(MS-Fivizzano) VINCA-FOCE DEI LIZZARI (1265 m)-SENT. PIOTTI-INNESTO SENT. 175 (1315 m)-VINCA (ANELLO) 
Loc. di partenza: VINCA (piazzetta 750 m)
Loc. di arrivo: VINCA (piazzetta 750 m)
Dislivello mt.: 690
Tempo totale: 08 h
Difficoltà: EEA
Punti d'appoggio: Vinca
Rifornimento acqua: Vinca, sent 175 (sotto Capanne di Giovo)
Tratti di ferrata:
Sequenza sentieri: 38/175/190; 190; 191; traccia; 175; 38/175, strada
DATA ESCURSIONE: 20/08/2016 [IXLK]https://www.facebook.com/Escursioni.Apuane/photos/a.1985769234777600/1993033157384541/?type=3&theater[FXLK][TYLK]

[ILK]Vinca.html[FLK]Qui[TLK]un approfondimento su Vinca.

(È necessario leggere attentamente le note a questa escursione. Il sentiero Piotti è di difficoltà EEA+ presentando alcuni tratti con passaggi di 1° grado e un po’ di esposizione e altri con corda metallica di sicurezza)


Iniziamo l'escursione dalla piazzetta di Vinca, cui si arriva dalla strada asfaltata (dopo il cartello stradale di Vinca si deve salire verso sinistra). In questa piazzetta esiste l'unico negozio di Vinca sempre aperto. Il panorama si apre su tutta l'Alta Valle di Vinca, dal Sagro con le sue propaggini sino alla Torre di Monzone e sul Pizzo d'Uccello con la Cresta Garnerone e il Monte Rasori. Poco sotto la piazzetta si trova la ex scuola elementare, adesso Bed&Breakfast "La Casa di Montagna".
In piazzetta sono ben evidenti le indicazioni dei sentieri 38, 175, 190. Il primo è diretto a Colonnata passando per la Foce di Vinca, mentre il secondo è diretto alla Foce di Giovo e, al ritorno, lo seguiremo per un buon tratto.
Seguiamo le indicazioni entrando nel borgo (oltre ai segni bianco-rossi ce ne sono altri giallo-verdi che per un po' continuano nella stessa direzione). Saliamo per qualche tratto scalinato e a 3' siamo a un bivio: i tre sentieri proseguono verso sinistra, in salita (Via Mazzanti), mentre a destra la stradina prosegue fino alla chiesa di Sant'Andrea e alla strada, dove recupera il sentiero 39, che inizia dalla Casa di Montagna ed è diretto a Foce di Pianza. C'è da dire, comunque, che dopo la chiesa una strada asfaltata sale al borgo a recuperare il punto in cui i sentieri 38 e 175 entrano ne bosco e, volendo, è possibile recuperare anche il sentiero 190 in direzione opposta (al ritorno faremo questo breve tratto).
Noi saliamo nel borgo, tra vecchie abitazioni e qualche rudere, sempre seguendo i segni che ci portano a 9' sulla strada asfaltata, qua il 38/175 va a destra mentre il 190 va a sinistra. Dopo pochissimo sulla destra si stacca il sentiero 190 che lascia la strada asfaltata per salire tra i castagni.
Il primo tratto è scalinato e costeggia una proprietà recintata tra i castagni.
A 15' siamo nel bosco e subito dopo, a un bivio, bisogna prendere a sinistra. Il fondo del sentiero è diventato argilloso e alcuni tratti sono degradati.
A 23' è necessario spostarsi a sinistra per evitare un intrico di rovi. Poi siamo in una piccola radura nel bosco dove i segni sono in alto verso destra. A 30' il sentiero va decisamente verso sinistra e 5' dopo entra in una pineta formata da alberi moto fitti e di alto fusto, essa è il frutto dei rimboschimenti post bellici che hanno riguardato tutta l'Alta Valle. Poco più avanti si stacca una traccia non segnata diretta alla Sella di Altana.
Saliamo nella pineta per traccia amena e a 38' troviamo un bivio, dove il sentiero giallo-verde ci lascia andando verso sinistra (ricordiamo che questi segni sono relativi a vecchi itinerari ambientali didattici ormai abbandonati).
A 53' su una roccia troviamo vecchie indicazioni del sentiero 190 e proprio qua, sulla sinistra, si stacca un'altra traccia non segnata per la Sella di Altana o Colle di Nattapiana (e il Pizzo dell'Aquila), estrema propaggine della Cresta di Nattapiana.
Continuiamo a salire per tratti adesso più ripidi e a 01h 09' passiamo per un ravaneto aperto, con panorama su Vinca, Sagro e Balzone.
Dopo una decina di minuti il sentiero si fa ancora più ripido, su roccette con qualche tornantino. Il panorama si apre anche sulla Cresta Garnerone, tutta questa zona è ricca, in primavera, di belle fioriture di orchidee.
Continuiamo a salire tra pini e rocce e a 01h 38' troviamo le indicazioni del sentiero 191 (Sentiero attrezzato Mario Piotti). Spostandosi verso sinistra si trova l'inizio del tratto attrezzato del sentiero 190 (Sentiero Zaccagna) che scende verso le Cave del Cantonaccio, ma questo tratto di sentiero è inagibile per danni subiti dai cavi d'acciaio negli ultimi anni. Il sentiero 191 si dirige al Giovetto alla base del Pizzo d'Uccello. Esso è lungo 3 km e percorre il versante meridionale della Cresta di Nattapiana, che è la lunga cresta rocciosa che divide la Valle di Vinca da quella del Solco di Equi. Questa cresta dal Colle di Nattapiana termina in vetta al Pizzo e ha ha interesse alpinistico.
Il sentiero attrezzato fu predisposto dalla sezione Cai di Pisa nel 1981 e intitolato a Mario Piotti, nel tempo ha subito interventi di manutenzione per renderlo più sicuro. È ben segnato e provvisto di 3 tratti di corda d'acciaio per superare alcuni tratti difficoltosi. Il primo brevissimo, il secondo più lungo e il terzo che permette di salire un dislivello di qualche decina di metri.
Il sentiero si sviluppa in saliscendi con un dislivello di circa settanta metri in salita nel punto dove lasceremo il sentiero per inserirci nel 175. L'ambiente è tipicamente apuano, selvaggio, molto erboso, in questo periodo, con qualche tratto impegnativo che richiede un certo sforzo atletico e molta attenzione. Iniziamo quindi il sentiero 191 scendendo per tratto erboso: sulla destra abbiamo Vinca, il Sagro e la sua cresta fino alla Torre di Monzone, tra la vegetazione predomina la santolina e la santoreggia tipiche di questi ambienti sassosi e assolati. Più avanti troveremo numerosi esemplari di Ginepro fenicio specie eterotopica che proprio in questa zona raggiunge il punto più alto sulle Apuane.
A 01h 50' passiamo tra qualche albero, più avanti saliamo e a 02h 05' vediamo la vetta del Pizzo, la Cresta Garnerone e il Grondilice tra la foschia.
A 02h 13' siamo di fronte al primo tratto un po' impegnativo: un tratto di parete calcarea esposta, con sfasciumi in cui, con pazienza, progrediamo utilizzando gli appigli per mani e piedi che la roccia presenta in buona quantità.
Segue un tratto più tranquillo in discesa. A 02h 40' c'è un piccolo salto in discesa da fare con prudenza cui seguono circa 10 m di cengia erbosa piuttosto stretta.
A 02h 57' c'è un altro salto in discesa cui segue un tratto di un paio di metri con esposizione dove serve l'aiuto delle mani, ma ci sono buoni appigli. È necessario fare attenzione.
Continuiamo per tratto più semplice e, a 03h 06', troviamo il primo tratto di corda metallica di pochi metri per superare una lastronata marmorea molto liscia.
Subito dopo c'è un secondo tratto di corda un po' più lungo per superare un tratto roccioso, ma ricco di appigli, lo superiamo in meno di 5'. Segue un ripido canalino erboso in discesa e poi il sentiero torna tranquillo.
A 03h 30' passiamo per un tratto alberato, ma poi si apre subito e a 03h 38' superiamo senza problemi un ramo, attualmente secco, del Canale Doglio.
Subito dopo dobbiamo superare un salto di una trentina di metri che costeggia il canale, esso è attrezzato con il terzo (e ultimo) tratto di corda metallica. È questo il tratto più faticoso: è necessario tirarsi su utilizzando la corda, i pali metallici e i molti appigli della roccia, sostando dove è possibile su piccoli ripiani.
Dopo 15' a 03h 55' la salita si fa meno ripida e di fronte a noi scorgiamo diverse quote della Cresta Nattapiana e pinnacoli calcarei. Poi la corda si sposta sulla destra e il sentiero prosegue su una cengia erbosa e a 04h 14' la corda finisce, adesso siamo tra alberi.
La zona che andiamo a percorrere è conosciuta come Capanne del Giovo, anche se i ruderi delle vecchie costruzioni li troveremo più in basso. Infatti i pastori utilizzavano i massi precipitati dal monte come riparo. Adesso saliamo per tratto erboso tra i pini e ben presto usciamo dal bosco per percorrere un breve canalino. Siamo poi nuovamente nel bosco e a 04h 41' cominciamo a vedere la Cresta Garnerone e la vallata sottostante.
Segue un tratto su grossi massi, di nuovo bosco e a 05h 08' ancora roccette. Continuiamo la progressione sempre su roccia con ogni tanto degli ometti che segnalano il percorso.
A 05h 30' cominciamo a vedere anche la Foce di Giovo. A 05h 52' siamo a quota 1334 m: è il punto più alto dell'escursione. Mancano 150 m di salita per arrivare al Giovetto, il percorso non è difficile, lo avevamo fatto in precedenza per cui decidiamo di andare a recuperare il sentiero 175 per evitare un'escursione troppo lunga e faticosa.
Il sentiero 175 si vede bene di fronte a noi e alcuni ometti indicano la strada per raggiungerlo. Quindi su terreno erboso e facile scendiamo a un gruppo di ruderi dove sono presenti i segni del sentiero.
A 06h 05' siamo ai ruderi. Sopra di noi c'è la Foce di Giovo da cui è possibile andare in Val Serenaia. Il luogo è ameno e ricco di fioriture e panoramico sull'Alta Valle di Vinca.
Ci fermiamo 10' e poi scendiamo e a 06h 25' siamo presso alberi e seguiamo il sentiero verso destra per tratto ameno. In 5' arriviamo presso una fonte con acqua freschissima, proprio di fronte ai ruderi di una casa di pastori. Il luogo è ricco di piante di ciliegio e su una roccia una croce ricorda un'alpinista caduto nel 2013.
Ora scendiamo nel bosco di conifere, all'inizio molto ameno, poi più in basso c'è un po' di degrado e a 06h 30' siamo nel castagneto.
Scendiamo tranquillamente e a 07h 30' siamo alla Maestà di Doglio, con icona marmorea della Madonna Ausiliatrice del 1890. Qua c'è un bivio: mentre il 175 continua verso destra il 38 va a sinistra, in basso, ma nella stessa direzione da cui siamo arrivati. Inoltre più in basso, ancora a sinistra, uno stradello ampio porta alla strada asfaltata per Vinca. Questo stradello, insieme al tratto di sentiero 38 che continua per la Foce di Vinca, è detto “la via dei tedeschi” poiché costruito in periodo di guerra dall'Organizzazione Todt. Dallo spiazzo della Maestà si scorge bene la Cresta Nattapiana e il versante che abbiamo in precedenza attraversato.
Scendiamo a destra e in breve siamo alla gola scavata dal Canale Doglio, con ben visibili marmitte formate dalla forza delle acque, c'è anche una pozza d'acqua. Poi saliamo per massi scistosi con bella visuale su Vinca e continuiamo entrando nel bosco di castagni.
A 07h 49' su un masso, sulla sinistra, troviamo una bella e interessante icona marmorea con tre santi. Continuiamo la discesa costeggiando alcuni orti e a 07h 57' siamo sulla strada. Andando avanti si recupererebbe il sentiero 190, ma noi scendiamo per la strada e curviamo verso destra presso la chiesa e a 08h 02' siamo ai lavatoti di Vinca. Costeggiamo la chiesa e in un paio di minuti chiudiamo l'anello e a 08h 10' siamo in piazzetta dove terminiamo l'escursione.
Da Aulla si segue la statale 63 per Fivizzano, superata Rometta (6,6 Km) si prende la deviazione a destra per Gassano (13,3 km) e da qua si continua, a destra, per Gragnola (15,7 Km) e Monzone (19,8 km) da cui si prosegue per Vinca (27,6 Km). L’ultimo tratto è incanalato in una valle selvaggia per poi inerpicarsi verso il borgo con 12 ripidi tornanti. Al cartello indicatore di Vinca si prende a sinistra e la strada termina nella piazzetta, è possibile parcheggiare in piazzetta o lungo la strada.
Questa escursione si sviluppa in una zona selvaggia e incontaminata delle Alpi Apuane, in passato frequentata solo da pastori. Il panorama è aperto sulla Valle di Vinca e i monti che la circondano.
Il percorso è lungo, faticoso e richiede allenamento e confidenza con i terreni apuani che possono essere infidi. Ci sono tre tratti attrezzati uno dei quali prevede si superare un dislivello di qualche decina di metri con un certo sforzo fisico. I problemi dell'itinerario riguardano però altri tratti del sentiero 191 privi di corda di sicurezza. In essi è necessario pratica nell'uso delle mani e dei piedi per cercare i giusti appigli e l'assenza di vertigini.
Assolutamente da evitare con pioggia, neve e ghiaccio. Consigliamo di effettuare il percorso a escursionisti esperti, allenati e preparati alle difficoltà apuane e, se possibile, di farsi accompagnare da chi già ha percorso il sentiero.
I tempi sono indicativi, i giovani allenati sicuramente impiegheranno molto meno di noi.

ATTENZIONE!!!

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