(DATA ESCURSIONE: 11/05/2008) [IXLK]https://www.facebook.com/Escursioni.Apuane/photos/a.1985769234777600/1993020110719179/?type=3&theater[FXLK][TYLK]
[ILK]MonorotaiaDenham.html[FLK]Qui[TLK]un approfondimento sulla Monorotaia Denham.
Abbiamo lasciato l’auto lungo la strada per Renara (che viene considerata come sentiero 162) in uno slargo alla fine del tratto asfaltato.
A lato della strada, sulla sinistra, c’è il canale di Renara, torrente che poi va a confluire col canale di Resceto ed insieme alimentano il Frigido, il fiume di Massa. Subito comincia lo stradello sterrato che può essere percorso, comunque, anche dalle auto.
All’inizio, sulla sinistra, c’è una cava abbandonata di dolomia con un casotto in legno, con una vasta zona pianeggiante, e notiamo nel torrente molte postazioni per la balneazione fluviale, le pozze del torrente permettono infatti di fare il bagno.
A 10’ arriviamo all’imbocco della grotta Buca di Renara (298m) che si trova sulla destra. Essa si sviluppa per circa 500m, un corso d’acqua sotterraneo percorre la sua parte inferiore ed alimenta un lago che è profondo 80m, le acque poi riemergono nel canale di Renara, alimentando così il Frigido.
Pochi metri e siamo (11’) alla vera e propria Renara (310m), dove ci sono vecchie cave, una costruzione legata ad esse ed una baracca con copertura in lamiera dove lavora un pastore. Presso la costruzione in muratura troviamo chiare indicazioni del sentiero 162, segnato, per il Fosso del Vestito ed il canale dell’Usciolo.
In realtà questo sentiero conduce a Casa Bonotti, qua si biforca. La deviazione numerata 162 si dirige, verso destra, al Passo del Vestito, mentre quella non numerata va alla Cava Chiesa del Diavolo e da qua mediante il canale dell’Usciolo si porta ancora alla cresta del Vestito.
A sinistra invece, per itinerario non segnato, ma chiarissimo nel suo svolgimento, un sentiero, o meglio una via di lizza porta al Canale della Buchetta o del Pianel Soprano e al Fosso del Chiasso, come è indicato su un blocco di marmo.
Saliamo ripidamente e troviamo in pochi minuti l’inizio della strada cementata (a fianco di un’altra cava abbandonata), che in passato era parte integrante della via della monorotaia, prima che fosse ridotta di lunghezza negli anni ’60.
Quello che stiamo percorrendo è il Canale di Pianel Soprano, lungo il quale ci sono belle fioriture e si ammira il panorama selvaggio di questa valle massese.
A 25’ il percorso diventa sassoso e più ombroso per la vicinanza degli alberi.
A 36’ il percorso curva verso destra salendo per roccette e pozze di acqua, lasciando sulla sinistra il canale di Renara che è secco.
In questa zona l’antica via di lizza è stata completamente distrutta dalla furia delle acque, si vedono solamente pochi resti, sono presenti alcuni ripari sotto roccia, sotto i quali abbiamo visto, altre volte le capre ripararsi dalla pioggia.
Continuiamo a salire piuttosto ripidamente e a 49’ iniziamo a vedere in alto l’impressionante sviluppo della via di lizza Denham nel Fosso del Chiasso.
A 55’ siamo all’inizio del percorso della monorotaia a quota 543m. A destra indicazioni per le cave del Canale della Buchetta (cui arriva una via di lizza molto ripida e solo in parte oggi percorribile), a sinistra invece il poggio scaricatore della lizza con una piccola costruzione in muratura, l’ambiente è dominato da un torrione giallastro strapiombante.
Inizia adesso un tratto veramente impressionante: la lizza era stata cementata ed al centro scorreva una monorotaia ancorata a traverse di legno che in parte è ancora presente in loco.
La monorotaia permetteva il passaggio di un carrello (macchinetta Denham) che trasportava fino a 11t di marmo, a fianco una scalinata in roccia o cemento permetteva ai cavatori di salire o scendere e di controllare l’attività della lizza, il tratto che porta fino alla prima costruzione-alloggio per i cavatori contava 2500 scalini, in totale erano circa 4800 .
Il primo tratto è ripido e non ben conservato, poi la pendenza diminuisce ed il percorso, che passa sopra il Fosso della Piastrella (che incontreremo anche più in alto), è molto meno conservato, ma subito dopo inizia la parte meglio conservata che sale con pendenze fino all’80%, la salita non lascia tregua.
Il percorso è incassato tra ripide pareti verticali, a sinistra scorre il fosso che dà il nome alla zona ed a destra inizia a 1h 40’ una conduttura per l’acqua che aiuta la progressione, la via devia leggermente a sinistra per poi mantenersi diritta.
La parte più alta è molto erbosa e lungo tutto il percorso si notano molti fori per inserire i piri per la lizzatura manuale.
A 2h 12’ siamo alla fine del tratto del Fosso del Chiasso (il quale comunque continua in alto) ed a una sorta di bivio (1030m) ed il panorama si apre.
A sinistra segni di via di lizza portano alla Focola del Vento ed al sentiero 160 che continua verso la ben visibile centralina dell’Enel da cui poi arriverà al monte Sella, mentre continuando, mantenendosi a destra, arriviamo in pochi minuti al ricovero dei Cavatori (1060m) che si trova sulla sinistra, mentre poco sopra, sulla destra, c’è una costruzione adibita ad officina e a ricovero della macchinetta Denham.
A 2h 20’ siamo al ricovero posto in posizione panoramica sul sottostante orrido e selvaggio Fosso della Piastrella, nel quale si scorgono, abbandonati, reperti dell’attività delle cave sovrastanti.
In pochi minuti (2h 28’) passiamo sotto una sorta di arco resto di una gru per il caricamento dei marmi provenienti dalle vicine cave minori della zona di Piastreta, situate a sinistra.
Nei pressi c’è un casotto ormai diruto contenente materiale di cava in particolare una bobina di cavo d’acciaio.
In questo fondovalle (1091m) si incrociavano l’antica via di lizza proveniente dalle cave della Piastreta a quota 1200m, le prime ad essere state aperte in zona, con quella che stiamo percorrendo.
La Piastreta è un’impressionante parete di marmo che scende a perpendicolo dal Sella terminando in un ravaneto formato dall’attività delle cave sovrastanti.
Noi prendiamo a destra per la lizza che adesso sale di nuovo molto ripida per un contrafforte erboso che segue a semicerchio il circo glaciale che sta alla testa del Fosso della Piastrella.
Per un tratto saliamo ancora scalini di cemento tra fioriture notevoli di Orecchia d’Orso e a 2h 40’ la lizza curva leggermente verso destra, diminuendo anche di pendenza e si vede in lontananza la casa dei Macchinari (1269m) cui arriviamo in pochi minuti (2h 47’).
La costruzione è in zona panoramica notevole sulla Piastreta, sulla lizza in basso ed inoltre sul gruppo del monte Sagro, sul mare, sul golfo della Spezia, inoltre in alto vediamo la cava Ronchieri, il Sella e quello che rimane della lizza in alto.
Presso questa costruzione, pochi metri avanti, sulla destra, si stacca un breve sentiero che porta in pochi minuti alla casa del custode (1296m) posta in posizione privilegiata ed impressionante sui dirupi circostanti (è possibile continuare la via di lizza, che per qualche centinaio di metri è ancora percorribile, poi scompare, ricompare e scompare definitivamente, poi bisogna andare un pò a caso sulle pendici del monte, si arriva alla cava Ronchieri e da qua per difficile salita al monte Sella, ma questo tratto è decisamente più difficoltoso di quello finora descritto).
Sostiamo per rifocillarci e poi iniziamo la difficile discesa. In 25’ siamo all’alloggio dei cavatori, a 45’ iniziamo la discesa del Fosso del Chiasso, a 2h siamo al poggio caricatore, a 2h 25’ siamo alla fine del tratto tra le rocce, a 2h 40’ sulla strada a Renara e a 3h siamo all’auto. Salita 2h 45’ discesa 3h. Totale 5h 45’ senza soste.
Da Massa si segue via Bassa Tambura in direzione Forno, a 4 Km si incontra Canevara a 6,5 Km a sinistra la strada si dirige a Forno, si continua invece per il ramo di destra, si superano le Guadine, si lascia a sinistra la deviazione per Casania e subito dopo si trova la deviazione a destra per Renara, prima di arrivare all’abitato di Gronda.
La lizza Denham, o lizza Piastreta, non è la lizza più impressionante e meglio conservata della zona apuana, ma possiede alcune caratteristiche che la rendono unica: la lunghezza(2570m dal monte al poggio caricatore, 3500 il percorso originale), il dislivello (1250m) e, soprattutto, la monorotaia.
Quest’opera di archeologia industriale, frutto dell’ingegno e della fatica dell’uomo da sola merita l’escursione, lunga e faticosa.
Sulla monorotaia scendeva e saliva la macchinetta Denham per trasportare il marmo delle cave del Sella e solo salendo i suoi faticosi scalini possiamo renderci conto di cosa questa abbia significato per quei tempi (dal 1922 al ‘36 e dal 1962 al ‘75).
Pare impossibile che un mezzo meccanico alimentato a diesel potesse percorrere quelle orride valli. Ritengo che questa sia un’escursione da non perdere, omaggio alla fatica dell’uomo-cavatore ed al suo ingegno, inoltre i panorami sono meravigliosi e le fioriture sono ricche ed uniche.
È consigliabile percorrerla in buone condizioni meteo, serve un buon allenamento e tener presente che la discesa è impegnativa forse più della salita.
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