DATA ESCURSIONE: 15/12/2013
Lasciamo l'auto lungo la strada che arriva al paese di Azzano, addossato alle pendici del monte Cavallo (detto anche Cavallino di Azzano), presso le prime case (provenendo da Riomagno).
Percorriamo un po' della strada e presso l'edificio delle scuole elementari Michelangelo Buonarroti, che rimane a destra presso il bar Ristorante Michelangelo, saliamo verso sinistra per una scalinata tra le case e incrociamo la strada che viene dalla chiesa (dove effettivamente inizia il sentiero 31), prendiamo a sinistra e a 5' il sentiero segnato sale abbastanza ripido presso un tabernacolo con croce lignea e icona marmorea.
Saliamo ancora tra qualche abitazione, prima per tratto scalinato, poi cementato e poi infine per mulattiera. Di fronte a noi intravediamo la zona del monte Altissimo, mentre sulla sinistra c'è la dorsale che dal Folgorito va al Carchio.
A 11', presso le ultime case, inizia il castagneto per tratto piuttosto ameno, ma più avanti la salita diventa più ripida e aumenta anche il bosco. A 26' c'è una panca di legno per il viandante che vuole riposarsi.
A 31' attraversiamo un piccolo canale che scende dal monte, su un ponticello di pietra, mentre il sentiero devia decisamente a sinistra. Dopo 5' un altro ponticello su un altro canale che scende verso il Botro di Rimone che poi andrà ad alimentare il torrente Serra più in basso.
A 39' c'è una piccola fonte. La salita continua anche molto ripida con tratti a tornanti più o meno lunghi. A 52' passiamo per un breve tratto umido e scivoloso che ci porta in un paio di minuti ad alcuni ruderi, su uno dei quali si è abbattuto anche un albero di recente.
La zona che scende verso destra è detta la Croce o Alpe di Azzano ed è disseminata di ruderi di vecchie capanne di pastori.
Poi il fondo del sentiero torna normale e a 59' siamo alla cosiddetta "Fornace", dove arriva un sentiero da Minazzana, da destra. Lungo detto sentiero c'è una zona ristoro e un vecchio cartello dell'Apuane Trekking che ancora manda ad Arni, dove si arrivava prima dell'interruzione del 31, alle cave delle Cervaiole, verso cui siamo diretti. L'edificio della Fornace è molto ben tenuto, anche se qualche vandalo ha abbattuto la porta, ha una forma circolare che ricorda vagamente un nuraghe e un tetto in buone condizioni. Questo edificio era una calchera usata per arrostire le pietre carbonatiche, di cui ovviamente la zona è molto ricca, per produrre la calce viva da cui poi si otteneva la calce spenta usata per produrre la malta utilizzata in edilizia. Il bosco intorno è piuttosto malmesso, con numerose piante cadute che fortunatamente non hanno rovinato l'edificio, c'è poi da aggiungere che tutti i castagni in zona sono malati per la vespa cinese introdotta qualche anno fa da incauti vivaisti piemontesi.
Continuiamo il percorso e a 01h 12' inizia un tratto di sentiero molto degradato dalla caduta di alberi, alcuni caduti di recente, ma altri ormai giù da qualche anno.
Non percorrevamo il sentiero da 7 anni e indubbiamente il bosco è molto più degradato di allora. Dopo pochi minuti comunque il sentiero diventa più tranquillo e a 01h 20', presso un segno su un albero, saliamo per alcuni tornanti fino a uscire dal bosco a 01h 26'. Segue però un tratto di rovi e ginestroni da fare con attenzione per non farsi male.
Dopo 5' usciamo e siamo all'inizio del tratto panoramico che spazia su un arco che dal Folgorito passa per Carchio, Focoraccia, zona Pittone, Uncini e Altissimo fino al Picco di Falcovaia. In particolare di fronte abbiamo le cave più alte del monte Altissimo che lo forano in maniera spettacolare: Fitta, Macchietta, Tacca Bianca, mentre la parete del monte è incisa dalla marmifera.
Segue un tratto ameno poi il sentiero sale tra rocce calcaree con qualche pinnacolo. A 01h 54' siamo poco sotto la Foce del Giardino da cui saliamo verso sinistra per le pendici del Picco di Falcovaia. La Foce è una insellatura tra il Picco di Falcovaia e il crinale del Cavallo.
Dopo 3' la visuale si apre sul monte Corchia e la zona del Passo di Croce mentre sulla destra c'è la dorsale del Cavallino di Azzano. Poi la salita prosegue nel versante verso la costa, per tornanti, tra qualche albero, e a 02h 10' il panorama si apre decisamente sulle cave dell'Altissimo.
Saliamo ancora diretti alla cava e a 02h 14' vediamo il primo piro di marmo usato per far scendere le cariche di marmo, saliamo per un tratto scalinato con a fianco una vecchia corda metallica e a 02h 24', dopo altri due piri di marmo, siamo a un piazzale panoramico con una costruzione di marmo.
Qua prosegue una via di lizza per la parte più alta della cava, che arriva a un altro piazzale con costruzioni e vecchie gru, insieme a blocchi abbandonati, qua il sentiero 31 si interrompe a causa dei lavori di cava.
Noi comunque non saliamo per la via di lizza e rimaniamo nel primo piazzale. Questa zona delle cave è ormai abbandonata e viene sfruttata solo la parte del monte cui si perviene dalla strada del Cipollaio. Il panorama si apre sul Corchia e le Apuane meridionali e in basso sulla zona del Giardino. Facciamo una breve sosta e a 02h 33' iniziamo la discesa e a 02h 56' siamo alla Foce del Giardino, a 03h 39' alla Fornace e a 04h 35' al punto di inizio, presso il Tabernacolo, da cui in 2' siamo alla vicina chiesa (a fianco Pubblica Assistenza e Protezione Civile) dove realmente inizia il sentiero, da qua scendiamo e siamo sulla strada principale, prendiamo a destra e a 04h 42' siamo all'auto.