DATA ESCURSIONE: 10/08/2008 [IXLK]https://www.facebook.com/Escursioni.Apuane/photos/a.1985769234777600/1993023680718822/?type=3&theater[FXLK][TYLK]
[ILK]MonteSella.html[FLK]Qui[TLK]un approfondimento sul Monte Sella.
Partiamo dal paese di Resceto dove è semplice parcheggiare: o alla fine della strada o lungo essa. Entriamo nel borgo, passiamo presso la chiesetta e scendiamo al fondo del paese, davanti a noi si apre il Canale dei Vernacchi.
Occorre precisare che le cartine IGM ed alcune guide continuano ad usare il nome Canale dei Piastriccioni per questo canale, mentre il realtà il canale dei Piastriccioni è quello che scorre a sud.
Il sentiero del Cai, ben segnato, segue il lato destro del canale salendo subito, all’inizio ci sono alcuni ovili e a 19’ una costruzione con torretta usata come captazione d’acqua (585m), presso essa saliamo a destra.
Il sentiero che stiamo percorrendo in parte segue antiche vie di lizza, altre sono visibili sul versante sinistro del canale e di fronte abbiamo costantemente la cresta del monte Sella.
A tratti alcuni alberi offrono un po’ di ombra. A 36’ arriviamo al Ponte del Pisciarotto (696m).
Questa è un’opera veramente imponente della via di lizza delle Cave Gruzze (o Cruze) che permetteva di superare un torrente che scende da un orrido canale.
Il ponte è altissimo e su di esso sono rimaste due longarine di ferro, mentre la copertura è franata, il sentiero scende sotto nel canale per poi salire ripidamente seguendo la lizza tra sfasciumi, sul lato sinistro in alto costruzioni dirute.
Il sentiero arriva presso una casetta (43’) proprio sopra il ponte e continua per un tratto scalinato e ripido che ci porta (55’) su un crinale che percorriamo fino ad un masso enorme (1h 00’) dove ci troviamo di nuovo sulla lizza.
Adesso c’è un tratto dove sono cresciuti alberi dal quale usciamo per attraversare un ponte rotto della via di lizza (1h 21’), lo aggiriamo a destra, intanto la valle si va restringendo.
A 1h 29’ siamo ad un primo bivio, presso il quale c’è una fonte: il sentiero 164, per il rifugio dei Campaniletti, va a sinistra il 160 e 165 vanno a destra (in realtà è più agevole prendere il 164 pochi metri più in altro dove troviamo un’altra indicazione).
Dopo qualche minuto di sosta per rinfrescarci continuiamo e in pochi minuti (1h 36’) siamo ad un altro ponte rotto che aggiriamo a destra, passando alla sua base e a 1h 40’ siamo al secondo bivio non ben indicato, comunque c’è una bassa palina di legno.
Il sentiero 165 per le cave Gruzze segue a sinistra il Canale della Neve, mentre il nostro, 160,che nasce qua, devia a destra.
Adesso cominciamo a salire in maniera decisa, inizialmente il sentiero procede a ripidi zig-zag tra rari alberi ed erba, c’è anche una discreta fioritura di Aquilegia di Bertoloni.
In dieci minuti (1h 51’) abbiamo sulla destra un orrido canalone sovrastato da una catena rocciosa che ci accompagnerà fino in alto, in questo canale scendeva a precipizio un ramo di via di lizza che proveniva dalla cava Bagnoli per collegarsi in basso con quella che proviene dalle cave Gruzze.
La salita adesso si fa più difficoltosa, tra sfasciumi, paleo e terriccio, un po’ insidiosa quando il terreno è umido poiché la zona è quasi sempre in ombra. Incontriamo alcuni alberi ed in alto un piccolo bosco e finalmente a 2h 25’ arriviamo su una cresta rocciosa che scende dalla Focola del Vento, adesso il panorama si apre sul mare, sul Sella, sull’Altissimo, sul Sagro fino al Cavallo.
In basso il fosso del Chiasso scende verso la monorotaia Denham ed anche qua scendeva una via di lizza che in parte troveremo tra qualche minuto.
Prendiamo a sinistra seguendo la cresta e a 2h 35’ siamo sulla via di lizza che scende dalla Focola e la abbandoniamo quasi subito poiché il sentiero sale a sinistra per alcune roccette e con una bella finestra sulla zona dei Campaniletti ed il monte Cavallo.
A 2h 49’ arriviamo alla Focola del Vento (1358m).
È questo un intaglio caratterizzato da un roccione strapiombante e da una cabina elettrica che serviva la cava Bagnoli, inoltre c’è un rudere ed un tratto terrazzato in alto.
La vista dall’intaglio è mozzafiato sulla ripidissima via di lizza delle cave Gruzze con l’edificio posto presso la Selvarella e sui Campaniletti.
Dopo una breve sosta continuiamo sulla via di lizza che all’inizio è veramente ripidissima e a 3h 10’ arriviamo ad una piccola cava del Sella (1470m) con una piccola costruzione ed alcuni blocchi di marmo, da essa si gode uno splendido panorama sulla monorotaia Denham nella sua parte più alta con alcuni edifici tra cui quello del custode che si eleva come nido d’Aquila sul crinale.
Questo piazzale è ben visibile dal basso poiché è stato costruito dall’uomo su un muraglione a secco di detriti di marmo.
Adesso il sentiero sale inizialmente mantenendosi sulla sinistra e poi devia verso destra a percorrere per roccette e paleo la parete del Sella seguendo una serie di zig-zag. A 3h 40’ siamo in un canalone con tratti di via di lizza, piri in legno ed un ravaneto che scende dalla cava e che parzialmente copre la vecchia via di lizza.
Dopo pochi minuti ( 3h 48’) siamo al piazzale della cava Bagnoli (mt.1610) da tempo abbandonata.
Il luogo è molto panoramico e disseminato di blocchi di marmo, tra cui una carica pronta per essere trascinata a valle ormai da decine d’anni.
Ci fermiamo qualche minuto e poi saliamo il centinaio di metri del valloncello che porta alla cresta sommitale dove perveniamo a 4h 10’.
Qua arriva, dal versante di Arnetola, un sentiero che si stacca dal sentiero della vecchia via Vecchiacchi attualmente considerata inagibile che dal Passo Sella porta alla Focetta dell’Acqua Fredda. A destra la cresta è ampia e facile a percorrersi e porta alla vetta sud del monte a quota 1739 metri segnata da un palo metallico.
Il luogo è estremamente panoramico sia sulle Apuane meridionali che su quelle settentrionali, sul mare e sull’Appennino.
Quando arriviamo la vetta ha ospiti: si tratta di un gruppo di capre che non sono minimante preoccupate dall’asperità dei luoghi e procedono senza usare la nostra prudenza.
In basso scorgiamo segni di sentiero che arrivano alla vetta dalle sottostanti cave Ronchieri.
Facciamo una capatina anche sulla vetta di destra (nord) dove è presente il libro di vetta, il percorso è un po’ esposto e richiede pochi minuti.
A 4h 34’ scendiamo: la zona è molto aspra ed i percorsi ad anello sono veramente complessi per la discesa quindi preferiamo scendere dalla via che abbiamo fatto con la dovuta attenzione.
In 29’ siamo alla cava Bagnoli a 43’ abbiamo finito il primo tratto di via di lizza, a 42’ finiamo la crestina che scende ad un secondo tratto via di lizza, a 57’ siamo alla scritta nera Sella su un masso, a 1h 06’ siamo nella cresta che ci porta alla piccola cava panoramica dove mangiamo qualcosa.
A 1h 30’ scendiamo, a 1h 51’ siamo alla Focola, a 2h 13’ all’intaglio da cui entriamo nel bosco, la discesa deve essere fatta con attenzione a causa degli sfasciumi, del terriccio e del paleo.
A 3h 20’ siamo alla fonte, a 3h 45’ al ponte rotto, a 4h 15’ sotto il ponte del Pisciarotto, a 4h 33’ alla captazione, a 4h 52’ al bar di Resceto e a 5h 20’ siamo all’auto.
Da Massa si segue via Bassa Tambura in direzione Forno, a 4 Km si incontra Canevara a 6,5 Km a sinistra la strada si dirige a Forno, si continua invece per il ramo di destra, si superano le Guadine e Gronda e si continua la strada che finisce a Resceto (11,5 km) nella piazzetta del paese (mantenersi sempre a sinistra).
il percorso richiede buon allenamento ed è sicuramente impegnativo specialmente in discesa e per il notevole dislivello.
Questo itinerario fa conoscere all’escursionista una delle zone più selvagge delle Apuane massesi. Il tratto del sentiero 160 è molto ripido ed insidioso nella parte alta in casi di terreno scivoloso, per cui è sconsigliato fare questa escursione quando non c’è tempo bello.
La parte successiva è la più panoramica e la salita è meno ripida anche se bisogna sempre fare attenzione specialmente quando si percorre la parete del Sella.
La cresta terminale è tranquilla, ma si sconsiglia di salire la seconda vetta se non si ha dimestichezza con il vuoto.
I panorami sono sempre splendidi e non solo in vetta, la vista dalla Focola è già un premio per la fatica fatta.
I tempi descritti possono sicuramente essere ridotti in discesa e comprendono le soste per fotografare. Le fioriture sono sempre interessanti, dall’Aquilegia di Bertoloni alla Artemisia Nitida presente in vetta, ma non ancora in fiore.
L’altro aspetto rilevante è quello dell’archeologia industriale e a questo proposito il ponte del Pisciarotto è veramente un manufatto unico: una sorta di Muraglia Cinese posta purtroppo in un luogo impervio e quindi non conosciuta ed ammirata da molti amanti delle Alpi Apuane.
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