DATA ESCURSIONE: 21/04/2008
Non ci sono problemi di parcheggio nel paese.
Il sentiero numero 169 inizia dal parcheggio principale, che è uno slargo della strada che porta a Casette, con relativa fermata dell’autobus, ed è ben indicato: Cava della Lavagnina, Vergheto, Forno.
Esso sale subito nel paese fino alla chiesa, qua prendiamo a sinistra ed usciamo dal paese costeggiando alcune case.
Arriviamo in pochi minuti al lavatoio ed a una sorta di parco gioco per bambini dove è possibile approvvigionarsi di acqua, teniamo presente che lungo il percorso non ci sono fonti.
Noi seguiamo il sentiero principale, ma è necessario fare attenzione perchè alcuni segni ci porterebbero a destra per un sentiero alternativo, ma più ripido e meno agevole anche perchè poco segnato (più in alto incroceremo una deviazione di questo sentiero alternativo), noi prendiamo decisamente a sinistra fino ad incrociare la strada asfaltata in prossimità di un piccolo parcheggio (in località detta “il colletto”) di fronte al quale c’è il nostro sentiero che si inerpica nel bosco del “Mancarello”.
Questo sentiero fu costruito per raggiungere le cave della Lavagnina anche con i muli. Esso non è segnato all’inizio, ma è evidentissimo ed è impossibile sbagliare essendo chiaramente scalinato, prima gli scalini sono di cemento poi di roccia.
Poco dopo il sentiero comincia ad essere ben segnato, inizialmente i tornanti sono molto stretti poi si allargano in comode voltoline.
Ad ogni bivio vi sono segni che impediscono di prendere la direzione sbagliata e continuiamo a salire faticosamente, a 40’ incontriamo una prima cisterna di captazione acqua.
Prendiamo a sinistra aggirando il monte Tamburone, il sentiero adesso è più largo ed è chiaramente il percorso che seguivano i cavatori per andare al lavoro: si gode di una bella visuale su Casette e sul vicino paese di Caglieglia. In dieci minuti svoltiamo e la visuale muta: si staglia la Brugiana (960m) con la croce sommitale e ci avviciniamo alla cava della Lavagnina che vediamo in lontananza.
Il sentiero adesso è costruito nella roccia ed a 1h 06’ troviamo un cavo metallico che dovrebbe aiutare la progressione, ma, comunque, è inutilizzabile ed in realtà non è necessario.
Notiamo bellissime fioriture di Iberis sempervirens che a volte formano dei cuscini bianchi. Subito dopo troviamo il ravaneto della Lavagnina che dobbiamo salire con pazienza e prudenza, esso in buona parte è scalinato, ma è esposto al sole.
A 1h 20’ arriviamo alla casina rossa (ca’ d’Erà) con una grossa indicazione Cai. Essa è una costruzione usata in passato per alloggiare i motori per il taglio del marmo, ma oggi è riparo di pecore e capre che lasciano i loro escrementi ed il loro odore. Lasciata la costruzione saliamo ancora a destra un pendio con tornanti esposti al sole, ma in parte sotto alberi di pino.
A 1h 30’ troviamo una seconda costruzione in muratura che è un recipiente di captazione acqua e subito sopra il panorama si apre sulle alpi Apuane dal Grondilice al Sella ed oltre, mentre in basso c’è Casette e Caglieglia.
Qua arriva il sentiero alternativo che parte da Casette di cui ho parlato sopra. Prendiamo a sinistra per un breve tratto di sentiero cementificato ed in pochi minuti (1h 45’) siamo alla cresta del Monte Tamburone all’inizio della quale è una croce bianca vicino ad un poteau (strumento usato per far scorrere il filo elicoidale per tagliare il marmo alle cave e per fargli cambiare direzione, è formato da un’asta su è inserita una puleggia), qua si gode una bella vista sul paese di Colonnata (comune di Carrara) e le cave che la sovrastano, sul monte Sagro ed il monte Maggiore, fino al mare ed al golfo della Spezia.
Di fronte ben visibile è il Vergheto ed il sentiero che dovremo fare per foce Luccica. I segni del 169 portano a destra sul versante verso Colonnata, noi invece seguiamo i segni blu che ci fanno seguire la cresta sommitale molto più bella e panoramica, il sentierino è ben evidente, anche se i segni blu sono scarsi, segnato dal passaggio delle capre e dei pastori.
A 1h 55’ siamo ad un’altra cima e subito dopo cominciamo a scendere. A 2h 15’ troviamo di nuovo il sentiero bianco-rosso e dopo un altro quarto d’ora siamo ad un bivio che a destra porta a Forno (segnavia 169), noi proseguiamo lasciandoci a destra la fioritura dei ginestroni ed entrando nel boschetto di castagni del Pianello, dove non è difficile trovare auto provenienti dalla strada di Forno che termina poco distante.
In estate è sede di parcheggio libero e di pic-nic . Mantenendoci nella parte più alta del bosco seguiamo il sentiero e a 2h 50’ incrociamo il 38 che viene da Colonnata da sinistra e che seguiremo fino al vicino paese del Vergheto che raggiungiamo in pochi minuti.
Il paese è costituita da un gruppo di case, alcune abbandonate altre invece restaurate, non c’è comunque acqua, presente invece fino a qualche anno fa, la fonte è in basso lungo il sentiero 48 (rinominato come 195), ma richiede una deviazione di almeno 40’.
Il piccolo borgo è in posizione molto panoramica circondato da montagne: dal monte Sagro, dal Grondilice, dal Cavallo, dal Sella ed oltre. È presente una maestà dedicata alla Madonna del Bon Consiglio. Ci fermiamo per riposarci e mangiare qualcosa e a 3h 10’ riprendiamo il cammino, dopo 10’ troviamo un bivio con a sinistra il sentiero 48 (rinominato come 195) per la Cima d’Uomo e Colonnata, noi seguiamo a destra costeggiando il bosco di castagni. Più in alto sulla destra avremo una gran fioritura di ginestroni, di fronte Sagro e Maggiore.
A 3h 40’ arriviamo al bivio a destra il sentiero 172 per la foce della Faggiola, noi seguiamo a sinistra per la vicinissima foce Luccica. Questo è un altro punto molto panoramico sulle Apuane dal Sagro fino al monte Sella con in primo piano il monte Rasori, qua è anche presente una bella fioritura di crochi quando è il periodo adatto.
Noi seguiamo ancora per la casa dei Pisani, che abbiamo di fronte, dove arriviamo a 4h 10’ seguendo il sentiero che a tratti attraversa ravaneti dalle cave ormai abbandonate delle pendici del monte Sagro. Alla casa dei Pisani ci fermiamo per mangiare e fare qualche foto, siamo circondati da zone molto selvagge che mostrano comunque la presenza dell’uomo con le cave e le strade di lizza che segnano i pendii con pendenze incredibili.
La casa dei Pisani è anch’esso edificio legato all’attività delle cave e conserva macchinari che fornivano energia alle cave sovrastanti.
In basso il canal Regollo con ben visibile l’edificio che ospitò in passato un rifugio del Cai di Pisa, adesso adibito a ricovero di pecore e pastori, di fronte è la casa dei macchinari, sempre lungo il sentiero 38, che stiamo percorrendo, diretto a Foce di Vinca.
Ci fermiamo mezz’ora e poi prendiamo la strada del ritorno. In 18’ siamo a Foce Luccica, in 50’ al Vergheto, continuiamo fino al Pianello dove il segno del sentiero per le Casette è ben evidente su un castagno, ma è impossibile sbagliare.
A 1h 08’ siamo al bivio per Forno, A 1h16’ al bivio tra il sentiero azzurro e quello bianco-rosso, adesso seguiamo quest’ultimo che è meno faticoso ed attraversa il boschetto dalla parte di Colonnata.
A 1h 30’ siamo alla croce bianca, dopo 7’ al bivio del sentiero ed a 1h 49’ alla casina rossa.
Scendiamo per il ravaneto, a 2h 14’ siamo alla cisterna ed alla discesa finale e a 2h 30’ alla strada, giriamo per il paese a cercare un bar per dissetarci ed infine ad 3h 08’ siamo all’auto. Tempi: andata 4h 10’, ritorno 2h 45’.