(MS-Fivizzano) VINCA–PASSO DELLO ZAPPELLO (1212m)-PASSO DEL FANELETTO (1426m)- MONTE SAGRO (1753m)-FOCE DELLA FAGGIOLA (1452m)-FOCE DI PIANZA (1272m)-PASSO DELLO ZAPPELLO-VINCA (in parte ANELLO) 
Loc. di partenza: VINCA piazzetta (760m)
Loc. di arrivo: VINCA piazzetta (760m)
Dislivello mt.: 1000
Tempo totale: 10h 20'
Difficoltà: EE
Punti d'appoggio: Vinca
Rifornimento acqua: Vinca
Tratti di ferrata: No(brevi tratti assicurati)
Sequenza sentieri: 39, fuori sentiero, 173, sentiero blu, 172, 172/173, 39/174, 39
DATA ESCURSIONE: 18/04/2014 [IXLK]https://www.facebook.com/Escursioni.Apuane/photos/a.1985769234777600/1993032734051250/?type=3&theater[FXLK][TYLK]

[ILK]Vinca.html[FLK]Qui[TLK]un approfondimento su Vinca.
[ILK]MonteSagro.html[FLK]Qui[TLK]un approfondimento sul Monte Sagro.
[ILK]Sentiero172.html[FLK]Qui[TLK]un approfondimento sul sentiero 172.
[ILK]Sentiero173.html[FLK]Qui[TLK]un approfondimento sul sentiero 173.


Arrivati al cartello stradale di Vinca prendiamo a sinistra, fino alla piazzetta con il negozio di alimentari, a fianco del quale ci sono le indicazioni dei sentieri 38, 39, 175, 190. È presente anche una fontana. I segni bianco rossi sono indicati bene per il borgo insieme ad altri verde-giallo.
Li seguiamo fino ad un bivio, dove prendiamo a destra il 39, fino alla chiesa e ai lavatoi, con bella fonte freschissima.
Il luogo è panoramico sul Pizzo d'Uccello, sulla Cresta Garnerone e sul monte Sagro, verso il quale siamo diretti. Qua sale una strada asfaltata che porta ai sentieri 38 (Foce di Vinca) e 175 (Foce di Giovo), noi invece scendiamo per la stessa strada che porta a un grosso rudere e continuiamo a sinistra, in leggera salita, per l'ampia strada asfaltata (strada tedesca). A pochi metri sulla sinistra c'è un'altra fontana.
La strada sale regolarmente fino alla Madonna del cavatore (12') con annessa Maestà e fontana, qua si gode di bella vista sul Pizzo d'Uccello. Ancora un po' di strada che a 14' lasciamo per seguire le indicazioni del sentiero verso destra, presso uno spiazzo. Superiamo una panchina di roccia e subito dopo sulla destra c'è una casa in posizione panoramica su Vinca e sulla catena del Sagro.
Il sentiero prosegue con saliscendi nel castagneto, prima ampio e poi più stretto, e incontra, nella sua prima parte, altre costruzioni, mentre più avanti passa per zone terrazzate.
Superiamo qualche ruscello che scende dalla sinistra e a 32' abbiamo un rudere a sinistra e a 35' superiamo un ponte sul Lucido di Vinca che scorre più sotto. Il ponte è malmesso, ma permette un transito sicuro.
Adesso segue una continua salita nel bosco: questo sentiero, detto Sentiero dei Cavatori, permetteva ai vinchesi di andare a lavorare alle cave del Sagro e del Borla proprietà della locale comunità (Beni Sociali di Vinca).
Nel primo tratto di salita bisogna evitare tutte le deviazioni a sinistra e il sentiero sale abbastanza ripido per poi addolcirsi.
A 45' iniziamo a scorgere Vinca che continueremo a vedere ancora a lungo. A 48' ci sono alcuni metri da fare con attenzione perché si sviluppano su sfasciumi, con degrado accentuato dal recente sisma.
Più avanti percorriamo un rimboschimento a conifere, ma più in alto prendono il sopravvento i faggi.
A 55' scendiamo presso un grosso castagno, in un tratto povero di segni: il sentiero risale verso destra, in zona prospera la Cardamine Heptaphyilla.
Proseguiamo e a 01h 08' passiamo agevolmente per un ravaneto aperto su Vinca, Pizzo d'Uccello e Grondilice, qua l'Iberis sempervirens forma estesi tappeti fioriti, ma la pianta vegeta qua e là lungo tutto il percorso.
A 01h 15' troviamo il primo tratto di corda metallica che aiuta nella progressione lungo il ripido sentiero a tratti scalinato, avanti seguiranno altri tratti attrezzati utili in caso di neve e fondo bagnato.
Il sentiero qui percorre a mezzacosta i fianchi del Puntone della Piastra, con tratti costruiti dall'uomo. Ricche sono le fioritura tra cui prevale il giallo della Primula Auricula e sono presenti alcuni rari esemplari di Anemone Ranuncoloides.
A 01h 26' saliamo, per un paio di minuti, un ripido canalino scalinato, sopra il quale c'è un balcone panoramico su Vinca e la zona del Pizzo.
Adesso saliamo nel bosco con qualche tornante e qualche tratto molto ripido, poi riprendiamo a costeggiare la roccia e a 01h 54' trascuriamo segni rossi che salgono verso sinistra.
A 02h 01' troviamo un altro tratto di corda metallica, poi più avanti il sentiero entra nel bosco, con visuale sulla zona della Canalonga e sulla Rocca di Tenerano.
A 02h 09' ci sono alcuni ripidi tornanti coperti da foglie (da fare con attenzione in discesa) che portano a una scalinata di legno con corda metallica che si conclude al Passo dello Zappello a 02h 19'.
Adesso il sentiero scende e ci porta in pochi minuti a uno spiazzo panoramico su Rocca di Tenerano, Vinca, il Pizzo d'Uccello e la cresta Nattapiana e la zona del Balzone-Canalonga.
Il sentiero è ora una larga strada (detta marmifera della Stretta) che qualcuno, in passato, pensava di collegare con Vinca.
A 02h 28' davanti la visuale si apre sul monte Borla e le sue cave e più avanti anche sul Sagro e le sue cave, mentre in basso si vede la marmifera che porta al Balzone.
A 02h 43' su un blocco di marmo sulla destra ci sono indicazioni di un vecchio raccordo con il 174, in realtà qua scende un breve sentiero che si collega alla marmifera del Balzone, ma il raccordo con il 174 è ormai scomparso sotto i ravaneti delle cave.
Saliamo un breve tratto e a 02h 47' su un masso di marmo con infisso palo metallico, a sinistra, c'è il numero del sentiero 39.
Invece di scendere sul 39 adesso percorreremo un tratto fuori sentiero per salire in modo alternativo alla Foce del Faneletto. Sono poco meno di 250 metri di salita faticosa, ma non difficile, per la propaggine nord-ovest del Sagro che si diparte dal Faneletto.
Inizialmente costeggiamo, mantenendolo a sinistra, un canalino erboso ben evidente che inizia dal masso con il segno.
Saliamo cercando il percorso più semplice, sempre su roccia agevole e sfasciumi, lasciando a destra dei piccoli ravaneti.
A 03h a destra c'è un tentativo di cava e 5' dopo siamo a un piazzale con un rudere fatto di marmo, da qua si vede tutta la cava del Sagro e il Borla. A destra c'è ancora un tentativo di cava.
Noi saliamo per il costone roccioso tra il rudere e la cava di destra, la zona in cartina è chiamata Bardiglio.
Salendo, con fatica, ci spostiamo verso destra e iniziamo a vedere la zona del Faneletto. A 03h 42' siamo sulla cresta, panoramica sulla valle di Vinca, Pizzo, Pisanino e Grondilice. Di fronte la vicina Foce del Faneletto e la parte alta del Catino del Sagro ancora innevata.
A 03h 46' siamo alla Foce che è molto panoramica sul Borla e le cave sottostanti.
Adesso percorriamo in lieve discesa il sentiero 173, su rocce sicure, ricco di belle fioriture di Saxifraga oppositifolia (var. latina), di Primula auricula e di Daphne Mezereum.
Il percorso è molto pericoloso in inverno con il ghiaccio per cui è attrezzato con una decina di tratti di corde metalliche nelle parti più esposte e a 03h 56' c'è anche un breve tratto di poggiapiedi metallico. In ogni modo va sempre percorso con la dovuta cautela.
A 04h 13' termina la parte difficile e il sentiero si affaccia nel versante verso mare.
A 04h 17' troviamo sulla sinistra i segni blu del sentiero che percorre il versante ovest del monte Sagro che noi seguiamo, invece il sentiero 173 scende a Foce di Pianza.
Da qua si vedono bene anche i Capannelli del Sagro, ruderi di vecchie abitazioni di pastori.
Adesso riprendiamo a salire seguendo i segni blu e anche una serie di ometti, sulla destra è evidente lo Spallone, mentre scorgiamo la croce sommitale del Sagro.
A 05h 09' siamo al bivio tra i due sentieri blu per salire alla vetta del Sagro, quello da destra proviene dalla Foce della Faggiola e lo faremo al ritorno.
Ancora ripida salita per portarci alla cresta sommitale sulla quale il panorama si apre sulla valle di Vinca, in basso appare il paese da cui siamo partiti. In alto c’è il Pizzo d’Uccello con la sua cresta Nattapiana e i monti vicini: cresta Garnerone, Grondilice, Contrario, Cavallo, Tambura e, in secondo piano, Pisanino.
A 05h 26' siamo in vetta, dove il panorama si apre anche sullo Spallone e le Apuane meridionali e sul mare. Qua è una croce, due statue della Madonna decapitate da vandali e un piedistallo con una rosa dei venti con indicazione della direzione delle cime.
Sostiamo fino a 05h 52', quando iniziamo la discesa. A 06h 04' siamo nuovamente al bivio tra i sentieri blu e prendiamo a sinistra verso Foce della Faggiola, iniziando un piccolo anello che si concluderà dove abbiamo lasciato il 39 per salire al Faneletto.
La discesa è agevole, per sentiero su facile roccia o scavato nel terreno, arriviamo a un ripiano erboso da cui si stacca a destra un sentiero non segnato per i Capannelli.
Continuiamo e a 06h 35' siamo a Foce della Faggiola, posta di fronte all'attacco dello Spallone (Poggio della Signora).
Adesso seguiamo il sentiero 172 che proviene da sinistra (Foce Luccica e Vallini) e si dirige a destra per Foce di Pianza.
Noi continuiamo in direzione di Foce Pianza, il sentiero costeggia il crinale della Faggiola, confine tra i comuni di Carrara e di Fivizzano.
Superiamo un boschetto di faggi e l'ingresso di una grotta, salendo sul crinale è possibile vedere la zona del Vergheto, delle cave di Colonnata e in lontananza le apuane meridionali fino alle Panie.
A 06h 46' siamo a un pianoro panoramico sul mare e le cave di Carrara, ai piedi del Monte della Faggiola (1456 m) su cui è ben evidente un cippo di confine. Da qua per tracce si sale al non facile Monte Maggiore (1396 m).
Scendiamo mantenendoci a mezzacosta, avendo a destra il Sagro e lo Spallone, e dopo alcune vecchie trincee scendiamo tenendo a destra la quota 1344, fino ad arrivare a 07h 07' all'incrocio con il sentiero 173 proveniente da destra.
Proseguiamo con la cava del Sagro a destra e Carrara e la costa a sinistra e a 07h 19', dopo aver superato alcune trincee della guerra partigiana, siamo a Foce di Pianza, sulla strada marmifera che scende verso destra per le varie cave della zona, mentre a sinistra porta al Piazzale dell'Uccelliera. Di fronte c'è una cisterna arrugginita: il sentiero 173 sale alla cisterna e costeggiando il Borla arriva a Campocecina invece il 39 e il 174 scendono per la marmifera, con ampi tornanti.
Ricordiamo che il sentiero 39 sulla sinistra si dirige alle cave della Conca di Torano, ma non è agibile in quella zona.
Scendiamo per la marmifera e a 07h 32' evitiamo un ramo che sale a destra e continuiamo sulla sinistra per le Case Walton, volendo era possibile tagliare i tornanti seguendo il sentiero segnato, ma è più comodo seguire la via di cava.
Le case Walton erano edifici a uso dei cavatori e presso di esse, sulla destra, c’è un’immagine marmorea della Madonna con un altare.
Poco dopo, a 07h 36,' c'è una sbarra: qua passa il 174 diretto alla Foce dei Pozzi. La zona si è molto modificata negli ultimi anni per cui il sentiero 39 adesso coincide con la marmifera mentre in precedenza la evitava.
Scendiamo ancora, evitando i tratti che portano alle cave e a 07h 46' siamo al punto più basso della marmifera, a sinistra si stacca un'altra via di cava diretta al Balzone, dove in passato iniziava la teleferica per il trasporto del marmo nella zona di Monzone.
Adesso riprendiamo a salire e dopo 3' siamo al masso con il palo infisso dove chiudiamo l'anello.
A 08h 19' siamo allo Zappello, a 09 45' siamo al ponte sul Lucido, a 10 08' siamo sulla strada e a 10h 23' siamo a Vinca in piazzetta
Da Aulla si segue la statale 63 per Fivizzano, superata Rometta (6,6 Km) si prende la deviazione a destra per Gassano (13,3 km) e da qua si continua, a destra, per Gragnola (15,7 Km) e Monzone (19,8 km) da cui si prosegue per Vinca (27,6 Km).
L’ultimo tratto è incanalato in una valle selvaggia per poi inerpicarsi verso il borgo con 12 ripidi tornanti. Al cartello indicatore di Vinca si sale a sinistra verso la piazzetta dove termina la strada.
In alternativa si prosegue per circa 1 km sulla strada di destra fino alla Madonna del Cavatore e all'inizio del sentiero 39 nel bosco.
Il percorso è lungo e impegnativo. Non è sicuramente quello più corto da Vinca alla vetta del Sagro e può anche essere percorso in tempo minore.
Comunque, oltre alle soste fisiologiche, dobbiamo aggiungere quelle per fotografare e ammirare il percorso e una certa lentezza è dovuta alla prudenza sia a salire che a scendere.
L'escursione è adatta alla primavera avanzata ed è assolutamente da evitarsi con neve e ghiaccio.
Alcuni tratti del 39 vanno fatti con cautela sia in salita che in discesa per una certa esposizione. La salita fuori sentiero al Faneletto è faticosa, ma non pericolosa.
Da fare con cautela il tratto del sentiero 172 dal Faneletto fino all'inizio del sentiero blu.
Di grande interesse le fioriture.

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