(LU-Minucciano) RIF. VAL SERENAIA - BAGOLA BIANCA (m. 1806) - PISANINO (m. 1947) - FOCE DI CARDETO - RIF. VAL SERENAIA
ATTENZIONE!!!
Si raccomanda di consultare sempre lo stato dei sentieri poco prima di intraprendere l'escursione (Voce Menù "Sentieristica") oppure, ancor meglio, di informarsi contattando le Sezioni CAI cui spetta la manutenzione dei singoli sentieri.

Località di partenza:

RIF. VAL SERENAIA (m.1060)

Località di arrivo:

RIF. VAL SERENAIA (m.1060)

Dislivello mt.:

980

Tempo totale:

6h 30'

Difficoltà

EE

Punti di appoggio:

nessuno lungo il percorso

Rifornimento acqua:

No

Tratti ferrata:

No

Sequenza sentieri:

tracce - segni blu di vetta - 178

Tipologia percorso:

ND

Immagini del percorso (23)
Disclaimer
Descrizione itinerario
Data escursione: 16/06/2007



Attenzione!!! Itinerario niente affatto semplice, assolutamente sconsigliato ad escursionisti non esperti e non adeguatamente preparati. Vedere anche le note.

Qui un approfondimento sul Monte Pisanino
Qui un approfondimento sulla Val Serenaia.


Dall'area di parcheggio del rifugio Val Serenaia, ci si dirige, interpretando le incerte tracce di sentiero tra il folto paleo, verso la costola che segna il versante Nord-Ovest del Pisanino.
Una volta raggiunta (poco più di 1h dalla partenza) la si segue risalendone la cresta erbosa, di quando in quando punteggiata dalla sommità di scivoli rocciosi.
Fin dall'inizio questa cresta richiede la massima attenzione: le rocce spesso si rivelano alquanto scivolose ed il paleo, la tenace erba tipica delle Apuane, se da una parte, qualche volta, può servire (con le dovute precauzioni) da provvisorio appiglio, dall'altra contribuisce a nascondere buche o pietre instabili che potrebbero causare seri pericoli. Una scivolata sulla Bagola Bianca è assolutamente da evitare.
Man mano che si sale aumenta la pendenza e con essa l'esposizione, fino a raggiungere la vetta della Bagola Bianca (2h30’ dalla partenza) e dunque il tratto roccioso che dà inizio alla parte sommitale dell''ascesa.
E' questa la parte più impegnativa della salita. Il percorso è veramente molto aereo. Se ci si ferma dando un'occhiata al bellissimo paesaggio circostante, si ha la sensazione, forse la più bella per chi ama la montagna, di essere un equilibrista sul filo.
Mantenendo comunque la massima concentrazione, si continua a salire e, dopo aver superato alcuni passaggi (1°grado) su roccette, si arriva, dopo circa 3 ore di cammino, ai 1946 metri della vetta del Pisanino.

Se si ha la fortuna di effettuare l'escursione in una giornata limpida, il panorama sarà veramente maestoso: lo sguardo spazia dalla sottostante Garfagnana che risale verso gli Appennini, alla parte meridionale delle Apuane, alle isole settentrionali dell'Arcipelago Toscano, alla Corsica, al Golfo di La Spezia con Portovenere, alle Alpi Marittime ed alle Cozie con la vetta del Monviso, per ritornare attraverso la Lunigiana alle vette settentrionali delle Apuane.

Dopo esserci riempiti gli occhi di tanto spettacolo, bisogna pensare però alla discesa, che, come la salita, non sarà cosa comoda e tranquilla. La via è quella del versante Sud, che conduce, seguendo dei segnavia azzurri, alla Foce di Cardeto. E' questa quella che viene considerata la "via normale" del Pisanino, ma, non per questo, è da considerarsi di facile percorribilità. Infatti il sentiero che incominciamo a scendere verso il Canale delle Rose è costituito da erba e pietre malferme fino a Foce Altare e prosegue da qui, con tratti a volte molto esposti, soprattutto il traverso sotto il Pizzo Maggiore ed il Pizzo Altare, aggirando le formazioni rocciose degli Zucchi di Cardeto, per arrivare infine alla Foce di Cardeto, il passo che separa il Pisanino dal Monte Cavallo.

In particolare, il primo tratto si sviluppa lungo la cresta sommitale, sempre in esposizione anche se decisamente meno rispetto ai tratti già percorsi, ora su roccette ora intagliato nel paleo. In 15’ raggiungiamo l’imbocco del Canale delle Rose da cui possiamo vedere bene gli Zucchi del Cardeto e il traverso che li aggira sul versante garfagnino. Lo scendiamo con attenzione tra sfasciumi e rocce affioranti (attenzione a non “lanciare” sassi su chi ci precede, meglio procedere compatti!) e in 25’ siamo a Foce dell’Altare. Qui inizia il lungo traverso, ben camminabile ma sempre esposto sul lato sinistro, con il caratteristico (breve) tratto roccioso sotto la vetta del Pizzo Maggiore che costringe a procedere mettendo un piede davanti all’altro con estrema attenzione. Poi il sentiero inizia a scendere, sempre in ambiente grandioso (bellissima la vista su Roccandagia e Tambura, con tutta la zona della Carcaraia in bella mostra) per poi risalire lungo una dorsale a rocce affioranti e innestarsi sul 178: qui si incontrano finalmente i segnali bianco-rossi dei sentieri CAI (circa 1h da Foce Altare). Subito incontriamo alla nostra sinistra la caratteristica Buca della Neve, e immediatamente dopo siamo a Foce di Cardeto (5h10’ dalla partenza).

Scendiamo così, a destra, col segnavia nr.178, che, prima per prati, poi per fitte faggete ci condurrà comodamente al punto di partenza in 1h20’. Vale la pena notare come nel tratto su prati si incontrino enormi massi dalla caratteristica roccia “ondulata”, staccatisi in tempi antichissimi dalle pareti del Pizzo Altare e del Pizzo di Mezzo.
Viste su mappa: Come arrivare e Itinerario
DA LUCCA:
Prendere la SS 445 Lucca-Piazza al Serchio, e procedere in direzione Minucciano; prima della galleria che conduce al paese, svoltare a sinistra e percorrere la strada che conduce a Orto di Donna per pochi km fino al rifugio Val Serenaia.

DA AULLA:
Prendere la SS 63, per lasciarla poi per la SS 445 in direzione Casola in Lunigiana-Pieve S. Lorenzo- Minucciano. Dopo il paese di Minucciano, oltrepassata la galleria, svoltare a destra e percorrere la strada che conduce a Orto di Donna fino al rifugio Val Serenaia.
Note
Rifornirsi adeguatamente di liquidi: non c'è nessuna fonte lungo il percorso.
Nei pressi della Foce di Cardeto, sotto il versante Nord del Monte Cavallo si trova la Buca della Neve, una cavità verticale sul fondo della quale la neve è quasi sempre presente.

Itinerario difficoltoso, molto aereo ed esposto, soltanto per escursionisti molto esperti ed allenati, con conoscenza del terreno apuano, che sovente è assai infido, e da percorrersi soltanto nella buona stagione. Decisamente sconsigliato con la pioggia, il ghiaccio e la neve. È inoltre fondamentale farsi accompagnare da qualcuno che conosca già l’itinerario di salita, onde evitare di trovarsi su tratti ben più difficili e pericolosi.