DATA ESCURSIONE: 29/08/2014
Itinerario percorso nuovamente in data 14/11/2020, lo stato dell'intero percorso coincide con quanto relazionato.
Qui un approfondimento sulla Cima d'Uomo.
Relazione a cura di Francesco Salvatori
Dal parcheggio risaliamo una scalinata in cemento e giungiamo alla piazza principale di Colonnata, ove è presente anche una fontana. Qui si diramano due sentieri: il 38 (che faremo al ritorno) a destra, il 195 (che seguiamo adesso) a sinistra.
Si sale un tratto a gradini nel paese e in 5', nei pressi delle ultime case, il sentiero piega bruscamente a sinistra imboccando la cresta della Cima d'Uomo. Risaliamo immediatamente un tratto su placca, dopodiché il sentiero si articola in un misto di roccia e zolle erbose, ora tra gli alberi, ora sotto un sole che in estate è davvero cocente. A 25' incontriamo un breve ma ripido risalto di roccia, che superiamo agevolmente grazie alla conformazione scalinata della stessa; poi il sentiero spiana mantenendosi leggermente sottocresta e, poco dopo, piega a destra per aggirare momentaneamente la massima pendenza. Affrontiamo ora un traverso in leggera discesa (fare attenzione al superamento di una placca rocciosa) finché a 40' svoltiamo a sinistra recuperando così il filo di cresta. Ci muoviamo prima su rocce poi tra gli alberi, e in 5' il sentiero spiana leggermente, mantenendosi in mezzo a una vegetazione tipicamente mediterranea. Presto il panorama si apre: davanti a noi abbiamo la vetta della Cima d'Uomo, mentre a sinistra possiamo osservare le cave dei Campanili, il monte Maggiore e lo Spallone del Sagro con alla base le cave dei Vallini. A 1h02' iniziamo ad affrontare l'ultima ripida salita prima della vetta, tra rocce e erba alta, e in 15' (1h17' totali) conquistiamo la sommità della Cima d'Uomo con una impercettibile deviazione sulla sinistra rispetto al sentiero. Il panorama, in assenza di nuvolosità, spazia a 360° sulle Apuane settentrionali e centrali, dal Grondilice fino all'Altissimo, mentre più in primo piano abbiamo la zona di foce di Navola, il monte Rasore e il picco di Navola e, ancor più vicino a noi, foce di Luccica e la spianata del Vergheto.
Ci riposiamo 25' e ripartiamo. Il sentiero si mantiene ora in cresta, ora alla destra del filo con tratti a mezzacosta; dopo 12' inizia una discesa verso destra tutta in ombra, in un tratto brusco ma largo, caratterizzato da ampi scalini di roccia probabilmente intagliati anni e anni fa dai cavatori. In breve entriamo nella vegetazione (qui piuttosto fitta) e, conseguito il fondo del canale (in tutto siamo in cammino da 2h02'), incontriamo quelle che sono comunemente identificate come le sorgenti del Carrione: si tratta di acqua che sgorga in una nicchia posta alla base di un grande castagno, e che per la maggior parte viene assorbita immediatamente dal terreno per poi tornare all'aperto più a valle. Da qui proseguiamo nel bosco in comodo falsopiano. Appena torniamo all'aperto (2h20') incontriamo il sentiero 38, che seguiamo verso destra (a sinistra si dirige invece a foce Luccica) e subito troviamo un brevissimo tratto franato, ora messo in sicurezza grazie a una ringhiera in legno. Raggiungiamo poi le caratteristiche case del Vergheto, dominate alle nostre spalle dalle moli del Sagro e dello Spallone. È presente anche una piccola maestà.
Proseguendo (si scende sulla destra rispetto al crinale), arriviamo a un tipico spiazzo nel bel bosco di castagni e, immediatamente dopo, al bivio che porta al sentiero 169. Teniamo la destra e scendiamo sempre tra i castagni su un sentiero ripido ma largo, che con comode voltoline ci porta a 3h a un ponticello metallico sul Canale del Vento. Il sentiero prosegue ora sulla destra orografica del canale, con pendenze moderate, e in breve iniziamo a incontrare alcuni edifici tra cui una chiesetta. Presto giungiamo sulla strada e a 3h15' siamo nella piazza del paese, e quindi al parcheggio concludendo il nostro percorso.