DATA ESCURSIONE: 09/03/2008
Questo percorso prevede varie possibilità di varianti.
La partenza è dal Piazzale dell’Uccelliera (1230m), notevole punto panoramico su diversi canali marmiferi, su Carrara, sul mare e sul golfo della Spezia.
Ci avviamo a destra e dopo pochi minuti di strada asfaltata, troviamo, ancora sulla destra, l’imbocco del sentiero 182 proveniente dalla Cava della Piastra (situata dopo il paese di Torano, frazione montana di Carrara), attraverso Lorano.
Questo sentiero prosegue, in direzione opposta alla nostra, per il Rifugio Carrara e ne faremo la parte finale al ritorno.
Consideriamo quindi la strada asfaltata che abbiamo percorso fino a questo momento come sentiero 182.
Proseguiamo ancora per qualche centinaio di metri per trovare, sulla destra, uno stradello che, in discesa, porta alla Cava dei Poeti (ex-cava Morlungo), che è stata decorata con brani di poesie incisi sul marmo e che merita sicuramente una breve visita. Qui, in estate, si tengono anche spettacoli musicali e teatrali.
Continuiamo, ed in prossimità della Foce di Pianza, sempre a destra, c’è l’arrivo del sentiero 39 proveniente sempre dalla Piastra, attraverso La Conca.
Dopo 35’ dalla partenza siamo a Foce di Pianza (1270m), classico punto di partenza per l’ascesa del Monte Sagro.
Per salire sul Sagro ci sono i sentieri 172 e 173 che salgono a destra della Foce. Noi scendiamo, invece, per la via di cava che svolta a sinistra e porta le indicazioni 39 e 174.
Sulla destra ammiriamo il monte Sagro, con le sue cave imponenti (oggi il monte è coperto di neve e sulla cima ci sono alcune nuvole che lo rendono ancora più suggestivo).
In 10’ siamo alle case Walton: il sentiero 39 svolta a destra e si dirige a Vinca, mentre il 174, che nasce qui, è quello che noi seguiamo per la Foce dei Pozzi.
In pratica, esso è, all’inizio, la via di cava della zona del Borla, attualmente molto sfruttata per l’escavazione del marmo.
Ci sono alcuni segni che possono dare indicazioni, ma, in realtà, basta puntare la coda della montagna verso sinistra, in alto, dove finisce la cava.
Arriviamo, in 1h e 10' dalla partenza, al piazzale, dove ritroviamo il sentiero, qui ben segnato.
A destra, sull’altro versante, una serie di ruderi detti “le Case dei Monzonari” con l’edificio che dava la potenza alla teleferica del Balzone, e, ben visibile, il sentiero 39 per Vinca che costeggia versante ovest del Monte Sagro.
A questo punto aggiriamo la montagna su roccette facili, per circa 10’: questi pochi metri sono quelli più impegnativi e vanno fatti con attenzione. Per un breve tratto è presente anche una corda per facilitare il passaggio (consigliamo di evitare il percorso in presenza di ghiaccio).
Dopo si entra in una zona boscosa a faggi, da cui si intravede la cresta del Pizzo d’Uccello ed ancora il Sagro, che ormai ci siamo lasciati dietro le spalle.
È questa la zona dei Pozzi, con crinali erbosi, zone boschive e fenomeni carsici.
In circa 2h dalla partenza siamo così alla Foce dei Pozzi (1208m), dove si incrocia il sentiero 183 che dalla Torre di Monzone porta al rifugio. Noi scendiamo seguendo ancora il 174 per il Cardeto, attraverso un bosco di faggi, avendo di fronte la Rocca di Tenerano, che si erge solitaria, e le case del Cardeto (1120m), verso cui siamo diretti.
In 20’ siamo sul sentiero 140Nord(ex 40)-171 che si dirige a sinistra verso Acquasparta ed a destra verso il Cardeto, Tenerano e Monzone.
Quando arriviamo finalmente a Casa Cardeto, affiancata da un faggio gigantesco, sono passate 2h 20’ dalla partenza, e qui facciamo una breve sosta. Poi perdiamo una ventina di minuti cercando di seguire il sentiero 184 per la Torre di Monzone, Respettolo e Porcigliola, che ci riporterebbe alla Foce dei Pozzi in modo da percorrere una sorta di otto, ma la neve lo nasconde e mancano i segni sugli alberi, per cui rinunciamo e torniamo alla foce facendo a ritroso il percorso fatto all’andata.
In un quarto d’ora siamo di nuovo alla Foce: sono passate 3h 05’.
Come già detto tutta la zona che stiamo percorrendo è ricca di grotte e notiamo varie indicazioni gialle a mò di pipistrello, che ne indicano l'ubicazione. L'imbocco di una di esse è proprio presso la Foce.
Noi prendiamo il sentiero 183 a destra e, dopo pochi minuti, troviamo un pozzo di una decina di metri di diametro: si tratta dell’imbocco dell’antro degli Orridi (1204m) che scende per 210m con uno sviluppo di 610.
Da qui in poi seguiamo il sentiero per circa un’ora, a tratti allo scoperto, ma per la maggior parte nel bosco: sulla destra abbiamo il monte Ballerino e sulla sinistra i Pozzi e i prati di Campocecina, che, a tratti, intravediamo tra gli alberi.
Il sentiero sale lentamente verso il rifugio: è ben segnato e sono ben evidenti orme di cinghiali sulla neve.
In particolare presso una pozza d’acqua un cinghiale si è “lavato” per poi andarsene lasciando una scia di fanghiglia.
Dopo 4h arriviamo al rifugio Carrara (1320m), soffuso nella nebbia: scende lentamente un pò di neve e la temperatura è 0°.
Facciamo una sosta di 40’. Poi scendiamo alla sinistra del rifugio, lungo il sentiero 182 di Fontana Antica, che ci porta in 15’ al piazzale dell’Uccelliera, da dove siamo partiti.
La zona di Fontana Antica era in passato luogo di villeggiatura estiva di famiglie carraresi e vi si trovano numerosi ruderi.
L’escursione è durata quasi 5h, comprese le soste (1 ora): non è difficoltosa, ma la presenza di numerosi sentieri che a volte coincidono per alcuni tratti, consiglia l’uso della cartina.
È comunque da evitarsi in presenza di ghiaccio.