DATA ESCURSIONE: 27/09/2015
Qui un approfondimento su Padule di Fociomboli.
Qui un approfondimento su Col di Favilla.
Lasciamo l'auto al Passo di Croce, dopo la maestà Cocci e dopo il monumento marmoreo che ricorda gli ideatori della strada per Fociomboli (strada Versiliana - Carducci).
Questi furono due frati professori di Terrinca, Cesare Coppedè e Gustavo Cocci, il primo si interessò del tratto fino al Passo, il secondo di quello per Fociomboli. Questa strada era destinata a permettere agli abitanti di Terrinca di lavorare nelle cave del Corchia e di svolgere l’attività silvo-pastorale negli alpeggi di Puntato, Campanice e Pian di Lago.
Oggi consente ai turisti di godere un panorama incomparabile, il tratto dal Passo per Fociomboli è in parte asfaltato e in parte sterrato e permette il transito di fuoristrada e, per un certo tratto, anche auto comuni.
La strada può essere considerata sentiero 11, anche se il Cai di Lucca ha cominciato a segnare il sentiero solo da Fociomboli. Il tratto dopo il monumento permette di parcheggiare agevolmente, anche se molti salgono per limitare la fatica di andare a piedi.
Noi partiamo nei pressi del monumento e consigliamo di farlo agli escursionisti. La strada si biforca subito: a destra sale per la cava dei Tavolini e per il monte Corchia (una alternativa scorciatoia per quest’ultimo percorso è seguire sulla destra della sbarra un sentiero segnato di rosso, ma non numerato, che porta ad un pannello verde sulla via di cava dei Tavolini), noi invece seguiamo in basso, a sinistra, per Fociomboli.
Come detto il primo tratto è asfaltato, il panorama sulle Apuane è veramente splendido: Picco di Falcovaia (mangiato dalle cave), Altissimo, monte dei Ronchi, Fiocca, Macina, Sella, Sumbra. Sullo sfondo ci sono: Sagro, Grondilice e Tambura. Davanti a noi il monte Freddone e a destra l’imponente mole del Corchia che costeggeremo fino a Fociomboli.
Dopo 8’ troviamo la marginetta Cocci, in posizione panoramica sulla sinistra.
A 12’ c'è una bella vista sui Torrioni del Corchia che si ergono proprio di fronte a noi e a 16’ inizia lo sterrato, il percorso è per buona parte all’ombra, infatti gli alberi di fianco alla marmifera sono molto cresciuti negli ultimi anni.
Lungo il percorso notiamo molti esemplari di Parnassia palustris e di Gentiana Ascepliadea (quest'ultima la vedremo spesso anche più avanti).
A 25’ incrociamo il sentiero 129 che proviene da sinistra (da Ponte dei Merletti e da Campanìce) e poco sotto c’è una maestà senza icone marmoree e sistemata abbastanza di recente.
Salendo sulla destra notiamo diversi esemplari di Gentianopsis ciliata, che rivedremo al ritorno nel tratto del sentiero 129, vicino a Fociomboli. Questo è un fiore che non è facile a vedersi sulle nostre montagne.
A 34’ siamo a Fociomboli, sotto la quota 1461 del Corchia. A destra prosegue una marmifera per le cave del Retro-Corchia, che al'inizio è anche sentiero 129 (che faremo al ritorno).
Noi invece scendiamo a sinistra, per il sentiero 11 diretto al Puntato, e in un paio di minuti siamo presso una marginetta, risistemata di recente, con un’immagine sacra e una lapide commemorativa. Sulla sinistra di essa parte il sentiero non numerato e segnato in rosso e in blu per la vetta del monte Freddone.
Il nostro sentiero è, invece, un ampio stradello (percorribile dai fuoristrada) che scende ameno nel bosco, a 41’ troviamo sulla destra la deviazione del sentiero per evitare parte dello stradello e a 49' vediamo la zona del Padule di Fociomboli dall'alto.
Dopo 3’ arriviamo presso una costruzione che somiglia a una marginetta, ma è priva di immagini sacre ed è divisa in due parti. Di fronte a essa il sentiero scende abbandonando definitivamente lo stradello, esso, in pochi minuti, porta al Padule o Torbiera di Fociomboli, la quale riveste grande interesse botanico per le rare specie che ospita e meriterebbe maggior tutela. Il sentiero continua fino ad arrivare alla Chiesetta del Puntato (50' dalla marginetta), dove anche noi arriveremo con altro percorso (impiegando circa 1 ora). Seguiamo quindi lo sterrato in salita, con qualche tratto di discesa, sempre nel fitto bosco. Esso gira attorno al modesto Colle di Piano (1239 m) portandosi alla zona del Solco del Puntato, dove sono presenti numerose abitazioni, alcune recuperate e adibite a uso turistico.
A 58' il sentiero, nella parte di sinistra, presenta una delimitazione di grossi pali di legno che continuano per diversi minuti, e dalla stessa parte, in discesa, c'è la zona alta del Padule.
A 01h 10' troviamo un cartello con indicazione "Solco del Puntato" e poco dopo una teleferica, saliamo in 5' a un'altra teleferica posta in posizione panoramica sulla conca del Puntato, di cui si vede la Chiesetta verso la quale siamo diretti. Riprendiamo a scendere, superiamo un'altra teleferica, e a 01h 20' siamo presso delle costruzioni riattate e panoramiche sul Puntato e sul Pizzo delle Saette. È questa l'Azienda Agricola Biologica "Alpe del Puntato" che ospita turisti (è presente fonte). [Sulla cartina IGM la costruzione è chiamata Casa Costa delle Mura.] Ci sono molte Gentiana ascepliadea e molti alberi di Sorbus aucuparia (sorbo degli uccellatori) con le sue infruttescenze rosse (non commestibili), esso è presente in gran quantità in tutto il Puntato. [Ricordiamo che il Puntato è una conca prativa posta tra 1000 e 1100 metri di quota panoramica su Corchia, Freddone e Pizzo delle Saette. Essa era un alpeggio dei pastori della comunità di Terrinca ed esistono in zona vecchi casolari e molti ruderi. Alcuni casolari sono adibiti all’accoglienza di escursionisti e gitanti, con posti letto e cucina, altri, sono saltuariamente, abitati dai proprietari.]
Continuiamo a scendere mentre il panorama si apre anche sul Sumbra, sotto, nella piana, ci sono altre costruzioni.
Percorriamo un tratto nel bosco e a 01h 31' siamo nella piana presso una costruzione con fontana [zona Paduletto].
Seguiamo Lo stradello e in un paio di minuti ci troviamo presso uno slargo parcheggio, con qualche fuoristrada. Di fronte a noi, a pochi metri in salita, ci sono altre costruzioni circondate da piccoli orti con staccionata. Qua lo stradello scende a destra per arrivare a 01h 36' presso altre costruzioni, dalle quali si prende una traccia a sinistra per i prati, sempre a sinistra ci sono il Freddone e terrazzamenti con molti ruderi, inoltre in zona ci sono molte piante di Sorbo. Incrociamo alcuni ruderi e una casa in buon stato. A 01h 47' siamo presso un gruppo di costruzioni e subito dopo troviamo cavalli allo stato brado. In 4' ci portiamo sul sentiero 11/128 nel tratto alberato da faggi.
Continuiamo e a 01h 53' siamo alla Chiesetta del Puntato, consacrata alla SS Trinità e posta in posizione molto panoramica. [Ricordiamo che sul sentiero 11, poco prima della chiesetta, si è innestato il sentiero 128 proveniente da Tre Fiumi e diretto al Rifugio Del Freo a Mosceta.]
Adesso il sentiero continua, in discesa, di fronte alla chiesa, per tratto alberato. Dopo 3' sulla sinistra ci sono alcuni ruderi, continuiamo la discesa tra castagni, ma ci sono anche tratti di lieve salita, e a 02h 05' siamo a un bivio: il sentiero 128 sale verso destra (presenti le indicazioni) diretto al Rifugio e passerà nei pressi della Tana dell'Uomo Selvatico. Continuiamo la discesa e a 02h 09', sulla sinistra, scorgiamo una costruzione (zona Gualdana di Sotto), poi a 02h 13' siamo su un primo ponte (una traccia sulla sinistra porta a Gualdana di Sotto) dopo di chè ne segue subito un secondo a livello del quale raggiungiamo il punto più basso dell'escursione (circa 910m).
Da questo momento riprendiamo a salire e troviamo un terzo ponte a 02h 17'. Questi tre ponti di legno, sistemati di recente nel corso del recupero del sentiero, superano rami del Canale delle Fredde che scende dal Retrocorchia e andrà a sfociare nella Turrite Secca.
Ancora un po' di salita nella faggeta e a 02h 22', pressi dei ruderi, incrociamo uno sterrato che sale a Col di Favilla mentre, a sinistra, scende alla Cava Pendia Tana e alla strada provinciale 13 (Arni-Castelnuovo).
Saliamo e in un paio di minuti siamo a Col di Favilla, presso una fontana, di fronte abbiamo la Chiesa di San'Anna, dal piazzale tra la vegetazione ammiriamo la mole del Pizzo delle Saette.
Il borgo, antico alpeggio di Levigliani, è ormai abbandonato anche se qualche casa è stata recuperata ed è, saltuariamente, abitata. Di rilievo il vecchio cimitero nel quale in inverno sbocciano i crochi, esso, purtroppo, subì devastazioni sacrileghe.
Dal paese prendiamo il sentiero 9, proveniente da Isola Santa, in direzione di Mosceta, esso scende verso il Canale delle Verghe.
Il primo tratto è molto suggestivo, essendo fiancheggiato da faggi, e sulla sinistra ci sono alcuni ruderi, seguono dei saliscendi con prevalenza discesa e a 02h 35' siamo nel letto del Canale delle Verghe che scende dalla zona di Mosceta, nel quale notiamo segni della mulattiera che andremo a percorrere.
Sostiamo qualche minuto e a 02h 41' saliamo la mulattiera per ripidi tornantini cui segue un tratto meno ripido. Poi altri ripidi tornantini cui segue un altro più ameno che ci porta a 03h 01' al bivio con il sentiero 127 che sale verso sinistra. Questo sentiero è diretto al Piglionico e lungo esso si stacca il 139 per la Borra di Canala diretto alla Focetta del Puntone. Il tratto di sentiero che rimane fino a Mosceta è comune ai sentieri 9 e 127.
Continuiamo a salire per la mulattiera e in 3' siamo a una maestà fatta costruire da Sergio Cipollini, con icona marmorea dedicata all'Angelo Custode.
Subito dopo superiamo un canale dove la mulattiera è franata e il sentiero è stato ridisegnato un po' più in alto. Continuiamo a salire, anche se meno ripidamente, e a 03h 17' il bosco comincia a diradarsi, sulla destra cominciamo a vedere la cresta del Corchia.
Dopo 5' siamo decisamente su tratto aperto, in una prateria di lamponi con radi alberi, sulla nostra destra c'è il Fosso di Mosceta e sull'altra sua riva il sentiero 128.
A 03h 35' arriviamo alla Maestà di Mosceta, presso la Foce omonima, dove un cippo commemora i partigiani. La Foce è un importantissimo nodo di sentieri e punto di partenza di moltissime escursioni. Oltre ai già citati 9, 127 e 128 ci sono il 122 da Pruno (nel quale si innesta il 123 da Retignano), il 129 da Fociomboli (che andremo a percorrere tra poco) il 124 da Foce di Petrosciana (nel quale si innesta il 7 Cardoso-Piglionico), il 125 da Foce di Valli e il 126 per la Focetta del Puntone che è il più usato per salire alla vetta della Pania della Croce.
Tutta la zona è dominata dalla maestosa Pania della Croce, quasi 700 metri più in alto. Improbabili rimboschimenti ad abeti danno a Mosceta un aspetto quasi alpino.
Dalla Foce saliamo verso destra e in 5' siamo al Rifugio Del Freo: dal Rifugio parte il sentiero non numerato per la vetta del Corchia e il 128 per Tre Fiumi, è presente una bella fonte e ampio spazio esterno. Qua sostiamo a rifocillarci fino a 04h 03'. Adesso saliamo per il 129 che all'inizio è piuttosto ripido, tra lamponi e radi pini che si infittiscono mescolandosi a sorbi e altre piante.
A 04h 15' siamo su un tratto aperto, molto panoramico sulla Pania, mentre da parte opposta si trova la cresta del Corchia e, in lontananza vediamo Croce, Nona e Matanna.
A 04h 28' entriamo nella faggeta (1326 m) in cui continuiamo la salita, anche se ci sono dei saliscendi. A 04h 38' il sentiero lascia la traccia, che continua in direzione della vicina Tana che Urla, e percorriamo, verso sinistra, un breve tratto di ripida salita, con voltoline scavate nel terreno argilloso che porta nel versante del bosco verso Fociomboli.
Questo tratto dura circa 7' poi saliamo ancora un poco e arriviamo a 04h 54' al punto più alto dell'escursione (1420 m) da cui inizia la discesa.
A 05h 09' arriviamo presso dei ruderi dall'aspetto pericolante, scendiamo ancora, e in una decina di minuti, a 05h 20', siamo sulla strada marmifera che proviene dalle Cave del Retrocorchia e proseguiamo verso destra, ammirando sui lati della strada numerosi esemplari di Gentianopsis.
A 05h 28' chiudiamo l'anello arrivando a Fociomboli e a 06h siamo al Passo di Croce.