DATA ESCURSIONE: 16/10/2011
Qui un approfondimento sul Monte Gabberi.
Parcheggiamo l'auto nel piazzale antistante la bella chiesa di San Michele Arcangelo, da dove si può godere una bellissima vista delle Apuane meridionali dal Corchia al Matanna, e discendiamo la strada per addentrarci tra le ultime case del paese.
Passiamo davanti al monumento ai caduti della Grande Guerra, per arrivare subito ad un bivio dove troviamo le prime indicazioni dei sentieri. Ci teniamo sulla destra seguendo la freccia che indica il sentiero nr.4 per la Foce di Farnocchia.
Raggiungiamo quindi una mestaina dove il sentiero si dirama: a destra va il nr.3 che prosegue per la Foce di Sant'Anna fino a Capezzano Monti, mentre a sinistra va il nr.4 che noi continuiamo a seguire.
Si prosegue in salita costante fino ad arrivare ad un bivio (13' dalla partenza), un tempo ben segnalato, e dove attualmente figurano soltanto due frecce contrapposte in vernice rossa su un sasso: proseguiamo seguendo quello segnato di destra, tenendo presente che la traccia meno evidente e non segnata a sinistra sarà quella da cui proverremo al ritorno.
Il sentiero continua a salire con decisione guadagnando quota piuttosto rapidamente ed in breve raggiungiamo la Foce di Farnocchia (32' dalla partenza) a quota 873 metri, segnalata da un paletto con frecce indicatrici e dove incrociamo il sentiero non numerato che percorre la cresta che congiunge il Monte Lieto con il Monte Gabberi la cui direzione è segnalata da una delle frecce sul paletto, mentre quella opposta per il Monte Lieto è blandamente visibile su di una roccia pavimentale del percorso stesso. Noi comunque ignoriamo l'indicazione per il Gabberi di questo sentiero,descritto peraltro in un'altra nostra relazione (Sant'Anna-Monte Gabberi-Monte Lieto) e che presenta qualche tratto leggermente esposto, per scendere ancora con il nr.4, seguendo (ma per poco) l'indicazione per Sènnari.
Subito dopo il primo tornantino troviamo infatti, a sinistra, un'altra indicazione per il Monte Gabberi che stavolta seguiamo.
Si tratta di una traccia piuttosto stretta ma ben percorribile che scende nel bosco e che ci fa perdere inizialmente una trentina di metri di quota per poi risalire per andare a ricongiungersi, più avanti, con quella che percorre la cresta.
Il percorso, non numerato ma segnalato dai classici segni bianco-rossi, si svolge costantemente in fitta vegetazione e soltanto in rari punti ci offre squarci che ci consentono di scorgere la costa apuo-versiliese; esso è sempre in salita costante e ci permette di riprendere fiato soltanto dopo aver superato un capanno di caccia, in un breve tratto di falsopiano dopo il quale però, occorre affrontare un'erta molto ripida e scivolosa in caso di pioggia recente, che precede l'innesto di questo sentiero nel 107, il quale provenendo da San Rocchino ci condurrà alla vetta del Gabberi.
Infatti raggiunto il sentiero 107, lo seguiamo andando a destra ad affrontare le semplici roccette del Gradino Hillary, usciti dalle quali ci si trova a poche decine di metri dalla croce sommitale del Gabberi.
Possiamo ora goderci lo splendido panorama mare-monti che questo balcone naturale ci offre, gustandoci un bella fetta di crostata ed un succo di frutta.
Dalla partenza sono trascorsi 1h e 50'.
Per scendere ritorniamo sui nostri passi seguendo il sentiero 107 in direzione San Rocchino (est), superiamo la traccia da cui siamo venuti e usciamo dalla vegetazione per attraversare una radura dov'è presente una casetta con tanto di tavolo e panca in legno, affacciata su una splendida vista sulla valle di Camaiore e sulla costa versiliese e superata la quale ci immettiamo nuovamente nel bosco.
Dopo circa 25' dalla vetta incontriamo un bivio, dove una freccia disegnata su una roccia con una sbiadita scritta “Farnocchia” ci indica che dobbiamo lasciare il sentiero 107 per scendere a sinistra con il sentiero non segnato detto “di Pietralunga”.
Alla data di questa escursione tale sentiero non presenta alcun segno di vernice ma la traccia risulta molto evidente ed è impossibile sbagliare percorso.
Purtroppo, non essendo soggetto a manutenzione ordinaria, molti tratti sono rovinati dal passaggio dei cinghiali, ricoperti da rami secchi, talvolta attraversati da alberi caduti e, più in basso, parzialmente infestati dalla vegetazione, ma tutto sommato la traccia risulta, almeno ad oggi, percorribile senza problemi, anche se richiede un attimo di attenzione per il fondo a sassolini che favorisce, in discesa, l'effetto “pattino”.
Il sentiero, soprannominato “di Pietralunga” perchè, a metà circa del suo percorso, passa immediatamente sotto la base di un monolite che pare conficcato nel fianco della montagna e che è oggetto di antiche leggende locali, ci porterà in poco più di un'ora dalla vetta del Gabberi, al bivio delle frecce rosse contrapposte già menzionato inizialmente, dove ripercorrendo a ritroso e in discesa il tratto già fatto precedentemente, ritroveremo la mestaina del bivio tra i sentieri 3 e 4, rientreremo in Farnocchia e raggiungeremo di nuovo la Chiesa di San Michele Arcangelo.