DATA ESCURSIONE: 04/05/2013
Qui un approfondimento su Col di Favilla.
In data 06/06/2013, come da commento all'itinerario, ci segnalano che il sentiero è stato ripristinato e liberato dagli alberi crollati, tornando quindi perfettamente percorribile.
Parcheggiamo l'auto nello spiazzo/parcheggio di Isola Santa, prima di arrivare alle scale che scendono al lago, e ci incamminiamo lungo la carrabile verso la diga, dove inizia il sentiero nr.9.
La segnalazione è ben visibile e ci indica di passare sulla diga stessa, attraversata la quale, troviamo la traccia che si inerpica dolcemente costeggiando l'invaso.
L'escursione di oggi l'abbiamo fatta anche con l'intento di saggiare le condizioni del sentiero, considerato che sappiamo benissimo come le ripide pendici del Campanilaccio e quelle del Colle di Favilla possano causare danni in caso di condizioni meteo del tipo di quelle che abbiamo avuto durante l'inverno e l'inizio della primavera.
Ed infatti abbiamo immediatamente le prime conferme: grossi alberi caduti intraversano il sentiero e iniziamo così un percorso ad ostacoli che terminerà soltanto a Col di Favilla.
Dopo un primo tratto di salita dolce, oltrepassato un ponticello, la pendenza si fa maggiore ed una serie di stretti tornantini ci fa rapidamente prendere quota, avendo costantemente, in basso sulla sinistra il corso di un torrente.
Dopo circa 35' dalla partenza il sentiero sparisce: uno smottamento di proporzioni considerevoli lo ha cancellato, per cui, tra molle terriccio e tronchi d'albero cerchiamo la soluzione migliore per andare a riprenderlo più in alto.
Ci allontaniamo così di qualche metro dal bordo del canale, ricominciamo a salire alla meglio e guadagnata una ventina di metri di dislivello, proviamo a riavvicinarci al bordo del canale, dove sappiamo passava il tracciato, per vedere di ritrovarne i segni.
In effetti, per fortuna, così accade e noi possiamo riprendere i nostri 3000 siepi in salita (manco a farlo apposta da Isola Santa a Col di Favilla la distanza è più o meno quella).
Ora perlomeno il sentiero è ben visibile e, un pò saltando e un pò chinandoci (con lo zaino che naturalmente si incastra sempre e comunque), possiamo proseguire la salita, che, oltretutto non accenna a spianare neanche un pò.
A quota 830 mt., a 1h e 20' dalla partenza, il bosco si apre un pochettino, il sentiero spiana e riusciamo ad intravedere il Freddone, la zona del Puntato e la cava dove dovremo andare a prendere la via che la serve per tornare a Isola Santa.
Da qualche minuto non abbiamo più alberi divelti tra i piedi e questo ci rende un pò più ottimisti, ma soltanto per poco tempo: a 1h e 35' infatti ci troviano davanti ad un altro canalone che ha fatto da fiumana, la quale si è trascinata dietro alberi di ogni dimensione, diversi dei quali, naturalmente, hanno pensato bene di mettersi di traverso lungo il sentiero, proprio nel punto più delicato, ovvero, dove la traccia non ha retto.
Vabbè, facendo molta attenzione e con una serie di contorsioni da colpo della strega, riusciamo ad andare avanti e a raggiungere Col di Favilla: tempo finale del nostro 3000 siepi, poco meno di 2 ore.
E' una giornata splendida, sole e brezza fresca, e Col di Favilla col suo silenzio fa gola: diamo un'occhiata dall'esterno al suo Spoon River, il piccolo cimitero, poi ci sediamo sulle panche in pietra davanti alla chiesa di Sant'Anna per ristorarci.
Una buona oretta a goderci quello splendido posto con il Pizzo delle Saette che ci sta a guardare dall'alto è un toccasana per il corpo e per la mente.
Dopo la sosta riprendiamo il cammino e, seguendo le eccellenti segnalazioni apposte dal CAI di Lucca (belle davvero!), imbocchiamo il sentiero nr.11 in direzione Puntato.
Incrociamo subito lo stradello che, a destra, riporta a Isola Santa congiungendosi alla via di cava che noi dovremo poi percorrere più tardi (chi volesse accorciare l'itinerario potrebbe scegliere questa soluzione), e seguiamo la traccia a sinistra che, dopo un brevissimo tratto in salita inizia a scendere.
Ci si accorge immediatamente della differenza di ambiente rispetto alla parte precedente del percorso: qui non c'è traccia di alberi divelti e smottamenti, sebbene si stia scendendo in un canalone, perchè esso è curato ed è stato oggetto di opportuno disboscamento.
In breve si arriva ad un ponticello, con tanto di piccola panca in legno attigua, che consente di attraversare un ruscello e si risale leggermente per poi trovarne un secondo (15'circa dalla partenza da Col di Favilla), superato il quale una freccia indicante "Puntato" ci permette di evitare una deviazione che porta, a destra, ad una baita in località Gualdana di Sotto.
A 25' da Col di Favilla siamo al bivio con il sentiero 128 che, a sinistra, conduce al Rifugio Del Freo a Mosceta; noi procediamo invece seguendo ancora il nr.11, che per tutto questo tratto, fino al Puntato, sarà in comune, appunto, col 128.
Avvicinandoci al Puntato il percorso diventa sempre più ameno, finchè, dopo aver superato un tratto costeggiato da ambo i lati da grandi faggi, arriviamo all'alpeggio, proprio davanti alla chiesetta della SS. Trinità.
Sono trascorsi circa 40' da quando abbiamo lasciato Col di Favilla.
Giunti davanti alla chiesetta, seguiamo a sinistra, ancora il tratto in comune 11/128, fino a raggiungerne, dopo circa 100 metri, la loro separazione.
Al bivio, l'11 prosegue a sinistra per Fociomboli, mentre il 128 scende, a destra.
Sono trascorsi 45' da quando abbiamo lasciato Col di Favilla ed il sentiero 128 scende, in breve, dentro l'alveo di un ruscello e, guadatolo, ne costeggia, per un pò, la sinistra orografica, per poi allontanarsene andando a cercare il guado del Canale delle Fredde, al quale giungiamo dopo circa 1h da Col di Favilla.
Qui è necessario prestare attenzione perchè le rocce sono scivolosissime.
Superato il guado, troviamo subito la deviazione non segnata nè numerata (presente freccia indicativa) per l'azienda agricola "Il Robbio", che seguiamo a destra, lasciando che il 128 prosegua, a sinistra, con destinazione Tre Fiumi.
Raggiungiamo "Il Robbio" in 5' dal guado e quindi in 1h e 5' da Col di Favilla.
Questa azienda agricola è racchiusa da un recinto in pali di legno e i terrazzamenti che la circondano rendono problematico individuare il sentiero non segnato che deve condurci alla via di cava.
Per coloro che non avessero il GPS sul quale caricare la nostra traccia, consigliamo, una volta arrivati davanti al recinto, di costeggiarlo a destra, in discesa. Arrivati al limitare del recinto, scendere ancora, piegando in leggera diagonale a sinistra verso il Canale delle Fredde, visibile più in basso. Così facendo si incrocerà per forza il sentiero, che bisognerà seguire a sinistra fino a raggiungere, in brevissimo tempo, uno spiazzo con delle indicazioni, tra le quali anche due frecce indicanti, a sinistra, "Teleferica" e, a destra, "Strada di Cava" (a 1h e 12' da Col di Favilla).
Seguiamo quindi la traccia di destra che costeggia la sinistra orografica del Canale delle Fredde fino ad arrivare ai resti delle antiche pulegge per cavo elicoidale della Cava Gufonaglia e quindi alla via sterrata che congiunge quest'ultima alla provinciale del Cipollaio nei pressi di Isola Santa (1h e 22' da Col di Favilla).
Notevole dal piazzale della cava la vista sul Pizzo delle Saette.
Non ci resta a questo punto che scendere la via di cava, che in molti tratti assomiglia molto di più ad una ampio sentiero boschivo, incontrando a circa 1h e 40' la deviazione per Col di Favilla, seguita immediatamente da un facile guado (presente anche un ponticello in legno più alto per i periodi di maggior afflusso d'acqua) preceduto da un piacevole contesto di cascatelle e quindi dal passaggio davanti alla Cava Pendia Tana.
A 2h e 5' dalla partenza da Col di Favilla siamo alla sbarra di accesso della via di cava, sulla provinciale del Cipollaio: poco più di 5' di carrabile ci separano dal parcheggio dove avevamo lasciato l'auto.
Tempo totale di percorrenza dell'anello (sosta a Col di Favilla esclusa) 4h e 10'circa, percorso ad ostacoli compreso.
Vedi anche sezione "Note"