(MS-Massa) FORNO-SENTIERO DEL BIZZARRO (160 m)-CASETTE (378 m)-SENTIERI NN-COLLE DEI PRUNETTI (720 m)-FONTANA ANTICA (616 m)-FORNO (ANELLO
ATTENZIONE!!!
Si raccomanda di consultare sempre lo stato dei sentieri poco prima di intraprendere l'escursione (Voce Menù "Sentieristica") oppure, ancor meglio, di informarsi contattando le Sezioni CAI cui spetta la manutenzione dei singoli sentieri.

Località di partenza:

FORNO (Parcheggio Ciro Siciliano 170 m)

Località di arrivo:

FORNO (Parcheggio Ciro Siciliano 170 m)

Dislivello mt.:

580

Tempo totale:

5h 15'

Difficoltà

E

Punti di appoggio:

Forno, Casette

Rifornimento acqua:

Forno, Casette, Fontana Antica

Tratti ferrata:

No(brevi tratti assicurati)

Sequenza sentieri:

strada; sentiero del Bizzarro; stradello; strada; 169; sent NN; 169; sent NN; 169, strada

Tipologia percorso:

ND

Immagini del percorso (55)
Disclaimer
Descrizione itinerario
DATA ESCURSIONE: 12/11/2017



Poco prima di arrivare al paese di Forno, sulla destra, presso una chiesa isolata (Oratorio di Sant'Anna, XVII secolo), c’è un parcheggio intitolato a Ciro Siciliano, maresciallo dei carabinieri e comandante della stazione di Forno, medaglia d'oro al valor civile, ucciso nella strage nazi-fascista del 13 giugno 1944 che straziò questo paese della montagna massese (68 vittime). Qua c'è una fontana e qui iniziamo la nostra escursione.
Scendiamo per la strada già percorsa per arrivare al parcheggio e troviamo sulla destra un monumento marmoreo alle vittime della strage e in 6' siamo all'inizio del sentiero del Bizzarro, indicato con un cartello del Cai e ben evidente.
Sulla sinistra scorre il Frigido di Forno e ci sono le pendici terrazzate del monte Girello, con qualche abitazione.
Il sentiero del Bizzarro unisce Forno con Casette, in ambiente decisamente mediterraneo con eriche, corbezzoli, cisti e lecci, ed è una bella mulattiera lastricata. In passato era usata dai contadini che andavano a coltivare le piane terrazzate della zona delle Casette e attraversava un bosco che di notte era pieno di rumori paurosi che terrorizzavano i viandanti, da cui il nome di Bizzarro. Il bosco ora non c'è più e la mulattiera fu poi usata dai cavatori diretti alle cave delle Casette.
L'inizio del sentiero è protetto, verso sinistra, da una ringhiera metallica e sale scalinato sul cemento e poi su sassi. Poi continua a salire come mulattiera, con salita piuttosto costante, dietro noi scorgiamo i monti Rasori e Grondilice, mentre sulla sinistra il panorama si apre sulla zona del monte Sella, del Macina e del Pelato, se le nuvole non ostacolano la visibilità come oggi. Questi monti dominano la valle di Renara.
A 12' incontriamo un traliccio dell'elettricità, presso una curva, cui segue un altro tratto con ringhiera di protezione e con passerella metallica per superare alcuni metri di frana.
Proseguiamo con altri tratti protetti da ringhiera e a 23' arriviamo a una fonte costruita nel 2006. Continuiamo a salire e, dietro a noi, iniziamo a scorgere anche il monte Cavallo. Di fronte, in lontananza, c'è Caglieglia con la sua chiesa e dietro, su altro versante, la zona del monte di Antona, sparsa di costruzioni.
Subito dopo scendiamo per qualche minuto per poi risalire, abbiamo sempre di fronte Caglieglia e a 34' arriviamo a un piazzale panoramico (Piazzale del Bizzarro), dove la visuale spazia sulla valle di Renara e del Frigido, sul monte di Antona e su Caglieglia, Fornello e Casette, con le sue cave (Gioia e Lavagnina).
Adesso seguiamo sulla destra uno stradello cementato che costeggia alcune abitazioni periferiche del borgo delle Casette e a 40' passiamo presso una Cappella privata, da cui scendiamo alla strada asfaltata principale, presso l'edificio giallo della Scuola elementare, con monumento in marmo ai Caduti in Guerra.
Seguiamo la strada su cui sono frecce di una corsa podistica, poi le lasciamo salire a destra per il borgo e continuiamo per la strada principale su cui ci sono alcune indicazioni di sentiero e le stazioni della Via Crucis.
Anche seguendo le frecce avremmo raggiunto il sentiero, ma preferiamo la strada. A 47' siamo presso uno slargo-parcheggio dove c'è anche la fermata dell'autobus. Qua inizia il sentiero 169 Cava della Lavagnina-Vergheto-Forno, che seguiremo per un breve tratto iniziale, poi ritroveremo più avanti, e infine lo percorreremo nel tratto finale per Forno.
Saliamo la scalinata che ci porta nel borgo, dove dobbiamo subito deviare a sinistra, seguendo i segni ben evidenti e recuperando le frecce.
A 54' siamo a un bivio, il sentiero 169 prosegue sulla sinistra, diretto alla strada asfaltata, poi entrerà nel bosco.
Noi prendiamo invece a destra (indicazioni sbiadite di 169 bis su un palo) salendo per una scalinata di cemento che ci porta nella parte alta del borgo, sempre seguendo le frecce bianche.
Vediamo bene la zona delle cave con la Cima di Gioia e il Monte Zuccone, sotto noi c'è il campanile della Chiesa di San Lorenzo (XVIII secolo).
Superiamo una marginetta gialla e a 1h siamo di nuovo sulla strada asfaltata che seguiamo verso sinistra, per pochi minuti, fino a trovare una scalinata di cemento che sale verso destra. Continuando la strada si recupera il sentiero 169.
Passiamo presso le ultime case del borgo e poi nel castagneto, seguendo qualche segno bianco-rosso.
A 01h 05' siamo a una struttura di mattoni dell'acquedotto con fontana. Noi prendiamo verso sinistra, ma una traccia a destra sale nel bosco a raggiungere un trivio più in alto, verso cui siamo diretti.
Il percorso da noi scelto è più panoramico anche se più lungo. [C'è da dire che la zona delle Casette è stata sede, negli ultimi anni, di diverse gare di corsa di montagna per cui sono stati attrezzati e messi in sicurezza vecchi sentieri, oggi fruibili facilmente dagli escursionisti. Purtroppo, come vedremo nel corso dell'odierna escursione, gli organizzatori hanno lasciato lungo il percorso decine di metri di nastro di plastica e di striscioni pubblicitari che deturpano i sentieri stessi.]
Andiamo quindi verso sinistra, con le frecce bianche che indicano la direzione opposta alla nostra. Il sentiero prende a salire nel bosco, con qualche tratto su roccia attrezzato con corda metallica, purtroppo nel bosco sono rimasti decine di metri di nastro di plastica che si sta degradando. Sono state sistemate le rocce per facilitare la progressione dei corridori con scalini di legno.
A 01h 22' c'è un tratto attrezzato, cui segue un tratto aperto, su roccette, con di fronte la cresta del Tamburone (o di Venedreta), percorsa dal sentiero 169.
Continuiamo su falsopiano, a 01h 29', un altro tratto attrezzato ci porta sulla mulattiera che costituisce il sentiero 169. Saliamo pochi minuti e a 01h 35' siamo alla base di una cisterna per la captazione delle acque: il sentiero 169 va a sinistra, alla Cava della Lavagnina, da cui salirà per ravaneto a recuperare la Cresta del Tamburone.
Noi invece seguiamo a destra una traccia attrezzata per la corsa in montagna. Quindi ci portiamo sotto il vascone e subito dopo curviamo, per tratto attrezzato con tubi metallici infissi nella roccia e filo metallico.
Di fronte c'è la cresta che dal Carchio porta al Folgorito, mentre gli Uncini e l'Altissimo sono immersi nelle nubi. Il percorso è gradevole, su roccia facile, peccato per la presenza di striscioni pubblicitari che lo deturpano.
Subito a 01h 42' c'è un camminamento metallico per evitare le asperità del fondo roccioso cui segue poi un ponticello, sempre metallico, presso il quale è rimasto un cartello dei campionati italiani di corsa di montagna a staffetta.
Poi scendiamo con qualche altro tratto attrezzato ed entriamo nel bosco. Risaliamo e a 02h 05' arriviamo a un quadrivio nel bosco: a destra una ben evidente traccia riporta alle Casette, presso la struttura dell'acquedotto con fonte da cui siamo passati in precedenza. Di fronte scende una traccia per Forno, uno dei tanti sentieri dei cavatori. Poi a sinistra in alto sale una traccia che comunque si perde, mentre il nostro sentiero si sviluppa poco più in basso, verso sinistra.
Il sentiero è ben evidente e sono presenti in esso vecchi segni bianco-rossi, esso ci porterà presso il Colle dei Prunetti dove recupereremo il sentiero 169.
Il sentiero non è difficile, va seguito con attenzione e in alcuni tratti si sviluppa su facile roccia. Nel primo tratto vediamo subito, in basso sulla destra, il borgo di Forno verso cui siamo diretti, con ben evidente la struttura del vecchio Cotonificio.
Poi saliamo su roccia, per tratto panoramico sui monti circostanti, peccato che le molte nubi impediscano di vedere Altissimo, Sella, Tambura e Cavallo che fanno da corona a Forno.
Proseguiamo con saliscendi su facili rocce e a 02h 31' troviamo sulla sinistra un tratto di catena metallica che facilita la progressione.
Continuiamo su roccia, aperta e panoramica su Forno e a 02h 39' siamo ad un ravaneto su cui la traccia evidente sale a zigzag.
Poi seguiamo alcuni ometti che ci mandano a destra. Scendendo troviamo un'insidiosa frattura nella roccia, poco visibile e da superare con un minimo di attenzione.
Continuiamo su roccia, con qualche ometto, e a 03h 03' siamo su una via di lizza che proviene da cave di pietra più in alto, usate per ricavare il materiale di costruzione del Cotonificio di Forno.
Proseguiamo e in 10' siamo sul sentiero 169. Il Colle dei Prunetti si trova pochi metri più in alto, sulla sinistra, ad esso arriva il 169 dalle Casette e qua inizia un raccordo per il sentiero 38 (Vinca-Colonnata), attraverso il bel castagneto del Pianello. Da esso in pochi minuti si sale alle Case del Vergheto, oppure ci si porta sulla carrozzabile che scende per Forno e costituisce alternativa al sentiero 169, che invece noi seguiremo.
Sostiamo qualche minuto poi seguiamo il 169 verso Forno. C'è da dire che il sentiero è stato segnato di recente ed è perfettamente percorribile.
Saliamo qualche metro raggiungendo il punto più alto dell'escursione (721 m) e poi entriamo nel bosco in discesa. Dopo pochi minuti scendiamo un brevissimo canalino e proseguiamo nel castagneto.
A 03h 36' siamo vicino alla strada asfaltata, qua il sentiero prosegue presso un serbatoio di cemento da cui parte un grosso tubo per la raccolta delle acque piovane.
Il sentiero scende molto ripido nel bosco per poi addolcirsi e procedere a tornantini. A 03h 48' siamo presso una fonte denominata "Fontana Antica", poco dopo sulla destra c'è una proprietà recintata e a 04h siamo presso una curva della strada, con abitazione sulla sinistra e zona recintata a destra.
Uno stradello cementato scende a destra. Ci sono le indicazioni del sentiero, ma bisogna fare attenzione, infatti lo stesso scende subito verso sinistra, percorsi pochi metri sullo stradello cementato.
Inizialmente è molto ripido poi diventa scalinato, sempre nel castagneto. A 04h 08' siamo a uno spiazzo panoramico, con un rudere, il sentiero prosegue verso destra, sempre scalinato, tra proprietà.
Proseguiamo nel bosco e più avanti troviamo orti e recinti per gli animali e a 04h 47' siamo sulla mulattiera (sempre sentiero 169) che da Forno porta alla strada per il Vergheto. C'è un rudere e una casa parzialmente recuperata, panoramica sulla Filanda. Ricordiamo che la Filanda, o Cotonificio, è una struttura industriale risalente alla fine dell'Ottocento che diede lavoro a molte donne e ragazzi e portò un incremento demografico di Forno. Con la guerra la struttura fu notevolmente danneggiata e abbandonata. Fu in parte restaurata negli anni '80 del secolo scorso e oggi è sede di un Museo di Archeologia industriale. A fianco della filanda c'è una guglia rocciosa detta Pizzo Acuto o Pizzo del Cotonificio. interessante per gli scalatori.
Scendiamo adesso verso Forno e ben presto abbiamo sulla sinistra una rete di contenimento di protezione dalle frane. A 04h 50' siamo su cementato, mentre una traccia protetta da staccionata scende verso sinistra.
Sulla destra ci sono le case alte di Forno e scorgiamo in basso il Frigido e la mole delle Case Operaie (tipiche case a ringhiera), poste dalla parte opposta del Frigido, costruite per le lavoratrici della Filanda.
[Ricordiamo che Forno, l'antica Rocca Frigida, si sviluppò nel XIII secolo per la lavorazione del ferro. L'esaurimento del legname necessario ai forni di fusione trasformò gli abitanti in pastori e agricoltori. In seguito prosperò la fabbricazione dei cappelli di feltro e nella prima metà del 1800 furono aperte le prime cave di marmo, ma lo sviluppo demografico del paese si ebbe con l’apertura della Filanda.]
A 04h 58' siamo alla Piazza Martiri della Libertà dove il sentiero 169 termina. C'è una bella fontana con citazione di Eraclito.
Scendiamo per la via e passiamo subito presso la Chiesa di San Pietro (XIV secolo) con murale dedicato alla predicazione di Gesù. Dopo 5' siamo poi sulla strada principale. Troviamo subito a sinistra il Ponte dell'Indugio, sul Frigido, dove inizia un sentiero per Pian dei Santi dove recupera il sentiero 154 per Casania.
Il ponte deve il suo nome al latino indusium: abito o panno, per il fatto che nei pressi si trovava un follo per la lavorazione della lana. Costeggiamo il Frigido e a 05h 10' terminiamo l'escursione arrivando al parcheggio presso l'Oratorio di Sant'Anna.
Viste su mappa: Come arrivare e Itinerario
Da Massa si segue via Bassa Tambura in direzione Forno, a 4 Km si incontra Canevara, più avanti si trascura una strada che sale a sinistra in direzione Casette. A 6,5 Km un bivio: a sinistra la strada si dirige a Forno mentre a destra continua per Gronda e Resceto. Dopo un chilometro raggiungiamo Forno che si sviluppa lungo il torrente e la strada. Poco prima del borgo sulla sinistra, presso una vecchia chiesa, si trova il parcheggio.
Note
Il percorso descritto unisce ad anello Forno con Casette, paesi della montagna massese, e si apre sulle valli del Frigido e di Renara, sulla zona di Antona e su quella di Colonnata.
È una variante di un anello già descritto solo che questa volta percorriamo anche sentieri non segnati, ma riscoperti e attrezzati per le corse in montagna che periodicamente si svolgono a Casette.
Inoltre si percorre la parte finale del 169 per Forno, che è stata ben segnata di recente.
Se la giornata è serena ci sono interessanti panorami sui monti Rasori, Grondilice, Cavallo, Sella.
Molto interessante è il sentiero del Bizzarro che è una mulattiera che percorre un ambiente a macchia e anch'essa è stata risistemata di recente.
La difficoltà sta nel seguire tracce non numerate, ma crediamo che le indicazioni siano sufficienti per arrivare alla meta.
Qualche tratto su roccia va percorso con attenzione, ma non presenta grosse difficoltà. Esse però aumentano con neve, ghiaccio e terreno scivoloso.
Un appunto da fare è la presenza di nastro di plastica e striscioni pubblicitari che non sono stati rimossi dopo le corse e rimangono in loco deturpando l'ambiente, altrimenti selvaggio, di questa zona delle Apuane.
Traccia GPS