DATA ESCURSIONE:08/06/2008
Qui un approfondimento sul Monte Folgorito.
Qui un approfondimento sul Monte Carchio.
Qui un approfondimento sul sentiero 140.
Arriviamo con l’auto ad un ampio spiazzo dominato da una stele dedicata alla guerra partigiana, un cartello blu indica questo luogo come il Pasquilio, in realtà è la Foce del Campaccio.
Il sentiero 140 per il Folgorito è chiaramente indicato in alto. Noi prendiamo a sinistra lasciando a destra uno sterrato che raggiunge alcune abitazioni, seguendo il quale, comunque, è possibile immettersi nel sentiero 140 più in alto.
Subito alla base del sentiero 140 si stacca a sinistra il sentiero 33 per il passo Focoraccia e quello degli Uncini, da cui si può ascendere al monte Altissimo.
La prima parte del sentiero è uno stradello ampio nel bosco con pochi segni, ma è impossibile sbagliarsi. Dopo 5’ un bivio, dobbiamo prendere a destra in leggera discesa, invece il ramo di sinistra è il sentiero, non segnato, che faremo, in discesa, dal Carchio al ritorno.
Il sentiero sale e scende ed esce dal bosco, dopo 13’ il panorama si apre sul monte Folgorito su cui spicca una croce molto alta e sulla cresta che conduce alla base del monte stesso.
Ora il sentiero scende ripido fino ad arrivare a costeggiare un ravaneto delle cave del Carchio sul quale ci sono alcuni ripetitori ben visibili.
La zona è ricca di fioriture di ogni tipo e colore per cui ci attardiamo a fotografare: centauree, vedovina strisciante, campanule.
A 22’ siamo ad un bivio: a destra lo stradello, che può essere percorso anche da fuoristrada, continua fino ad uno spiazzo sottostante la lapide ricordo della linea gotica, noi prendiamo a sinistra il vero e proprio sentiero, un cartello indica “linea Gotica – Monte Folgorito”.
Infatti questo è un itinerario che testimonia uno dei tratti apuani della linea difensiva tedesca, infatti è possibile vedere quello che resta delle fortificazioni tedesche, purtroppo i cartelli esplicativi non sono più in buono stato ed è necessaria un’opera di restauro.
Adesso il sentiero sale, abbiamo a destra il Carchio e di fronte la cresta del Folgorito, a sinistra il mare fino al porto di Marina di Carrara e le montagne liguri di Monte Marcello.
In 43’ siamo in cresta (in zona detta “le Forche”) da cui il panorama si apre all’Altissimo, al Pizzo di Falcovaia con le cave delle Cervaiole ed al paese di Azzano in basso. In secondo piano il monte Freddone e le Apuane meridionali.
La cresta è facile a percorrersi nei suoi saliscendi ed anch’essa splendida nelle sue fioriture e nei suoi profumi: orchidee di varia specie, centauree di Trionfetti, eliantemo, erba perla rupestre, saponaria, tasso barbasso, ed in particolare un’esplosione di lilioasfodelo maggiore e di cisto bianco.
Solo alcuni tratti del sentiero passano tra felci, eriche e ginestroni, mentre il resto è aperto.
A 1h 03’ inizia a vedersi il cippo marmoreo ricordo della linea gotica.
A 1h 20’ siamo finalmente al cippo dal quale per salire sul monte si seguono dei segni blu, il sentiero vero e proprio segue lo stradello a destra e si dirige verso Ripa di Seravezza.
La salita non è lunga né faticosa ed a 1h 29’ siamo in vetta (mt.911) dominata da una croce molto alta eretta nel 1986 dagli abitanti di Montignoso.
Dalla vetta si gode di bella vista sul mare dall’isola Palmaria alla Versilia .
Dopo 15’ di sosta scendiamo e ripercorriamo la strada già fatta a 2h 33’ siamo al punto in cui il sentiero 140 raggiunge la cresta, invece di scendere ci dirigiamo verso il monte Carchio.
Seguiamo tracce di sentiero non segnato sempre in cresta e a 2h 42’ notiamo sulla sinistra una via di lizza che porta ad un “assaggio” di cava, noi seguiamo il ben evidente sentiero che costeggia in alto detta lizza ed in breve (2h 52’) siamo ad una sella ben evidente (907m) tra il Carchio ed una cima minore.
A questo punto inizia la ripida salita per buona parte scalinata che porta in circa 20’ ad un intaglio del monte qua seguiamo per alcuni metri la via di lizza e subito dopo, sulla destra, un tratto scalinato a voltoline. A 3h 20’ siamo nella cava (mt.1050).
Da un intaglio godiamo di una bella vista sull’Altissimo e la cresta degli Uncini che scende verso la zona di Azzano, proseguiamo verso i ripetitori, a sinistra c’è una strada di cava seguendo la quale si può scendere direttamente evitando la parte descritta in seguito. Noi invece continuiamo a camminare per la cava abbandonata salendo un poco a 3h 44’ arriviamo ad una casa presso la quale scendiamo a caso per il pendio verso la sottostante via di cava che raggiungiamo in una decina di minuti.
Nella cava e nelle sue vicinanze c’è abbondanza di Globularia Incanescens, particolarmente bella quando cresce sulle pareti marmoree.
A questo punto scendiamo per la via di cava per ampi tornanti ed a 4h 07’ raggiungiamo il Rifugio Alleluia, di solito chiuso, che rimane sulla sinistra, scendiamo ancora per un largo stradello nel bosco che qualche anno fa ha risentito gli effetti di una tromba d’aria (aprile 2005), superiamo uno slargo-parcheggio ed a 4h 17’ siamo al bivio che ci riporta sul sentiero 140 e dopo pochi minuti siamo all’auto.
In alternativa è possibile salire al Folgorito e scendere per la stessa strada, senza salire alle cave del Carchio, è un itinerario escursionistico (E) e ricco di belle fioriture che richiede un paio d’ore senza soste. La visita alla cava del Carchio può essere conclusa tornando indietro e scendendo per la via di cava che si trova subito all’inizio, il tratto di ascesa è EE.
Gli itinerari ricavabili da quello descritto per intero sono i seguenti:
• Pasquilio – Folgorito – Pasquilio circa 2 ore difficoltà E
• Pasquilio – Carchio – Pasquilio circa 2 ore (seguendo la via di cava e quindi prendendo a destra al bivio all'inizio) difficoltà E