DATA ESCURSIONE: 04/10/2014 [IXLK]https://www.facebook.com/Escursioni.Apuane/photos/a.1985769234777600/1991300880891102/?type=3&theater[FXLK][TYLK]
[ILK]MonteMatanna.html[FLK]Qui[TLK]un approfondimento sul Monte Matanna e
[ILK]Funicolare.html[FLK]Qui[TLK]un approfondimento sulla Funicolare Alto Matanna.
Parcheggiamo l’auto in località Trescolli (o Trescogli), a lato della carrabile, poco prima che essa si restringa all’altezza di un cartello di divieto di accesso insieme ad un altro di strada senza uscita e dove, un tempo, era presente un Ristorante piuttosto frequentato.
In verità, nonostante tale divieto, in molti risalgono questa stradina per circa 300 metri, fino ad uno spiazzo posto a lato di una curva a sinistra dov’è presente una sbarra perennemente alzata e dove inizia il sentiero 106.
Noi stamani questo tratto lo percorriamo a piedi, visto che non è poi così spiacevole e di traffico non ne presenta.
Arriviamo così, in meno di 10’, al sopracitato inizio del sentiero 106, contrassegnato dalla familiare vernice biancorossa del CAI su un masso a destra dell’asfalto, e ci inerpichiamo nella faggeta, ritrovandoci quasi subito sul tornante successivo della stradina. Qui, a destra, un’ampia traccia segue l’acquedotto e conduce alla deviazione per Grotta all’Onda, mentre risalendo la strada di qualche decina di metri, ritroviamo, ancora sulla destra accanto ad uno sterrato ma, questa volta. senza alcuna segnalazione, il sentiero 106.
La prima parte è in salita leggerissima, in un ambiente aperto che consente la vista sul versante sud del Gabberi, ma ben presto ci si addentra nella parte boscosa e si comincia a salire più decisamente.
A circa mezz’ora dalla partenza, troviamo, sulla destra, una spianata erbosa con case coloniche dove sono presenti i tipici pagliai conici di questa zona, mentre dopo una decina di minuti notiamo, in un’improbabile abetaia importata che fa a pugni con il resto della vegetazione autoctona, una grossa costruzione abbandonata.
All’altezza di questa costruzione, ed ai piedi di un bel muro di contenimento di pietre a secco, c’è un bivio: dritti si prosegue per scendere a Farnocchia col sentiero 3 o per salire al Gabberi col 107, mentre seguendo il tornantino a destra si arriva in 5 minuti all’oratorio di San Rocchino, da dove si può scendere a Pomezzana sempre col 106 (stradello) o salire alla Foce del Pallone con il 3, opzione, quest’ultima, che scegliamo noi.
Ora il paesaggio si fa piacevole e, proseguendo in falsopiano per pochi minuti, ci troviamo davanti ad un bivio dove bisogna scegliere la traccia di sinistra, che passa a monte dell’Agriturismo “Il Paesaggio”, inoltrandosi tra cespugli di erica arborea prima e tra faggi poi, fino a raggiungere, anticipata dalla presenza di una croce su uno sperone roccioso a sinistra del sentiero, la Foce di Grattaculo, dove si trova il bivio tra il nostro sentiero, che procede a destra, ed il 121 che, a sinistra, conduce al Rifugio Forte dei Marmi ed alla confluenza nel 6 per Fornovolasco attraverso la Foce di Petrosciana: dalla partenza sono trascorsi 1h e 10’ circa.
Proseguiamo quindi seguendo ancora il sentiero 3, incontrando a 1h e 20’ una bella finestra panoramica sulla piana di Camaiore e sulla costa, e quindi piegando a sinistra sul versante sud-est, giungendo a Toggiano, località in cui sono presenti diversi ruderi (1h e 25’) e, dieci minuti dopo alla fonte/abbeveratoio di Tricucci (acqua non sempre presente nella stagione calda), località nella quale sovente vengono lasciati pascolare cavalli in semilibertà.
Oltre questa località, terminata la parte boscosa, il percorso continua in ambiente aperto, dapprima in salita leggera, poi più accentuata, alternando tratti ghiaiosi a tratti rocciosi ed a sterrati: salendo, la vista si amplia rendendo l’escursione molto piacevole.
Un ultimo tratto, più ripido ma breve, ci conduce alla Foce del Pallone (mt.1092), sotto la quale è presente una mestaina e dove giungiamo a 2h e 10’ dalla partenza.
Il tempo di apprezzare la vista che ci offre questo posto sulle Panie, sul Piglione, sul Prana, sul Gabberi e sul litorale e ci dirigiamo a sinistra, seguendo l’ampio crinale est-sud-est del Matanna. In verità il sentiero di vetta, qui segnato da rare e stinte pennellate di rosso ma ben battuto ed evidente, nel suo tratto iniziale rimane leggermente più basso lato mare, ma il crinale, egualmente ben percorribile, offre una vista più panoramica ed una ventilazione migliore in caso di giornata calda com’è quella odierna.
A 2h 20’ ci ritroviamo sopra un dosso che sovrasta il Bozzone, un raccoglitore naturale d’acqua che serve da abbeveratoio per mucche e cavalli anche qui a lungo lasciati, come accade per Tricucci, in regime di semilibertà. Il Bozzone, in verità, in caso di poca acqua, appare sotto forma di due laghetti circolari molto ravvicinati.
Si scende leggermente alla successiva sella, dove ritroviamo il sentiero di vetta e incominciamo subito a risalire, adesso più ripidamente, tra roccette rosate, dove cominciamo a vedere i primi segni blu, anch’essi però rari ed alquanto stinti: a 2h e 55’ superiamo una sorta di antecima e a 3h raggiungiamo la croce di vetta.
Qui sostiamo per un’oretta a rifocillarci godendo, grazie anche alla bellissima giornata, di una stupenda vista a 360° per la descrizione della quale lasciamo parlare le immagine allegate.
Quando riprendiamo, ci dirigiamo in direzione nord-est, seguendo l’altro sentiero di vetta, quello che scende al Callare del Matanna: è questo un percorso ben diverso da quello effettuato per salire, che presenta dapprima un piacevole saliscendi di cresta con belle viste soprattutto sull’Alpe della Grotta e sul gruppo Procinto-Nona, poi diventa più ripido con fondo di ghiaia e sfasciumi e, in ultimo, nel suo tratto inferiore che preannuncia l’arrivo al Callare, in bosco di faggi: la discesa, che termina confluendo in un evidente sentiero costeggiante una recinzione che bisogna percorrere verso sinistra fino ad un cancelletto in ferro sempre aperto, richiede comunque poco più di 30’e non presenta alcuna difficoltà di rilievo, ma è bene usare la dovuta attenzione soprattutto per evitare eventuali scivolate dovute al fondo ghiaioso.
Dal Callare scendiamo a destra col sentiero nr.5 e prima di arrivare all’Albergo Alto Matanna, lo lasciamo per inforcare, sempre a destra, la bretella meno battuta che passa poco sopra al rifugio per andare a riallacciarsi al tratto in comune dei sentieri 3/101, proprio davanti al cancello girevole che consente l’accesso nella proprietà privata e recintata del rifugio (45’ dalla vetta del Matanna).
Se non si vuol percorrere la bretella, oppure si vuol godere di una sosta al Rifugio, è possibile comunque continuare a scendere col 5 e poi riprendere il 3, passando davanti al Rifugio stesso e percorrendolo all’interno della proprietà privata, per uscirne dal cancello girevole sopra descritto.
Il tratto in comune dei sentieri 3 e 101 che percorriamo da questo punto è un ampio stradello in leggera salita che ci conduce, trascurando una diramazione a sinistra che si incontra dopo pochi minuti, di nuovo alla Foce del Pallone (55’ dal Matanna), dove lasciamo il sentiero 3 e proseguiamo dritti seguendo il 101, tenendoci a stretto ridosso della cresta.
A 1h e 03’ dal Matanna siamo ad un ampio spiazzo panoramico che precede la discesa verso la Foce del Termine (o Crocione) alla quale perveniamo a 1h e 18’. Il nostro arrivo è accompagnato da una serie di spari: la Foce del Termine è purtroppo luogo dove sono consentiti gli appostamenti fissi per la caccia all’avifauna migratoria, come d’altronde è consentita la caccia in tutto il territorio che abbiamo attraversato oggi: il Parco delle Apuane permette anche questo, oltre alla distruzione delle montagne con l’escavazione incontrollata del marmo.
Alla Foce, abbandoniamo il sentiero 101 per imboccare il 2 a destra, che ci porterà con una rapida discesa fino al Fosso del Boschetto (1h e 27’), uno dei corsi d’acqua che da origine al Rio Lombricese. Il fosso, in questo punto è ricco di pozze d’acqua dentro le quali, nel giusto periodo, è possibile osservare anche il Tritone Apuano.
Usciti dal boschetto si percorre un ampio tratto roccioso che attraversa la costa dirupata dove cala ripidamente il corso d’acqua e poi ci si addentra in ambiente ombroso: si perde quota abbastanza rapidamente e, a 1h e 55’ siamo ad un tornante a sinistra dove troviamo, sul lato destro del sentiero, la deviazione non numerata che, con percorso in falsopiano, conduce in circa 15’ a Grotta all’Onda.
Attualmente tale deviazione è marcata da un ometto in pietra sul quale sono stati conficcati un paio di bastoni. E’ possibile usarla in alternativa al percorso che facciamo oggi per tornare al punto di partenza (vedi itinerario riguardante l’Anello di Grotta all’Onda).
Noi oggi decidiamo di ignorarla e continuiamo a scendere col sentiero 2 piuttosto ripidamente. sempre in ambiente boscoso e man mano che ci si abbassa si avverte sempre più distintamente il rumore del torrente (Fosso di Grotta all’Onda) che scorre più in basso e che dovremo attraversare.
Infatti a 2h e 20’ dalla nostra partenza dalla vetta del Matanna, siamo al ponte che ci permette di superare il Fosso di Grotta all’Onda e 8 minuti dopo siamo al bivio col sentiero 112 che conduce alla Focetta di San Vicenzo, dov’è presente anche una mestaina, e a 2h e 40’ una ripida salitella asfaltata ci porta alla carrabile che unisce Casoli a Trescolli.
Non ci rimane così che percorrere verso destra, in salita, quest’ultimo chilometro e mezzo di asfalto ombroso e poco trafficato per raggiungere la nostra auto, cosa che avviene dopo 3h dalla nostra partenza dalla vetta del Matanna.
Tempo totale dell’escursione: 6h , sosta in vetta esclusa.
Bisogna raggiungere Camaiore per via Bellosguardo (SP1). Al semaforo con via Carignoni seguire le indicazioni per Casoli. Raggiungere il paese e oltrepassarlo, proseguendo per l’unica strada fino a raggiungere Tre Scolli.
L’escursione è molto bella, offre delle stupende vedute e non presenta nessuna difficoltà di rilievo ma è piuttosto lunga (oltre 16 km) e comporta un dislivello abbastanza importante, per cui la stanchezza potrebbe farsi avvertire su persone non ben allenate.
Al ritorno, chi non volesse percorrere l’ultimo km e mezzo di asfalto oppure volesse visitare Grotta all’Onda, può sempre usare la citata deviazione che si incontra scendendo il sentiero 2, raggiungendo e superando Grotta all’Onda, e quindi tornando all’inizio del 106 col sentiero dell’acquedotto, come descritto nell’escursione dell’Anello di Grotta all’Onda, consultabile sempre sul nostro sito e provvista di traccia gps scaricabile. Da tenere infatti presente che il percorso di tale deviazione non è numerato né segnato dal CAI.
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