DATA ESCURSIONE: 8/11/2015 [IXLK]https://www.facebook.com/Escursioni.Apuane/photos/a.1985769234777600/1993023740718816/?type=3&theater[FXLK][TYLK]
[ILK]ValSerenaia.html[FLK]Qui[TLK]un approfondimento sulla Val Serenaia.
Arrivati in val Serenaia (presso al campeggio) si sale al vicino Rifugio Donegani, con un ampio spiazzo parcheggio. Questo è il rifugio storico della valle chiuso nel 1997 e riaperto nel 2005 come struttura privata, poi convenzionata col Cai con apertura di un locale invernale e sconti per i soci
La zona è panoramica sulla alta valle di Orto di Donna e sulle cime della valle, in particolare Pisanino, Cavallo e Contrario. Davanti al rifugio parte il sentiero 37 per Foce di Giovo e Capanna Garnerone che termina a Forno di Massa.
Noi seguiamo la strada in salita che è la marmifera diretta alle cave di Orto di Donna, alcune delle quali sono ancora attive. A 2' passiamo la sbarra che impedisce l'accesso ai privati e continuiamo la salita, avendo sulla nostra destra il monte Pisanino, la massima cima delle Apuane, e una bella vista sull'Appennino.
Dopo una curva il panorama si apre sugli Zucchi di Cardelo, Cavallo e Contrario e a 9' siamo all'inizio del sentiero 187 (è presente una targa) che ci porterà alla Foce Siggioli.
Il sentiero, dopo un breve tratto su roccette, si sviluppa nella faggeta che in questa stagione presenta un fastidioso letto di foglie secche, umide e scivolose, da percorrere con attenzione e con un supplemento di fatica. Sarà questa una costante dell'escursione odierna quando attraverseremo le faggete, in primavera ed estate le cose si semplificano.
Il primo tratto è di ripida salita, cui seguono saliscendi e tratti meno ripidi con strappi di salita ripida.
A 30' un faggio caduto sul sentiero non impedisce la progressione. A 41' siamo fuori dal bosco, con qualche raro albero, e il sentiero sale, per facile roccette, le pendici della Cresta di Capradossa, ed è panoramico sull'Appennino e sul vicino Pisanino.
Percorriamo qualche tornantino e arriviamo a 01h 01' a Foce Siggioli. La foce permette di ammirare la parete Nord del Pizzo d'Uccello in tutta la sua bellezza, ricordiamo che questa parete è la più interessante per gli scalatori nell'ambiente apuano ed è lunga oltre 700 m e fu vinta per la prima volta solo nel 1927. La parete inizia dai sottostanti Cantoni di Neve Vecchia. Per la foce passa il sentiero 181 che a destra percorre la Cresta di Capradossa e continua per Ugliancaldo e Pieve San Lorenzo, noi lo percorreremo in direzione contraria per la Foce di Giovo. Inoltre la foce è il punto di arrivo della ferrata Tordini-Galligani che inizia dalle cave del Cantonaccio, alla base della nord del Pizzo.
Dopo 5' di sosta riprendiamo il cammino, il sentiero 181 continua dal lato di val Serenaia e nel tratto iniziale è a saliscendi; ora scendiamo un po' e a 01h 09' siamo a un'altra finestra sulla Nord, da cui si può vedere bene il contrafforte su cui si sviluppa la via ferrata, di cui si vede l'andamento e il filo metallico con i sostegni rossi.
Fatti pochi metri c'è un'altra finestra e poi il sentiero scende verso sinistra, davanti abbiamo Pisanino e Orto di Donna. Scendiamo per roccette e poi a 01h 18' entriamo nella faggeta che percorriamo a saliscendi, con tratti piuttosto stretti e resi insidiosi dalle molte foglie, a sinistra abbiamo la val Serenaia.
5' più avanti siamo fuori dal bosco e sulla destra vediamo le cime minori che si dipartono dal Pizzo verso est. Poi il sentiero costeggia la roccia per continuare subito su terreno erboso e poi rientra nel bosco.
A 01h 35' il bosco finisce e bisogna salire un ripido canalino, su sfasciumi, dove è presente una corda metallica che aiuta nella progressione.
A 01h 44' siamo alla fine del canalino, in un piccolo spiazzo molto panoramico sull'Appennino e sulla cresta della Capradossa e su Pisanino, Val Serenaia, Orto di Donna e le sue cime e le sue cave che ne hanno profondamente modificato l'aspetto.
Adesso seguono dei saliscendi per poi salire fino al Giovetto. Il primo tratto è molto esposto e ci sono due brevi tratti di corda metallica, scendiamo poi più facilmente per roccette per poi entrare a 01h 56' nel bosco, in salita.
Ne usciamo dopo pochi minuti, avendo di fronte le cave di Orto di Donna. Poi riprendono gli alberi e a 02h 05' entriamo in un altro bosco di faggi, per uscirne a 02h 16' alla Foce del Giovetto.
A questa foce arriva il sentiero 191 dalla Foce dei Lizzari, in parte attrezzato (ferrata Piotti). Inoltre qua inizia la via più semplice per salire al Pizzo d'Uccello, ai cui piedi ci troviamo. Inoltre parte anche un raccordo per il sentiero 37 e il Rifugio Donegani di Val Serenaia.
Dalla foce saliamo qualche metro per poi procedere tra saliscendi, tra rocce e faggi contorti dal vento, stiamo costeggiando la quota 1544.
A 02h 21' siamo a un altro spiazzetto panoramico sul monte Sagro, da cui si vede bene anche il sottostante borgo di Vinca e, dopo 3', c'è un altro spiazzo panoramico.
A 02h 27' siamo su un breve tratto su roccia che va percorso con attenzione, ma ci sono gli appigli, basta aiutarsi un po' con le mani. Poi la visuale si apre sulla Cresta Garnerone e il Grondilice e, in basso a sinistra, verso le cave di val Serenaia. Segue un tratto aperto che porta alla panoramica Foce di Giovo, dove arriviamo a 02h 34'.
Alla foce è presente una palina con le indicazioni dei sentieri: il 181 che abbiamo percorso dalla foce Siggioli, il 175 che scende in basso per Vinca, il 37 che scende verso il Rifugio Donegani e Val Serenaia, mentre dalla parte opposta va a Capanna Garnerone e Forno e quindi, nella parte iniziale, coincide con il 175. Infine il 179 che porta al Rifugio Orto di Donna che andiamo a percorrere. Il panorama da Foce di Giovo è splendido su Sagro, Pisanino e Pizzo d’Uccello, che incombe in tutta la sua imponenza, e sulla cresta Garnerone. Il luogo è erboso, ameno, ampio e invita al riposo e alla contemplazione, oggi i colori sono quelli autunnali e non c’è molto vento.
Il sentiero 179 si sviluppa a saliscendi per la Valle dell'Asino e costeggia la Cresta Garnerone ed è sempre molto panoramico sulla Val Serenaia e i monti che la circondano: Pisanino, Zucchi di Cardeto, Cavallo e Contrario e il Pizzo che rimane dietro di noi.
Il primo tratto è in discesa ed è un'ampia mulattiera, in buon stato, nel boschetto di giovani faggi ormai spogli. A 02h 42' il sentiero risale ed esce dal bosco, proseguiamo tra sfasciumi di marmo, con un tratto di sentiero intagliato nella roccia.
A 02h 48' arriviamo al primo di una serie di punti panoramici sulla valle e le sue cime. Ora scendiamo sempre su sfasciumi tra rari alberi e a 02h 57', sulla destra in alto, scorgiamo la zona della finestra Grondilice, tra la Forbice e il monte Grondilice.
Risaliamo un po' e a 03h 01' siamo a un altro punto panoramico sulle rocce. Scendiamo e proseguiamo per saliscendi e a 03h 06' entriamo decisamente nel bosco.
A 03h 23' siamo a un altro punto panoramico aperto, da cui scendiamo ancora nel bosco, più avanti scorgiamo sulla destra l'ingresso di una grotta e a 03h 29' siamo sopra una vecchia cava.
Saliamo ancora e in breve siamo a un punto panoramico su Contrario e Cavallo e sul rifugio Orto di Donna. Scendiamo nel bosco e a 03h 41' arriviamo al bivio tra il 179 e il sentiero 186 che dal sottostante rifugio si dirige alla finestra Grondilice e a foce Rasori.
Scendiamo a sinistra un tratto piuttosto ripido fino a un vecchio muro e a 03h 46' siamo al rifugio Orto di Donna. Questo è il terzo rifugio della valle e fu inaugurato nel 2005 ristrutturando l’edificio di cava 27 (la cava più alta del bacino) a opera del comune di Minucciano e del Parco delle Apuane, con finanziamenti UE. Nei pressi c’è una scuola di roccia e palestre di roccia attrezzate, comunque in questa stagione il rifugio resta chiuso (come quello di val Serenaia). Al rifugio arriva la marmifera dal Donegani, il sentiero 180 (che faremo al ritorno), il 179 (foce di Giovo - foce Cardeto) che abbiamo percorso finora. Tracce di sentiero portano al Passo delle Pecore vicino al punto di arrivo della ferrata del Contrario e al punto di arrivo del disagevole sentiero dei Prataccetti entrambi provenienti dagli Alberghi. Ricordiamo poi che dal passo delle Pecore inizia il sentiero per salire alla vetta del Contrario.
Dopo una brevissima sosta ci dirigiamo al passo delle Pecore. Percorriamo pochi metri ancora sul 179 che si dirige a sinistra verso il Cardeto, mentre noi proseguiamo verso destra, per un sentiero di cava diretto a vecchi e infruttuosi tentativi di aprire cave alle pendici del Contrario.
Salendo il panorama si apre sull'intera val Serenaia e sull'Appennino. A 03h 57' siamo presso la prima cava che rimane a sinistra, con in alto alcune rudimentali costruzioni di cava, e subito dopo siamo alla seconda cava, da cui sale una evidente traccia (priva di segni), su sfasciumi e rocce sulla sinistra.
A 04h 02' c'è un vecchio tabellone esplicativo della ferrata,. da cui il sentiero sale ripido a zigzag, sempre più panoramico. A 04h 11' siamo al passo delle Pecore, il punto più alto della nostra escursione. Il panorama qua si apre anche sulla costa e su tutta la zona di Forno e Resceto.
Ci fermiamo fino a 04h 19' poi scendiamo e a 04h 37' siamo nuovamente al rifugio, dove sostiamo una decina di minuti per mangiare qualcosa.
A 04h 46' riprendiamo il cammino prendendo il sentiero 180 che inizia a pochi metri dal rifugio, poco prima del bivio tra il 179 e lo stradello di cava che abbiamo percorso per il passo delle Pecore.
Ricordiamo che l'escursionista può chiudere l'anello anche percorrendo la marmifera, molto panoramica rispetto al bosco e molto assolata in estate.
Scendiamo per il sentiero 180 che ci porta subito nella faggeta, dove scende con tratti piuttosto ripidi su rocce e su tratti coperti da abbondante coltre di foglie.
A sinistra intravediamo un ravaneto, continuiamo con pazienza la discesa con tratti meno ripidi alternati ad altri ripidi per arrivare alla base del ravaneto, in una zona di falsopiano a 05h 30'.
Segue una radura da cui possiamo vedere l'intero ravaneto e abbiamo una bella vista su Cavallo e Contrario, poi seguiamo un canale, piuttosto secco, che ci rimane sulla destra e intorno a noi ci sono numerosi massi erratici, testimonianza dall'antico ghiacciaio che occupava la valle.
A 05h 37' siamo al un bivio, sulla destra si stacca un breve sentiero di raccordo che va a innestarsi nel 178 che da Val Serenaia arriva al passo della Focolaccia.
Proseguiamo per tratti ameni nella faggeta e dopo pochi minuti vediamo sulla destra alcuni ruderi. Segue un tratto di discesa più ripida e a 05h 55' siamo in un tratto più tranquillo, nei pressi di una radura a lamponi, ormai secchi.
Proseguiamo con saliscendi, tra rocce erratiche, e a 06h 05' siamo fuori dal bosco, avendo a sinistra le cave che si sono impossessate di parte della valle negli ultimi anni.
In 3' siamo su una vecchia marmifera che seguiamo per pochi metri, per tornare subito sul sentiero che ci porta a una lastronata finale, molto agevole, da cui siamo sulla strada asfaltata a 06h 12'. La strada proviene dal fondovalle e ci porta a 06h 18' al Donegani, dove chiudiamo l'anello e l'escursione.
Da Castelnuovo Garfagnana e poi per San Romano (11,2 km), si segue per Piazza al Serchio (16,8 km) e per Gramolazzo (23,8 km) e da qui per Minucciano, prima di raggiungere questo borgo, all’inizio di una galleria (26,3 km), si svolta a sinistra (presenti indicazioni) e si segue la strada asfaltata di val Serenaia (evitando la deviazione a destra dopo circa 500 m) fino al campeggio da cui si sale al Donegani (37,5 km).
Partendo da Aulla si segue la statale 63 per il passo del Cerreto, superate Rometta (9,4 km) e Soliera, si devia a destra (11,7 km) per Gassano e da in direzione Gragnola e poi per Casola, da Casola (21,9 km) si va a Minucciano (29,8 km) e superato il borgo si arriva alla galleria di cui sopra e si devia a destra dopo averla superata (31,6 km).
Il percorso passa per interessanti foci: la Siggioli con la vista mozzafiato della parete Nord del Pizzo, il Giovetto ancora panoramico sul Pizzo, il Giovo aperto su Sagro e Pisanino e il passo delle Pecore che è panoramico sulla costa e sull'intero Orto di Donna.
Dopo la salita iniziale ci si mantiene in quota con saliscendi per poi scendere con il sentiero 180. Qualche tratto è esposto, anche se in sicurezza con corda metallica e qualche tratto può essere insidioso in autunno per la presenza di foglie scivolose.
È assolutamente sconsigliato in inverno con neve e ghiaccio.
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