DATA ESCURSIONE: 6/09/2015 [IXLK]https://www.facebook.com/Escursioni.Apuane/photos/a.1985769234777600/1992968687390988/?type=3&theater[FXLK][TYLK]
La partenza è dal Piazzale di Pianza, luogo ideale per le escursioni al monte Sagro. Di fronte a noi il monte Sagro e sulla sinistra c'è il monte Borla, mentre sulla destra la cresta che porta al Sagro e le propaggini meridionali che scendono al monte Maggiore. Inoltre il piazzale è panoramico sulle cave di Carrara, sulla città e sulla costa, con possibilità di vedere le isole dell'arcipelago nelle belle giornate, a volte anche la Corsica.
La strada marmifera Walton, che dal panoramico Piazzale dell'Uccelliera porta a Pianza, è piuttosto malmessa per cui l'escursionista può fermarsi all'Uccelliera e in circa 20' arriva a piedi al piazzale di Pianza.
Noi saliamo, in un paio di minuti, all'intaglio della marmifera di fronte a noi: qua la marmifera inizia a scendere verso la zona delle cave.
Per salire al Sagro ci sono i sentieri 172 e 173 che salgono a destra della Foce, ma è possibile salire direttamente dal Piazzale. Il 173 continua sulla sinistra dove sale presso una vecchia cisterna di acqua a servizio delle vicine cave del Borla e si dirige ai prati di Campocecina e al Rifugio Carrara.
Noi scendiamo per la via di cava che svolta a sinistra e porta le indicazioni dei sentieri 39 e 174. Sulla destra ammiriamo il monte Sagro con le sue cave imponenti e devastanti. Invece verso sinistra vediamo la cresta nord-ovest del monte che si abbassa fino alla Cima Tre Uomini (o Tre Omi), dietro c'è l'Appennino.
La via di cava è ampia e agevole e volendo è possibile tagliarne un pezzo seguendo il vero sentiero (sono presenti i segni), ma poi preferiamo percorrere la marmifera (al ritorno faremo comunque questo tratto del sentiero come risulta dalla traccia GPS). A 17' siamo alle Case Walton circondate da alberi, esse, in passato, erano costruzioni di servizio delle cave, oggi sono ridotte a ruderi con un edificio comunque ancora agibile e saltuariamente abitato. Prima della costruzione principale è presente un altare di marmo con statua della Madonna. Presso queste costruzioni si trova una deviazione a sinistra della marmifera, chiusa da una sbarra metallica. Essa è una marmifera che porta alle cave del Borla e costituisce il sentiero 174 diretto alla Foce dei Pozzi e alla Casa Cardeto.
Noi continuiamo la marmifera in discesa che, come sentiero 39, si dirige a Vinca per poi continuare per Equi Terme. Scendiamo e in un paio di minuti troviamo l'ingresso di cava chiuso da una sbarra e proseguiamo verso sinistra, scendendo alcuni tornanti fino a trovare a 30', sulla sinistra, una deviazione per il Balzone.
La marmifera, piuttosto degradata, di sinistra, porta al Balzone e alla via di lizza omonima che conduce alla Canalonga e alla strada carrozzabile per Vinca (c'è un bivio). Il Balzone è il punto di arrivo di una teleferica ormai dismessa che portava il marmo delle cave del Sagro verso Monzone (valle del Lucido).
Noi invece proseguiamo in salita lungo il 39. Alla salita segue poi un breve tratto di discesa fino a quando, presso dei segni Cai, il sentiero riprende a salire lievemente.
Il sentiero è adesso un largo stradello (detta marmifera della Stretta) che qualcuno, in passato, pensava di collegare con Vinca. Sulla sinistra abbiamo il monte Borla con le sue cave attive e sulla destra la cresta nord- est del Sagro che scende dalla Foce del Fanaletto verso la Punta Tre Uomini e il Passo dello Zappello.
Saliamo lievemente e più in alto scorgiamo anche, tra la vegetazione, la terrazza panoramica del Balzone (Balzonetto). Essa è un parapetto aereo (995 metri) su una rocca a strapiombo che è parte dei contrafforti della Torre di Monzone. Qua arrivavano alcuni cavi della struttura della teleferica e ci sono i ruderi di alcuni edifici di servizio. A questo luogo si può facilmente pervenire seguendo un sentiero che si diparte dal sentiero 196, poco dopo aver superato la via di Lizza del Balzone. Da questo piazzale si gode una veduta splendida su tutta la valle sottostante, compreso il borgo di Vinca e sul Pizzo d’Uccello.
A 01h il panorama si apre su Vinca, Pizzo d'Uccello e Cresta Nattapiana tra qualche albero, siamo sotto un evidente taglio nella roccia, prima del bosco a settentrione della Stretta.
Dopo avere goduto del panorama saliamo e tra le rocce troviamo numerosi esemplari della bellissima sassifraga autunnale (Saxifraga aizoides), con i suoi piccoli fiori rossi e anche molti esemplari di Parnassia palustris.
La salita termina al passo dello Zappello a 01h 09' da cui entriamo nella densa faggeta. Adesso cominciamo a scendere, il primo tratto è scalinato con uso di tronchi e c’è l’aiuto di una corda d’acciaio. Segue un tratto di ripidi tornantini resi un po' insidiosi dall'abbondanza di foglie secche, a 01h 17' il sentiero diventa più largo e agevole e dopo un paio di minuti segue un tratto di 2’ attrezzato con corda metallica, il sentiero è bello, abbastanza largo e a fianco della parete, costruito su una struttura di sfasciumi di roccia: si tratta di un sentiero usato, in passato, dai cavatori di Vinca per andare a lavorare alle cave del Sagro, infatti è anche conosciuto come Sentiero dei Cavatori. Esso è stato sistemato negli ultimi anni per renderlo percorribile anche con neve e ghiaccio, infatti sono state stese alcune centinaia di metri di cavo d'acciaio, anche se in alcuni tratti le scariche di sassi lo hanno reso inservibile. Adesso ne percorreremo un breve tratto, ma al ritorno faremo il resto in salita.
Scendendo scorgiamo anche la croce sommitale posta sul Sagro. A 01h 29' (quota 1120m) è presente una traccia segnata di rosso stinto che si dirige verso destra, in salita (presente indicazione sulla roccia: Vinca in discesa).
Il sentiero è in discesa con qualche saliscendi e qualche tratto di discesa più accentuata, è marcato con vecchi segni rossi, ormai stinti, in certi tratti è ben evidente il segno dell'uomo che lo ha costruito anche con l'uso di esplosivi. Esso corre parallelo al 39 un po' più a nord e più a ridosso della cresta del Puntone della Piastra, alla quale si avvicina. Presumo che anch'esso fosse un sentiero dei cavatori.
Il sentiero si sviluppa nel bosco, ben evidente, e vanno evitate tutte le deviazioni a destra in salita. La traccia è, a tratti, mulattiera in lieve discesa. A 01h 40' siamo presso una radura, da cui il sentiero scende più deciso per tornanti, poi continua a ridosso della roccia, proprio sotto la quota 1228 della Cresta del Puntone della Piastra. Qua il sentiero è stato costruito con l'aiuto di esplosivi e il panorama si apre su Pizzo d'Uccello, foce di Giovo e Cresta Garnerone.
Poi costeggiamo ravaneti che scendono dall'alto, su traccia su sfasciumi costeggiando il costone roccioso.
A 02h 07' siamo in una zona abbastanza degradata, ma la traccia è evident,e sempre per sfasciumi. A 02h 19' passiamo un primo ravaneto, panoramico su Vinca, seguono altri tornanti e un altro ravaneto a 02h 25' con muri di contenimento. Qua scorgiamo due rari esemplari di Gentianopsis ciliata in piena fioritura.
Continuiamo a scendere nel bosco e a 02h 55' ci innestiamo nuovamente nel sentiero 39. Questo è il punto più basso dell'escursione a 813 metri. Scendendo verso destra, in pochi minuti, saremmo a un vecchio ponte sul Lucido da cui il sentiero prosegue verso Vinca, noi invece saliremo per tornare al punto di partenza.
Sostiamo 5' e riprendiamo il cammino in salita. A 03h 05' percorriamo un tratto di sfasciumi di marmo, da percorrere con attenzione per un certo degrado accentuato dall'ultimo sisma. Più avanti alcuni alberi caduti di recente ostruiscono la sede del sentiero costringendoci a un po' di equilibrismo aiutandoci con le mani. In questo tratto predominano le conifere per rimboschimenti successivi alla guerra, ma più in alto domineranno nuovamente i faggi.
A 03h 17' arriviamo alla Piana del Carbone (cartello), dove è presente un caratteristico castagno cavo ancora molto vitale, qua nella stagione giusta prospera la Cardamine heptaphylla.
In 5' siamo a un breve tratto su ravaneto, dove prospera l'Iberis sempervirens che forma estesi tappeti ormai sfioriti, il panorama si apre su Vinca, Pizzo e Grondilice.
Ancora 5' abbiamo un altro tratto su ravaneto. A 03h 31' inizia un tratto di corda metallico cui ne seguiranno altri salendo. In questa zona il sentiero percorre a mezzacosta le pendici settentrionali del Puntone della Piastra, con tratti strappati dall'uomo alla montagna con fatica e uso di esplosivo.
Continuiamo con tratti attrezzati, mentre iniziamo a vedere i primi ciclamini della stagione, ricordiamo che tutta la zona è ricca di belle fioriture tra cui, nella giusta stagione, la Primula Auricola e l'Anemone ranuncoloides.
Ogni tanto troviamo ripari sotto roccia aperti, appunto, con l'esplosivo. A 03h 45' saliamo per un tratto scalinato e attrezzato con corda metallica. Alla fine di questo c'è un bel balcone panoramico su Vinca, a quota 995 metri, il paese sembra proprio a due passi. Da qua rientriamo nel bosco, il sentiero continua prima con tratto diritto e poi con tornanti aggirando qualche albero caduto.
A 04h 04' lasciamo i tornanti per un ripido tratto (segnato) che li evita, è possibile comunque anche salire i tornanti. La deviazione risale a qualche anno fa, quando alberi ostruivano in gran quantità il sentiero.
A 04h 12' chiudiamo l'anello raggiungendo il bivio per il sentiero non numerato che abbiamo percorso in precedenza. A 04h 18' ritroviamo il filo metallico e a 04h 33' siamo nuovamente al passo dello Zappello. Andiamo avanti un po' e poi sostiamo un quarto d'ora per alimentarci.
Continuiamo seguendo il percorso del mattino e a 05h 26' siamo alla zona delle cave, alla deviazione a destra per il Balzone.
A 05h 39' siamo a case Walton e dopo pochi minuti, dopo la curva della marmifera, saliamo per il sentiero su roccia che evita la marmifera stessa, a 05h 52' siamo nuovamente sulla marmifera e a 05h 57' siamo al Piazzale, dove concludiamo l'escursione.
Da Carrara si segue la strada per Gragnana, Castelpoggio superato quest’ultimo paese si prende la deviazione a destra (9,5 km) per Campocecina che si segue per altri 10 km fino al punto di soccorso delle Cave e al Piazzale dell’Uccelliera pochi metri avanti. Si trascura la deviazione a sinistra e si continua costeggiando il monte Borla per un altro chilometro fino alla Foce. C’è da aggiungere quest’ultimo tratto di strada è una marmifera in pessimo stato per presenza di buche e detriti caduti dal monte.
Questo itinerario integra altri già illustrati. Ha un significato esplorativo poiché percorre un vecchio sentiero dei cavatori ormai abbandonato. Ci sono comunque segni sufficienti per percorrerlo e la traccia è evidente. Interessanti i panorami su monte Sagro, Pizzo d'Uccello, Cresta Garnerone, Grondilice e Pisanino e di rilievo anche le fioriture tra cui la Gentianopsis ciliata e la Orobanche apuana. Il primo tratto percorre zone molto devastate dall'estrazione di marmo. È richiesta la capacità di percorrere sentieri non ben segnati e di saper orientarsi. Sconsigliato con neve e ghiaccio.
ATTENZIONE!!!
Lo staff di www.escursioniapuane.com declina qualsiasi responsabilità riguardo eventuali malaugurati incidenti che potrebbero accadere percorrendo gli itinerari descritti sul proprio sito. Declina altresì qualsiasi responsabilità per differenze eventualmente riscontrate rispetto a tali descrizioni, riguardanti alterazioni dello stato dei suddetti percorsi (quali: danni associati alle condizioni meteorologiche e ad altri eventi naturali, carenze di manutenzione, interventi umani, sostituzione delle numerazioni dei sentieri ecc.ecc.) successive alle date di effettuazione delle proprie escursioni.
Ricorda inoltre che tutte le valutazioni circa le difficoltà delle escursioni, riportate sul proprio sito, sono prettamente soggettive. In montagna, per motivi esclusivamente personali, ciò che è estremamente facile per qualcuno, potrebbe essere estremamente difficile per altri e viceversa. Quindi, durante le escursioni, sta al buonsenso di ciascuno di coloro che ci leggono, decidere quando e se proseguire o meno.