(MS-Fivizzano) VINCA-FOCE DI GIOVO-PIZZO D'UCCELLO (mt.1781)-CAPANNA GARNERONE-VINCA (in parte Anello)
Loc. di partenza: VINCA (mt.750)
Loc. di arrivo: VINCA (mt.750)
Dislivello mt.: 1031
Tempo totale: 7h 40'
Difficoltà: EE
Punti d'appoggio: Vinca - Capanna Garnerone (necessarie le chiavi)
Rifornimento acqua: Vinca-Capanne di Giovo (fonte)-Capanna Garnerone (fonte)
Tratti di ferrata: No
Sequenza sentieri: 175 – 181 – sentiero non numerato – 181 – 175 – 37 – 153 (ex 173A)- 38 – 175
DATA ESCURSIONE: 12/10/2008 [IXLK]https://www.facebook.com/Escursioni.Apuane/photos/a.1985769234777600/1993033127384544/?type=3&theater[FXLK][TYLK]

[ILK]Vinca.html[FLK]Qui[TLK]un approfondimento su Vinca.
[ILK]PizzodUccello.html[FLK]Qui[TLK]un approfondimento sul Pizzo d'Uccello.
[ILK]Sentiero153.html[FLK]Qui[TLK]un approfondimento su sentiero 153.

Si consiglia di leggere attentamente le note a questa escursione.
Essa, come da tabelle CAI, è classificata con grado di difficoltà EE e presenta alcuni tratti con passaggi di 1° grado.


Arrivati al paese di Vinca, dopo il cartello del paese, c’è un bivio dove prendiamo a destra, subito dopo arriviamo presso una casa disabitata sulle pareti della quale sono disegnati gli spazi elettorali, su una parete sono indicati anche i sentieri 39 (Equi-Torano), 38 (Vinca-Colonnata), 175 (Vinca-Foce di Giovo), 190 (Vinca-ferrate del Pizzo).
Qua sono presenti anche delle sedie per gli anziani del paese che riposano all’ombra in conversazione.
Parcheggiamo l’auto, nelle vicinanze è presente una fonte.
Saliamo per un tratto asfaltato, che porta in paese, proprio di fronte alla casa disabitata, invece la strada che abbiamo fatto continua come sentiero 39.
Saliamo pochi metri e troviamo un lavatoio con relativa fonte, dal quale si può entrare a sinistra nel borgo, anche il sentiero 190 devia a sinistra, per iniziare, in realtà, fuori del paese. Continuiamo sulla destra seguendo la via asfaltata per pochi minuti (5’) ed alla prima curva della stessa si stacca il sentiero 38-175 sulla destra: si tratta di una mulattiera che entra in un castagneto.
A 11’ su un masso, presso una curva a sinistra del sentiero, si trova una bella ed interessante icona marmorea con tre personaggi.
A 16’ usciamo dal bosco per salire su massi scistosi in ambiente assolato mentre di fronte si vede la sagoma del monte Sagro vestita dei colori autunnali.
A 18’ passiamo sopra la gola scavata dal canale Doglio, in basso sono ben evidenti alcune marmitte formate dalla forza delle acque.
In pochi minuti (21’) arriviamo ad una maestà (ca 900m), detta di Doglio, nella quale è un’immagine marmorea della Madonna Ausiliatrice datata 1890. Qua abbiamo il bivio: il sentiero 175 sale in alto a sinistra, mentre il 38, che faremo al ritorno, entra a destra un po’ più in basso ed è uno stradello piuttosto ampio (è detto anche strada dei tedeschi).
Iniziamo a salire per il castagneto, ricco di alberi centenari, testimonianza dell’antica cultura del castagno molto diffusa anche in questa zona della Lunigiana.
Il sentiero è ben segnato e sale costantemente per un bosco via via più degradato, a 42’ costeggiamo alcuni ruderi ed il bosco diventa essenzialmente un’abetaia, il rimboschimento non è stato molto rispettoso dell’ambiente originale.
A 47’ una manina di arenaria posta su una roccia ci saluta ed il sentiero diventa piuttosto agevole e pulito e un poco più in alto cominciano a prevalere i pini.
A 1h 09’ siamo fuori dal bosco e poco dopo incontriamo una fonte, adesso asciutta, presso il rudere di una casa di pastori.
Ad 1h 15’ cominciamo la salita, nella zona delle Capanne di Giovo, un antico insediamento di pastori, in direzione della Foce omonima.
Il sentiero è piuttosto ripido ed inciso nel paleo tra mirtilli, ginepri, garofani e carline la mole del Pizzo incombe da sinistra, mentre a destra c’è la cresta Garnerone.
Ad 1h 31’ incrociamo il bivio con il sentiero 37 (che faremo al ritorno) che, a destra, porta alla Capanna Garnerone.
Noi continuiamo per il 175 e, a 1h 52’ siamo alla Foce di Giovo (mt.1500).
Alla foce è presente un palo con le indicazioni dei sentieri: a sinistra il 181 per Foce Siggioli ed Ugliancaldo (dal quale si stacca la via normale per ascendere al Pizzo d’Uccello) ed è quello che faremo, il 175 che scende in basso per Vinca ed è il sentiero che abbiamo fatto, il 37 che scende verso il Rifugio Donegani e Val Serenaia, mentre dalla parte opposta va a Capanna Garnerone e Forno e quindi, nella parte iniziale, coincide con il 175, lo faremo al ritorno ed il 179 che porta al Rifugio Orto di Donna.
Il panorama da Foce di Giovo è splendido sul Sagro, sul Pisanino e sul Pizzo d’Uccello che incombe in tutta la sua imponenza e sulla cresta Garnerone. Il luogo è erboso, ameno, ampio ed invita al riposo ed alla contemplazione, oggi i colori sono quelli autunnali e non c’è molto vento.
Basta salire un poco verso destra e c’è una bel luogo panoramico sulla val Serenaia, il Cavallo ed il Contrario.
Dopo una breve sosta prendiamo a sinistra il sentiero 181 che aggira verso destra (versante orientale) la rupe rocciosa che domina la Foce di Giovo (detta quota 1539), il sentiero passa tra rocce e macchie di faggi ed a 2h 05’ tocca una prima sella panoramica sul paese di Vinca e subito dopo una seconda che si apre anche sul Sagro e sullo stesso Pizzo, infine, a 2h 11’ siamo alla Foce del Giovetto (1497m) ai piedi della piramide del Pizzo; il sentiero 181 scende a destra verso la Foce Siggioli, mentre il 191 per la Ferrata Piotti scende a destra.
Dal Giovetto inizia la via normale per salire il monte: essa si sviluppa lungo la cresta sud / sud-est.
Noi continuiamo, seguendo i segnali bianco-rossi, proprio di fronte salendo abbastanza moderatamente verso le pendici del monte.
Il primo tratto è decisamente tranquillo su rocce e sfasciumi e non richiede nemmeno l’aiuto delle mani.
A 2h 33’ superiamo un breve camino, abbastanza stretto, ma non difficoltoso cui segue un tratto ripido, una strettoia, un pianoro tranquillo ed ancora un po’ di ripidità.
A 2h 47’ c’è da percorrere circa un metro di stretta cengia con ricchezza di punti di appoggio. Poco dopo iniziamo a salire un erto canalone di sfasciumi che ci porta ad un pianoro a 2h 52’, da cui la salita continua più tranquilla e dopo 5’ arriviamo ad un’ampia cresta rocciosa che seguiamo, in parte spostandoci verso sinistra.
A 3h 02’ ancora un po’ di salita che ci porta ad una breve antecima da cui scendiamo fino ad un intaglio che è preferibile superare a sinistra, dopo il quale arriviamo in vetta a 3h 13’.
Il panorama si apre sul Pisanino, la valle di Orto di Donna, la cresta Garnerone, il monte Sagro ed in lontananza le Apuane meridionali, verso mare il golfo della Spezia e le sue isole e poi tutto l’Appennino.
Nelle vicinanze ad ovest Vinca e la cresta Nattapiana ad est la Capradossa ed i paesi di Ugliancaldo e Minucciano ed il lago di Gramolazzo. Dopo una sosta iniziamo la discesa a 3h 30’ consapevoli della necessaria prudenza e concentrazione richiesta in alcuni tratti che dovremo fare.
A 3h 53’ siamo al pianoro sopra il canalone ghiaioso.
A 4h 35’ siamo al Giovetto e a 4h 52’ siamo alla foce di Giovo.
Sostiamo 20’ per poi riprendere la discesa a 5h 12’, a 5h 27’ arriviamo al bivio dove seguiamo il 37 a sinistra verso la Capanna Garnerone (chi volesse può ripetere l’itinerario della mattina risparmiando circa 45’).
Il sentiero continua nel paleo, con tratti tra alberi, ginestre e vegetazione varia costeggiando in basso la cresta Garnerone, alcuni tratti sono su roccette.
A 5h 47’ attraversiamo un lungo tratto di ravaneto roccioso al quale segue un tratto di salita.
A 6h 08’ entriamo nel bosco, il sentiero è molto ameno, fiancheggiato da muretti di contenimento ed in breve (3’) siamo alla Capanna Garnerone (mt.1260) del Cai di Carrara, presso la quale c’è anche la fonte della Vacchereccia che a volte è a secco.
Qua curviamo decisamente a destra per prendere il sentiero 153 (ex 173A) che scende nello stesso bosco dal quale esce in pochi minuti, seguiamo un tratto scoperto nel quale la vegetazione progressivamente aumenta, a 6h 32’ costeggiamo un rudere e a 6h 38’ siamo sul sentiero 38 che prendiamo verso destra.
Il sentiero è uno stradello piuttosto largo e ghiaioso che ci porta in pochi minuti ad una casa restaurata, con vista panoramica sul monte Sagro e, poco dopo, entriamo nel bosco.
A 6h 45’ costeggiamo le case dei Fiorentini (una struttura campeggio in abbandono) e dopo mezz’ora siamo di nuovo alla Maestà ( 7h 12’) da cui seguendo il sentiero di stamane arriviamo sulla strada ( 7h 32’) e poi all’auto (7h 40’).
Da Aulla si segue la statale 63 per Fivizzano, superata Rometta (6,6 Km) si prende la deviazione a destra per Gassano (13,3 km) e da qua si continua, a destra, per Gragnola (15,7 Km) e Monzone (19,8 km) da cui si prosegue per Vinca (27,6 Km). L’ultimo tratto è incanalato in una valle selvaggia per poi inerpicarsi (3 km) verso il borgo con 12 ripidi tornanti.
La piramide rocciosa del Pizzo d’Uccello, ben visibile anche da molto lontano, ma non dal mare, perchè è in buona parte nascosta dal monte Sagro, è molto affascinante e somiglia alle montagne alpine.
La mitica parete Nord con i suoi 700 metri di sviluppo verticale ha sfidato e sfida gli alpinisti da sempre, ma la cresta sud / sud-est è accessibile agli amanti della montagna con buon allenamento ed esperienza nell’arrampicata elementare.
La salita non è difficile, ma neanche facilissima ed è da evitarsi quando le condizioni del tempo non sono le migliori, nel qual caso le difficoltà diventano altissime.
L’intero tracciato è segnato con ben evidenti segni bianco-rossi che accompagnano lo scalatore indicandogli con precisione quello che deve fare. Le difficoltà alpinistiche sono, in alcuni tratti, di I° grado; molti tratti sono camminabili senza problemi, il resto è da farsi con molta attenzione e con la dovuta concentrazione, specialmente in discesa.
L’emozione della salita al Pizzo è indimenticabile ed il panorama che si gode dalla vetta è magnifico.
Il nostro consiglio, rivolto all’escursionista allenato ed esperto, è di salirla, la prima volta, con qualcuno che già la conosca.
Il resto del percorso è tranquillo ed elementare e il paese di Vinca è molto bello e conosciuto per la produzione di un particolare tipo di pane integrale, molto apprezzato in tutta la zona.

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