(MS-Massa) RENARA–MONOROTAIA DENHAM–CAVA RONCHIERI (1580 mt)–PASSO DI SELLA (1500 mt)–PASSO DEL VESTITO–CASA BONOTTI–RENARA (anello)
ATTENZIONE!!!
Si raccomanda di consultare sempre lo stato dei sentieri poco prima di intraprendere l'escursione (Voce Menù "Sentieristica") oppure, ancor meglio, di informarsi contattando le Sezioni CAI cui spetta la manutenzione dei singoli sentieri.

Località di partenza:

RENARA termine strada asfaltata (270 mt)

Località di arrivo:

RENARA termine strada asfaltata (270 mt)

Dislivello mt.:

1310

Tempo totale:

6h45'

Difficoltà

EE

Punti di appoggio:

Nessuno

Rifornimento acqua:

Fonte seminascosta nei pressi di Passo Sella

Tratti ferrata:

No(brevi tratti assicurati)

Sequenza sentieri:

Lizza della Monorotaia (non numerato), strada di arroccamento, 150, 42 (ex 162)

Tipologia percorso:

ND

Immagini del percorso (37)
Disclaimer
Descrizione itinerario
DATA ESCURSIONE: 04/05/2014



Qui un approfondimento sulla Monorotaia Denham.
Qui un approfondimento sul Monte Sella.
Qui un approfondimento sul MonteMacina.

Si consiglia di leggere attentamente anche la sezione “Note”.

Relazione a cura di Francesco Salvatori

Ci incamminiamo lungo la strada a fondo naturale, con il canale alla nostra sinistra. Di fronte a noi possiamo vedere il Macina e la cresta del Vestito. In 11' siamo a un piazzale ove la strada termina (si potrebbe arrivare fin qua in auto); qua sono presenti le indicazioni del sentiero 42 (ex 162) per il Passo del Vestito, da cui scenderemo al ritorno. Superiamo ciò che resta di una sbarra, e subito il sentiero si divide: il 42 prosegue lungo il fondo roccioso del canale, a sinistra sale invece la deviazione per la lizza della monorotaia. L'indicazione è ben evidente su una roccia.
Le pendenze iniziano ad aumentare e in breve siamo alla cava di Renara. Presto il sentiero diventa praticamente una strada in cemento, successivamente torna sterrato finché a 30', in corrispondenza di un tratto franato, dobbiamo passare sul bordo del canale: qua affrontiamo dei piccoli salti di rocce, aiutandoci con le mani. Subito dopo il sentiero torna largo ma le pendenze aumentano ancora.

In 8' raggiungiamo il piano di caricamento, dove inizia (o meglio, termina) il tracciato della monorotaia, ed è ancora visibile una vecchia slitta di carico. Lo sviluppo della rotaia è costantemente affiancato da gradini in cemento, spesso larghi non oltre 45 cm, in alcuni punti un po' degradati. La lizza risale faticosamente l'incassatissimo Fosso del Chiasso, tenendolo a sinistra. Le pendenze sono elevatissime, spesso si supera l'80%. Alle nostre spalle campeggia imponente il monte Altissimo. Dopo 45' di faticosa risalita (ma una persona non allenatissima potrebbe impiegarcene ben di più) siamo finalmente all'uscita del Fosso.

Siamo in cammino da 1h22' e il panorama inizia ad aprirsi sul Sella, oltre che su Macina e cresta del Vestito. In questa zona sono presenti degli edifici che fungevano da ricovero per i cavatori e per i macchinari. Quasi subito incontriamo (a sinistra, ben segnato di rosso) il bivio per la Focola del Vento, ove passa il sentiero 160 diretto a Cava Bagnoli e alla vetta del monte Sella. Di fronte a noi possiamo vedere l'enorme ravaneto proveniente dalla zona di Piastreta (ben visibile anche da lontano, tanto che in estate molti turisti lo scambiano per neve residua), e alla sua destra il tracciato semicircolare lungo cui prosegue la monorotaia. Arriviamo al ravaneto in 20' (comprensivi di una piccola sosta per rifiatare), e lo attraversiamo verso destra. Proseguiamo, le pendenze sono meno accentuate ma presto tornano a impennarsi, e fanno la ricomparsa i sempre utilissimi scalini.

A 2h le pendenze calano nuovamente, in corrispondenza della casa dei macchinari. In alto, alla nostra destra, si trova appollaiata la casa del guardiano; da qua possiamo inoltre vedere cava Ronchieri (riconoscibile per le grosse gru gialle); se ci giriamo, invece, scorgiamo il gruppo del Sagro, la zona di foce Rasori e la Forbice del Grondilice. Presto il binario termina; il tracciato rimane inizialmente evidente, dopodiché ci facciamo guidare dai segni rossi e pieghiamo a sinistra per superare un ravaneto. Questo è il primo tratto veramente delicato dell'escursione: il passaggio buono è franato, e occorre muoversi su sassi molto smossi. Personalmente suggerisco di spostarsi un poco più in alto, dove i sassi sono più grossi e quindi leggermente più stabili. Da qui in poi il percorso non è evidentissimo ma è sempre ben segnato, e incontra numerosi fori per i piri di lizza. Ci muoviamo ora in direzione di cava Ronchieri, prima su balzi di terra misti a sfasciumi, poi su rocce con paleo (attenzione a un traverso esposto su placca), dunque ancora su sfasciumi. Il tratto terminale si sviluppa su placconate marmoree che richiedono di tanto in tanto l'utilizzo delle mani.

A 2h43' siamo finalmente a cava Ronchieri, punto più alto della nostra escursione. Da qua sarebbe possibile spostarsi nella parte alta della cava e dunque raggiungere la vicina cava Bagnoli, recuperando il sentiero 160 per la vetta del monte Sella. Noi invece seguiamo la strada di arroccamento, e in breve giungiamo alla breve galleria che taglia la cresta del monte all'altezza della Sella di Macina. La galleria è chiusa da un cancello che comunque non pregiudica il passaggio pedonale, grazie a un varco tra le sbarre; un cartello ricorda che nei giorni lavorativi il transito è a proprio rischio e pericolo, e comunque sconsigliato, a causa delle attività estrattive e del passaggio degli automezzi. Appena superata la galleria, la vista si apre sulla vallata di Arni, e in particolare sull'ampio pratone di Passo Sella, sui monti Croce (da non confondersi con l'omonimo delle Apuane meridionali), Fiocca e Sumbra e, più in lontananza, Corchia e Freddone. Proseguiamo lungo la strada portandoci sotto Passo Sella, che raggiungiamo con una deviazione a sinistra ben indicata. Dopo 3h06' di cammino, ci fermiamo per recuperare le forze e rifocillarci.


Dopo 30' di sosta ripartiamo dirigendoci verso il Passo del Vestito. Torniamo sulla strada, che lasciamo immediatamente imboccando il sentiero 150. I segni (rossi anziché biancorossi) sono sbiaditi ma il tracciato è evidentissimo. Ci si muove a mezzacosta sotto la cresta che collega il Macina al Sella, dapprima su terreno misto descrivendo un ampia curva verso sinistra, poi superando un ravaneto e dunque per traccia in abbondante paleo. Dopo 18' incontriamo sulla destra i segni blu che portano alla vetta del Macina: qui il nostro sentiero cambia morfologia, diventando prevalentemente roccioso. Un tratto piuttosto mosso ci permette di aggirare la cresta est del Macina e raggiungere la sella alla base della cresta sud, ove si trovano alcuni tralicci.

Siamo ora sulla cresta del Vestito. Questa costituisce un tratto piuttosto impegnativo (ma divertente), essendo mossa ed esposta e richiedendo in più punti l'uso delle mani. La percorriamo con attenzione finché, a 4h25', si giunge ad un bivio: il sentiero 155 prosegue sulla sinistra, raggiungendo il rifugio Puliti ad Arni, mentre il nostro 150 si tuffa nel bosco sulla destra. La discesa è ripida ma sempre agevole: il sentiero si mantiene prevalentemente tra gli alberi per 25' di cammino. Quando usciamo all'aperto, abbiamo di fronte il Passo del Vestito con la sua strada di cava: scendiamo un tratto roccioso e lo raggiungiamo a 4h55'.

Da qua dobbiamo seguire il sentiero 42 (un tempo 162). Lo vediamo indicato immediatamente alla nostra destra: ricalca per un breve tratto iniziale una strada a fondo sterrato, poi si tuffa bruscamente nel Fosso del Vestito. La discesa è ripida e impervia, e alterna tratti boscosi, ampi palei e passaggi su un misto di terra, sfasciumi e qualche roccetta. Purtroppo i segni biancorossi sono piuttosto radi; qualche ometto e ciò che resta di vecchi segni rossi, se si presta la dovuta attenzione per scorgerli, aiutano a non perdere la traccia nei punti in cui questa diventa poco evidente. Dopo 13' (5h18' totali) si giunge a un traverso su placca attrezzato con cavo metallico, facilitato anche da alcuni gradini ricavati nella roccia. Successivamente inizia a essere evidente alla nostra sinistra il canale, delimitato dalla ripidissima parete che scende dal Vestito. Altri 20' e, in corrispondenza dei resti di un vecchio muro in pietra (probabilmente una qualche costruzione), pieghiamo a sinistra per raggiungere per la prima volta il fondo del canale, che seguiamo per un po' aggirandolo lateralmente ove necessario. Poi lo abbandoniamo spostandoci a sinistra, affrontiamo un traverso nel bosco e ci troviamo a dover scendere – sempre con la dovuta cautela – un gigantesco ravaneto.

A 6h13' possiamo rifiatare: la parte peggiore è terminata. Il sentiero si sviluppa ora nel largo; costeggiando il canale giungiamo in 6' nei pressi di Casa Bonotti, ove alla nostra destra si stacca la lizza per la Cava del Diavolo. Proseguiamo ora alla destra del canale, ora nel suo fondo a causa di tratti franati, e a 6h35' siamo al piazzale terminale della strada sterrata, chiudendo l'anello. Altri 10' di cammino e a 6h45' recuperiamo la strada asfaltata, concludendo il faticoso e difficile itinerario.
Viste su mappa: Come arrivare e Itinerario
Da Massa si procede su via Bassa Tambura dapprima in direzione Forno, poi per Guadine/Resceto, sempre costeggiando l'alveo del fiume. Poco dopo Guadine un cartello ci indica sulla destra la deviazione per Renara, da cui in breve giungiamo al termine della strada asfaltata.
Note
Itinerario faticoso e in più punti difficile. La ripida salita richiede un buon allenamento fisico, mentre molti sono i tratti in cui serve piede fermo, esperienza e anche buona capacità di orientamento. Dal termine della monorotaia a cava Ronchieri si incontrano le prime marcate difficoltà; la cresta del Vestito fa il resto, con passaggi precari ed esposti. Infine, già stanchi, occorre affrontare una ripida discesa su terreno decisamente infido, contornata da problemi di orientamento, e che in caso di umidità rischia di diventare proibitiva. Non esito, dunque, a valutare l'itinerario nel suo complesso come EE+.

Se i segni sono ben presenti per tutto lo sviluppo della monorotaia (ossia, dove servirebbero di meno) e nel tratto fino a cava Ronchieri (qua utilissimi), altrettanto non si può dire per il resto del percorso. L'intero sentiero 150 non presenta segni biancorossi ma, incredibilmente, solo vecchi segni rossi: fatto anomalo, questo, trattandosi di un sentiero ufficiale del CAI. Il tracciato è comunque evidente. Il sentiero 42, invece, è stato recentemente segnato in biancorosso, ma in maniera piuttosto rada. In generale non è difficilissimo decifrarne la traccia, ma qualche indicazione in più sarebbe di notevole conforto date le difficoltà tecniche. Va detto che si incontrano, saltuariamente, degli ometti in pietra e anche dei vecchi segni rossi (di cui molti sono stati cancellati con vernice grigia). Grazie a questi ausili, guardandosi intorno con attenzione si riesce sempre a trovare un punto di riferimento che indichi la corretta direzione. La mia impressione è che i segni CAI siano decisamente più visibili percorrendo lo stesso sentiero in salita.

L'itinerario qui proposto è tratto (e riadattato) dal libro “ALPI APUANE. Ferrovie e sentieri. 17 itinerari da scoprire tra storia e natura” di Giuseppe Alfio Ciabatti, Tamari Montagna Edizioni. Differentemente da quanto proposto nel testo si è scelto di evitare la salita a cava Bagnoli e dunque al Monte Sella, percorrendo piuttosto la strada di arroccamento di cava Ronchieri per raggiungere il Passo Sella. Per chi volesse aumentare le già notevoli difficoltà, è comunque possibile seguire fedelmente l'itinerario descritto dall'autore, mettendo in conto una ulteriore fatica (nel tratto in salita) e considerando che la discesa dalla vetta del Sella al Passo Sella è ben segnata (in blu) ma spesso esposta o ripida e non sempre su roccia buonissima.

Segnalo, infine, che avendone la possibilità un'alternativa è farsi venire a prendere a Arni, raggiungibile o mediante il sentiero 155 dopo aver percorso la cresta del Vestito, oppure direttamente tramite il sentiero 31 che scende dal Passo Sella lungo la marmifera. Così facendo l'itinerario diventa più abbordabile.
Traccia GPS