DATA ESCURSIONE: 01/06/2008
Itinerario percorso nuovamente in data 31/10/2020, lo stato dell'intero percorso coincide con quanto relazionato.
Qui un approfondimento sul Monte Corchia.
Lasciamo l’auto sullo sterrato presso il passo, da dove si gode una splendida vista sulle Apuane settentrionali: Sagro, Pizzo, Pisanino, Tambura ed Sella e, in primo piano, Altissimo, Macina, Fiocca, Sumbra, e Freddone. Inoltre la visuale comprende tutta la costa dalla Spezia fino alla Versilia ed alle isole nelle belle giornate.
A livello della maestà, alla fine della strada asfaltata, una palina indica il sentiero 10 per il passo dei Fordazzani da cui il bivio per il 141 per le Cervaiole ed il 10 per Campanice e, dopo pochi metri, c’è un monumento marmoreo dedicato agli ideatori della strada per Fociomboli.
La strada che seguiamo si biforca subito: diritta (segnavia 11) continua per Fociomboli, a destra la strada, chiusa da una sbarra, sale per la cava dei Tavolini, noi seguiamo quest’ultima deviazione (in alternativa una traccia segnato di rosso, ma non numerato, sale al pannello verde).
È una via di cava che sale abbastanza ripidamente con alcuni tornanti, belle fioriture di orchidee e tanti altri fiori.
In 22’ arriviamo ad un pannello metallico verde molto ben evidente anche dal basso che dovrebbe servire per i telerilevamenti.
La strada di cava continua per immettersi in una galleria; cento metri prima di essa, sulla sinistra, una freccia blu ed alcune scritte scolorite indicano la deviazione che dobbiamo prendere, sono passati 25’.
La prima parte del sentiero non ha molti segni, ma è talmente battuta che il sentiero è evidentissimo tra l’erba.
Esso sale subito in direzioni dei sovrastanti torrioni del Corchia e a 40’ ci troviamo proprio sotto al canalone tra il secondo ed il terzo.
Seguiamo la cengia erbosa verso destra che contorna il terzo torrione con segni ben evidenti ed in 8’ arriviamo all’imbocco del canale del Pirosetto che si trova tra il terzo ed il quarto torrione.
All’inizio c’è da superare un breve camino tra rocce che in 7’ facciamo senza alcun problema aiutandoci con le mani, poi segue una salita tranquilla. In questo modo aggiriamo il terzo torrione avendo a sinistra la mole imponente del secondo, il panorama è selvaggio e bellissimo, ricco di pinnacoli rocciosi.
Al culmine della salita cominciamo a vedere la cima del Corchia e le cave; ancora poco ed a 1h 04’ inizia un tratto erboso che ci porta a 1h 21’ all’inizio della salita per l’antecima, sulla destra un bel luogo panoramico sulla zona verso mare.
Il sentiero sale tranquillamente, in parte sulle rocce, sulla destra la cava del Corchia.
A 1h 35’ siamo all’antecima ovest (mt.1652), poi scendiamo per risalire ad un’altra piccola vetta (1627m) poco più bassa da cui scendiamo alla sella (1h 40’) dove è possibile arrivare sia dalla cava dei Tavolini (quindi dalla strada che abbiamo lasciato per seguire i segni blu) che da Fociomboli seguendo la via di cava diretta alle abbandonate cave del retro-Corchia.
Seguendo i segni a 2h 06’ siamo in vetta (mt.1678), dove ci fermiamo un quarto d’ora. La vetta è molto ampia ed è indicata da un ometto con una scritta nera sulla roccia.
Dalla vetta il panorama si apre anche alle Apuane meridionali tra cui spicca la Pania della Croce in tutta la sua imponenza.
Lungo la discesa i segni blu sono accompagnati anche da segni bianco-rossi sul marmo del monte.
La discesa è tranquilla e segnatissima e in dieci minuti arriviamo ai ruderi del bivacco Lusa Lanzoni (1640m) degli speleologi, distrutto anni fa per protesta.
A 2h 52’ passiamo per un lastrone di marmo, molto semplice ed in basso scorgiamo i paesi di Levigliani e Terrinca.
A 2h 57’ costeggiamo sulla sinistra un rudere e poco dopo la discesa continua tra sfasciumi di marmo.
A 3h 31’ troviamo una palina con l’indicazione del sentiero (non numerato) che abbiamo fatto per il monte Corchia, questa indicazione è stata messa da poco per evitare che l’escursionista prosegua in avanti per altro sentiero che porta a cave abbandonate dalle quali è comunque possibile ascendere al monte.
Pochi minuti e troviamo sulla sinistra il sentiero per il rifugio, sulla destra bella vista sulle voltoline per il passo dell’Alpino.
Il primo tratto del sentiero è scavato nell’erba, poi entra nel bosco.
A 3h 45’ arriviamo al rifugio Del Freo (mt.1180). Qua ci rifocilliamo e ci riposiamo per 40’ per poi riprendere il cammino.
Il sentiero del ritorno è il 129 che per il primo tratto è in salita, tra piante di lamponi e rari alberi, che a tratti si infittiscono.
A 17’ entriamo decisamente nel bosco di faggi che seguiamo con saliscendi.
A 27’ c’è un breve tratto di ripida salita con voltoline scavate nel terreno argilloso che porta nel versante del bosco verso Fociomboli, il sentiero è sempre ben segnato.
Questo tratto dura 5’ poi ancora un po’ di salita e finalmente a 32’ inizia la discesa ed in una decina di minuti arriviamo ad un rudere.
A 1h 05’ il sentiero arriva alla via di cava ed in pochi minuti a Fociomboli (mt.1285), importante nodo di sentieri.
Oltre al 129 che abbiamo fatto, troviamo anche l'11 che faremo in discesa per il Passo e che, in direzione opposta, si dirige al Puntato e a Col di Favilla; poco distante, scendendo per il Puntato, inizia poi il sentiero per il monte Freddone.
A 1h 20’ troviamo sulla destra la deviazione per Campanice (ancora sentiero 129), all’inizio della quale c’è una maestà , la discesa continua per uno sterrato che a tratti è anche asfaltato, il Corchia con le sue bastionate rocciose rimane imponente sulla sinistra. A 1h 38’ troviamo a destra la marginetta Cocci e dopo dieci minuti siamo all’auto.