(MS-Fivizzano) VINCA (Madonna del Cavatore)-FOCE DEL POLLARO (1360 m)-PUNTA TRE UOMINI (1329 m)-FOCE DELLO ZAPPELLLO (1212 m)-VINCA (Madonna del Cavatore) (Anello)
Loc. di partenza: Vinca (Maestà del Cavatore 783 m)
Loc. di arrivo: Vinca (Maestà del Cavatore 783 m)
Dislivello mt.: 737
Tempo totale: 06h 35'
Difficoltà: EE
Punti d'appoggio: Vinca
Rifornimento acqua: Madonna del Cavatore
Tratti di ferrata: No(brevi tratti assicurati)
Sequenza sentieri: strada; 153; 38/153; 38; raccordo 38/173; 173; cresta; 39
DATA ESCURSIONE: 30/08/2015 [IXLK]https://www.facebook.com/Escursioni.Apuane/photos/a.1985769234777600/1993032650717925/?type=3&theater[FXLK][TYLK]

[ILK]Vinca.html[FLK]Qui[TLK]un approfondimento su Vinca.

Arrivati a Vinca (cartello stradale) prendiamo a destra per la via tedesca e la seguiamo per circa 1 km, lasciando il borgo, fino alla Madonna del Cavatore (Maestà e statua della Madonna). Ancora poche decine di metri e sulla destra c'è uno stradello e uno spiazzo per parcheggiare.
Iniziamo l'escursione dall'imbocco dello stradello diretto ad alcune case e casolari (sentiero 39 con indicazione) che faremo al ritorno. Percorriamo la strada asfaltata in salita diretta all'inizio del sentiero 153, questa strada è in dissesto a causa di piogge, ghiaccio e maltempo, ma è percorribile anche in auto con attenzione alle buche. A piedi non ci sono problemi e, tra la folta vegetazione ammiriamo bei panorami sul monte Sagro, sul monte Rasori, sulla cresta Garnerone, sulla cresta Nattapiana e sul Pizzo d'Uccello.
A 9' c'è una deviazione sulla sinistra che porta alla maestà del Doglio, dove arrivano i sentieri 38 e 175 da Vinca. Il 38 è diretto alla Foce di Vinca e a Colonnata e in parte lo percorreremo più avanti. Invece il 175 è diretto alla Foce di Giovo. Questa deviazione a sinistra e poi quello che oggi è il sentiero 38 erano la strada costruita per motivi militari dall'organizzazione tedesca Todt. Invece la strada che andiamo a percorrere fu costruita dopo la guerra ed era destinata a collegare Vinca con le Cave del Sagro. Questa strada aveva poco senso e sicuramente ha sprecato molto denaro pubblico deturpando parte della testata della Valle di Vinca.
Continuiamo a salire con qualche tornante e a 39' siamo all'inizio del sentiero 153 (anche se nelle cartine più recenti lo stesso viene fatto iniziare da Vinca). Abbiamo percorso circa 1,5 km sulla strada e siamo arrivati presso un ponte sul torrente Nebbieto dove sono presenti buone indicazioni del sentiero.
Dopo il ponte la strada asfaltata continua come sterrato che, a tratti, si allarga con presenza di muri di contenimento in cemento e di un paio di ponti e dopo 40’ si perde nel bosco con tracce di sentiero, usate dai boscaioli, che riportano sul sentiero 38 per la Foce di Vinca.
Noi seguiamo il 153, il cui tratto iniziale fiancheggia il modesto fosso (ridotto a un rivolo d’acqua) in decisa salita, poi entra in un bel bosco di castagni con esemplari ultracentenari che, in alto, lasciano il posto ai faggi. Poi si apre tra lamponi, ginestre e ginepri con bella vista sul Pizzo d’Uccello e sulla Cresta Garnerone e costeggia i ruderi della Casa Farfareto.
A 45' arriviamo alla confluenza con il sentiero 38 che qua è uno stradello sassoso. La zona è estremamente panoramica sul gruppo del Monte Sagro, che rimane alle nostre spalle, e su Pizzo d’Uccello e Cresta Garnerone, che rimangono di fronte, ergendosi dalle Prade sassose. Il luogo è veramente molto bello, con una grande variabilità di paesaggi: dalla primavera all’autunno e dall’estate all’inverno.
Scendendo pochi metri sul sentiero 38 c’è una casa isolata e risistemata, con di fronte un piccolo piazzale panoramico sul Sagro, particolarmente affascinante in inverno con la neve.
Noi saliamo e in un minuto un ometto, sulla sinistra, indica una traccia di sentiero che permette di salire direttamente alla Foce di Giovo innestandosi con il sentiero 37. Continuiamo a salire e a 49' siamo al secondo bivio 38/153: il 153 sale a sinistra diretto al nuovo Rifugio Garnerone (non gestito), mentre il 38 continua di fronte a noi. Il sentiero è quello che resta della vecchia strada costruita dalla Todt, con muri di contenimento sulla sinistra, alcuni ormai distrutti.
Il primo tratto è ricco di vegetazione e sempre panoramico sul monte Sagro e sulle sue propaggini fino alla Torre di Monzone. A 55' vediamo chiaramente il borgo di Vinca sulla destra. Poi in alcuni tratti il sentiero è ostruito anche da rovi.
In una decina di minuti torniamo a una vegetazione meno fitta e la salita comincia a farsi più ripida. La vegetazione presenta una predominanza di conifere, frutto di errati rimboschimenti avvenuti dopo la guerra.
Continuiamo a salire con qualche tornante e a 01h 16' troviamo, a sinistra, indicazioni per la Capanna Garnerone. È un vecchio sentiero, con segni ormai stinti, che porta alla Capanna Garnerone e a Foce Rasori con due percorsi distinti (bivio più in alto). Ancora qualche minuto e lo stradello diventa molto ameno, in falsopiano, per poi salire nuovamente.
A 01h 31’ siamo presso uno slargo con indicazioni, questa è la zona di Pian di Maggio, il sentiero 38 continua in salita verso Foce di Vinca, prima della quale incontrerà il bivio per il 173 per Campocecina. Invece sulla destra una traccia ben segnata (segni bianco-rossi) ed evidente porta allo stesso 173, poco prima della Foce del Pollaro.
Noi seguiamo questo raccordo, in lieve discesa nella faggeta, fino a una minuscola fonte da cui il sentiero prende a salire lievemente, poi seguono saliscendi.
Superiamo un canalino umido e subito dopo, a 01h 38', siamo fuori del bosco, su un ravaneto che scende dall'alto. Lo percorriamo facilmente, il luogo è molto panoramico su Nattapiana, Pizzo d'Uccello, Cresta Garnerone e Grondilice, mentre in basso si vede Vinca.
Saliamo per il ravaneto fino ad alcuni alberi e a 01h 55' ci innestiamo sul 173 che seguiamo a destra. La salita è aspra su sfasciumi di marmo e ci porta a 02h 03' alla base di un canalino roccioso, attrezzato con corde metalliche, in particolare nella parte più alta.
A 02h 16' arriviamo, alla fine della corda metallica, a un ameno spiazzo erboso panoramico, dove sostiamo qualche minuto: questa è la Foce del Pollaro. Il panorama si apre anche sulla Coda del Cavallo e sulla Tambura, oltre che su Pizzo, Garnerone e Grondilice.
Dopo 7' riprendiamo il cammino entrando nella bella faggeta, prima in lieve discesa e poi in salita, aiutandoci con qualche ometto, mentre più avanti la traccia e i segni sono più evidenti.
A 02h 39' siamo su un tratto aperto, su sfasciumi, sotto le pendici NO del Sagro, il panorama è notevole su Nattapiana e Pizzo. In circa 10' rientriamo nel bosco dove troviamo una corda metallica che dà sicurezza che seguiamo per 3'. Poi il sentiero si sposta a sinistra nel bosco e continua per saliscendi (qua raggiungiamo il punto più alto dell'escursione a circa 1450m) con qualche tratto un po' esposto, sempre nel bosco.
A 03h 05' c'è un altro tratto di corda, cui segue la salitina finale per la Foce del Faneletto, che è anch’essa attrezzata, in due tratti, con vecchie corde metalliche.
A 03h 10' siamo alla Foce. Ricordiamo che le cartine riportano Fanaletto. Essa è in testata del Catino del Sagro che si trova a NE, mentre più a nord si trova il Puntone della Piastra (1392m).
Il luogo è molto panoramico sul monte Borla, alla cui base si trovano le cave in frenetica attività e poi sulle cave del Sagro. Inoltre si vede la costa con il golfo della Spezia e, da parte opposta, Pizzo e Vinca.
Adesso andremo a percorrere la cresta NO del Sagro che divide il Catino dalla Valle delle Cave del Sagro. La salita è molto lieve, su cresta marmorea, e ci manteniamo sempre sul versante verso mare, ci sono alcuni segni gialli di pipistrelli (segni degli speleologi). Poi prendiamo a salire, superiamo l'imbocco di una grotta e a 03h 25' ci troviamo sulla quota 1423, dove è presente un masso inclinato di marmo, qua la vista su Vinca è molto bella e, naturalmente, sulla Nattapiana e Pizzo e monti vicini.
Poi scendiamo e iniziamo a vedere gli ometti della Cresta della Cima dei Tre Omi. A 03h 38' iniziamo ad avere alberi sul versante di destra che non intralciano però la progressione.
Dopo 5' affrontiamo la cresta rocciosa più impegnativa, da fare con attenzione, ma sempre in sicurezza (mancano segni). A 03h 47' scendiamo un po' di più, superando anche qualche arbusto e qualche albero.
A 04h 01' siamo presso una selletta che sale alla Cima dei Tre Uomini (è possibile arrivare a questa sella dal sottostante sentiero 39 con percorso non segnato, ma non difficile).
Una breve salita ci porta a 04h 05' sulla vetta della Punta Tre Uomini, da qua scendiamo in pochi minuti il crinale che ci porta a tre ometti di pietre, posti a poca distanza tra loro.
A 04h 11' siamo presso il più grande e più settentrionale. Il panorama si apre sulla Lunigiana e l'Appennino e, a sinistra, sulla Torre di Monzone, in basso si scorge l'edificio di servizio della Teleferica del Balzone. I tre ometti hanno dato il nome a questo crinale e alla vicina cima e furono costruiti (si presume) dai pastori di Vinca che portavano le loro pecore su questi pascoli di altura. Dal vicino paese di Vinca essi sono ben visibili e sono chiamati I Tre Omi.
Dopo una breve sosta scendiamo per andare a recuperare il sentiero 39 (marmifera della Stretta). Non ci sono tracce per cui scendiamo a caso, a sinistra, per il versante erboso e facile, mantenendoci in direzione ovest e spostandoci leggermente verso destra. Superiamo alcuni sfasciumi di ardesia e poi percorriamo un morbido tappeto di Calluna vulgaris in piena fioritura, avendo di fronte l'edificio di servizio della teleferica.
Il sentiero/marmifera è ben evidente sotto di noi e a 04h 36' siamo sul sentiero, dopo aver superato alcuni semplici lastroni. Adesso saliamo leggermente per la marmifera, con la visuale ostruita verso sinistra dalla vegetazione, ma a 04h 41' siamo a uno spiazzo panoramico sulla Rocca di Tenerano, Vinca, il Pizzo d'Uccello con la cresta Nattapiana e la vicina zona del Balzone-Canalonga. In zona sono presenti molti esemplari della bellissima sassifraga autunnale (Saxifraga aizoides).
Qua ci fermiamo una decina di minuti per alimentarci poi riprendiamo la salita fino al vicino Passo dello Zappello, da cui entriamo nella faggeta a 04h 59'.
Adesso cominciamo a scendere, il primo tratto è scalinato con uso di tronchi e c’è l’aiuto di una corda d’acciaio. Segue un tratto di ripidi tornantini resi un po' insidiosi dall'abbondanza di foglie secche, a 05h 07' il sentiero diventa più largo e agevole e dopo un paio di minuti segue un tratto di 2’ attrezzato con corda metallica. Il sentiero è bello, abbastanza largo e a fianco della parete, costruito su una struttura di sfasciumi di roccia: si tratta di un sentiero usato, in passato, dai cavatori di Vinca per andare a lavorare alle cave del Sagro, infatti è anche conosciuto come Sentiero dei Cavatori. Esso è stato sistemato negli ultimi anni per renderlo percorribile anche con neve e ghiaccio, infatti sono state stese alcune centinaia di metri di cavo d'acciaio, anche se in alcuni tratti le scariche di sassi lo hanno reso inservibile.
Scendendo scorgiamo anche la croce sommitale posta sul Sagro. A 05h 16' è presente una traccia segnata di rosso stinto che si dirige verso destra in salita (presumibilmente diretta alla Punta Tre Uomini).
Scendiamo poi per lunghi tornanti e a 05h 34' percorriamo un tratto scalinato e attrezzato con corda metallica, prima del quale c'è un balcone panoramico sulla vicina Vinca. Continuiamo con tratti attrezzati, mentre iniziamo a vedere i primi ciclamini della stagione: ricordiamo che tutta la zona è ricca di belle fioriture tra cui, nella giusta stagione, la Primula Auricola e l'Anemone ranuncoloides.
In questa zona il sentiero percorre a mezzacosta le pendici settentrionali del Puntone della Piastra con tratti strappati dall'uomo alla montagna con fatica e uso di esplosivo.
A 05h 47' percorriamo un facile tratto su ravaneto, aperto su Vinca, Pizzo e Grondilice, dove prospera l'Iberis sempervirens che forma estesi tappeti ormai sfioriti. In un paio di minuti rientriamo nel bosco e a 05h 59' siamo alla Piana del Carbone (cartello), dove è presente un caratteristico castagno cavo, qua nella stagione giusta prospera la Cardamine heptaphylla.
Adesso cominciano a predominare le conifere e dopo pochi minuti troviamo il sentiero sbarrato da numerosi abeti caduti di recente per il maltempo e i forti venti. Li superiamo con fatica, passandoci sopra e aiutandoci con le mani. Più avanti troveremo altri alberi isolati sul sentiero.
A 06h 09' attraversiamo un tratto di sfasciumi di marmo, da percorrere con attenzione, per un certo degrado accentuato dall'ultimo sisma. Continuiamo a scendere e a 06h 17' siamo al Ponte sul Lucido, questo ponte non si presenta bene, ma è possibile percorrerlo in sicurezza.
Proseguiamo con un minimo di degrado dovuto al maltempo, poi segue qualche tratto più ameno, sempre tra i castagni, con presenza di muretti di contenimento.
Superiamo qualche ruscello che scende dalla destra e a 06h 22' abbiamo una prima costruzione sulla destra con altre casette sulla sinistra, e subito dopo una grossa costruzione, posta in posizione panoramica su Vinca, che costeggiamo portandoci sulla strada, dove finiamo l'escursione a 06h 35'.
Da Aulla si segue la statale 63 per Fivizzano, superata Rometta (6,6 Km) si prende la deviazione a destra per Gassano (13,3 km) e da qua si continua, a destra, per Gragnola (15,7 Km) e Monzone (19,8 km) da cui si prosegue per Vinca (27,6 Km). L’ultimo tratto è incanalato in una valle selvaggia per poi inerpicarsi verso il borgo con 12 ripidi tornanti. Al cartello indicatore di Vinca si sale a destra fino alla Madonna del Cavatore e all'inizio del sentiero 39 nel bosco (29 km).
Questo anello aggira idealmente la cresta del Puntone della Piastra. Offre panorami notevoli sul Pizzo d'Uccello, sulla Cresta Nattapiana, su Grondilice e Cresta Garnerone. Sempre presente è poi il borgo di Vinca nella valle omonima.
Di grande interesse la cresta NO del Sagro percorsa dal Faneletto fino ai Tre Uomini. Qualche salita faticosa e qualche tratto impegnativo giustificano la classificazione EE. Lungo il 173 qualche tratto è un po' esposto, ma sono presenti tratti di corda metallica. La cresta non è difficile, ma è priva di segni e va percorsa con l'esperienza che suggerisce il percorso più adeguato, dopo la quota 1423 è più impegnativa e richiede un minimo di concentrazione. Alcuni tratti del 39 vanno fatti con cautela per una certa esposizione. Ultimamente il maltempo ha fatto cadere alberi che ostruiscono il sentiero.
L'escursione è adatta alla buona stagione ed è assolutamente da evitarsi con neve e ghiaccio.
Di grande interesse le fioriture sia primaverili che estive e autunnali.

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