(MS-Fivizzano) VINCA–CAPANNA GARNERONE–FINESTRA (o FOCE) DI GRONDILICE (mt.1750)–FOCE DI GIOVO–VINCA (Anello)
Loc. di partenza: Vinca (mt.808)
Loc. di arrivo: Vinca (mt.808)
Dislivello mt.: 942
Tempo totale: 8h 20'
Difficoltà: EE
Punti d'appoggio: Vinca – Capanna Garnerone (necessarie le chiavi) – Rifugio Orto di Donna
Rifornimento acqua: Vinca – Fonti lungo il sentiero – Rifugio Orto di Donna
Tratti di ferrata: No
Sequenza sentieri: 175–38–153 (ex 173A)–37–186–179–175–39
DATA ESCURSIONE:06/07/2009 [IXLK]https://www.facebook.com/Escursioni.Apuane/photos/a.1985769234777600/1993032894051234/?type=3&theater[FXLK][TYLK]

La traccia GPS allegata al presente itinerario è percorsa al contrario rispetto a questa descrizione.

[ILK]Sentiero153.html[FLK]Qui[TLK]un approfondimento su sentiero 153.
[ILK]Sentiero175.html[FLK]Qui[TLK]un approfondimento sul sentiero 175.
[ILK]Sentiero186.html[FLK]Qui[TLK]un approfondimento su sentiero 186.
[ILK]MonteGrondilice.html[FLK]Qui[TLK]un approfondimento sul Monte Grondilice.
[ILK]Vinca.html[FLK]Qui[TLK]un approfondimento su Vinca.


Arrivati a Vinca al bivio, all’ingresso del paese, si prende a destra e dopo poco si arriva presso una casa disabitata sulle pareti della quale sono disegnati gli spazi elettorali, su una parete sono indicati anche i sentieri 39 (Equi-Torano), 38 (Vinca-Colonnata), 175 (Vinca-Foce di Giovo), 190 (Vinca-ferrate del Pizzo).
Qua sono presenti anche delle sedie per gli anziani del paese che si riposano all’ombra in conversazione.
Si parcheggia l’auto nelle vicinanze, è presente una fonte. Prendiamo a sinistra per la salita, invece la strada che abbiamo fatto continua come sentiero 39, la percorreremo al ritorno.
Saliamo pochi metri e troviamo un lavatoio con relativa fonte, dalla quale si può entrare a sinistra nel borgo, anche il sentiero 190 devia a sinistra, per iniziare, in realtà, fuori del paese (la zona di partenza l’abbiamo già vista arrivando al paese, prima del bivio).
Continuiamo sulla destra seguendo la via asfaltata per pochi minuti (7’) ed alla prima curva della stessa si stacca il sentiero 38-175 sulla destra: si tratta di una mulattiera che entra in un castagneto. A 12’ su un masso, presso una curva a sinistra del sentiero, si trova una bella ed interessante maestà con tre personaggi.
A 16’ usciamo dal bosco per salire su massi scistosi in ambiente assolato mentre di fronte si vede la sagoma del monte Sagro.
A 22’ passiamo sopra la gola scavata dal canale Doglio, in basso sono ben evidenti alcune marmitte formate dalla forza delle acque.
Ancora 5’ (27’) ed arriviamo ad una prima maestà (ca 900m), detta di Doglio, nella quale è un’immagine marmorea della Madonna Ausiliatrice datata 1890. Qua abbiamo il bivio: il sentiero 175 (che faremo al ritorno) sale in alto a sinistra, mentre il 38, che seguiamo, entra a destra un po’ più in basso ed è uno stradello piuttosto ampio (è detto anche strada dei tedeschi).
Il bosco è naturalmente abbandonato e più in alto (49’) sono presenti castagni centenari testimonianza dell’antica cultura del castagno molto diffusa anche in questa zona della Lunigiana.
Più in alto (53’) sulla destra ci sono alcune costruzioni, dette case dei Fiorentini, di una struttura campeggio per vacanze estive: su una delle costruzioni è ancora scritto “Campo Firenze”. Ancora pochi minuti (1h) ed usciamo dal bosco, a sinistra una casa che è stata riattata da qualche anno.
Il panorama si apre sulla sinistra sul Pizzo d’Uccello, sulla foce di Giovo, sulla cresta Garnerone ed i sottostanti pendii erbosi e rocciosi, a destra in basso il paese di Vinca ed in alto la mole imponente del Sagro.
Il sentiero è adesso piuttosto sassoso ed assolato e ci porta (1h 08’) ad un bivio: continuando il 38 ci si dirige alla Foce di Vinca, noi prendiamo la deviazione che si stacca in alto 153 (ex 173A) per le guglie della Vacchereccia e la capanna Garnerone.
Il sentiero in parte è all’aperto ed in parte nel bosco, a 1h 20’ incontriamo un rudere e a 1h 44’ entriamo in un bosco di pini molto fitto e fresco.
A 2h 04’ siamo alla capanna Garnerone (1260m) presso la quale c’è la fonte della Vacchereccia (attenzione perchè a volte è a secco) e troviamo numerose indicazioni di sentieri.
Poco in alto sulla sinistra il sentiero 37 porta alla Foce di Giovo.
Il sentiero che seguiamo è ancora il 37, diretto a Forno, le altre indicazioni indicano che andiamo ad innestarci nei due sentieri: 173 (Foce di Vinca-Rifugio Carrara) ed 186 (Foce Rasori-Cava 27).
Inoltre in alto tracce di sentiero portano alla base delle guglie della Vacchereccia. Il bosco adesso insieme ai pini è ricco di abeti ed è di agevole percorso, a 2h 06’ a destra c’è una deviazione non numerata che riporta sul sentiero 38, ancora pochi minuti e siamo fuori dal bosco (2h 10’) a Foce Rasori presso la piazzola dell’elicottero cui arriva il sentiero 168 da Biforco per il canal Fondone .
Il panorama si apre sulle cave di Forno, il monte Altissimo, il Sella, il Cavallo ed in primo piano le propaggini del Grondilice, tra cui spiccano la Forbice, il torrione Figari con il caratteristico masso sommitale e la punta Questa.
Da parte opposta l’erboso monte Rasori ed il mare. In basso notiamo il selvaggio canal Fondone.
Dalla piazzola, in alto, si vede una sorta di lapide verticale che indica, non molto bene, il sentiero 186, questo è ben inciso nel terreno erboso che costeggia il bosco e sale verso il monte Grondilice. A 2h 41’ siamo all’imbocco di un canalino che ci porta al sentiero in alto, in meno di dieci minuti saliamo e ci troviamo in un ambiente selvaggio, tra sfasciumi di marmo con il sentiero sempre ben segnato, qualche pinnacolo roccioso, bei panorami e belle fioriture.
Nel tratto che ci porta alla finestra troveremo quattro brevi tratti attrezzati con corda metallica, nelle zone un po’ più esposte, credo che l’utilità delle corde sia nella discesa o in inverno in quanto la progressione rimane sempre agevole.
A 3h 48’ siamo alla finestra Grondilice (1750m), a sinistra troviamo i segni blu che portano alla vetta. La salita alla vetta è tra sfasciumi con tratti di primo grado quindi adatta a persone molto esperte. Sostiamo venti minuti per rifocillarci, il panorama adesso si è aperto sulla valle di Orto di Donna sulla quale incombe il Pisanino, si vede bene anche il Contrario e parte del Cavallo.
La prima parte della discesa è ancora tra sfasciumi di roccia, poi iniziamo gli alberi e a 4h 24’ entriamo decisamente in un bosco di giovani faggi e ci avviciniamo al sottostante rifugio di Cava 27 (denominato rifugio Orto di Donna). A 4h 43’ vicinissimi al rifugio (ca 1540m) ci immettiamo a sinistra nel sentiero 179 che da Foce Cardeto porta a Foce di Giovo.
Il sentiero è per lo più nel bosco ed è caratterizzato nella parte iniziale da saliscendi, con prevalenza di discese, e costeggia la cresta Garnerone.
A 5h 23’ abbiamo un breve tratto di salita che richiede un po’ di attenzione ed il sentiero inizia a salire abbastanza costantemente, dopo una decina di minuti si apre un po’ con a destra la cresta con i suoi pinnacoli, siamo nel tratto finale ed il sentiero è molto curato e sembra quasi una mulattiera.
A 5h 54’ siamo alla Foce di Giovo (1500m) come di solito c’è vento e qualche persona.
Alla foce è presente un palo con le indicazioni dei sentieri: a destra il 181 per Foce Siggioli ed Ugliancaldo (dal quale si stacca la via normale per ascendere al Pizzo d’Uccello), il 175 che scende in basso per Vinca ed è il sentiero che seguiremo, il 37 che scende verso il Rifugio Donegani e Val Serenaia, mentre dalla parte opposta va a Capanna Garnerone e Forno e quindi, nella parte iniziale, coincide con il 175.
Il panorama da foce di Giovo è splendido sul Sagro, sul Pisanino e sul Pizzo d’Uccello che incombe in tutta la sua imponenza, il luogo è erboso, ameno, ampio ed invita al riposo ed alla contemplazione. Sostiamo circa mezz’ora (27’) poi scendiamo, il sentiero è inciso nel terreno erboso e a 6h 42’ si biforca, a sinistra si dirige alla capanna Garnerone mentre il 175 va a destra, il bivio è mal segnato su una roccia, ma è ben evidente.
Adesso attraversiamo una zona di ruderi, le Capanne di Giovo, un antico insediamento pastorale.
Dopo poco entriamo nel bosco e a 7h troviamo una fonte freschissima presso un rudere ed un gruppo di ciliegi, c’è da dire comunque che non sempre la fonte è attiva.
Continuiamo in discesa per il bosco in cui si alternano tratti piacevoli con tratti di grande degrado, ai castagni sono mescolati pini ed abeti, attraversiamo canali per lo più asciutti ed a 7h 26’ su una roccia vediamo una manina scolpita nell’arenaria e posta in loco di recente.
Il sentiero si avvicina al 38 fatto in mattinata fino ad incrociarlo presso la maestà di Doglio a 7h 49’. Decidiamo di scendere per lo stradello nel bosco, tra castagni centenari, che ci porta a 8h 01’ sulla strada asfaltata, curviamo a destra in direzione del paese.
Poco dopo (8h 08’) sulla sinistra troviamo il raccordo con il sentiero 39 che entra nel bosco.
Un paio di minuti ancora e siamo ad una maestà (767m) con immagine marmorea della Madonna con il bambino del 1569 ed all’esterno la statua della Madonna del Cavatore del 1963 inoltre c’è anche una fonte. Scendiamo dieci minuti e siamo all’auto (8h 20’).
Da Aulla si segue la statale 63 per Fivizzano, superata Rometta (6,6 Km) si prende la deviazione a destra per Gassano (13,3 km) e da qua si continua, a destra, per Gragnola (15,7 Km) e Monzone (19,8 km) da cui si prosegue per Vinca (27,6 Km).
L’ultimo tratto è incanalato in una valle selvaggia per poi inerpicarsi verso il borgo con 12 ripidi tornanti.
Questa escursione fa conoscere una zona importante delle Apuane, gli ambienti che si percorrono sono diversi: il castagneto centenario di Vinca, i boschi di faggi, pini ed abeti, gli sfasciumi di marmo che portano alla finestra Grondilice, l’alpeggio delle capanne di Giovo.
Molto panoramiche sono sia la foce Rasori che la finestra Grondilice che la foce di Giovo dominata dall’imponente Pizzo d’Uccello. Sempre interessanti le fioriture ricche di endemismi sui pendii di pietra calcarea.
Notevole è anche il percorso di avvicinamento in auto al borgo di Vinca nella stretta valle del ramo di Vinca del torrente Lucido, inoltre il paese, teatro di una terribile strage nazi-fascista, merita una visita e ricordiamo che è famoso per la produzione di un particolare tipo di pane, molto apprezzato in tutta la zona.
È possibile poi percorrere molti altri itinerari che hanno come punto di partenza questo paese, sia escursionistici che a difficoltà alpinistica.
La parte più difficoltosa dell’itinerario descritto è la salita alla finestra, il resto è molto tranquillo.
Se qualcuno volesse evitarla può, dalla capanna Garnerone, tramite il sentiero 37, dirigersi direttamente alla foce di Giovo.

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