DATA ESCURSIONE: 08/06/2014
Qui un approfondimento sul Monte Tambura.
Lasciamo l'auto a un piccolo parcheggio a sinistra della strada, posto poco prima di Campocatino. È presente anche una statua della Madonna dei Cavatori, con panorama sul monte Sumbra e in basso sul lago di Vagli. Dal parcheggio si gode anche di bella vista sul monte Roccandagia che ci accompagnerà per buona parte della nostra escursione.
Saliamo a recuperare la strada che adesso è un bel lastricato, superiamo un ristorante sulla destra e saliamo in 2' al cartello dei sentieri, all'inizio del borgo. Volendo pochi metri di fronte abbiamo una fontana.
Il sentiero che seguiamo è il 177 che ci porterà sulla cresta della Tambura, poco sopra il Passo della Focolaccia.
Campocatino è una conca verde di origine glaciale dominata dalla grande parete nord-est del monte Roccandagia. Nella conca sono disperse alcune decine di abitazioni in pietra, testimonianza dell'antica attività pastorale degli abitanti di Vagli, oggi risistemate come case di vacanza.
Il sentiero si dirige verso destra, ancora come lastricato tra le case e poi diventa sterrato. A 7' lasciamo la traccia principale (sentiero Natura) e prendiamo a destra per salire un ripido costone erboso.
La traccia è evidente e ben segnata, con presenza di paline indicatrici ed è costeggiata da numerosi arbusti di Rosa canina. Il sentiero è aperto, a parte qualche raro albero, e a 24' vediamo di fronte il Pisanino.
A 31' entriamo nella faggeta, con ancora qualche tratto aperto. A 39' c'è un tratto di salita ripida all'aperto, poi rientriamo nel bosco e più avanti il sentiero passa tra roccette.
A 59' c'è un primo tratto di robusta corda metallica per superare un tratto di salita un po' esposto, sulla destra si nota il paese di Gorfigliano. Poi segue una ripida salita su sfasciumi fino a 01h 08', poi si continua nel bosco fino ad arrivare, a 01h 18', al Passo della Tombaccia (1360m), con bel panorama che va dal Passo della Focolaccia a sinistra, al Cavallo e al Pisanino a destra. In basso si scorge il bacino marmifero dell'Acqua Bianca. Il passo si trova alle pendici nord della Roccandagia, ed è un ripiano roccioso su cui il sentiero si sviluppa con un minimo di esposizione. Dal passo inizia una impegnativa via di salita alla Roccandagia, molto aerea ed esposta con passaggi di secondo grado.
Continuiamo e superiamo un altro tratto attrezzato con corda metallica e un po' esposto, poi con saliscendi a 01h 27' siamo a un altro punto panoramico. Dopo un paio di minuti c'è un'altra corda metallica che in circa 3' ci permette di superare un tratto roccioso impegnativo, in discesa e abbastanza lungo.
Segue un tratto tranquillo e a 01h 45' abbiamo, sulla destra in basso, una cava recente. A 01h 52' un altro tratto di corda metallica ci permette di superare agevolmente un canalino esposto. Dopo pochi minuti la visuale si apre su nuove cave in basso, sulla Tambura, Cavallo e Pisanino. Il sentiero, in falsopiano, è intagliato sulle placche della Roccandagia e supera alcune roccette.
A 02h 08' alcuni segni blu indicano un'altra via di salita per la Roccandagia, verso sinistra. Il sentiero poi si fa ripido tra rocce e sfasciumi con alcuni tratti nella faggeta. Stiamo percorrendo la Carcaraia, una zona di buche carsiche, grotte e sfasciumi, tra le abbondanti fioriture notiamo alcuni esemplari di Pulsatilla Alpina e di Soldanella alpina.
A 02h 19' c'è un breve tratto di corda non metallica, poi usciamo ed entriamo nel bosco e a 02h 46' siamo decisamente all'aperto, 02h 58' superiamo un breve tratto esposto. Il sentiero continua ben evidente tra rocce, di fronte a noi il Passo della Focolaccia, con un enorme ravaneto che sta modificando pesantemente la zona.
A 03h 17' il sentiero sale decisamente verso sinistra, in direzione della cresta della Tambura. La salita è aspra, per tornantini, e a 03h 39' siamo sul sentiero 148 che percorre l'intera cresta del monte Tambura. Il panorama si apre sul versante a mare e in particolare sul sottostante Passo della Focolaccia, con la Punta Carina e la Coda del monte Cavallo e il Bivacco Aronte. La cresta è panoramica e facile a percorrersi, il sentiero è sempre evidente e ben segnato.
Saliamo per gli sfasciumi e a 03h 59' siamo su una antecima del monte Crispo. continuiamo a salire e a 04h 09' siamo sulla vetta del monte Crispo, alto 1835 metri. Da qua scendiamo un po', segue un tratto di falsopiano e a 04h 29' iniziamo la salita finale, a tornantini per sfasciumi, che ci porta a 04h 37' sulla vetta del monte Tambura. In vetta è presente una piccola croce e il panorama si apre anche sulle Panie e su vicini monti Focoletta e Sella.
Ci fermiamo 20' e poi scendiamo verso il passo della Tambura, seguendo i segni blu o rosso-bianchi per sfasciumi di roccia, a sinistra vediamo le devastanti cave di Arnetola (cava Pallerina) e a destra cominciamo a vedere il tratto massese della Vandelli.
La discesa è piuttosto ripida e poi si addolcisce e segue, in parte, una cresta per arrivare al passo della Tambura. A 05h 44' siamo al Passo attraversato dalla via Vandelli, oggi sentiero 35, è presente un'immagine marmorea della Madonna del 2003.
Scendiamo per il versante di Arnetola e troviamo subito la deviazione a destra per il sentiero 146, che passando per la Focetta dell'Acqua Fredda scende alla Vandelli, nella quale si innesta poco prima della Cava Formignacola, verso la quale siamo diretti.
Il primo ripido tratto di discesa è per sfasciumi ed è ricco di fioriture di genziane (sia la Gentiana verna che la Gentiana Clusii) e di Pinguicole e ci porta, a 05h 52', (poco a destra del sentiero) presso i ruderi del Casone del Ferro (1580m), dove è presente una provvidenziale fonte di acqua freschissima. La costruzione era di servizio all'antica strada, tanto più per la presenza della fonte, il piano dove si trova è conosciuto come Acquifreddi, mentre la denominazione Casone del ferro deriva dalla presenza in zona di vene di ematite che si cercò di sfruttare in passato.
Scendiamo per il tratto della Vandelli garfagnina con qualche tratto in stato accettabile, ma la maggior parte ormai ridotta a traccia di sentiero. A 06h 10' entriamo in un tratto all'ombra dei faggi, alcuni dei quali molto vecchi. Più avanti c'è un tratto ben conservato dell'antica strada e a 06h 29' un breve tratto con protezione da scariche di massi dall'alto. In zona ci sono alcune belle fioriture di Peonia officinalis. Continuiamo a scendere, con tornanti più o meno lunghi, a 06h 50' una staccionata di legno serve da protezione, infatti sotto c'è una vecchia cava.
A 07h 06' siamo al bivio delle Cave di Farmignacola: la Vandelli scende a destra, mentre a sinistra c'è il sentiero 147 che ci riporterà a Campocatino. La cava è abbandonata e il sentiero entra in essa tra scaglie di marmo e mezzi meccanici arrugginiti.
Il sentiero ora scende un po’ e da qua in avanti saranno saliscendi, ma la quota massima non supererà di molto i 1180 metri della cava. Il panorama si apre a destra sulla valle di Arnetola e sulle sue cave, percorriamo un tratto di via di lizza e ci portiamo a una vecchia cava da cui inizia, a 07h 16', un tratto attrezzato con corda metallica che giustifica la classificazione del sentiero 147 in EE.
Il sentiero passa per una costa rocciosa e scende per una decina di metri. Tenendoci alla corda con le due mani e mettendo i piedi negli appositi incavi superiamo questo tratto in 5'. La corda metallica prima scende obliqua per una decina di metri poi cambia direzione e scende a perpendicolo per altri 10 metri con percorso più semplice. Meglio sarebbe avere una imbracatura per sicurezza, in ogni modo sconsigliamo a chi non ha dimestichezza con luoghi esposti e con corde di passare: è sempre meglio rinunciare quando non si è sicuri di quello che si percorre. La gita in montagna non deve tramutarsi in tragedia.
Passato il tratto attrezzato seguono circa 5’ molto ripidi nel bosco, con alcuni tornantini, poi il sentiero si fa più tranquillo, anche se piuttosto stretto e, in alcuni tratti, degradato e da fare con un minimo di attenzione, a destra incombe la vista della cava Pallerina. Il degrado del sentiero è dovuto alle piogge che lo scavano e a lungo andare potrebbero renderlo impraticabile.
A 07h 36' a destra c’è un tratto di rete metallica e, dopo circa 5’, superiamo una scaletta di legno che impedisce al bestiame di passare e subito dopo il percorso diventa molto ameno nel bosco (tavolo da pic-nic) e prevale la discesa.
Poco dopo superiamo un’altra scaletta per il bestiame e continuiamo con saliscendi. Superiamo alcune pozze d'acqua e poi costeggiamo, in salita, una zona di rocce carbonatiche degradate dalle piogge. Poco più avanti c'è un bivio dove proseguiamo in discesa verso destra. A 08h 12' siamo al bivio per l'Eremo di san Viano a 1162 metri.
Prendendo a destra in circa 25' si arriva all'eremo, posto in ardita posizione panoramica. Noi proseguiamo per Campocatino, su ameno sentiero che si allarga con presenza di betulle nel bosco. Superiamo delle antenne per la telefonia a sinistra e a 08h 19' lasciamo lo stradello per deviare a destra con il sentiero.
Subito dopo il panorama sia apre sulla conca di Campocatino, sovrastata dalla Roccandagia. Scendiamo con a destra il lago di Vagli e a 08h 19' siamo su uno stradello e poco dopo troviamo le prime case di Campocatino, precedute dalla statua marmorea di San Viano. A 08h 32' chiudiamo l'anello e dopo 2' siamo all'auto.