(LU-Seravezza) AZZANO MARMIFERA HENRAUX-CAVA MICHELANGELO–CAVA MACCHIETTA–CAVA FITTA–CAVA TACCA BIANCA (1180m)
ATTENZIONE!!!
Si raccomanda di consultare sempre lo stato dei sentieri poco prima di intraprendere l'escursione (Voce Menù "Sentieristica") oppure, ancor meglio, di informarsi contattando le Sezioni CAI cui spetta la manutenzione dei singoli sentieri.

Località di partenza:

Azzano marmifera Henraux (434m)

Località di arrivo:

Cava Tacca Bianca (mt.1180 - Monte Altissimo)

Dislivello mt.:

746

Tempo totale:

05h 30’

Difficoltà

EE

Punti di appoggio:

Azzano

Rifornimento acqua:

no

Tratti ferrata:

No(brevi tratti assicurati)

Sequenza sentieri:

via di cava

Tipologia percorso:

ND

Immagini del percorso (30)
Disclaimer
Descrizione itinerario
DATA ESCURSIONE: 16/05/2010



La partenza avviene all’inizio della marmifera sulla destra.
Nel primissimo tratto essa è ancora asfaltata, al bivio sono presenti alcuni cartelli indicatori per le cave storiche tra cui la Tacca Bianca.
Cominciamo a salire, ben presto il fondo della strada diventa sterrato ricoperto da ghiaino di marmo e in 5’ troviamo degli spiazzi dove è possibile parcheggiare la vettura e un cartello che consiglia di proseguire a piedi e dice che a 800 metri c’è una sbarra.
Davanti a noi l’Altissimo e sulla sinistra la cresta che dal Folgorito porta al Carchio e al ben visibile passo del Pitone e tutta l’alta valle del Serra il quale scorre in basso.
A 16’ siamo al Palazzo dell’Altissimo (ex casa Henraux) in località Mortigliani a 521 metri di quota.
Saliamo più ripidamente e a 27’ arriviamo alla sbarra ed il panorama si apre sull’Altissimo inciso dalle vie di cava e dilaniato dalle cave e dai ravaneti.
Subito sulla destra una vecchia cabina per l’elettricità e a 33’ arriviamo alla località La Polla e sulla destra troviamo la cappella contenente la Madonna originariamente collocata alla Tacca Bianca nel 1946.
Sulla sinistra in basso si stacca una breve marmifera che porta al ravaneto che scende dalla Cava Mossa dal quale in alto a sinistra sale una via scavata nella roccia che porta al Passo della Greppia; in basso abbiamo quella che è considerata la sorgente del Serra.
“La Polla” un getto di acqua che sgorga dalla roccia.
Noi proseguiamo la marmifera verso destra che si fa più accidentata e sempre molto ripida per poi migliorare più sopra.
A 58’ il panorama si apre verso la costa e a 01h 07’ sulla destra scende un altro ravaneto da Falcovaia.
Pochi minuti dopo percorriamo un tratto in cui la marmifera è scavata nella roccia con un caratteristico tetto roccioso e iniziamo a vedere strutture per l’escavazione del marmo come numerosi poteaux. Ancora qualche ripido tornante e a 01h 29’ arriviamo alla cava Mossa, conosciuta anche come cava Michelangelo dal nome della società che l’ha lavorata, la quota è circa 851 metri.
Il luogo è molto panoramico e impressionante per quello che i lavoratori sono riusciti a fare, comunque la cava è ormai abbandonata.
Usciamo dalla cava e proseguiamo l’ardita marmifera che taglia il fianco del monte.
A 01h 52’ arriviamo a un bivio con indicazioni per un “Anello Alto dell’Altissimo” che porta, con indicazioni rosse, in modo alternativo alla cava Macchietta: esso si dirige a destra per una ripida via di lizza che si stacca dalla marmifera che stiamo percorrendo.
Noi proseguiamo per la marmifera.
Il panorama in alto comincia ad aprirsi sulle cave più alte appollaiate sulla parete del monte.
Continuiamo a salire e a 02h 15’ siamo a un altro bivio (1028 metri): a destra la strada sale ripida mentre a sinistra continua per dirigersi alla cava dei Colonnoni, noi prendiamo a destra diretti alla cava Macchietta (1081mt.)al cui piazzale arriviamo a 02h 28.
il luogo è molto panoramico sulla sottostante cava Mossa, sul Picco di Falcovaia che si trova proprio di fronte e sulle sovrastanti cava Fitta e Tacca Bianca.
Tutte queste cave si sviluppano estremamente suggestive nelle viscere della montagna testimoni di un passato di fatica e sofferenza dei cavatori.
A questo punto una ripida scaletta metallica supera un taglio di cava e porta verso la cava Fitta.
Dopo la scaletta segue un tratto ripido ma scalinato e protetto da corde di acciaio.
Arriviamo poi a un primo ingresso della cava cui segue un’altro bel tratto scalinato nel marmo che arriva, a 02h 40’, al piazzale principale della cava Fitta, il quale porta alla cava scavata nella roccia; vi sono qui alcuni edifici fatiscenti.
Dal piazzale inizia una ripidissima via di lizza in cattivo stato con tratti scalinati e qualche vecchio cavo d’acciaio che aiuta nella progressione, superiamo qualche struttura distrutta della cava e finalmente arriviamo al piazzale della Tacca Bianca a 02h 48’.
Da sinistra arrivano i resti del sentiero dei tavoloni dalla cava dei Colonnoni, di fronte abbiamo la cava che si apre nella montagna e a destra edifici di cava e la traccia che porta al sentiero arditissimo scavato nella montagna che porta al passo del Vaso Tondo, molto stretto ed esposto.
Torniamo subito indietro e a 03h 05’ siamo al piazzale della cava Macchietta dove sostiamo a rifocillarci.
A 03h 18’ iniziamo la discesa per la solita strada, a 03h 30’ siamo al bivio per i Colonnoni, a 03h 50’ al bivio per l’Anello e dopo 10’ siamo alla cava Michelangelo.
A 04h 49’ siamo alla cappella della Madonna della Tacca Bianca (22 settembre 1996). Qua prendiamo il sentiero che scende verso la Polla ad ammirare il ravaneto che scende dalla cava Mossa oltre il quale si inerpica una ripida via di lizza per il Passo della Greppia.
Poi torniamo alla cappella dalla quale scendiamo a 05h 12’ e siamo all’auto a 05h 30’.
Viste su mappa: Come arrivare e Itinerario
Da Seravezza si continua per immettersi nella provinciale per Castelnuovo Garfagnana e si torna subito indietro a sinistra per il senso unico verso Seravezza e ci si immette sulla strada che sulla destra porta a Giustagnana (2 km), La Cappella e ad Azzano (8km). Poi si prosegue oltre il paese per circa un chilometro fino al bivio verso destra per la marmifera situato prima che la strada cominci a scendere per tornare a Seravezza con altro itinerario.
Note
Questo itinerario è di notevole interesse dal punto di vista dell’archeologia industriale, esso permette di rendersi conto della estreme difficoltà che i lavoratori del marmo hanno dovuto sopportare negli anni passati.
Infatti se la cava Mossa è facilmente raggiungibile dal piano le altre qua citate: cava Macchietta, Cava Fitta e Cava Tacca Bianca, cui dovrebbe aggiungersi poi la cava dei Colonnoni, non visitata in questo itinerario, sono poste in luoghi arditissimi e ancora oggi ci chiediamo come i cavatori le potessero raggiungere quotidianamente.
L’interno delle cave è spettacolare per la visione che offre delle viscere della montagna.
Un percorso ancora più ardito era quello del sentiero dei tavoloni che univa i Colonnoni con la Tacca Bianca: in questo caso il percorso si sviluppava su tavoloni di legno posti su supporti metallici inseriti nella parete del monte.
Pure molto ardito era il tratto che dalla Tacca Bianca portava al Vaso Tondo scavato nella parete marmorea con larghezza intorno agli 80 cm e adatto solo a persone dal passo molto sicuro.
Se l’escursionista si limita a salire al piazzale della cava Macchietta l’escursione è da classificare E diventa EE se saliamo alla Tacca Bianca, in ogni modo il dislivello è continuo dall’inizio alla fine.
Notevoli sono sempre i panorami sulle pendici dell’Altissimo e la costa.
Il consiglio è di percorrere questo itinerario in giornate serene senza caldo eccessivo e di affrontare la salita alla Tacca Bianca solo in assenza di ghiaccio e pioggia e con la necessaria cautela.
Non c’è disponibilità d’acqua lungo il percorso.