DATA ESCURSIONE: 31/07/2011
Partiamo in prossimità della chiesa di San Lorenzo dove c’è un po’ di posto per parcheggiare, ma, in alternativa, è possibile continuare lungo il percorso che noi faremo a piedi e lasciare l’auto da qualche parte.
Noi scegliamo di partire da Vagli per percorrere completamente la valle di Arnetola, stupenda testimonianza di antica attività glaciale.
Ricordiamo, inoltre, che la strada asfaltata che stiamo per percorrere segue l’itinerario della Via Vandelli che univa Modena con Massa e che qua è completamente scomparsa.
Dalla chiesa scendiamo per la strada percorsa in auto e dopo circa 100 metri saliamo verso sinistra continuando per il paese e subito dopo, a destra, troviamo le indicazioni per Campocatino (sentiero 177) che trascuriamo.
A 07’ sull’ultima casa troviamo l’indicazione dei sentieri 31 e 35.
La strada adesso sale un pochino, ma più avanti scenderà e a sinistra possiamo scorgere il lago di Vagli con l'abitato di Vagli Sotto e dietro quello di Careggine; di fronte a noi scorgiamo le propaggini del monte Sella che andando avanti si mostrerà sempre più nella sua completezza.
A 17’ arriviamo a un bivio presso alcuni ruderi: a sinistra la strada marmifera si dirige a Vagli Sotto, noi continuiamo verso destra entrando nella valle di Arnetola.
Adesso la strada prende a salire, sulla nostra sinistra scorgiamo alcune cave abbandonate alle pendici del monte Pallerina.
Poco dopo, a 24’, sulla destra sotto un riparo di roccia, c’è un presepe permanente ricordo del Giubileo del 2000.
Poi, ancora a destra, c’è il piazzale di una cava abbandonata con vecchi blocchi.
Continuando la salita scorgiamo sulle rupi in alto, a destra, l’edificio chiaro dell’Eremo di San Viano abbarbicato alla montagna.
A 37’ la visuale si apre sul monte Fiocca e sul Sella e subito dopo abbiamo un bivio: a sinistra c’è l’ingresso della cava della cooperativa Apuana marmi (cava del monte Pallerina).
Qualche metro indietro c’è anche l’ingresso artificiale della Buca della Pompa chiuso da un cancello metallico: infatti tutta la zona di Arnetola è ricca di fenomeni carsici e di grotte di interesse speleologico. Noi continuiamo verso destra per uno stradello sterrato e a 43’ ci troviamo presso una bella casetta di pietra sotto roccia (capanna d’abrì) che è stata recuperata, ma è già stata sottoposta a atti di vandalismo, nei pressi poi c’è il monumento marmoreo che ricorda che questo percorso è una antica via del sale che univa la costa con la Garfagnana e la pianura padana.
Ci fermiamo un momento poi continuiamo e a 49’ troviamo sulla destra l’indicazione per i sentieri 31 e 35, invece sulla sinistra prosegue la marmifera che percorreremo poi al ritorno.
Questo può essere considerato l’inizio ufficiale dei due sentieri (piana di Arnetola).
La zona è panoramica sull’intera cresta del monte Sella e il percorso sulla sinistra che faremo al ritorno permette di apprezzare al massimo questi panorami.
Noi proseguiamo a destra e troviamo un piccolo piazzale dove alcuni pigri posteggiano le auto, ma, in realtà, seguendo lo stradello di sinistra è possibile salire ancora di più con le auto, si tratta poi di vedere se ne vale la pena.
Dal piazzale, sulla sinistra, inizia un vero e proprio sentiero che sale abbastanza ripido per un bosco piuttosto giovane e a 59’ siamo su un tratto ben tenuto di via di lizza con a fianco fori per i piri.
A 01h 05’ la salita si fa molto ripida e continua per almeno 5’ per poi addolcirsi.
A 01h 14’ ci troviamo su uno stradello: il sentiero 35 sale verso destra dirigendosi al Passo della Tambura, mentre il 31 va a sinistra e pochi minuti dopo saliamo ancora, questa volta verso destra con presenza di cartelli indicatori.
Il sentiero, che è un’antica mulattiera, adesso è piuttosto ampio e, nei tratti aperti, ci permette di cominciare a vedere la zona della Tambura e il monte Pallerina con la sua cava e il ravaneto imponente e devastante.
Ricordiamo che durante la seconda guerra mondiale questo sentiero fu sistemato dai tedeschi per facilitare l’accesso al Passo di Sella e per questo è chiamato anche sentiero della Todt.
A 01h 29’ un breve tratto attrezzato con corda metallica ci permette di superare alcuni metri un po’ esposti è questo è il tratto più difficile del percorso.
Continuiamo nel bosco e a 01h 36’ troviamo un secondo bivio: verso destra sale un raccordo per il sentiero 35, mentre il 31 continua verso sinistra e poco più avanti ci sono degli antichi ruderi con vicino una vecchia cabina per l’elettricità.
Questi ruderi sono quelli di un antico ostello a uso dei viandanti che percorrevano la vicina via Vandelli. Segue un po’ di discesa lieve e a 01h 48’ ci sono dei tentativi di cava.
Continuiamo a salire nella faggeta e a 02h 03’ incontriamo un grosso tubo per l’acqua e pochi minuti dopo una radura che ci permette di vedere bene la zona del Sella.
Questa è la zona di Ripanaia ricca di fenomeni carsici e molto interessante per gli speleologi, infatti in basso sulla destra si scorgono ingressi di antri bui, è interessante rilevare che le acque di questa zona ricompaiono poi nel fiume Frigido di Massa e non nel Lago di Vagli.
Adesso il sentiero si fa particolarmente bello infatti è una mulattiera ben conservata nel bosco che sale regolarmente con lunghi tornanti.
A 02h 38’ il bosco finisce e con una serie di tornanti stretti e molto panoramici su Tambura e Roccandagia arriviamo, a 03h 03’, al Passo di Sella.
È un passo erboso, dall’aspetto appenninico, tra le valli di Arni e quella di Arnetola, situato a 1500 metri. Esso è importante nodo di sentieri.
Qua oltre al 31 che scende poi ad Arni, arrivano il 144 da Arni per il Passo di Fiocca, il 150 dal Passo del Vestito, la via ferrata Vecchiacchi, attualmente non percorribile, dalla Focetta dell’Acqua Fredda.
Inoltre una deviazione porta alla cava Ronchieri.
Sono presenti un crocifisso ligneo, varie lapidi commemorative e i resti di una maestà ormai diruta.
Qua fu costruito, nel 1963, un rifugio prefabbricato dal Cai di Livorno che ebbe vita effimera: fu distrutto da una tempesta solo due settimane dopo l’inaugurazione e mai più ricostruito.
Sostiamo fino a 03h 34’ e poi scendiamo facendo la stessa strada: a 03h 54’ siamo di nuovo nel bosco, a 04h 15’ siamo alla radura, a 04h 39’ siamo ai ruderi ostello/enel e a 04h 41’ al secondo bivio per il 35 e a 04h 54’ al primo.
Qua decidiamo di prendere lo stradello che scende verso destra per la piana di Arnetola evitando quindi di percorrere il primo tratto del sentiero fatto in mattinata.
Subito dopo siamo su un’ampia via di cava tra i ruderi della Caprareccia e un ravaneto che scende dalle cave. La zona è molto panoramica sul Sella, sulla Tambura e sulla Roccandagia.
Scendendo troviamo altri ruderi e fiancheggiamo il ravaneto principale delle cave Pallerina.
A 05h 23’ siamo al cartello indicatore dei sentieri chiudendo il piccolo anello.
In pochi minuti raggiungiamo la capanna d’abrì e a 05h 34’ siamo di nuovo sulla via asfaltata vicino alla sbarra delle cave.
Più avanti iniziamo a scorgere in alto l’eremo di San Viano e a 05h 51’ siamo ai ruderi presso il bivio per Vagli Sotto e infine a 06h 08’ siamo all’auto.