a sinistra per breve tratto cementato e poi sentiero normale e piuttosto stretto (da fare con attenzione) che ci porta alla cresta del Tamburone (o di Venedreta).
A 02h 51' sulla sinistra vediamo il paese di Colonnata con le sue cave mentre dietro a noi abbiamo le cave di Gioia.
A 02h 56' arriviamo presso una croce bianca (per le indicazione Cai è indicata Croce di Gioia) con a fianco un poteau (strumento usato per far scorrere il filo elicoidale usato per tagliare il marmo e per far cambiare direzione al filo stesso: è un'asta metallica su cui è inserita una puleggia).
Da qua si gode una bella vista su Colonnata e le cave che la sovrastano e sulla Cima d'Omo, inoltre sul monte Sagro e il monte Maggiore, e poi fino al mare e al golfo della Spezia.
Di fronte a noi ben visibile la zona del Vergheto.
Continuiamo, volendo è possibile seguire i segni blu che portano a una vetta più alta e poi fanno recuperare il sentiero principale.
Noi seguiamo il sentiero principale che si sviluppa nel versante carrarese scendendo su roccette oppure nel bosco.
A 03h 21' sulla destra iniziamo a vedere Forno e a 03h 34' arriviamo al Colle dei prunetti, dove c'è un bivio che a destra porta a Forno con il sentiero 169 (questo tratto non è ben segnato).
Perdiamo qualche minuto a cercare infruttuosamente il percorso del sentiero per Forno, poi prendiamo verso sinistra sempre per tratto segnato, ma non numerato (anche se in alcune cartine è numerato anch'esso 169) e a 03h 50' entriamo nel castagneto del Pianello tra eriche e ginestroni.
Qua non è difficile trovare auto provenienti dalla strada di Forno che termina poco distante, in estate è sede di parcheggio libero e di pic-nic.
In questa zona raggiungiamo l'altezza massima della nostra escursione, intorno agli 800 metri.
Seguiamo l'ampio sentiero e i segni per portarci alla traccia principale che proviene dalla strada e si dirige alle case del Vergheto, da questa ci spostiamo verso destra e siamo all'inizio dello stradello percorribile solo dai fuoristrada.
In ogni modo è impossibile sbagliarci, basta spostarci sulla destra verso spianate che permettono la sosta delle auto per recuperare l'inizio della strada.
Siamo a 04h 03' e sostiamo per mangiare qualcosa per qualche minuto fino a 04h 16'.
Adesso il percorso è tutto in discesa, per i castagneti, attraversati da una carrozzabile da Forno che inizia dopo 4' e che percorreremo fino ad immetterci nella strada principale di Forno, dopo circa 3,5 chilometri.
Scendiamo per lunghi tornanti, godendo anche di buoni panorami nella parte più bassa, essenzialmente sulle cave di pietra di Forno e sul versante occidentale di Castagnolo e del Girello.
A 04h 29', presso una curva, vediamo i segni del sentiero 169 che sale da una parte e scende all'inizio parallelo alla strada che stiamo percorrendo.
Scendendo vediamo evidenti i danni delle recenti alluvioni e a 04h 53' troviamo una prima casa abitata e più avanti un edificio di captazione delle acque.
A 05h 07' siamo presso la casa del pastore Evaristo con sulla destra i resti dell'ovile distrutto da un incendio.
A 05h 11' siamo in località Mozziconi dove, sulla sinistra, parte il sentiero 37 del Canale Regollo per la foce di Navola.
Sulla sinistra abbiamo le cave di pietra e a 05h 23' abbiamo sulla destra un gruppo di case, scendiamo ancora e a 05h 36' siamo sulla strada principale, a sinistra si va verso Biforco mentre a destra a Forno.
Dopo circa un minuto abbiamo sulla sinistra, in discesa, l'inizio del sentiero 161 per Castagnolo e Resceto.
A 05h 45' siamo all'inizio del sentiero 154 per Casania, nei pressi della Filanda, scendiamo ancora per la strada attraversando il paese di Forno e, sulla destra, presso uno slargo troviamo i segni di partenza del sentiero 169 e a 06h siamo presso il Ponte dell'Indugio (a sinistra), dove inizia il sentiero per Pian dei Santi e dopo 4' siamo al parcheggio, dove chiudiamo l'anello.
Come Arrivare
Da Massa si segue via Bassa Tambura in direzione Forno, a 4 Km si incontra Canevara, più avanti si trascura una strada che sale a sinistra in direzione Casette. A 6,5 Km un bivio: a sinistra la strada si dirige a Forno mentre a destra continua per Gronda e Resceto.
Dopo un chilometro raggiungiamo Forno che si sviluppa lungo il torrente e la strada. Poco prima del borgo sulla sinistra, presso una vecchia chiesa, si trova il parcheggio.
Il percorso descritto unisce ad anello Forno con Casette, paesi della montagna massese, e si apre sulle valli del Frigido e di Renara, sulla zona di Antona e su quella di Colonnata.
Se la giornata è serena ottimi sono i panorami su Rasori, Grondilice, Cavallo, Sella. È possibile poi vedere le cave della Lavagnina, di Gioia e quelle che dominano Colonnata e la costa fino alla Spezia. Molto interessante è il sentiero del Bizzarro che percorre un ambiente a macchia e il tratto iniziale del 169 ricco di fioriture di orchidee, nella giusta stagione, e l'aspra zona della Lavagnina e il Crinale del Tamburone. Molto ameno è poi il castagneto secolare del Pianello.
La parte finale è per strada, inizialmente sempre nel castagneto, che si apre agli interessanti panorami circostanti.
La classificazione EE deriva dall'attraversamento della zona della Lavagnina e di un breve tratto esposto prima della Croce di Gioia. Le difficoltà aumentano con neve, ghiaccio e terreno scivoloso.
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