DATA ESCURSIONE: 25/05/2014 [IXLK]https://www.facebook.com/Escursioni.Apuane/photos/a.1985769234777600/1993021950718995/?type=3&theater[FXLK][TYLK]
[ILK]MonteCorchia.html[FLK]Qui[TLK]un approfondimento sul Monte Corchia.
Partiamo dal passo di Croce dove è semplice parcheggiare. Superata la maestà e le indicazioni del sentiero 141 per il Passo dei Fordazzani, dopo pochi metri, troviamo un monumento marmoreo dedicato ai preti-professori Coppedè e Cocci che molto si diedero da fare per far costruire la strada che abbiamo percorso in auto e la marmifera che percorreremo come sentiero 11.
Anche in questo tratto è facile trovare posto per l'auto. Alcuni pigri continuano fino ad arrivare più in alto e chi ha il fuoristrada può facilmente arrivare a Fociomboli e oltre. Noi invece partiamo a piedi poco dopo il monumento.
La strada si biforca subito: a destra sale per la cava dei Tavolini e per il monte Corchia (è presente una sbarra aggirabile), noi invece seguiamo in basso a sinistra per Fociomboli. Il nostro sentiero è inizialmente una strada in parte asfaltata che in realtà è una vecchia marmifera. Il panorama sulle Apuane è veramente splendido: Pizzo di Falcovaia, Altissimo, Fiocca, Macina, Sella, Sumbra in primo piano. Sullo sfondo ci sono: Sagro, Grondilice, Contrario, Cavallo e Tambura. Davanti a noi il monte Freddone e a destra l’imponente mole del Corchia che costeggeremo fino a Fociomboli.
Dopo 8’ troviamo, sulla sinistra, la marginetta Cocci in posizione panoramica. A 12’ abbiamo una bella vista sui Torrioni del Corchia che si ergono proprio di fronte a noi. E a 15’ inizia lo sterrato, il percorso è per buona parte all’ombra per la crescita di faggi ai lati della strada. Ogni tanto c'è uno spiazzo che permette di parcheggiare agli escursionisti pigri e agli arrampicatori dei torrioni del Corchia. Non va dimenticato che in inverno tutto il percorso può essere ghiacciato e richiedere la giusta attrezzatura.
A 23’ incrociamo il sentiero 129 che proviene da sinistra (da Campanìce) e poco sotto c’è una maestà senza icone marmoree ma risistemata abbastanza di recente. A 30’ siamo a Fociomboli, sotto la quota 1461 del Corchia.
A sinistra prosegue il sentiero 11 per il Puntato e Col di Favilla da cui si stacca la via più semplice per salire al Monte Freddone, noi invece proseguiamo a destra lungo il 129 per Mosceta e per le Cave del Retro-Corchia (quest'ultimo percorso lo faremo al ritorno).
Il percorso ha un fondo di sfasciumi di marmo ed è panoramico sul Puntato e sul relativo Padule, sul Pizzo delle Saette e Pania della Croce e, proprio di fronte a noi, sul monte Corchia.
A 39' il sentiero 129 entra nel bosco in discesa, lasciando la marmifera, la deviazione è ben segnata (al ritorno qua chiuderemo il nostro anello), poi prosegue ameno tra falsopiano e saliscendi.
A 54’ incontriamo dei ruderi, tra le fronde si intravede il massiccio del Sumbra, si continua ancora in salita cui seguono saliscendi. A 01h 15' il sentiero scende decisamente, per un breve tratto, cambiando versante e poi dirigendosi a destra, dopo 10' finisce la faggeta e inizia la discesa finale per il rifugio. La vegetazione si fa meno densa e, a sinistra, è ben visibile la mole della Pania solcata da vari sentieri mentre a destra abbiamo il Corchia, di fronte il panorama si apre sulle Apuane meridionali e sulla costa. Più in basso c'è un tratto di pineta.
A 01h 41' arriviamo al Rifugio Del Freo, che con la vicina Foce di Mosceta costituisce un importante nodo di sentieri. Dal rifugio inizia, verso sinistra, il sentiero 128 per il Puntato e la strada del Cipollaio, mentre verso destra c'è il sentiero segnato (blu e bianco-rosso), ma non numerato, per la vetta del Corchia che noi seguiamo.
Le indicazioni sono ben evidenti, poco prima del Rifugio. Dopo una breve sosta saliamo: il primissimo tratto di sentiero è in un bosco fitto di abeti, poi esce per una bella prateria dove fioriscono i narcisi che ci porta a 01h 55’ in alto, con bella vista, in particolare sulle Voltoline e il Passo dell’Alpino.
Qua prendiamo a destra e continuiamo, per qualche minuto, fino a vedere l’indicazione del sentiero verso sinistra, questa indicazione è stata messa per evitare che l’escursionista prosegua in avanti, per altro sentiero non segnato che porta a cave abbandonate, dalle quali è comunque possibile ascendere al monte recuperando il sentiero che stiamo facendo.
Saliamo, per sfasciumi di marmo, un tratto molto panoramico sia sulla Pania (dietro a noi) che sulla zona di Levigliani e a 02h 40’ siamo presso una casetta a uso dei cavatori che si trova sulla destra.
Dopo poco saliamo un lastrone di marmo, da fare con attenzione, e poi per roccette che ci portano alla cresta terminale, molto larga e agevole.
A 03h 08’ siamo ai ruderi del bivacco Lusa Lanzoni (1640 m) degli speleologi, distrutto anni fa per protesta. Infine a 03h 20’ siamo in vetta. Il luogo è particolarmente panoramico sull’intera catena apuana e sul litorale. Qua si trova una piccola croce messa da alcuni soci del Cai di Viareggio. Sostiamo una ventina di minuti e poi, a 03h 44', scendiamo in direzione dell’Antecima.
La nostra intenzione è quella di scendere verso destra per il Retro-Corchia. In realtà è possibile scendere facilmente anche verso sinistra per la Cava dei Tavolini da cui, con la marmifera, tornare al Passo di Croce. Scendiamo dalla vetta seguendo deboli segni blu fino ad arrivare, dopo 10', presso una recinzione di protezione delle cave. Qua, presso una sella, prima di una sorta di binario arrugginito, si deve proseguire verso destra un po' a caso costeggiando, sulla loro destra, un paio di poteaux (strutture di ferro in cui scorreva il filo elicoidale, praticamente un'asta con puleggia), con qualche vecchio filo metallico che può essere d'aiuto scendendo per facile placche.
Poi ci si mantiene paralleli a un tubo nero per il passaggio dell'acqua, tenendosi sempre alla sua destra, alla nostra sinistra in basso c'è una vecchia cava, per cui è bene non sporgersi.
Si segue poi una ben evidente traccia, fino a portarci sulla marmifera a 04h 15'. Adesso scendiamo seguendo la marmifera, dopo aver dato un'occhiata ai tentativi di cava presenti in loco.
La marmifera nel tratto iniziale è piuttosto sconnessa, a 04h 37' di fronte abbiamo una bella vista sul Pizzo delle Saette e sulla Pania e pochi minuti dopo il fondo della strada si fa più regolare e la progressione diventa più semplice, sviluppandosi nel bosco di faggi.
A 04h 44' abbiamo un bivio e dobbiamo proseguire in discesa, dopo 2' sulla destra c'è un piccolo edificio di servizio delle cave. A 04h 48' sulla sinistra c'è un tentativo di cava con vecchi massi abbandonati. A 04h 56' chiudiamo l'anello e a 05h 02' siamo nuovamente a Fociomboli da cui con la marmifera-sentiero 11 arriviamo al punto di partenza a 05h 30'.
Da Seravezza si prosegue sulla strada provinciale per Castelnuovo Garfagnana (strada del Cipollaio), si lascia sulla destra il bivio per Ponte Stazzemese, si superano le deviazioni per Retignano e per Levigliani sulla destra e per Terrinca sulla sinistra (13,5 km da Seravezza). Dopo un altro km, sulla destra, si stacca un’ampia strada per il passo che con 5 km di ampi tornanti porta al passo di Croce.
Questo percorso segue la classica via per il Corchia, che inizia dal rifugio, ma scende per il Retrocorchia, permettendo di prendere visione di una zona che non viene percorsa da sentieri segnati. Quindi alle medie difficoltà della salita si aggiunge quella di dover trovare il sentiero per la marmifera del Retrocorchia.
Serve un minimo di capacità di orientamento e abilità di seguire un breve tratto non segnato, anche se piuttosto chiaro, su placche.
Tutto diventa proibitivo in presenza di ghiaccio. Naturalmente chi non se la sente può scendere per il sentiero dell'andata o per la cava dei Tavolini, ma anche in questo caso è necessario saper individuare il miglior percorso per scendere alla cava.
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